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San Luigi Maria Grignion da Montfort
Luigi Maria percorse le regioni occidentali della Francia predicando il mistero della Sapienza eterna, Cristo incarnato e crocifisso, e insegnando ad andare a Gesù per mezzo di Maria. Associò sacerdoti e fratelli alla propria attività apostolica, e scrisse le regole dei Missionari della Compagnia di Maria. Fu proclamato santo da Pio XII il 20 luglio 1947. Tra i suoi scritti si ricordano il "Trattato della vera devozione alla Santa Vergine" e "L'amore dell'eterna Sapienza". (Mess. Rom.)
Luigi = derivato da Clodoveo
San Luigi Maria Grignion de Montfort, sacerdote, che percorse le terre della Francia occidentale proclamando il mistero della Sapienza Eterna; fondò Congregazioni, predicò e scrisse sulla croce di Cristo e sulla vera devozione a Maria Vergine e ricondusse molti a una vita di penitenza; nel villaggio di Saint-Laurent-sur-Sèvre in Francia pose, infine, termine al suo pellegrinaggio terreno.

Santa Gianna Beretta Molla
Limpida e graziosa. Così appare la dottoressa Gianna Beretta all'ingegnere Pietro Molla nei primi incontri. Si conoscono nel 1954 e si sposano a Magenta il 24 settembre 1955. Gianna, la penultima degli otto figli sopravvissuti della famiglia Beretta, nata a Magenta, è medico chirurgo nel 1949 e specialista in pediatria nel 1952. Continua però a curare tutti, specialmente chi è vecchio e solo. «Chi tocca il corpo di un paziente - diceva - tocca il corpo di Cristo». Gianna ama lo sport (sci) e la musica; dipinge, porta a teatro e ai concerti il marito, grande dirigente industriale sempre occupato. Vivono a Ponte Nuovo di Magenta, e lei arricchisce di novità gioiose anche la vita della locale Azione cattolica femminile. Nascono i figli: Pierluigi nel 1956, Maria Rita (Mariolina) nel 1957, Laura nel 1959. Settembre 1961, quarta gravidanza, ed ecco la scoperta di un fibroma all'utero, con la prospettiva di rinuncia alla maternità per non morire. Mettendo al primo posto il diritto alla vita, Gianna decide di far nascere Gianna Emanuela. La mamma morirà il 28 aprile 1962.
Gianna = accorciativo di Giovanna; Gian- o Giam- nei nomi composti
A Magenta in Lombardia, santa Giovanna Beretta Molla, madre di famiglia, che, portando un figlio in grembo, morì anteponendo amorevolmente la libertà e la salute del nascituro alla propria stessa vita.

San Pietro Chanel
È il primo martire dell’Oceania. Fu infatti ucciso il 28 aprile 1841 sull’isola di Futuna, una delle Fiji. Francese, era nato a Cuet il 12 luglio 1803 in una famiglia di contadini, a 21 anni entrò in Seminario a Bourg, venendo ordinato sacerdote il 15 luglio 1827. Fu vicario ad Amberieu e a Gex e per quattro anni parroco a Crozet. Sin dal Seminario tuttavia sentì il richiamo della missione, alimentato dalla frequentazione di una comunità di padri Maristi. Fu così che ebbe il compito di guidare il primo gruppo di missionari in Oceania. Il 12 novembre 1837 la spedizione giunse a Futuna, isola divisa in due da una montagna e da due tribù in guerra tra loro. Ben presto il Vangelo fece presa soprattutto tra i giovani incontrando l’ostilità degli anziani. Il Battesimo del figlio del capotribù che aveva accolto il missionario segnò la condanna a morte di Pietro che fu ucciso per incarico del capotribù Niuliki. Pietro Chanel, beatificato il 17 novembre 1889, fu iscritto nell’albo dei santi il 12 giugno 1954 e dichiarato patrono dell’Oceania.
Patrono dell'Oceania
Pietro = pietra, sasso squadrato, dal latino
Palma
San Pietro Chanel, sacerdote della Società di Maria e martire, che nel suo ministero si adoperò nella cura della gente di campagna e nell'istruzione dei bambini; mandato poi insieme ad alcuni compagni ad annunciare il Vangelo nell'Oceania occidentale, approdò all'isola di Futúna, dove la comunità cristiana era ancora del tutto assente. Pur ostacolato da molte difficoltà, mantenendo un contegno di singolare mansuetudine riuscì a convertire alcuni alla fede, tra i quali il figlio del re, che furibondo ne ordinò l'uccisione, facendo di lui il primo martire dell'Oceania.

Beati Lucchese e Buonadonna
Lucchese nacque presso Poggibonsi (SI) lo stesso anno di S. Francesco d’Assisi (1181). In gioventù combattè per il partito dei Guelfi; ma poi, abbandonata la vita militare, si sposò con Bona Segni e si mise a commerciare in granaglie e fare il cambiavalute approfittando dei pellegrini che si recavano a Roma lungo la via Francigena. Nell’ottobre 1212 Lucchese ebbe modo di ascoltare una predica di S. Francesco a S. Gimignano e da lì iniziò la sua conversione: risarcì tutti coloro che aveva impoveriti con i suoi traffici, fece penitenza, si mise al servizio dei frati , donò tutti i suoi beni e insieme alla moglie  trasformò la sua casa in ospedale. Quando S. Francesco tornò in Valdelsa, nel 1221, donò a questa coppia di sposi l’abito della Penitenza, facendone i primi Terziari francescani.
Presso Poggibonsi in Toscana, beato Lucchese, che, dapprima avido di lucro e poi convertito vestì l'abito del Terz'Ordine dei Penitenti di San Francesco, vendette i suoi beni e li distribuì ai poveri, servendo in povertà e umiltà Dio e il prossimo secondo lo spirito del Vangelo.

San Panfilo di Sulmona
Chi si reca a Sulmona non può fare a meno di visitare la cattedrale di San Panfilo, dedicata al patrono. Questi era nato nell'VIII secolo nei dintorni della località abruzzese ed era figlio di un pagano che lo ripudiò quando lui si convertì al cristianesimo. Si narra che per questo lo sottopose a una prova: scendere da un carro su un dirupo. Ci riuscì e fu acclamato alla guida della diocesi. Morì a Corfinio, di cui fu probabilmente anche vescovo. Quattro chierici ne ritrovarono il corpo. Ma, mentre lo riportavano a Sulmona, esso divenne pesante come pietra. Allora si fermarono assetati presso la contrada Ficoroni, e apparve miracolosamente una fontana. La cattedrale venne eretta sempre nell'VIII secolo sulle rovine di un tempio pagano. Fu poi radicalmente rifatta nel 1075 dal vescovo Trasmondo e finita nel 1119 dal successore Gualtiero. Nei secoli ha subito molti danni. La parte più antica è la cripta.
A Sulmona in Abruzzo, deposizione di san Panfilo, vescovo di Corfinio.

San Pietro da Bearn
Inviato a Tunisi in Africa, nel 1364, il mercedario San Pietro da Béarn, consolava i poveri cristiani che trovava schiavi, con la sua particolare devozione che aveva verso la Madonna. Ardeva in lui il desiderio di donare la sua vita per Gesù Cristo e senza alcuna preoccupazione riprendeva severamente gli infedeli che erano contro la religione cattolica. Un giorno, incontrato un mussulmano che aveva commesso uno scandalo pubblico, lo rimproverò fortemente tanto che la folla si ammassò intorno a lui ed egli con grande zelo incominciò ad evangelizzarli; le sue parole furono così convincenti che molti si convertirono. L'avvenuto non tardò a divulgarsi per cui i mussulmani indignati lo presero e consegnarono a dei ragazzi che legatolo lo trascinarono per le vie della città ed infine, martoriato e bagnato di sangue, lo gettarono in un fuoco e, mentre le fiamme lo divoravano, egli pronunciava parole di perdono.
L'Ordine lo festeggia il 28 aprile.

Beato Guido Spada
Guido Spada o Spatis nacque a San Germano Vercellese. Dotato di buon ingegno e di un carattere affabile entrò nell'Ordine francescano, in cui rifulse la sua umiltà, penitenza e saggezza nei consigli.
Amava predicare specialmente la Passione di Gesù Cristo che lo arricchì di numerosi doni straordinari.
Morì il 28 aprile del 1340 a Bologna. Le sue reliquie venerate nella cappella Lambertini furono traslate all'altare del Sacro Cordone.A San Germano è ricordato nel mosaico della facciata della parrocchiale, assieme a quella di due santi locali: san Germano e il beato Antonio della Chiesa.

Beato Giuseppe Cebula
Il beato Jozef Cebula, sacerdote della Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, nacque a Malnia (Opole) il 23 marzo 1902 e morì a Mauthausen, Germania, il 28 aprile 1941. Fu beatificato da Giovanni Paolo II a Varsavia (Polonia) il 13 giugno 1999 con altri 107 martiri polacchi.
Nel campo di prigionia di Mauthausen in Austria, beato Giuseppe Cebula, sacerdote della Congregazione dei Missionari Oblati della Vergine Immacolata e martire, che, di origine polacca, portato dalla sua patria in carcere in odio alla fede, patì crudeli supplizi fino alla morte.

Beato Carino Pietro da Balsamo
Carino da Balsamo fu uno degli esecutori materiali del martirio di san Pietro da Verona. Cercando di sfuggire alla giustizia a causa di quell’omicidio, riparò, stanco e ammalato, a Forlì. Per espiare la propria colpa, entrò nell’Ordine domenicano come fratello converso e morì in concetto di santità nel 1293.
I suoi resti mortali, inizialmente sepolti presso la cattedrale di Forlì, dal 1964 sono integralmente conservati nella chiesa parrocchiale di San Martino in Balsamo, nel comune di Cinisello Balsamo, in diocesi di Milano.

Beata Maria Luisa di Gesù Trichet
La beata francese Maria Luisa di Gesù Trichet, suora professa cofondatrice della Congregazione delle Figlie della Sapienza, fu primo membro dell'ordine e poi superiora generale. Giovanni Paolo II la beatificò il 16 maggio 1993.
Nel villaggio di Saint-Laurent-sur-Sèvre in Francia, beata Maria Luisa di Gesù Trichet, vergine, che vestì come prima associata l'abito della Congregazione delle Figlie della Sapienza, che governò con saggezza.

Santi Paolo Pham Khac Khoan, Giovanni Battista Dinh Van Than e Pietro Nguyen Van Hieu
Nella città di Ninh-Bình nel Tonchino, ora Viet Nam, santi martiri Paolo Ph?m Khàc Khoan, sacerdote, Giovanni Battista Ðinh Van Thàn e Pietro Nguy?n Van Hi?u, catechisti, che, gettati per tre anni in prigione e torturati perché rinnegassero la fede cristiana, trovarono infine il martirio con la decapitazione sotto l'imperatore Minh M?ng.

Sant'Ursicino
A Ravenna, commemorazione di san Vitale: in questo giorno, come si tramanda, sotto il suo nome fu dedicata a Dio la celebre basilica in quella città. Egli insieme ai santi martiri Valeria, Gervasio, Protasio e Ursicino è da tempo immemorabile venerato per l'impavida fede tenacemente difesa.

Santa Valeria
A Ravenna, commemorazione di san Vitale: in questo giorno, come si tramanda, sotto il suo nome fu dedicata a Dio la celebre basilica in quella città. Egli insieme ai santi martiri Valeria, Gervasio, Protasio e Ursicino è da tempo immemorabile venerato per l'impavida fede tenacemente difesa.

San Vitale
A Ravenna, commemorazione di san Vitale: in questo giorno, come si tramanda, sotto il suo nome fu dedicata a Dio la celebre basilica in quella città. Egli insieme ai santi martiri Valeria, Gervasio, Protasio e Ursicino è da tempo immemorabile venerato per l'impavida fede tenacemente difesa.

Santi Massimo, Dada e Quintiliano
A Silistra, in Mesia, nell'odierna Bulgaria, santi Massimo, Dada e Quintiliano, martiri durante la persecuzione dell'imperatore Diocleziano.

Sant'Afrodisio di Beziers
Afrodisio = spumeggiante, dal greco
A Béziers nella Gallia narbonense, ora in Francia, sant'Afrodisio, venerato come primo vescovo di questa città.

Santi Eusebio, Caralampo e compagni
A Nicomedia, santi Eusebio, Caralampo e compagni, martiri.

San Prudenzio di Tarazona
A Tarazona nella Spagna settentrionale, san Prudenzio, vescovo.

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