TuttoSchermo       Chiudi      

San Gregorio VII
(Papa dal 30/06/1073 al 25/05/1085)
La riforma detta “gregoriana” non è solo opera di Ildebrando di Soana, poi papa Gregorio VII. Ma lui la soffre più di tutti, dopo aver aiutato pontefici riformatori per trent’anni. Di origine toscana, forse monaco, studia al Laterano, diventa cardinale con Alessandro II e nel 1073 gli succede. Riformare significa espellere tutti quelli – vescovi, abati, preti – che hanno mercificato la fede comprando cariche e facendo negozio dei sacramenti. Contro di essi si sono sviluppati dal basso movimenti di riforma (non sempre esenti da violenza). Con Gregorio, è il vertice che compie il massimo sforzo per cacciare gli indegni. E si scontra con i loro famelici parentadi, con gli interessi coalizzati, e con molte casate aristocratiche, da tempo abituate a scegliersi vescovi e preti. Papa Niccolò II (1059-61) ha già tolto ai sovrani e alla nobiltà romana l’ingerenza nelle elezioni papali. Ora Gregorio vieta su tutta la linea al potere laico di conferire i poteri spirituali (Sinodo del 1075). E poco dopo, con un documento detto Dictatus papae, codifica la sua visione di una Chiesa fortemente accentrata sul pontefice, come capo assoluto e diretto di ciascun vescovo, e col potere anche di destituire l’imperatore, esonerando i sudditi all’obbedienza.
L’imperatore è il tedesco Enrico IV, 25 anni, re in Germania e in Italia, che si scontra col papa facendo eleggere a Milano un vescovo di sua fiducia. Alta protesta di Gregorio; ma Enrico replica, sostenuto da 30 vescovi tedeschi riuniti a Worms, dichiarando deposto il papa ("il falso monaco Ildebrando", dice il documento). Gregorio VII scomunica Enrico, che ora rischia il trono; vescovi e principi tedeschi gli impongono infatti di riconciliarsi col papa, in un incontro a Worms previsto nel febbraio 1077. Ma Enrico già in gennaio è a Canossa davanti al papa, in saio da penitente. E ottiene il perdono di Gregorio VII promettendogli di "sottostare al suo parere". Salva così il regno senza prendere impegni precisi. Poi continua come prima a nominare vescovi e abati. Nuovamente scomunicato, nel 1080 fa eleggere a Bressanone un antipapa (Clemente III). E fa occupare dalle sue truppe Roma.
Chiuso in Castel Sant’Angelo, il papa è poi liberato dal normanno Roberto il Guiscardo che viene dal Sud. Ma viene con mercenari predatori e assassini, che si fanno odiare dai romani per le loro atrocità. E l’odio ricade anche su Gregorio VII, che gli stessi romani nel 1073 avevano acclamato papa, prima ancora dell’elezione. Finisce i suoi giorni a Salerno, in una desolazione ben espressa dalle famose parole che gli sono attribuite: "Ho amato la giustizia e detesto l’iniquità: perciò muoio in esilio". Dice di lui lo storico Muratori: "Pontefice onorato da Dio in vita e dopo morto da vari miracoli, e perciò registrato nel catalogo de’ santi". Papa Paolo V ne autorizzerà il culto nel 1606.
Gregorio = colui che risveglia, dal greco

Santa Maria Maddalena de' Pazzi
Nasce nel 1566 e appartiene alla casata de' Pazzi, potenti (e violenti) per generazioni a Firenze, e ancora autorevoli alla sua epoca. Battezzata con il nome di Caterina, a 16 anni entra nel monastero carmelitano di Santa Maria degli Angeli in Firenze e come novizia prende il nome di Maria Maddalena. Nel maggio 1584 soffre di una misteriosa malattia che le impedisce di stare coricata. Al momento di pronunciare i voti, devono portarla davanti all'altare nel suo letto. Da questo momento vivrà diverse estasi, che si succederanno per molti anni. Le descrivono cinque volumi di manoscritti, opera di consorelle che registravano gesti e parole sue in quelle ore. Più tardi le voci dall'alto le chiedono di promuovere la «rinnovazione della Chiesa» (iniziata dal Concilio di Trento con i suoi decreti), esortando e ammonendo le sue gerarchie. Scrive così a papa Sisto V, ai cardinali della curia; e tre lettere manda ad Alessandro de' Medici, arcivescovo di Firenze, predicendogli il suo breve pontificato. La mistica morirà nel 1607 dopo lunghe malattie.
Maria = amata da Dio, dall'egiziano; signora, dall'ebraico
Giglio
Santa Maria Maddalena de' Pazzi, vergine dell'Ordine delle Carmelitane, che a Firenze in Cristo condusse una vita nascosta di preghiera e di abnegazione, pregò ardentemente per la riforma della Chiesa e, arricchita da Dio di doni straordinari, fu per le consorelle insigne guida verso la perfezione.

Beato Mario Vergara
Padre Mario Vergara, nato a Frattamaggiore (Napoli) il 18 novembre 1910, ultimo dei nove figli, spinto dal desiderio di amare Dio nei fratelli lontani e non credenti, a 19 anni nel 1929 entrò nel Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME). Inviato in Birmania, giunse a Toungoo nel 1934; qui si dedicò allo studio delle lingue delle tribù cariane e dopo qualche mese gli venne assegnato il distretto di Citaciò, della tribù dei Sokù con 29 villaggi. Era amato da tutti e tutti avevano una grande stima di lui, anche i sacerdoti indigeni; prediligeva i più deboli e gli ammalati che assisteva e accudiva con grande dedizione, diventando per tutti, cattolici e non, un punto di riferimento, noncurante dei disagi, del maltempo, della malaria che spesso lo colpì. Scoppiata la Seconda Guerra Mondiale, il 10 giugno 1940 l’Italia dichiarò guerra all’Inghilterra che aveva il protettorato sulla Birmania oggi Myanmar. Tutti i missionari italiani furono considerati fascisti, costretti ad interrompere tutte le attività e il 21 dicembre 1941 furono inviati nei campi di concentramento inglesi situati in India. Dopo tre anni, verso la fine del 1944 alcuni missionari compreso padre Mario Vergara, furono rilasciati e quindi poterono ritornare alle loro missioni. Il suo fisico si era molto indebolito, perché oltre alla spossatezza dovuta alla detenzione di quegli anni, aveva subito alcuni interventi chirurgici, fra cui l’asportazione di un rene. Nonostante la sua fragilità padre Vergara nel 1947 fondò un’altra missione in Birmania, quella di Shadaw. I suoi sforzi apostolici diedero subito ottimi risultati, provocando però il risentimento dei protestanti battisti; intanto in Birmania, che nel 1948 aveva ottenuta l’indipendenza dall’Inghilterra, scoppiò la guerra civile. La posizione di padre Mario Vergara diventò molto precaria, anche per la sua opposizione forte e coraggiosa ai soprusi delle truppe cariane ribelli di religione battista, che opprimevano l’indifesa popolazione, requisendo viveri e imponendo tasse insopportabili. Il 24 maggio 1950 padre Vergara, accompagnato dal suo catechista, il maestro Isidoro Ngei Ko Lat, si recò a Shadaw per protestare per un torto subito e lì vennero arrestati come spie del governo centrale; all’alba del 25 maggio 1950 furono uccisi a colpi di fucile e i loro corpi rinchiusi in sacchi, gettati nel fiume Salween e non più ritrovati; con loro fu ucciso anche padre Pietro Galastri, che dal 1948 era giunto a Shadow ad aiutare padre Vergara. Il 9 dicembre 2013 Papa Francesco ha decretato il riconoscimento del martirio di Padre Mario ed Isidoro.

San Cristoforo (Cristobal) Magallanes
È una pagina recente di storia della Chiesa quella che apriamo oggi con un santo latino-americano. Pagina sanguinosa: perché anche nel cattolicissimo Messico i credenti sono stati a lungo perseguitati da uno Stato anticlericale. Nato a Guadalajara nel 1869, il sacerdote Cristobal Magallanes Jara fa parte della schiera di martiri messicani che vengono ricordati oggi. Missionario tra gli indigeni "huichole" e fervente divulgatore del Rosario, suscitò numerosissime vocazioni sacerdotali. Quando i persecutori chiusero il seminario di Guadalajara, si offrì di fondarne uno nella sua parrocchia. Davanti al plotone di esecuzione, nel maggio 1927, confortò un suo compagno di martirio: «Stai tranquillo, figliolo: solo un momento, e poi il Cielo». Il primo dei Martiri messicani a essere beatificato è stato il gesuita Miguel Agustin Pro (1988), poi nel 1992 lo seguirono altri 25 beati (22 preti e tre laici). Nel Giubileo del 2000 Giovanni Paolo II ne ha canonizzati 25.
Palma
Nella cittadina di Catatlán nel territorio di Guadalajara in Messico, santi Cristoforo Magallanes e Agostino Caloca, sacerdoti e martiri, che, durante la persecuzione messicana, confidando strenuamente in Cristo Re, ottennero la corona del martirio.

Sant'Agostino Caloca Cortes
Nacque a San Juan Bautista de Teúl, Zacatecas (Arcidiocesi di  Guadalajara), il 5 maggio 1898. Priore (diacono, economo) nella  parrocchia di Totatiche e Prefetto del Seminario Ausiliare sito nello  stesso paese, fu un esempio di purezza sacerdotale. Un militare, commosso per la sua giovane età, gli offrì la libertà, lui l'avrebbe  accettata solo se veniva concessa anche al parroco. Di fronte al plotone di esecuzione, l'atteggiamento e le parole del suo parroco lo  colmarono di forza, tanto che esclamò: "Grazie a Dio viviamo e per Lui  moriamo". Il 25 maggio 1927 venne fucilato a Colotlán, Jalisco (Diocesi  de Zacatecas, Zac.).
Di fronte al carnefice ebbe la forza di confortare  il suo ministro e compagno di martirio, Padre Agustín Caloca,  dicendogli: "Stai tranquillo, figliolo, solo un momento e poi il cielo".  Dopo, rivolgendosi alla truppa, esclamó: "Io muoio innocente, e chiedo a  Dio che il mio sangue serva per lunione dei miei fratelli messicani".PalmaNella cittadina di Catatlán nel territorio di Guadalajara in Messico, santi Cristoforo Magallanes e Agostino Caloca, sacerdoti e martiri, che, durante la persecuzione messicana, confidando strenuamente in Cristo Re, ottennero la corona del martirio.

Santa Maddalena Sofia Barat
Figlia di un bottaio, Maddalena Sofia Barat nacque il 13 dicembre 1779 a Joigny, presso Auxerre, nella Borgogna; morì a 86 anni nel 1865. Fondò a Parigi nel 1800 la Società del Sacro Cuore con lo scopo dell'educazione e dell'istruzione delle ragazze, specialmente dei ceti superiori; a queste scuole ella sempre annetterà alcune classi per i bambini poveri. La sua spiritualità è essenzialmente ignaziana, così come i principi della sua regola. La stessa santa spiega che "lo spirito della società è fondato essenzialmente sull'orazione e la vita interiore" e che il suo fine è di "glorificare il Sacro Cuore".
Nel corso del Giubileo del 1925 indetto da Papa Pio XI furono celebrate da marzo a giugno numerose canonizzazioni: Pietro Canisio, dottore della Chiesa; Teresa di Lisieux (o di Gesù Bambino), religiosa professa dell'Ordine del Carmelo; Maria Maddalena Postel e Maddalena Sofia Barat, due sante educatrici della gioventù.
Maddalena = di Magdala, villaggio della Galilea - Sofia = sapienza, saggezza.
Giglio
A Parigi in Francia, santa Maddalena Sofia Barat, vergine, che fondò la Società del Sacro Cuore di Gesù e si adoperò molto per la formazione cristiana delle giovani.

San Beda detto il Venerabile
Fu seguace di San Benedetto Biscop e di S. Ceolfrido, dedicandosi solo alla preghiera, allo studio e all'insegnamento del monastero di Jarrow. Fu anche amanuense e il Codex Amiatinus, uno dei più preziosi e antichi codici della Volgata, conservato nella biblioteca Laurenziana di Firenze, sarebbe stato eseguito sotto la sua guida. Della sua vasta produzione letteraria restano opere esegetiche, ascetiche, scientifiche e storiche. Tra queste c'è L'Historia Ecclesiastica Gentis Anglorum, un monumento letterario universalmente riconosciuto da cui emerge la Romanità (universalità) della Chiesa. Studioso di tempra eccezionale e gran lavoratore, ha lasciato nei suoi scritti l'impronta del suo spirito umile sincero, del suo discernimento sicuro e della sua saggezza.
Studiosi
San Beda il Venerabile, sacerdote e dottore della Chiesa, che, servo di Cristo dall'età di otto anni, trascorse tutta la sua vita nel monastero di Jarrow nella Northumbria in Inghilterra, dedito alla meditazione e alla spiegazione delle Scritture; tra l'osservanza della disciplina monastica e l'esercizio quotidiano del canto in chiesa, sempre gli fu dolce imparare, insegnare e scrivere.

San Gerio (Girio)
Gerio, o Girio, era un nobile francese originario della Linguadoca, il quale lasciò tutti i suoi beni per vivere da eremita. Nato tra il 1270 e il 1274, per una serie di acquisizioni e cessioni territoriali della famiglia, divenne conte di Roccaforte. Volendo vivere da solitario, si recò con il fratello in una zona piena di caverne. Lì rimasero a lungo isolati per la piena di un fiume e furono due serpenti a salvarli, portando del pane. Recatisi nella vicina chiesa per la Messa, raccontarono il miracolo. Presto la notizia si diffuse e molta gente li cercava. Allora partirono col desiderio di recarsi in Palestina. Prima, però, vollero visitare Roma. Qui Gerio seppe che ad Ancona un sant'uomo, Liberio, voleva partire per Gerusalemme. Pensando di viaggiare con lui, andò nelle Marche. Ma a Tolentino si sentì male e morì nei pressi di Potenza Picena (allora Monte Santo), che lo venera come patrono. Il culto è stato confermato nel 1742.
Potenza Picena (anticamente chiamata Monte Santo) (MC)
Presso Montesanto nelle Marche, transito di san Gerio, che, un tempo conte di Lunel, visse da eremita e morì durante un santo pellegrinaggio.

Beato Giacomo Filippo Bertoni
Nasce a Celle di Faenza, la stessa parrocchia della Beata Raffaella Cimatti, nel 1454 da una povera famiglia e fu battezzato con il nome di Andrea. Entrò ancora fanciullo nei Servi di Maria di Faenza. Ordinato sacerdote, fu procuratore del convento (1478-1479) e svolse altri incarichi. Servizievole, sobrio nel parlare, mite e modesto, le sue virtù furono poste in evidenza dal suo primo biografo Niccolò Borghese, che guarito miracolosamente dal beato, ne scrisse la vita a soli tre mesi dalla morte. Giacomo Filippo Bertoni condusse una vita rigorosa di penitenza, contentandosi spesso di un solo pasto: per questo il suo aspetto, confermato sia dal Borghese che dall'iconografia, era macilento. Il 24 maggio 1483, vigilia della sua morte avvenuta per tisi, il beato Giacomo Filippo volle visitare i confratelli uno per uno, chiedendo loro perdono e preghiere.
A Faenza in Romagna, beato Giacomo Filippo (Andrea) Bertoni, sacerdote dell'Ordine dei Servi di Maria, insigne per il dono delle lacrime e la mirabile umiltà.

Sant'Antonio Caixal
Maestro in teologia ed arti, Sant'Antonio Caixal, vene eletto XV° Maestro Generale dell'Ordine Mercedario nel settembre 1405. Strenuo difensore dell'unità della Chiesa, i Re aragonesi trovarono in lui un rappresentante di categoria e come ambasciatore, partecipò ai concili di Perpignano (Francia), e Costanza in Svizzera, lottò con efficacia ed impegno per superare lo scisma d'Occidente. Lì fu nominato vescovo di Lyon che però rinunciò fino a che non fosse raggiunta l'unione della Chiesa. Famoso per i miracoli e degno di ricordo eterno morì santamente a Costanza il 25 maggio 1417 lasciando l'Ordine fortificato sia nella vita interna che nella redenzione degli schiavi.
L'Ordine lo festeggia il 25 maggio.

San Giovanni da Granada
Figlio di Ozmin Aben Adriz e nipote del Re di Granada Ismael, entrambi saraceni convertiti alla fede cattolica, San Giovanni da Granada, fece gli studi a Salamanca e vestì l'abito dell'Ordine della Mercede nel convento di Valladolid. Per 13 anni fu commendatore del convento di Cordova, durante i quali costruì la nuova chiesa e nel 1407 fu eletto provinciale di Castiglia. Assieme al confratello San Pietro Malasanch fece due redenzioni in Africa nel 1415 e nel 1427, dal ritorno di quest'ultima furono ambedue catturati dai mori. Dopo vari maltrattamenti vennero assassinati a Granada, San Giovanni meritò la corona dei martiri nell'anno 1428.
L'Ordine lo festeggia il 25 maggio.

San Pietro Malasanch
Di nobile famiglia catalana, San Pietro Malasanch, nacque a Lerida (Spagna); all'età di 18 anni, dopo aver assistito ad una predica, prese la decisione di entrare nell'Ordine Mercedario. Cominciò così una vita in povertà e santità che tutti i religiosi ne ammiravano il fervore.Nominato redentore compì due redenzioni in Africa con il confratello San Giovanni da Granada negli anni 1415 e 1427, ma dal ritorno dell'ultima, appena arrivati a Granada vennero arrestati dai mori. Subirono diversi maltrattamenti ed infine ricevettero il martirio, San Pietro Malasanch raggiunse la gloria celeste trafitto da frecce nel 1428.
L'Ordine lo festeggia il 25 maggio.

Beato Isidoro Ngei Ko Lat
Isidoro Ngei Ko Lat è il primo Beato della Birmania. Il 24 maggio 1950 il giovane catechista Isidoro accompagnò Padre Mario Vergara, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere, a Shadaw per protestare per un  torto subito e lì vennero arrestati come spie del governo centrale. All’alba del 25 maggio 1950 furono uccisi a colpi di fucile e i loro  corpi rinchiusi in sacchi, gettati nel fiume Salween e non più  ritrovati. Con loro fu ucciso anche Padre Pietro Galastri, che dal 1948  era giunto a Shadow ad aiutare Padre Vergara. Il 9 dicembre 2013 Papa Francesco ha decretato il riconoscimento del martirio di Isidoro e di Padre Mario.

Beato Bartolomeo Magi di Anghiari
È commemorato nel necrologio Francescano nel giorno 25 maggio: "Prope Empolim, in Tuscia, B. Bartholomaei Magi, ab Anglario, Confessoris qui castitate, humilitate et patientia exornatus, vitam prope angelicam duxit." Il culto del beato Bartolomeo Magi, oltre che nelle comunità Francescane, fu costante nei secoli anche nella devozione della Parrocchia di Anghiari: anzi la Chiesa di Santa Croce, con l'annesso Convento, rimane monumento in onore allo stesso Beato. Del beato Bartolomeo si ricorda anche il suo fervido incarico di Maestro dei Novizi al Convento della Verna.

San Dionigi Ssebuggwawo
In località Munyonyo in Uganda, san Dionigi Ssebuggwawo, martire, che, all'età di sedici anni, avendo affermato davanti al re Mwanga durante un interrogatorio di avere insegnato a due membri della corte i rudimenti della fede cristiana, fu dallo stesso sovrano trafitto con una lancia.

Beato Gerardo Mecatti
A Villamagna vicino a Firenze, commemorazione del beato Gerardo Mecatti, che, seguendo con passione l'esempio di san Francesco, distribuì i propri beni ai poveri e, ritiratosi in un eremo, per amore di Cristo si adoperò nell'accoglienza ai pellegrini e nell'assistenza agli infermi.

Sant'Aldelmo (Adelmo)
Aldelmo = Adelmo, nobile protettore, dall'antico tedesco
Bastone pastorale
In Inghilterra, sant'Aldelmo, vescovo, che, celebre per la dottrina e gli scritti, già abate di Malmesbury, fu poi ordinato primo vescovo di Sherborne tra i Sassoni occidentali.

Beato Nicola (Mykola) Cehelskyj
Nel campo di prigionia della cittadina di Javas in Moldavia, beato Nicola Cehelskyj, sacerdote e martire, che, sotto un regime di persecuzione contro la religione, vinse con la forza della fede i supplizi del martirio.

San Pietro Doan Van Van
Nel Tonchino, ora Viet Nam, san Pietro Doàn Văn Vân, martire, che, catechista e responsabile della parrocchia di Bầu Nọ, ottuagenario suggellò con il sangue la sua perseveranza nella fede sotto l'imperatore Tự Đức.

San Dionigi di Milano
A Milano, commemorazione di san Dionigi, vescovo, che per la sua retta fede fu relegato dall'imperatore ariano Costanzo in Armenia, dove concluse la sua vita insignito del giusto titolo di martire.

San Canio (Canione) di Atella
Bastone pastorale, Palma
Ad Atella in Campania, san Canione, vescovo e martire.
San Leone di Mantenay
Nel cenobio di Mantenay presso Troyes in Francia, san Leone, abate.

San Zanobi (Zenobio)
A Firenze, san Zenobio, vescovo.

       Chiudi