Pasto, rito ed eucaristia
3. L'eucaristia è un banchetto?
Riflessione di don Marco GALLO
"Abbiamo imparato a ascoltare il pane"
Una giornalista africana, alcuni anni fa, venne a fare un lungo viaggio in Europa, per un
servizio per il suo giornale. Al termine le chiesero: "Che cosa l'ha colpita maggiormente
di questo paese?". Rispose: "Avete cibo troppo abbondante e feste troppo misere".
D. OLIVERO, Lo stupore della tavola, 64.
Introduzione: Feste troppo misere?
- L'industria del divertimento: come iniziamo al divertimento i nostri piccoli? Se il
cattolicesimo è il cristianesimo senza tabù alimentari, quale uso insegnare delle sostanze
stupefacenti? (dai sedativi agli eccitanti). Qual è la pulsione ad una forma di divertimento
che ha bisogno di abbassare le inibizioni, perdere il controllo?
- Dalla tavola alla camera: THÉRÈSE HARGOT, Una gioventù sessualmente liberata (o quasi),
Sanzonio 2017. Che cosa provoca al desiderio una consumazione cosଠprecoce e massiccia di
pornografia? Quale immagine di donna/uomo? Quali sono i passi per imparare il piacere, il
godimento, il dono?
- Quale festa? ANDREA GRILLO, Tempo graziato. La liturgia come festa. Tempo festivo e
tempo feriale - tempo libero/tempo lavorativo. Come gli occhi, se uno si ammala ci sono
conseguenze anche sull'altro. In realtà non è una polarità : *lavoro (tempo che si impone. Il
dovere) *tempo libero (da.., pura forma? Possesso originario) *festa (non è lavoro, non è
tempo libero: è dimensione rituale comunitaria, è manifestarsi della verità del tempo). La
liturgia intrattiene nel tempo un rapporto tra l'evento e la circolarltà : il rito. La vita cristiana
può riscoprire il suo festivo (benedizioni, guarigioni, gratitudine..).
Sguardo non nostalgico
"Dobbiamo condannare i nostri giovani per essere cresciuti in questa società? Dobbiamo scomunicarli
perché vivono in questo mondo? Essi devono sentirsi dire dai loro pastori frasi come: "una volta
era meglio"; "il mondo Š un disastro e, se continua cos, non sappiamo dove andremo a finire"?
Questo mi suona come un tango argentino! No, non credo, non credo che sia questa la strada.
Noi pastori, sulle orme del Pastore, siamo invitati a cercare, accompagnare, sollevare, curare
le ferite del nostro tempo. Guardare la realt… con gli occhi di chi sa di essere chiamato al
movimento, alla conversione pastorale. Il mondo oggi ci chiede con insistenza questa conversione
pastorale".
FRANCESCO, Incontro con i vescovi ospiti dell'incontro mondiale delle famiglie,
Philadelphia, 27 settembre 2015.
1. Gesù e i banchetti
- JOSEPH RATZFNGER, La festa della fede: l'eucaristia non è un party. E festa solo quando
c'è una liberazione da onorare. Sa celebrare solo chi raggiunge il battesimo (sacramento
o delle lacrime), al coscienza di esser salvato, di rendere la vita come gratitudine per la
salvezza.
- I banchetti di Gesù (SCHURMANN 1970): isolare l'ultima cena falsa la lettura
dell'eucaristia. Vi sono banchetti prepasquali e postpasquali con Gesù. Anche Cristo a
tavola è a nudo di fronte ai suoi interlocutori, nudi di fronte a lui.
   o Banchetti in Galilea (Levi, Simone il fariseo, folla nel deserto), i banchetti
verso Gerusalemme (Marta e Maria, fariseo, capo fariseo, Zaccheo), i pasti a Gerusalemme
(ultima cena, Emmaus, cenacolo).
   o Che cosa avviene a tavola con il Cristo?
      *Avviene il Regno di Dio
      *I convitati o si convertono o si dannano.
- L'ultima cena: una chiave ermeneutica per la Croce e Risurrezione. In essa i gesti e le
parole offrono ai discepoli il senso indisponibile dello scandalo della morte del Crocifisso
e del suo apparire.
   o Tradizione liturgica (Luca, Matteo, Marco, Paolo): Prendere - rendere grazie - (spezzare) - dare.
   o Tradizione esistenziale (Giovanni): l'imbarazzo di lasciarsi lavare i piedi.
2. L'eucaristia è un banchetto?
- La pratica lo smentisce: non si mangia (più), il pane non è più riconoscibile, il calice non
si condivide, lo spazio è strutturato per una fruizione individuale.
- Eppure il linguaggio, con il quale è costituito il rito, viene dal mondo del banchetto
(fraternità, sacrificio, corpo dato, ascollo, memoria, ringraziamento, radunarsi e
disperdersi, nutrirsi, perdonarsi, attendere).
- Può disvelarsi come partecipazione alla cena del Signore se resta un rito: avviene con
logiche ludiche, agisce sull'identità personale, relazionale, cosmica. Se è un rito, non è un
discorso (significato), ma agisce con codici molto vari, verbali e soprattutto non verbali
(musica e canto, silenzio, prossemica, spazio simbolico, odori, sapori, tatto, sospensioni).
- Partecipazione attiva: ci sono due definizioni di violenza, Aristotele (andare contro
l'ordine) e ermeneutica (impedire la parola, la partecipazione). La partecipazione è peré
rischiosa, espone alla delusione. La scala di Arnstein 1969, dalla manipolazione
all'informazione (primo gradino) fino alla consultazione. Critica alla partecipazione
democratica (tirannia): deliberatà¬on, slittamento di posizioni in un'arena vitale, sensitive
space. Fino alla democrazia contributiva (Daniela Ciaffi): la forma nasce dall'azione,
dalla collaborazione alla codecisione.
- La sua presenza reale si può vivere proprio in questo contesto rituale, in cui non è la
comunità che evoca un assente, ma si scopre convocata (ecclesà¬a), in dialogo, nutrita dal
suo dono e sacrificio, capace di riconoscere negli elementi del pane e del vino
eucaristizzafi il corpo e sangue del'Signore, la sua vita data per noi. La presenza è
dinamica, non puntuale: viene per far nascere la missione, fino al banchetto finale di tutti
i popoli (Is 25).
"'Più preciso di dire "l'Eucaristia è un banchetto" è la formulazione: "l'Eucaristia è il
banchetto del Signore". Questo ci porterebbe a rivedere costantemente la sua dimensione celebrativa,
cosmica, misterica'". ENRICO MAZZA.
Conclusione e applicazioni
- La convivialità dei cristiani: dall'Eucaristia alla tavola domestica con le sue dinamiche
di gratitudine, di sacralità del cibo, di discorsi riconciliati, di difficoltà accettate
con umiltà.
- In liturgia: valorizzare avendone coscienza nel gesto corporeo le dinamiche del
banchetto che sostengono il rito, nel radunarsi, nel prendere posto, nella liturgia della
parola come dialogo amicale, nella preparazione delle offerte, nei riti di pace, nei riti
di comunione intesi come invito, camminare insieme, digestione mistica, nell'invio.
In particolare:
   o valorizzare "il rito del silenzio" nei momenti previsti dal Messale Romano
(penitenziale, colletta, dopo l'omelia, [nella preghiera universale], dopo la comunione).
    o La performance agli occhi di Mikal, agli occhi di Davide (2 Sam 6)
* RAGAZZI, G.C., La cucina del Risorto. Gesù cuoco per l'umanità affamata, Bologna 2014.
* CASTELLUCCI, E. - SANTANDREA, M., Dieci pasti con Gesù. Eucarestia e missione. I commensali
raccontano, Bologna 2011.
* HOPING H., Il mio corpo dato per voi. Storia e teologia dell'Eucaristia, Queriniana, Brescia 2015