Meditazione di Mons. Derio OLIVERO PER TUTTI
Quaresima 2018 12/3/2018
"Scegliere"
Vangelo di Matteo - cap. 1-13
1Gesù, entrato in una barca, passò all'altra riva e venne nella sua città.
2Ed ecco gli portarono un paralitico disteso sopra un letto. Gesù, veduta la loro fede, disse al
paralitico: «Figliolo, coraggio, i tuoi peccati ti sono perdonati». 3Ed ecco alcuni scribi pensarono
dentro di sè: «Costui bestemmia». 4Ma Gesù, conosciuti i loro pensieri, disse: «Perchè pensate cose
malvagie nei vostri cuori? 5Infatti, che cos'è piu facile, dire: "I tuoi peccati ti sono perdonati"
o dire: "Alzati e cammina"? 6Ma, affinché sappiate che il Figlio dell’uomo ha sulla terra autorità
di perdonare i peccati, alzati», disse allora al paralitico, «prendi il tuo letto e va' a casa tua».
7Ed egli si alzò e se ne andò a casa sua. 8Visto ciò, la folla fu presa da timore e glorificò Dio,
che aveva dato tale autorità agli uomini. 9Poi Gesù, partito di là, passando, vide un uomo chiatnato
Matteo, che sedeva al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli, alzatosi, lo seguì.
10Mentre Gesù era a tavola in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola
con Gesù e con i suoi discepoli. 11I farisei, veduto ciò, dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro
maestro mangia con i pubblicani e con i peccatori?» 12Ma Gesù, avendoli uditi, disse: «Non sono i sani
che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13Ora andate e imparate che cosa significhi: "Voglio
misericordia e non sacrificio"; poichè io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori».
I Pastori che propongono ai fedeli l'ideale pieno del Vangelo e la dottrina della Chiesa devono aiutarli
anche ad assumere la logica della compassione verso le persone fragili e ad evitare persecuzioni o giudizi
troppo duri e impazienti. Il Vangelo stesso ci richiede di non giudicare e di non condannare (cfr Mt 7,1; Lc 6,37).
Gesù «aspetta che rinunciamo a cercare quei ripari personali o comunitari che ci permettono di mantenerci a
distanza dal nodo del dramma umano, affinché accettiamo veramente di entrare in contatto con I'esistenza
concreta degli altri e conosciamo la forza della tenerezza. Quando lo facciamo, la vita ci si complica
sempre meravigliosamente». (AL 308)