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San Policarpo
Nato a Smirne nell'anno 69 «fu dagli Apostoli stessi posto vescovo per l'Asia nella Chiesa di Smirne». Così scrive di lui Ireneo, suo discepolo e vescovo di Lione in Gallia. Policarpo viene messo a capo dei cristiani del luogo verso il 100. Nel 107 è testimone del passaggio per Smirne di Ignazio, vescovo di Antiochia, che va sotto scorta a Roma dove subirà il martirio. Policarpo lo ospita e più tardi Ignazio gli scriverà una lettera divenuta poi famosa. Nel 154 Policarpo va a Roma per discutere con papa Aniceto sulla data della Pasqua. Dopo il suo ritorno a Smirne scoppia una persecuzione. L'anziano vescovo (ha 86 anni) viene portato nello stadio, perché il governatore romano Quadrato lo condanni. Policarpo rifiuta di difendersi davanti al governatore, che vuole risparmiarlo, e alla folla, dichiarandosi cristiano. Verrà ucciso con la spada. Sono circa le due del pomeriggio del 23 febbraio 155.
Policarpo = che dà molti frutti, dal greco
Bastone pastorale, Palma
Memoria di san Policarpo, vescovo e martire, che è venerato come discepolo del beato apostolo Giovanni e ultimo testimone dell'epoca apostolica; sotto gli imperatori Marco Antonino e Lucio Aurelio Commodo, a Smirne in Asia, nell'odierna Turchia, nell'anfiteatro al cospetto del proconsole e di tutto il popolo, quasi nonagenario, fu dato al rogo, mentre rendeva grazie a Dio Padre per averlo ritenuto degno di essere annoverato tra i martiri e di prendere parte al calice di Cristo.

Beata Giovannina Franchi
Giovanna Franchi, detta Giovannina, fu una delle figlie di Giuseppe Franchi e Giuseppa Mazza. Ebbe sei fratelli: Carolina, Antonio, Giuseppa, Angela, Luigi e Pietro. Il padre, di nobile famiglia, fece carriera nella magistratura del Regno Lombardo Veneto. Com'era uso tra le giovani del suo ceto sociale, a sette anni, venne affidata al prestigioso educandato della Visitazione. L'educazione dell'Educandato prevedeva che Giovanna, per dieci anni, non potesse vedere la famiglia, se non di rado attraverso una grata. Nel 1840, ormai trentatreenne, ricevette una proposta di matrimonio da un uomo più anziano di lei ma, a causa di una malattia, l'uomo morirà prima di sposarla. Nel 1853, a seguito della morte di entrambi i genitori, ereditò lasciato un ingente patrimonio. Rimasta sola la donna decise quindi di dedicarsi alla cura dei poveri. In seguito acquistò, intestandolo all'arcipretura della Cattedrale, un edificio nella città di Como, nel povero quartiere di Cortesella dove fonda la congregazione delle Suore Infermiere dell'Addolorata. L'istituto assumerà sempre più la fisionomia di un ospizio di carità. Morì il 26 febbraio 1873 durante un'epidemia di Vaiolo forse infettata proprio da uno dei suoi assistiti. Papa Benedetto XVI l'ha dichiarata Venerabile il 20 dicembre 2012. Papa Francesco il 9 dicembre 2013 ha approvato il miracolo che apre la strada alla sua beatificazione.

Beato Wincenty Stefan Frelichowski
Nato il 22 gennaio 1913 a Chelmza, nel nord della Polonia, Wincenty Stefan Frelichowski, che già frequentava gli scout, dopo gli studi ginnasiali, a 18 anni entrò in Seminario e venne ordinato sacerdote il 4 marzo 1937 e divenne ben presto segretario del vescovo. L'anno seguente venne inviato come vicario nella parrocchia di Torun. L'11 settembre 1939, qualche giorno dopo l'invasione della Polonia durante la Seconda guerra mondiale, venne arrestato. Subito liberato fu nuovamente imprigionato e subì una lunga serie di trasferimenti. Ovunque, però, riusciva clandestinamente a celebrare la Messa. Il 13 dicembre 1940 venne trasferito a Dachau dove, oltre a consolare i prigionieri, riscuì a portare il cibo ai prigionieri che non avevano di che mangiare. Nel '44 un'epidemia di tifo colpì il lager: don Frelichowski continuò a portare pane e conforto ai reclusi. Malato anch'egli di tifo e colpito dalla polmonite morì il 23 febbraio 1945. È stato proclamato beato da Giovanni Paolo II il 7 giugno 1999.
Nel campo di prigionia di Dachau vicino a Monaco di Baviera in Germania, beato Vincenzo Frelichowski, sacerdote, che, durante la medesima guerra, deportato in varie carceri, mai venne meno alla fede o al suo ministero pastorale e, colpito da malattia mentre prestava assistenza ai malati, dopo lunghe sofferenze giunse alla visione della pace eterna.

Beata Giuseppina Vannini
Fondatrice delle Figlie di San Camillo. Fiduciosa dell'aiuto divino, in appena 19 anni di lavoro, Giuseppina Vannini riuscì a diffondere il provvidenziale Istituto in Italia, in Francia, in Belgio e nel Sudamerica. Oggi le Figlie di S. Camillo operano in quattro continenti: Europa, Asia, Africa, America. Sentendo avvicinarsi il momento della sua dipartita, ripeteva alle figlie: “Fatevi coraggio! Anzitutto è Dio che manda avanti le cose e non io. E poi dal paradiso potrò fare voi di più di quello che non faccio stando in questo mondo. Quando io non sarò più, credete pure che si farà meglio di quanto non si faccia adesso”. Ricca di meriti e circondata di grande fama di santità, la Madre entrò nella vita eterna il 23 febbraio 1911.
La causa di canonizzazione fu avviata presso il tribunale del Vicariato di Roma nel 1955. Adempiuto quanto stabilito dalle Leggi Canoniche, il 7 marzo 1992 è stato dichiarato che la Giuseppina Vannini esercitò in grado eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse. Il 16 ottobre 1994 Giovanni Paolo II la proclamò "beata".
Il giorno 23 febbraio 2011, le suore Figlie di San Camillo, hanno celebrato solennemente il primo centenario della morte della loro fondatrice.
A Roma, beata Giuseppina (Giuditta Adelaide) Vannini, vergine, fondatrice della Congregazione delle Figlie di San Camillo per l'assistenza ai malati.

Beata Raffaella Ybarra
Nasce da una facoltosa famiglia cattolica, il 16 gennaio 1843 a Bilbao in Spagna. A 18 anni sposa Giuseppe Vilallonga, ricco catalano e trascorre i primi quindici anni di matrimonio dedicandosi alla famiglia che comprende, oltre ai figli e al marito, i nipoti, i vecchi genitori e altri parenti. Sotto la direzione spirituale del gesuita Francesco di Sales Muruzábal e con il consenso del marito, fa voto di povertà, ubbidienza e castità, che conferma in modo perpetuo nel 1890, aggiungendo quello di abbracciare lo stato religioso, se le condizioni familiari lo avessero permesso. Fonda a Bilbao l'asilo della Sacra Famiglia, per assistere donne e fanciulli che arrivavano in città senza assistenza. Ma la sua opera principale è la fondazione dell'istituto «Religiose degli Angeli Custodi» per l'aiuto alle giovani abbandonate, che riceve l'approvazione diocesana l'11 marzo 1901 e qualche anno dopo quella definitiva della Santa Sede. Muore a Bilbao il 23 febbraio 1900. Viene beatificata da Giovanni Paolo II il 30 settembre 1984.
A Bilbao nella Guascogna in Spagna, beata Raffaella Ybarra da Villalonga, che, madre di sette figli, con il consenso del coniuge, emise i voti religiosi e fondò l'Istituto delle Suore degli Angeli Custodi per tutelare le fanciulle e guidarle sulla via dei precetti del Signore.

Madonna del Divin Pianto
Con il nome di «Madonna del Divin Pianto» è denominata l’apparizione della Vergine Maria a una giovane religiosa dell’Istituto delle Suore di Santa Marcellina, suor Elisabetta Redaelli, a Cernusco sul Naviglio, nel 1924. Il messaggio che è stato affidato alla veggente è di duplice natura: da un lato è un invito alla costanza nella preghiera e alla speranza, dall’altro ricorda a tutti, in particolare ai consacrati, la necessità di amare, cercare e consolare Gesù. Gli arcivescovi di Milano non hanno mai dato un’approvazione ufficiale a quei fatti soprannaturali: tuttavia, il cardinal Schuster commentò che la Madonna si sarebbe fatta strada da sé, mentre il cardinal Martini autorizzò l’intitolazione di una chiesa parrocchiale di Cernusco proprio alla Madonna del Divin Pianto.

Beato Alerino Rembaudi
Nobile cittadino albese, nato dalla famiglia dei Rambaldi, fu canonico del capitolo albese e nel 1419 fu eletto Vescovo da Papa Martino V. Tenne il Sinodo nel 1434; il 31 gennaio 1429 ritrovò il corpo del Beato Teobaldo Roggeri; il 27 aprile 1455 fece la solenne traslazione in Duomo delle Reliquie di San Frontiniano e proclamò tale data quale festa solenne dei Santi Tutelari di Alba. Chiamò ad Alba gli Agostiniani e nel 1446 pose la prima pietra del Monastero delle Domenicane fondato dalla Beata Margherita di Savoia. Nel 1453 consacrò la monumentale Chiesa di San Francesco annessa al Convento dei Frati Minori. Dopo un governo di 37 anni, morì in concetto di santità il 21 luglio 1456.

San Giovanni Theristi
Giovanni nacque verso il 995 a Palermo, dove la madre, già incinta, era stata portata prigioniera dai saraceni, che l'avevano catturata in un'incursione a Stilo. Istruito dalla madre, Giovanni, all'età di 14 anni, quando seppe delle vicende della sua famiglia, decise di ritornare a Stilo. Qui fu accolto e battezzato in uno dei monasteri della Valle dello Stilaro. Crescendo Giovanni fortificò la sua fede con la preghiera e l'ascesi.
A Stilo in Calabria, san Giovanni, che, divenuto monaco secondo le regole dei Padri d'Oriente, meritò di essere chiamato Theristis, Mietitore, perché, mosso da somma carità verso i bisognosi, era solito prestare aiuto ai mietitori.

Beato Ludovico (Ludwig) Mzyk
Il beato Ludwik Mzyk, sacerdote professo della Societ del Divin Verbo (Verbiti), nacque a Chorzów Stary (Slesia), Polonia, il 22 aprile 1905 e morì a Poznan, Polonia, il 23 febbraio 1942. Fu beatificato da Giovanni Paolo II a Varsavia (Polonia) il 13 giugno 1999 con altri 107 martiri polacchi.
A Poznán in Polonia, beato Ludovico Mzyk, sacerdote della Società del Verbo Divino e martire, che, invasa militarmente la patria dai seguaci di un'empia dottrina nemica degli uomini e della fede, fu trucidato dalle guardie della fortezza e testimoniò Cristo fino alla morte.

Santa Romana
Seguendo la sua vocazione religiosa fuggì di casa, all'età di 10 anni raggiunse sul monte Soratte San Silvestro per farsi battezzare. Si incamminò poi da sola verso la città di Todi. Nelle gole del Forello pose la sua dimora all'interno di una grotta. Sebbene vivesse solitaria, la sua preghiera costante e la sua fede erano tali che molti cristiani si avvicinarono a Lei lodandone la santità. Romana morì nella preghiera contornata dai fedeli, nell'anno 324 d.C.
Romana = nativa di Roma, dal latino.

Beato Nicola Tabouillot
Nicolas Tabouillot, sacerdote della diocesi di Verdun, morì durante la Rivoluzione Francese nei Pontoni di Rochefort. Con numerose altre vittime di tale strage fu beatificato il 1° ottobre 1995 da Giovanni Paolo II.
In una galera sulla costa francese davanti a Rochefort, beato Nicola Tabouillot, sacerdote e martire: parroco, nell'infuriare della rivoluzione francese, fu detenuto per il suo sacerdozio e morì infine consunto dalla malattia in un sanatorio della città.

San Sereno (o Sireno o Sinero) di Sirmio
A Sirmio in Pannonia, oggi in Serbia, san Siréno o Sinéro, martire, che, giardiniere, denunciato da una donna che egli aveva rimproverato per la sua lascivia e fatto prigioniero dal giudice, si professò cristiano e, rifiutatosi di sacrificare agli dei, morì decapitato.

Santa Milburga
A Wenlock in Inghilterra, santa Mildburga, vergine e badessa del monastero del luogo, della stirpe dei re di Mercia.

San Villigiso (Willigiso)
A Magonza nella Franconia in Germania, san Villigiso, vescovo, insigne per lo zelo pastorale.

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