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San Casimiro
Nasce a Cracovia, nel 1458. Figlio del re di Polonia, appartenente alla dinastia degli Jagelloni, di origine lituana. Quando gli Ungheresi si ribellarono al loro re, Mattia Corvino, e offrirono al tredicenne principe Casimiro la corona, questi vi rinunciò appena seppe che il papa si era dichiarato contrario alla deposizione del regnante. Impegnato in una politica di espansione, re Casimiro IV (1440-1492) diede al terzogenito l'incarico di reggente di Polonia e il principe, minato dalla tubercolosi, svolse il compito senza lasciarsi irretire dalle seduzioni del potere. Non si piegò alle ragioni di Stato quando gli venne proposto dal padre il matrimonio con la figlia di Federico III, per allargare i già estesi confini del regno. Il principe Casimiro non voleva venir meno al suo ideale ascetico di purezza per vantaggi materiali cui non ambiva. Di straordinaria bellezza, ammirato e corteggiato, Casimiro aveva riservato il suo cuore alla Vergine. Si spegne a 25 anni a Grodno (in Lituania) il 4 marzo 1484. Nel 1521 papa Leone X lo dichiarò patrono della Polonia e della Lituania.
Polonia e Lituania
Casimiro = che vuole la pace, dal polacco
Corona, Giglio, Pergamena
San Casimiro, figlio del re di Polonia, che, principe, rifulse per lo zelo nella fede, la castità, la penitenza, la generosità verso i poveri e la devozione verso l'Eucaristia e la beata Vergine Maria e ancora giovane, consunto dalla tisi, nella città di Grodno presso Vilnius in Lituania si addormentò nella grazia del Signore.

San Giovanni Antonio Farina
Grande figura di vescovo ed educatore, Giovanni Antonio Farina nacque a Gambellara, in provincia di Vicenza, nel 1803. Entrato in seminario giovanissimo fu subito notata la sua predisposizione per l'insegnamento, al punto che a soli 21 anni, quando ancora studiava teologia, gli venne affidato il compito di tenere delle lezioni. Ordinato sacerdote nel 1827 svolse i primi anni del suo ministero a Vicenza. E fu qui che intuì il valore sociale che poteva avere l'insegnamento. Nel 1831 diede inizio alla prima scuola popolare femminile e nel 1836 fondò le Suore Maestre di santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori, un istituto di «maestre di provata vocazione, consacrate al Signore e dedite interamente all'educazione delle fanciulle povere». Nel 1850 il Papa lo nominò vescovo di Treviso, dove si distinse in maniera particolare per la sua carità, tanto da essere chiamato il «vescovo dei poveri». Nel 1860 fu poi trasferito alla sede vescovile di Vicenza. In questa veste partecipò ai lavori del Concilio Vaticano I, dove sostenne con forza la definizione dell'infallibilità pontificia. Morì a Vicenza il 4 marzo 1888.

Bastone pastorale
A Vicenza, beato Giovanni Antonio Farina, vescovo, che in vari modi si adoperò nell'azione pastorale e fondò l'Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori per provvedere all'educazione delle ragazze povere e a tutti gli afflitti e gli emarginati.

San Pietro I (Pappacarbone)
Pietro fu il secondo successore - dopo san Leone - di suo zio Alferio, primo abate della Santissima Trinità di Cava dei Tirreni, fondata nel 1028. Pietro era nato giusto dieci anni dopo a Salerno e come Alferio apparteneva alla nobile famiglia dei Pappacarbone. Entrato tra i benedettini di Cava, fu sotto la guida spirituale di Leone. In seguito si ritirò a vita eremitica sul monte Sant'Elia e poi partì per Cluny, dove rimase cinque anni alla scuola di sant'Ugo. Al ritorno dapprima ebbe difficoltà a trasmettere la rigorosa riforma cluniacense ai monaci cavesi. Allora si ritirò nel monastero di Sant'Arcangelo del Cilento. Nominato vescovo di Policastro (di cui è patrono), rinunziò dopo due anni. Appianati i contrasti, nel 1079 successe a Leone e sotto di lui l'abbazia fiorì sia economicamente che come vocazioni (diede l'abito a oltre tremila monaci). Morì ottantacincquenne nel 1123.

Nel monastero di Cava de' Tirreni in Campania, san Pietro, che, dopo aver seguito fin da giovane la vita monastica, fu eletto vescovo di Policastro, ma, stanco del clamore della vita mondana, ritornò in monastero, dove, divenuto abate, rinnovò mirabilmente la disciplina.

Beato Umberto III di Savoia
Diede diritti e doni ai monasteri ed ebbe un ruolo decisivo nell'organizzazione dell'abbazia di Altacomba. Si dice che avrebbe preferito essere monaco invece che sovrano.  Ebbe quattro mogli: Faide di Tolosa, morta nel 1154, Gertrude delle Fiandre (matrimonio annullato), Clemenza di Zharinghen, morta nel 1162 e Beatrice di Macon. Alla morte della terza moglie si ritirò ad Hautecombe, ma poi cambiò idea e, dalla quarta moglie ebbe finalmente l'erede maschio. Si schierò col partito guelfo del papa Alessandro III contro i Ghibellini dell'imperatore Federico Barbarossa. La conseguenza fu l'invasione dei suoi stati per ben due volte: nel 1174 Susa fu messa a ferro e fuoco e nel 1187 Enrico VI lo bandì dall'impero e gli tolse la maggior parte dei domini, gli rimasero solo le valli di Susa e d'Aosta.  Morì a Chambéry nel 1189. Fu il primo principe sepolto ad Hautecombe.
Corona, Scettro
A Chambery in Savoia, beato Umberto, terzo conte di Savoia, che costretto a lasciare il chiostro per occuparsi degli affari pubblici, con maggiore dedizione praticò la vita monastica, a cui in seguito ritornò.

Beati Miecislao Bohatkewicz, Ladislao Mackowiak e Stanislao Pyrtek
Ricorre il 4 marzo l'anniversario della fucilazione ad opera dei nazisti di tre sacerdoti diocesani: Mieczyslaw Bohatkewicz, nato a Kriukai in Lituania il 1° gennaio 1904, Wladyslaw Mackowiak, nato a Sytki in Polonia il 14 novembre 1910, e Stanislaw Pyrtek, nato a Bystra Podhalańska in Polonia il 21 marzo 1913. Papa Giovanni Paolo II li ha beatificati a Varsavia (Polonia) il 13 giugno 1999 con altri 105 martiri polacchi.
Nella cittadina di Berezwecz presso la città di Głębokie in Polonia, beati Miecislao Bohatkiewicz, Ladislao Maćkowiak e Stanislao Pyrtek, sacerdoti e martiri, che, in tempo di guerra, per la loro fede in Cristo furono gettati in carcere e fucilati.

Beato Ruperto di Ottobeuren
Nato nella seconda metà del dodicesimo secolo, dopo varie esperienze monastiche venne posto a capo della fatiscente abbazia di Ottobeuren. Sotto la sua guida il monastero ebbe una nuova fioritura, tanto da meritare l'appellativo di secondo fondatore di Ottobeuren. Morto in fama di santità, la sua tomba fu subito meta di pellegrinaggi per le guarigioni miracolose a lui attribuite. Dopo varie traslazioni, le sue reliquie riposano nel monastero di Ottobeuren, in un'apposita cappella a lui dedicata.
L'Ordine Benedettino lo festeggia il 4 marzo.

Beati Cristoforo Bales, Alessandro Blake e Nicola Horner
Il sacerdote Christopher Bales fu beatificato nel 1929, mentre i laici Nicholas Horner ed Alexander Blake vennero beatificati nel 1987.
A Londra in Inghilterra, beati Cristoforo Bales, sacerdote, Alessandro Blake e Nicola Horner, martiri, che durante la persecuzione al tempo della regina Elisabetta I ricevettero insieme la corona della gloria.

San Basino di Treviri
A Treviri nella Renania in Austrasia, oggi Germania, san Basíno, vescovo, che, nato dai duchi del regno di Austrasia, divenne dapprima monaco, poi abate di San Massimino di Treviri e, elevato infine alla sede episcopale della città, consentì la fondazione del monastero di santa Irmina ad Echternach in Lussemburgo.

Beata Placida Viel
Nel cenobio di Saint-Sauveur-le-Vicomte nella Normandia in Francia, beata Placida (Eulalia) Viel, vergine, che si distinse nel reggere con impegno e umiltà la Congregazione delle Scuole Cristiane della Misericordia.

Santi Fozio, Archelao, Quirino e diciassette compagni
A Nicomedia in Bitinia, nell'odierna Turchia, santi Fozio, Archelao, Quirino e altri diciassette, martiri.

Sant'Appiano di Comacchio
A Comacchio in Romagna, sant'Appiano, monaco, che, inviato dal monastero di Pavia, condusse in questa cittadina vita eremitica.

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