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Sant'Innocenzo di Tortona
Nasce nel IV secolo da una delle famiglie nobili di Tortona che proteggono i cristiani locali e che vengono sterminate durante la feroce persecuzione dell'imperatore Diocleziano, che lascia la città senza un vescovo fino al 318. Nel 303 Innocenzo, ventiduenne, viene imprigionato e i suoi beni di famiglia confiscati. Solo dopo il 313 si reca a Roma per riavere i beni paterni. Ottiene l'appoggio del Papa Silvestro, che prima lo ordina diacono e poi lo invia a Tortona come vescovo dopo averlo consacrato il 24 settembre 325. Inizia così un ministero che porta alla riorganizzazione della comunità locale e si caratterizza per la lotta al paganesimo. I beni di famiglia vengono donati alla diocesi e ha inizio la costruzione di alcune chiese tra cui una basilica sul colle che sovrasta la città (distrutta poi da un incendio nel 1609). Qui verrà sepolto il corpo di Innocenzo, morto il 17 aprile 353. A sua sorella si deve la nascita di quello che poi diverrà il monastero di Sant'Eufemia. (Avv.)
A Tortona in Piemonte, sant'Innocenzo, vescovo.

Santi Simeone Bar Sabba'e, Usthazade e compagni
San Simeone, detto Bar Sabba'e ossia «figlio del follatore», fu nominato vescovo (catholicos) di Seleucia-Ctesifonte in Persia, in seguito alla deposizione del vescovo precedente nel 324. Quando nel 340 il re persiano Sapore II riaccese le feroci persecuzioni contro i cristiani, non esitò ad imporre loro il pagamento raddoppiato delle tasse e a decretare la chiusura di tutti gli edifici di culto. Constatando la povertà della maggior parte della gente, Simeone rifiutò di raccogliere il denaro richiesto e venne perciò arrestato. Condotto poi dinnanzi al re, non volle prostrarsi al suo cospetto, ne adorare il dio sole, e ciò costituì per le autorità un pretesto per imprigionarlo con un centinaio di persone. Simeone riuscì a riguadagnare alla fede cristiana anche Usthazade, eunuco della sala reale nonché educatore del sovrano stesso, che fu poi martirizzato. Simeone restò a lungo incarcerato con oltre cento compagni, vescovi, presbiteri e membri di diversi ordini religiosi e infine fu decapitato per ultimo dopo aver visto sgozzati davanti ai suoi occhi tutti i suoi compagni.
In Persia, passione di san Simeone bar Sabas, vescovo di Seleucia e Ctesifonte: arrestato e incatenato per ordine del re di Persia Sabor II per essersi rifiutato di adorare il sole e aver dato con libertà e fermezza testimonianza della sua fede in Gesù Cristo Signore, fu dapprima tenuto a marcire per qualche tempo in una prigione insieme a una folla di oltre cento compagni tra vescovi, sacerdoti e chierici di ordini diversi; poi, nel venerdì della Passione del Signore, dopo che già tutti erano stati sgozzati con la spada sotto gli occhi di Simeone che esortava frattanto ciascuno di loro con coraggio, fu infine anch'egli decapitato.
Parimenti si commemorano i moltissimi martiri, che, dopo la morte di san Simeone, in tutta la Persia morirono per il nome di cristo trafitti con la spada per ordine del medesimo re Sabor II; tra questi sant'Ustazhad che, eunuco di corte e precettore dello stesso Sabor, subì il martirio nella reggia di Artaserse, fratello di Sabor, alle prime avvisaglie delle persecuzioni nella provincia dell'Adiabene, nel territorio dell'odierno Iraq.

Beata Chiara Gambacorti
Originaria del potente casato mercantile dei Gambacorti o Gambacorta, che nel Trecento sono diventati per due volte signori in Pisa; nasce nel 1362 forse a Firenze. È conosciuta con il nome di Tora. Già da bambina viene inclusa nei progetti politici e finanziari del padre, che nel 1374 la dà in sposa a un giovane di famiglia importante, Simone Massa. Ma resta vedova tre anni dopo. Dopo aver incontrato a Pisa nel 1375 Caterina da Siena decide di ritirarsi presso le monache Clarisse. Ma non diventerà una di loro, ostacolata dalla famiglia. Entrerà più tardi nel monastero domenicano di Santa Croce, dove prenderà il nome di suor Chiara. Sarà poi madre abbadessa, e farà della sua comunità domenicana un centro di diffusione del movimento riformatore nell'Ordine. I beni dei Gambacorti le servono per farne anche un centro di accoglienza per ogni sorta di poveri. Un giorno battono alla sua porta la moglie e le figlie dell'uomo che ha ucciso suo padre e i suoi fratelli. Troveranno piena accoglienza. Morirà, acclamata santa, nel 1420. Nel 1830, Pio VIII ne ha confermato il culto come beata.
A Pisa, beata Chiara Gambacorti, che, ancora giovane, rimasta vedova del marito, su esortazione di santa Caterina da Siena, fondò qui il primo monastero domenicano di stretta osservanza e, perdonati gli assassini del padre e dei suoi fratelli, governò le consorelle con prudenza e carità.

San Roberto di Molesme
San Roberto di Molesme fu come il chicco di frumento che deve morire per portare frutto e la sua "morte" avvenne per mano dei suoi stessi confratelli. Fondata Molesme infatti, si trovò circondato da numerosi fratelli, i quali non nutrivano più la sua stessa aspirazione alla rinuncia alle ricchezze e al prestigio. Tentò allora di dar vita a una nuova fondazione: lo fece a Citeaux con la collaborazione dell'inglese Santo Stefano Harding, ma i confratelli invidiosi lo fecero ritornare a Molesme, senza tuttavia consentirgli di realizzare le necessarie riforme. Forse fu proprio il suo sacrificio, analogo a quello di Abramo, che permise a Stefano Harding prima e poi soprattutto al grande San Bernardo di avviare e consolidare l'esperienza riformatrice di Citeaux, con la sua vita povera e austera, in una rigorosa fedeltà alla regola benedettina, di cui si riprendeva anche l'invito a mantenersi col lavoro delle proprie mani.
Roberto = splendente di gloria, dal tedesco
Bastone pastorale
Nel monastero di Molesme in Francia, san Roberto, abate, che, alla ricerca di una vita monastica più semplice e austera, già instancabile fondatore e rettore di cenobi, nonché guida di eremiti e insigne riformatore della disciplina regolare, fondò un monastero cistercense, del quale fu primo abate e, ritornato poi a Molesme in qualità di abate, qui riposò in pace.

Beata Maria Anna di Gesù (Navarro)
Nacque a Madrid il 17 gennaio 1565, consacrata a Dio fin dalla sua fanciullezza, la Beata Marianna di Gesù, fu illuminata sulla via della perfezione dal padre mercedario Giovanni Battista Gonzales, dal 1598 fino alla sua morte. Dopo anni di penitenza in stato di grave infermità che le impediva di entrare in convento come religiosa, finalmente fu ammessa come terziaria mercedaria. Ricevette la sua professione il 20 maggio 1614, dedicandosi alle opere di carità verso gli infermi ed i bisognosi, si distinse inoltre per la sua umiltà e devozione alla Santissima Vergine e al Santissimo Sacramento. Un giorno in contemplazione verso la passione del Signore, ricevette una corona di spine da Cristo il quale più volte gli parlò del tabernacolo. Insigne per la santità, morì il 17 aprile 1624, il suo corpo si conserva incorrotto nella chiesa del monastero Alarconense di Madrid.
A Madrid in Spagna, beata Marianna di Gesù Navarro de Guevara, vergine, che, superati i contrasti con il padre, vestì l'abito dell'Ordine della Beata Maria Vergine della Mercede, offrendo preghiere e penitenze per i poveri e gli oppressi.

Beato Enrico Heath (Paolo di Santa Maddalena)
Nacque nel 1599 da famiglia protestante. Lui stesso divenne ministro del culto e rimase convinto nella fede fino a quando una folgorante conversione lo portò al cattolicesimo. Decise quindi di diventare sacerdote ed entrò a far parte dell'Ordine di San Francesco (Frati Minori Recolletti) col nome di Paolo di Santa Maddalena. Condusse anche una vita molto austera, ricca di privazioni e di penitenze, dedito alla preghiera e alla predicazione. Il 7 aprile 1642 venne arrestato e si cercò di farlo tornare alla sua antica fede. Enrico rimase fermo nella sua scelta e rifiutò senza esitare di abiurare. Venne quindi condannato a morte e la sentenza venne eseguita barbaramente, fu prima impiccato e poi straziato al Tyburn nel 1643. Beatificato il 22 novembre 1987 da Papa Giovanni Paolo II.
A Londra in Inghilterra, beato Enrico Heath, sacerdote dell'Ordine dei Frati Minori e martire, consegnato al carnefice a Tyburn sotto il re Carlo I solo perché sacerdote.

San Roberto di La Chaise-Dieu
San Roberto, appartenente alla famiglia dei Turlande, o di La-Chaise-Dieu (Casa Dei), nacque nella regione francese dell’Alvernia all’inizio dell’XI secolo. Divenuto prete e canonico di San Giuliano a Brioude, fondò un’opera per i poveri. Ma si sentiva chiamato alla più stretta vita monastica. Siamo nell'XI secolo, ai tempi della riforma cluniacense. Lui andò proprio a Cluny e poi andò pellegrino a Roma. Al ritorno visse da eremita nella sua montuosa Alvernia. Raggiunto da numerosi compagni, fondò allora l'abbazia benedettina di La-Chaise-Dieu, di cui divenne primo abate. Morì nel 1067.
Roberto = splendente di gloria, dal tedesco
Bastone pastorale, Modellino di La-Chaise-Dieu
Nel monastero di Chaise-Dieu presso Clermont-Ferrand in Francia, san Roberto, abate, che radunò alcuni confratelli nello luogo stesso in cui viveva in solitudine, guadagnando molte anime al Signore con la parola della predicazione e con il suo esempio di vita.

Santa Caterina Tekakwitha
Kateri Caterina Takakwitha è la prima santa pellerossa d'America. La sua breve vita (1656-1680) fu segnata dalla diversità. Era, infatti, figlia di una coppia mista: padre irochese pagano e madre algonchina cristiana. Poi venne sfigurata dal vaiolo. Battezzata ad Albany da missionari francesi, scappò in Canada per sfuggire alle ire dei parenti pagani. Qui visse nella preghiera e morì all'età di soli 24 anni. Beatificata da Giovanni Paolo II il 22 giugno 1980 ed infine canonizzata da Benedetto XVI il 21 ottobre 2012.
A Sault nel Québec in Canada, beata Caterina Tekakwitha, vergine, che, nata tra gli Indiani nativi del luogo, fu battezzata nel giorno di Pasqua e, benché  perseguitata da molte minacce e da vessazioni, offrì a Dio quella purezza che quando non era ancora divenuta cristiana si era già impegnata a conservare.

Beato Giacomo Won Si-bo
Giacomo Won Si-bo abbracciò il cattolicesimo in età avanzata e osservò con attenzione tutto quello che gli venne insegnato della nuova fede. Dopo aver rischiato l’arresto nel 1791, accrebbe la propria formazione grazie al confronto con altri credenti. Incarcerato nel corso di una nuova persecuzione, morì per le conseguenze delle torture il 17 aprile 1799, a sessantanove anni. Inserito nel gruppo di martiri capeggiato da Paolo Yun Ji-chung, è stato beatificato da papa Francesco il 16 agosto 2014, nel corso del viaggio apostolico in Corea del Sud.

Beato Giacomo da Cerqueto
Nato a Cerqueto (Perugia) verso l’anno 1284, divenne agostiniano nel convento di Perugia. Ci viene tramandato come religioso di «regolare osservanza, rigorosa astinenza, assidua orazione, illibata verginità». Morì a Perugia nel 1367. Il culto "ab immemorabili" venne approvato da Leone XIII il 10 giugno 1895.

 A Perugia, beato Giacomo da Cerqueto, sacerdote dell'Ordine deli Eremiti di Sant'Agostino, che offrì un esempio di serena sopportazione delle infermità.

Sant'Acacio di Militene
Acacio = Acazio, Achazia "il Signore tiene", dall'ebraico
A Melitene nell'antica Armenia, sant'Acacio, vescovo, che, per aver difeso la retta fede nel Concilio di Efeso contro Nestorio, fu ingiustamente deposto dalla sua sede.

Santi Elia, Paolo e Isidoro
A Córdova nell'Andalusia in Spagna, santi martiri Elia, anziano sacerdote, Paolo e Isidoro, monaci di ancor giovane età, uccisi durante la persecuzione dei Mori per aver professato la fede cristiana.

San Donnano e compagni
Nell'isola di Eigg nelle Ebridi al largo della Scozia, santi Donnáno, abate, e cinquantadue compagni monaci, uccisi con il fuoco o con la spada dai pirati mentre celebravano la solennità della Pasqua.

Santi Pietro ed Ermogene
A Melitene nell'antica Armenia, santi martiri Pietro, diacono, ed Ermogene, suo servo.

San Pantagato di Vienne
A Vienne in Burgundia, nell'odierna Francia, san Pantágato,vescovo.

Beato Rodolfo di Berna
Rodolfo = lupo glorioso, dall'antico tedesco
Palma

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