Almanacco del giorno
Buongiorno a tutti. Oggi

03 Ottobre 2024 Giovedì
26a Set. del T.O.
Beato Desiderio Franco

Liturgia della Messa   
Colore liturgico: verde

Liturgia delle Ore
26a SETTIMANA DEL T.O.
Giovedì


ALLA SCUOLA DI GESU'

Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

Commento

L'amico è colui con cui riesci a relazionarti talmente bene, che alle volte non hai bisogno di parole: ti guarda e ti capisce. Non ti giudica, ma ti ama senza pregiudizi. Giobbe, invece, ha tre amici che proprio non sanno fare un passo avanti rispetto a quello che sono i loro schemi mentali: credono che se uno riceve delle disgrazie è perché in fondo ha fatto del male, e se lo merita. Giobbe non riesce ad accettare questo ragionamento, perché non pensa di aver sbagliato: non si ritiene giusto, ma nemmeno colpevole di un grave peccato. I suoi amici gli sono contro e si accaniscono su di lui, Dio l'ha punito per chissà quale male, ma nonostante tutto egli ha ancora fiducia che solo il Signore gli renderà giustizia. Giobbe pur nella solitudine e nell'abbandono, si affida a Dio chiamandolo redentore. È sicuro, il Signore lo risolleverà. Essere cristiani alle volte implica quell'esperienza di sentirsi soli, perché la gente non comprende, anzi, proprio chi è più vicino e dovrebbe capire, si allontana, con diffidenza, se non addirittura si burla e ti giudica come una persona fuori dal mondo, lontano dalla realtà di vita. Gesù manda i suoi discepoli a due a due perché prima di tutto la testimonianza deve essere sostenuta con reciprocità, poi la relazione è la base della veridicità, ma è anche il saper controllare i propri atteggiamenti per non imporre le proprie idee, rapportarsi con umiltà e con semplicità. Usando le parole di Gesù: essere come pecore in mezzo ai lupi, consapevoli di fallire, ma rimettendo la vita nelle mani di Dio. Se siamo sinceri, la vita di Gesù da un punto di vista umano è stato un fallimento: è morto su una croce. Eppure, la sua parola è stata testimoniata in tutto il mondo. Ha ragione Giobbe: "i miei occhi lo contempleranno e non un altro". Perché "la pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d'angolo; ecco l'opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi".

SALMO
Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!

PROPOSITO
Essere cristiani molte volte implica dei fallimenti, ma è proprio in essi che si manifesta la grandezza di Dio. Dal fallimento della croce Gesù è risorto. Alleluja!

Buona giornata.

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