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Santa Sara di Antiochia
Un antico documento liturgico che raccoglie notizie sui santi (il Sinassario Alessandrino) narra, dunque, che Sara di Antiochia, sposa di un alto ufficiale dell’imperatore Diocleziano, si era messa in viaggio verso Alessandria d’Egitto per sfuggire alla proibizione dell’imperatore che le vietava di far battezzare i suoi bambini. Il marito di Sara, per paura, aveva rinnegato la fede cristiana, ma la donna l’aveva tenacemente conservata. Durante il viaggio per mare, la tempesta infuria e si teme il naufragio. Sara vuole a ogni costo salvare almeno l’anima dei suoi figli: si incide, allora, sul petto una leggera ferita, e col proprio sangue segna una croce sulla fronte dei piccoli; poi li immerge tre volte nelle acque del mare invocando su di loro le tre persone della Santissima Trinità. La tempesta si placa e Sara, giunta ad Antiochia, corre dal vescovo che sta battezzando i catecumeni in Cattedrale. Ma far battezzare anche quei bambini risulta impossibile: ogni volta che essi si avvicinano, l’acqua del catino si rapprende in ghiaccio. Interrogata dal vescovo, la donna racconta il rito che ha compiuto in mare e riceve da lui l’assicurazione sulla validità del battesimo da lei amministrato che, perciò, non deve essere ripetuto.Tornata in patria, Sara racconta l’accaduto al marito, sperando nella sua conversione. Il marito lo racconta all’imperatore e costui, incollerito, condanna a morte la madre e i bambini.
Palma

Beato Francesco Page
Apparteneva a una aristocratica e ricca famiglia  inglese del Middlesex, ma nacque in Belgio, ad Anversa, nella seconda metà  del XVI secolo. Fu allevato nel protestantesimo e studiò diritto a Londra  dove intraprese la carriera di avvocato presso un noto studio legale, dove si innamorò della figlia cattolica del suo datore di lavoro. La giovane gli disse che avrebbe acconsentito a sposarlo solo se si fosse convertito al cattolicesimo: lui accettò la proposta. Allora lei, affinché Francesco  potesse avere la necessaria istruzione religiosa, gli fece conoscere il suo  direttore spirituale, il gesuita Giovanni Gerard, allora in prigione a causa  della persecuzione che infieriva in quel tempo contro i sacerdoti rimasti  fedeli alla Chiesa romana. I due diventarono amici, e l'insegnamento e l'esempio del maestro, nonché lo zelo posto dal neofita, furono tali che  Francesco non solo si convertì ma decise di diventare sacerdote. Così il  prospettato vantaggioso matrimonio andò in fumo; e con esso, il giovane rinunciò anche a tutti i suoi beni. Le continue visite alla prigione condussero al suo arresto; subito dopo essere stato liberato chiese di  essere ammesso al Collegio Inglese di Douai, al di qua della Manica, dove entrò nel 1598. Ordinato sacerdote due anni dopo, tornò in patria, dove, in  attesa di recarsi nelle Fiandre a fare il noviziato essendo stata accettata la sua richiesta di entrare nella Compagnia di Gesù, poté esercitare  nascostamente per due anni il suo ministero a Londra grazie all'ospitalità  della pia vedova Anna Line - morta martire e festeggiata il 27 febbraio - che aveva messo la sua casa a disposizione di padre Giovanni Gerard e di  altri sacerdoti. Un giorno, mentre Francesco Page celebrava la Messa in  quella casa, irruppero all'improvviso i persecutori anticattolici; riuscì a malapena a fuggire e riprese il suo apostolato nascondendosi altrove; ma poco dopo la delazione di una donna apostata, che si era unita per denaro ai cacciatori di preti, portò al suo arresto. Rinchiuso nelle prigioni di Newgate con l'accusa di essere un sacerdote cattolico e di aver celebrato la  Messa in Inghilterra, fu processato quasi subito e condannato a morte. Mentre era in carcere fu accolto tra i Gesuiti. Salì con grande serenità sul patibolo a Londra il 20 aprile 1602, proclamandosi pubblicamente "figlio della Chiesa cattolica e di sant'Ignazio" e dichiarando di essere lieto di morire per una buona causa: «Cioè - spiegò - per la mia fede e il sacerdozio e per aiutare ad assistere attraverso il mio ministero le anime del prossimo». Dopo l'impiccagione, come era barbaro uso il suo corpo fu sventrato e squartato. Francesco Page fu innalzato agli onori degli altari da Pio XI nel 1929.

Sant'Agnese Segni di Montepulciano
Nata in anno incerto da famiglia nobile di Montepulciano, a nove anni è - diremmo oggi - in collegio dalle monache, dette "Saccate" dal loro particolare abito. E lì poi rimane. Cinque anni dopo accompagna la maestra delle novizie suor Margherita a Proceno (Viterbo) per fondarvi un nuovo monastero. Passa un altro anno e incredibilmente ne diventa superiora: lei, Agnese, a quindici anni, con approvazione pontificia; e "per la visibile forza esercitata dalla sua santità", come scriverà più tardi fra Raimondo da Capua nella sua entusiastica biografia di Agnese. Una santità di cui parlano tutti, e che poi i cittadini di Montepulciano "sequestrano" per sé: insistono, premono, e infine riescono a farla tornare tra loro da Proceno, per fondare nel borgo di Gracciano un monastero, nel 1306. È dedicato a Santa Maria Novella, si alimenterà della spiritualità domenicana e Agnese ne sarà la badessa fino alla morte.
Agnese = pura, casta, dal grecoGiglio
A Montepulciano in Toscana, santa Agnese, vergine, che a nove anni indossò l'abito delle sante vergini e solo quindicenne fu eletta, contro il suo volere, alla guida delle monache di Proceno nella Tuscia, dando poi nel monastero in seguito da lei fondato sotto la disciplina di san Domenico mirabile esempio di vera umiltà.

Beato Anastasio Giacomo (Anastazy Jakub) Pankiewicz
Jakub Pankiewicz nacque a Nagorzanach, in Polonia, il 9 luglio 1882. Fu accolto dai Frati Minori nella Provincia dell'Immacolata Concezione nel 1900. Emise la Professione solenne il 24 febbraio 1904, assumendo il nome di Anastazy. Ordinato sacerdote nel 1906, fu Guardiano in varie Fraternità, costruì il Seminario minore nella città industriale di Lodz e fu tra i fondatori della Congregazione delle Suore Antoniane di Cristo Re. Arrestato il 10 ottobre 1941, fu internato a Dachau. Morì il 20 aprile 1942, sulla strada che conduce al crematorio di Hartheim nei pressi di Linz in Austria. Preparatosi alla morte con il sacramento della Riconciliazione, mentre aiutava un compagno di prigionia a salire sulla macchina un soldato tedesco chiuse la porta della vettura tagliandogli entrambe le mani. Il suo corpo fu bruciato e le ceneri vennero disperse. Giovanni Paolo II lo beatificò a Varsavia il 13 giugno 1999 con altri 107 martiri polacchi.
Lungo il percorso dal campo di prigionia di Dachau ad Hartheim vicino a Linz in Austria, beato Anastasio Pankiewicz, sacerdote dell'Ordine dei Frati Minori e martire, che contro un regime oppressivo della dignità cristiana testimoniò la sua fede fino alla morte.

Beati Giacomo Bell e Giovanni Finch
Il B. Giovanni Finch, sposato e ricco proprietario di Eccleston (Lancashire), fu martirizzato a Lancaster, dopo molti anni di duro carcere, perché conduceva i sacerdoti da una famiglia all'altra, da un villaggio all'altro, prendeva parte alla celebrazione della Messa e negava alla regina la supremazia spirituale. Alla sua impiccagione fu presente il B. Giacomo Bell, prete apostata per vent'anni. Dopo una grave malattia si era pentito del suo peccato ed era diventato il padre dei poveri. Tradito da una spia, fu impiccato il giorno dopo il signor Finch. Alla sua sentenza di morte avrebbe voluto che fosse aggiunto l'ordine del taglio delle labbra e delle dita con cui aveva giurato e sottoscritto gli articoli eretici. Furono beatificati nel 1929.
A Lancaster in Inghilterra, beati Giacomo Bell e Giovanni Finch, martiri: il primo, sacerdote, dopo venti anni trascorsi in altra confessione, su esortazione di una pia donna si riconciliò con la Chiesa cattolica; l'altro, padre di famiglia, contadino e catechista, per la sua fede subì per molti anni il carcere, la fame e altre sofferenze; entrambi pervennero insieme all'eterno gaudio sotto la regina Elisabetta I.

Beata Chiara Bosatta
La breve vita di Chiara Bosatta, al secolo Dina, fu segnata dall'incontro con il beato Luigi Guanella. Avvenne quando lei era già avviata alla vita religiosa. Infatti la giovane - nata a Pianello Lario, nel Comasco, nel 1858 - dopo aver lavorato nelle filande della seta era entrata nelle Canossiane, ma era poi tornata a casa. Sull'esempio di una sorella aveva poi aderito alle Pia Unione delle Figlie di Maria, legata al carisma delle Orsoline, prendendo il nome di Chiara. Morto il parroco del paese, che aveva dato vita al sodalizio, subentrò don Guanella, il quale trasformò la Pia Unione in una congregazione, le Figlie di Santa Maria della Provvidenza. Nel 1886 suor Chiara andò a Como per occuparsi di anziane bisognose e giovani operaie. Ammalatasi di tisi, fu riportata a casa, dove morì nel 1887. È venerata insieme a don Guanella nel santuario del Sacro Cuore a Como. È beata dal 1991.
A Pianello sul lago di Como, beata Chiara (Dina) Bosatta, vergine, che, con l'aiuto del beato Luigi Guanella, fondò la Piccola Casa della Divina Provvidenza.

San Teodoro Trichinas
Di Teodoro Trichinas, non si hanno date; l'unica cosa che si sa, è che visse nel V secolo. Giovane di Costantinopoli, era attratto dalla vita austera e densamente spirituale dei monaci d'Oriente, che sulla scia dell'egiziano sant'Antonio abate (250-356), lasciavano sempre più l'eremitaggio nel deserto, per vivere in comunità oranti, ospitati in monasteri stabili. Si ritirò in un monastero ai piedi del monte Sant'Assenzio oltre Calcedonia sul Bosforo; che in seguito prese il nome dal suo soprannome «Trichinas». Questo appellativo fu dato a Teodoro, a causa della tunica a lunghi peli che costituiva il suo unico abito. Dopo la morte la sua tomba divenne luogo di pellegrinaggio, anche perché dal sepolcro sarebbe trapelato un unguento miracoloso che aveva il potere di guarire le malattie.
Teodoro = regalo, dono di Dio, dal greco
Presso Costantinopoli, san Teodoro, che, detto Trichinas per la ruvida veste di crine con cui si copriva, condusse una vita virtuosa in solitudine.

San Marcellino d'Embrun
Di origini africane, Marcellino sbarcò in Provenza con i santi Domino e Vincenzo per darsi anima e corpo all'evangelizzazione delle Alpi Marittime, riuscendo a convertire ben presto alla fede cristiana gran parte della popolazione locale. Fece dunque edificare una chiesa presso Embrun ed invitò a consacrarla il primo vescovo piemontese, Sant'Eusebio di Vercelli. Da questi ricevette anche l'ordinazione episcopale. Si narra di molti miracoli da lui operati quando era ancora in vita. Combattè fieramente a lungo contrò l'arianesimo e dovette sovente fuggire per scappare ai funzionari imperiali incaricati di arrestarlo.
Marcellino, diminutivo di Marco = nato in marzo, sacro a Marte, dal latino
Bastone pastorale, Mitra
A Embrun nella Francia meridionale, san Marcellino, primo vescovo di questa città, che, giunto dall'Africa, convertì alla fede di Cristo molti abitanti della regione delle Alpi Marittime e fu ordinato da sant'Eusebio da Vercelli vescovo di questa sede.

Beato Simone da Todi
Nacque a Todi verso la fine del secolo XIII. Si dedicò particolarmente allo studio della teologia ed esercitò con frutto l'apostolato della predicazione. Fu Priore Provinciale della Provincia Umbra. Nel capitolo generale di Rimini del 1318 fu accusato ingiustamente ma sopportò tutto con grande rassegnazione e umiltà. Morì il 20 aprile 1322 a Bologna nel convento di S. Giacomo Maggiore dove si venerano le sue reliquie.
Gregorio XVI ne approvò il culto nel 1833.
A Bologna, beato Simone Rinalducci da Todi, sacerdote dell'Ordine degli Eremiti di Sant'Agostino, che istruì i giovani studenti e il popolo di Dio con la parola della dottrina e con l'esempio di vita.

Sant'Aniceto
(Papa dal 155 al 166).
Di origine sira, durante il suo pontificato accolse a Roma il vescovo di Smirne, Policarpo, per discutere la data della Pasqua, celebrata in Occidente sempre di Domenica, e in Oriente il 14 di Nisan, in qualunque giorno cadesse. La questione restò aperta.
Aniceto = invincibile, dal greco
A Roma, sant'Aniceto papa, della cui fraternità godette l'insigne ospite san Policarpo, quando venne per discutere insieme con lui la determinazione della data della Pasqua.

Beato Geraldo de Salis
Nel monastero di Châteliers nel territorio di Poitiers in Francia, beato Gerardo di Salles, che, povero canonico e poi ancor più povero eremita e cultore di un'austera vita di penitenza, molti infiammò all'amore di Dio attirandoli alla vita eremitica e fondò anche numerose case di canonici regolari.

Beato Roberto Watkinson
A Londra sempre in Inghilterra, beati Francesco Page, della Compagnia di Gesù, e Roberto Watkinson, sacerdoti e martiri, che per il loro sacerdozio, per uno dei quali iniziato da appena un mese, furono costretti, sotto la regina Elisabetta I, a salire insieme sul patibolo di Tyburn.

Beati Riccardo Sargeant e Guglielmo Thomson
Beatificati nel 1929.
A Londra sempre in Inghilterra, beati Riccardo Sargeant e Guglielmo Thomson, sacerdoti e martiri, che, condannati a morte per essere entrati come sacerdoti in Inghilterra ed esservi rimasti, patirono a Tyburn l'estremo supplizio.

San Vione (Vihone) di Osnabruck
A Osnabrück in Sassonia, nell'odierna Germania, san Vione, vescovo, che, nato in Frisia, fu mandato da Carlo Magno come primo abate di questo luogo ad annunciare il Vangelo e, divenuto poi vescovo della Chiesa di Osnabrück, patì molto per Cristo.

Sant'Eliena (Eilena, Elena) di Laurino
Laurino (SA)
Nel territorio di Laurino vicino a Paestum in Campania, santa Eliena, vergine, che, salda nelle opere di Cristo, si ritirò in un luogo deserto, dove servì senza sosta Dio nelle necessità dei religiosi e degli infermi.

Beato Maurizio Mac Kenraghty
A Clonmel in Irlanda, beato Maurizio MacKenraghty, sacerdote e martire, che, dopo due anni di prigione, rifiutandosi di riconoscere la potestà della regina Elisabetta I negli affari spirituali, fu consegnato al supplizio del patibolo.

Beato Antonio Page
Beatificato il 22 novembre 1987.
A York in Inghilterra, beato Antonio Page, sacerdote e martire, che, uomo mite e onesto, fu condannato per il suo sacerdozio a crudeli torture.

Sant'Anastasio di Antiochia
Ad Antiochia di Siria, oggi in Turchia, sant'Anastasio, vescovo e martire, che, sotto l'impero di Foca, fu crudelmente ucciso da sicari.

Santi Sulpicio e Serviziano
Sempre a Roma, commemorazione dei santi Sulpicio e Serviziano, martiri, la cui deposizione avvenne al secondo miglio della via Latina.

Beato Domenico Vernagalli
A Pisa, beato Domenico Vernagalli, sacerdote dell'Ordine Camaldolese, che costruì un orfanotrofio.

San Marciano di Auxerre
Ad Auxerre nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Marciano, monaco.

San Secondino di Cordova
A Córdova nell'Andalusia in Spagna, san Secondino, martire.

Beato Alfonso da Oria
Alfonso = valoroso e nobile, dal gotico

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