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Sant'Edmondo Campion
Nato da famiglia cattolica, dovette abiurare alla sua fede e diventare protestante riconoscendo la Regina capo della Chiesa per poter studiare all'università di Oxford, dove si distinse come eccezionale oratore. Ma procedendo negli studi si convinse che la religione anglicana deformava l'immagine originaria della Chiesa. Si decise così a partire per l'esilio in Irlanda, pur di poter ritornare Cattolico. Ma nonostante camuffato, fu riconosciuto e perseguitato. Ciò nonostante entra nei Gesuiti nella provincia austriaca di Praga. Di li fu inviato temerariamente proprio nella nativa Inghilterra a predicarvi il Cattolicesimo. Entrò nella sua terra pubblicando una audace lettera intitolata "sfida" rivolta ai Teologi protestanti, che ne rimasero fortemente impressionati. Utilizzando la recente invenzione della stampa diffuse 400 copie (per allora tantissime!) di un testo intitolato "le dieci ragioni per essere cattolico". Questo libro lo costrinse nuovamente all'esilio. Ma una spia lo fece catturare a Norfolk, per essere imprigionato nella torre di Londra, dove l'alternarsi di promesse economiche e di torture al cavalletto non riuscirono a farlo abiurare. Una pubblica disputa con i Teologi protestanti aumentò il suo prestigio pubblico, fino a che un processo istruito con testimoni falsi prezzolati lo imputò di congiura contro la Regina. Fu così legato a un cavallo che lo trascinò come una carrozza correndo per le via di Londra, fino a che si avviò alla ghigliottina pregando per la salvezza della Regina.
Palma
A Londra sempre in Inghilterra, santi Edmondo Campion, Rodolfo Sherwin e Alessandro Briant, sacerdoti e martiri sotto la regina Elisabetta I, insigni per ingegno e fortezza nella fede. Sant'Edmondo, che fin da giovane aveva fatto professione di fede cattolica, ammesso a Roma nella Compagnia di Gesù e ordinato sacerdote a Praga, tornò in patria, dove, per essersi adoperato nel confortare gli animi dei fedeli con la sua parola e i suoi scritti, fu ucciso, dopo molti tormenti, a Tyburn. Insieme a lui subirono gli stessi supplizi i santi Rodolfo e Alessandro, il secondo dei quali ottenne in carcere di essere ammesso nella Compagnia di Gesù.

Beato Carlo di Gesù (Charles de Foucauld)
Nacque il 15 settembre 1858, a Strasburgo. Visse una giovinezza scapestrata, «senza niente negare e senza niente credere», impegnandosi solo nella ricerca del proprio piacere. Intraprese la carriera militare, ma fu congedato con disonore «per indisciplina aggravata da cattiva condotta». Si dedicò allora a viaggiare, esplorando una zona sconosciuta del Marocco, impresa che gli meritò una medaglia d’oro dalla Società di Geografia di Parigi.Tornò in patria scosso dalla fede totalitaria di alcuni musulmani conosciuti in Africa. Si riavvicinò al cristianesimo e si convertì radicalmente, accettando di accostarsi per la prima volta al sacramento della confessione. Deciso a «vivere solo per Dio», entrò dapprima tra i monaci trappisti, ma ne uscì dopo alcuni anni per recarsi in Terra Santa e abitarvi come Gesù, in povertà e nascondimento. Ordinato sacerdote, con l’intento di poter celebrare e adorare l’Eucaristia nella più sperduta zona del mondo, tornò in Africa, si stabilì vicino a un’oasi del profondo Sahara, indossando una semplice tunica bianca, sulla quale aveva cucito un cuore rosso di stoffa, sormontato da una croce. A cristiani, musulmani, ebrei e idolatri, che passavano per la sua oasi, si presentava come «fratello universale» e offriva a tutti ospitalità. In seguito si addentrò ancora di più nel deserto, raggiungendo il villaggio tuareg di Tamanrasset.Vi trascorse tredici anni occupandosi nella preghiera (a cui dedicava undici ore al giorno) e nel comporre un enorme dizionario di lingua francese-tuareg (usato ancor oggi), utile alla futura vangelizzazione. La sera del primo dicembre 1916, la sua abitazione – sempre aperta a ogni incontro – fu saccheggiata da predoni. Il cadavere fu ritrovato presso l’ostensorio che conteneva l’ostia, quasi per un’ultima adorazione. E' stato beatificato in San Pietro il 13 novembre 2005 sotto il pontificato di Benedetto XVI.

Sant'Eligio
Nacque a Chaptelat (presso Limoges in Francia) intorno al 590. Una leggenda racconta che gli si presentò il diavolo vestito da donna: e lui, Eligio, rapido lo agguantò per il naso con le tenaglie. Questa colorita leggenda è raffigurata in due cattedrali francesi (Angers e Le Mans) e nel duomo di Milano, con la vetrata di Niccolò da Varallo, dono degli orefici milanesi nel Quattrocento. L'Eligio storico, figlio di gente modesta, deve aver ricevuto tuttavia un'istruzione, perché venne assunto come apprendista dall'orefice lionese Abbone, che dirige pure la zecca reale. Sotto Clotario, Eligio va a dirigere la zecca di Marsiglia e intanto continua a fare l'orefice. Col nuovo re Dagoberto I (623-639) viene chiamato a corte e cambia mestiere: il sovrano ne fa un suo ambasciatore, per missioni di fiducia. Altri incarichi se li prende da solo: per esempio, riscattare a sue spese i prigionieri di guerra, fondare monasteri maschili e femminili. Morto il re, sceglie la vita religiosa, e il 13 maggio 641 viene consacrato vescovo di Noyon-Tournai dove s'impegna nella campagna di evangelizzazione (e ri-evangelizzazione) nel Nord della Gallia, nelle regioni della Mosa e della Scelda, nelle terre dei Frisoni. Muore nel 660.

Fabbri, Gioiellieri, Garagisti
Eligio = eletto, dal latino, nobile guida, dall'ebraico
Bastone pastorale
A Noyon in Neustria, ora in Francia, sant'Eligio, vescovo, che, orefice e consigliere del re Dagoberto, dopo aver contribuito alla fondazione di molti monasteri e costruito edifici sepolcrali di insigne arte e bellezza in onore dei santi, fu elevato alla sede di Noyon e Tournai, dove attese con zelo al lavoro apostolico.

Beata Clementina Anuarite Nengapeta
Viene alla luce nel dicembre del 1939 a Wamba, in una famiglia pagana:  alla nascita il padre le attribuisce il nome Nengapèta. Dopo la conversione al cristianesimo, chiede di aggiungersi il nome di  Alfonsina. Ancora giovane entra nella congregazione belga delle suore della Sacra Famiglia e vive quasi sempre la sua vita nel convento.  Nell'umiltà ubbidisce, mossa da un alto senso di servizio, di partecipazione fattiva e collaborazione alla vita della comunità.Il 29 novembre 1964 venne presa dai ribelli Simba con altre consorelle e trasportata su di un camion a Isiro, dove, nella notte del 1º dicembre  1964, per avere energicamente rifiutato di acconsentire alle malvagie richieste del capitano Olombe, dopo selvaggi maltrattamenti venne  barbaramente uccisa: "Preferisco morire piuttosto che commettere  peccato". Prima di cadere sotto i colpi dell'inferocito Olombe, come Gesù sulla  croce, perdonò il suo uccisore con queste parole: "Io ti perdono, perché  tu non sai quello che fai". Aveva 25 anni.
A Isiro nella regione interna della Repubblica Popolare del Congo, beata Clementina Nengapeta Anuarite, vergine della Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia e martire, che, arrestata durante la persecuzione nel corso della guerra civile insieme ad altre religiose, le esortò alle veglie e alla preghiera e, respingendo con grande forza i lascivi desideri del comandante dei soldati, fu da costui uccisa per Cristo Sposo in un eccesso di collera.

Beata Maria Rosa di Gesù (Bruna Pellesi)
Bruna Pellesi nacque a Morano di Prignano (MO) l'11 novembre 1917 ultima di nove fratelli. A ventitrè anni Bruna lasciò il lavoro nei campi e il servizio a sei nipotini rimasti orfani e partì per Rimini con l'intenzione di consacrarsi al Signore. Dopo aver trascorso a Rimini il postulandato e il noviziato il 24 settembre 1941 vestì l'abito delle Suore Terziarie Francescane di S. Onofrio, chiamate in seguito, su sua proposta, Francescane Missionarie di Cristo. Dopo aver servito per qualche anno i bambini dell'asilo a Sassuolo e a Ferrara Suor Maria Rosa si ammalò e fu costretta ad entrare in sanatorio (1945) a causa di una grave forma di tubercolosi polmonare. Fu l'inizio di un lungo calvario che si concluse solo con la sua morte che avvenne a Sassuolo l'1 dicembre 1972. L'opera apostolica di suor Maria Rosa risplendette soprattutto in questi anni di malattia, tempo in cui consolò e servì tanti che condividevano la sua stessa situazione. O ra riposa nel cimitero di Sassuolo in attesa di raggiungere la Casa Madre di Rimini che tanto amava. Nel febbraio 1977 si iniziò la Causa di Beatificazione. Il Processo Cognizionale è stato chiuso il 2 febbraio 1987.

Sant'Ansano di Siena
Questo patrono di Siena era di origini romane, figlio di un nobile patrizio, Tranquillino. Ansano era stato condotto al battesimo dalla madrina Massima. Quando scoppò la persecuzione di Diocleziano Massima e Ansano vennero imprigionati. La madrina morì sotto i colpi di verga dei littori, mentre Ansano riuscì a fuggire, dirigendosi verso nord lungo la via Cassia, fino ad arrivare a Siena. Qui predicò il Vangelo e battezzò i primi cristiani. Quest'opera gli meritò il titolo di «battezzatore dei Senesi»: sulla sua sepoltura sarebbe sorta la cattedrale e lo stesso Duccio di Buoninsegna lo ritrasse nella sua celebre «Maestà». Ma la persecuzione seguì Ansano anche a Siena. Inseguito e raggiunto dal proconsole Lisia venne catturato e torturato. La lunga vicenda che, dopo la cattura, lo portò al martirio narra di pesanti e dolorose vessazioni che non servirono a fargli rinnegare la propria fede. Venne così condannato al rogo. Ansano, però, fu salvato miracolosamente dalle fiamme, che si spensero non appena venne gettato sul fuoco. Alla fine fu decapitato con la spada fuori dalla città, sulle rive dell'Arbia.

Siena
Palma

Beata Maria Clara di Gesù Bambino (Libania do Carmo Galvao Mexia de Moura Telles de Albuquerque)
Libânia do Carmo Galvão Mexia de Moura Telles e Albuquerque nacque ad Amadora (Lisbona) il 15 giugno 1843. Nel 1869 prese il velo tra le Terziarie Cappuccine di Nostra Signora della Concezione, residenti nel Pensionato di San Patrizio a Lisbona, e assunse il nome di suor Maria Clara di Gesù Bambino. Venne inviata a Calais, in Francia, il 10 febbraio 1870 per il noviziato, con l’intenzione di fondare in seguito una nuova Congregazione in Portogallo. Aprì la prima comunità a Lisbona il 3 maggio 1871. Cinque anni dopo, il 27 marzo 1876, la Congregazione delle Francescane Ospedaliere dell’Immacolata Concezione venne approvata dalla Santa Sede. Madre Clara, com’è più conosciuta, morì a Lisbona il 1° dicembre 1899, a 56 anni. È stata beatificata per decreto di papa Benedetto XVI il 21 maggio 2011. I suoi resti mortali riposano attualmente presso la Casa Generalizia delle Francescane Ospedaliere, a Linda-a-Pastora, vicino Lisbona, in Portogallo.

San Rodolfo Sherwin
Ralph Sherwin, sacerdote del Vicariato Apostolico d'Inghilterra, è uno dei 40 martiri d'Inghilterra e Galles canonizzati da Papa Paolo VI il 25 ottobre 1970, in quanto morti per la loro fedeltà alla Chiesa di Roma ed al Papa.
A Londra sempre in Inghilterra, santi Edmondo Campion, Rodolfo Sherwin e Alessandro Briant, sacerdoti e martiri sotto la regina Elisabetta I, insigni per ingegno e fortezza nella fede. Sant'Edmondo, che fin da giovane aveva fatto professione di fede cattolica, ammesso a Roma nella Compagnia di Gesù e ordinato sacerdote a Praga, tornò in patria, dove, per essersi adoperato nel confortare gli animi dei fedeli con la sua parola e i suoi scritti, fu ucciso, dopo molti tormenti, a Tyburn. Insieme a lui subirono gli stessi supplizi i santi Rodolfo e Alessandro, il secondo dei quali ottenne in carcere di essere ammesso nella Compagnia di Gesù.

Beata Liduina (Angela Elisa) Meneguzzi
Dimostra fin da giovane attenzione agli altri e capacità di dono. Attratta da un ideale di consacrazione totale a Dio sceglie la religiosità delle suore di San Francesco di Sales, che a Padova hanno la sede generalizia. Vi entra a 25 anni e una volta professata la sua fede assume il nome di suor Liduina. Nel 1937 viene inviata in Etiopia tra gli ammalati e i feriti di guerra dell’Ospedale di Dire-Dawa, come infermiera. Qui morirà nel 1941 per un tumore, il 2 dicembre.Nella città di Dire Dawa in Etiopia, beata Liduina (Elisa Angela) Meneguzzi, vergine dell'Istituto di San Francesco di Sales, che, divenuta autentico specchio di umiltà e di carità cristiana, rese manifesta con la sua benignità la misericordia di Dio tra i poveri, i malati e i prigionieri.

Sant'Alessandro Briant
Alessandro = protettore di uomini, dal greco
A Londra sempre in Inghilterra, santi Edmondo Campion, Rodolfo Sherwin e Alessandro Briant, sacerdoti e martiri sotto la regina Elisabetta I, insigni per ingegno e fortezza nella fede. Sant'Edmondo, che fin da giovane aveva fatto professione di fede cattolica, ammesso a Roma nella Compagnia di Gesù e ordinato sacerdote a Praga, tornò in patria, dove, per essersi adoperato nel confortare gli animi dei fedeli con la sua parola e i suoi scritti, fu ucciso, dopo molti tormenti, a Tyburn. Insieme a lui subirono gli stessi supplizi i santi Rodolfo e Alessandro, il secondo dei quali ottenne in carcere di essere ammesso nella Compagnia di Gesù.

Beato Giovanni Beche
Il Martyrologium Romanum commemora in data odierna il beato benedettino Giovanni Beche, abate del monastero di Colchester. Incriminato per il reato di tradimento, ma in realtà per essersi mantenuto fedele al Romano Pontefice, fu condannato a morte e condotto al patibolo sotto il re Enrico VIII d'Inghilterra. Il papa Leone XIII lo beatificò il 13 maggio 1895.
A Colchester in Inghilterra, beato Giovanni Beche, sacerdote dell'Ordine di San Benedetto e martire, che, abate del monastero di San Giovanni, fu condannato a morte e consegnato al patibolo sotto il re Enrico VIII con il pretesto del reato di tradimento, ma di fatto per aver mantenuto la fedeltà al Romano Pontefice.

San Girolamo de Pratis
Originario d'Aragona (Spagna), San Girolamo de Pratis, appartenente al convento mercedario di Sant'Eulalia in Barcellona, fu un religioso umile, paziente, donato all'orazione ed estremamente caritatevole. Inviato in redenzione a Tunisi in Africa, iniziò la sua missione passando paese per paese alla ricerca di schiavi, alcuni perfidi mori vedendolo così risoluto nella sua fede in Cristo tentarono invano di farlo abiurare. Adirati e pieni di odio verso i cristiani lo presero e legatolo ad un albero lo trafissero di frecce; gloriosamente ricevette il martirio nell'anno 1431.
L'Ordine lo festeggia l'1 dicembre.

Beato Casimiro (Kazimierz) Sykulski
Il beato Kazimierz Sykulski, sacerdote diocesano, nacque a Konskie, Polonia, il 29 dicembre 1882 e morì a Auschwitz-Oswiecim, Germania (oggi Polonia) il 1° dicembre 1941. Fu beatificato da Giovanni Paolo II a Varsavia (Polonia) il 13 giugno 1999 con altri 107 martiri polacchi.
Nel campo di sterminio di Auschwitz vicino a Cracovia in Polonia, beato Casimiro Sykulski, sacerdote e martire, che fu fucilato durante la guerra davanti ai persecutori della Chiesa di Dio per aver custodito con fermezza la propria fede.

Santa Fiorenza
Convertita da Sant'Ilario, vescovo di Poitiers. Seguì il santo vescovo in esilio, ritornò con lui in Francia e visse come eremita a Comblè.
Fiorenza = che fiorisce, fiorente, dal latino
A Poitiers in Aquitania, ora in Francia, santa Fiorenza, vergine, che, convertita al vero Dio dal vescovo sant'Ilario esiliato nella provincia d'Asia, lo seguì al suo ritorno in patria.

Beato Giovanni Gueruli da Verucchio
Non si conosce con precisione la data della sua nascita, che gli studiosi collocano intorno al 1270. Giovanni Gueruli fu Canonico della Cattedrale di Rimini, esemplare nella carità, nella sua vita compì numerosi miracoli. Morì il 1 dicembre 1320. Nel 1808 fu concessa la facoltà di celebrare la messa e l'ufficio in suo onore.

Sant'Agerico di Verdun
Agerico = nato nella nebbia, dal celtico
Presso Verdun in Austrasia, nel territorio dell'odierna Francia, sant'Ageríco, vescovo, che costruì chiese e battisteri e patì molto da parte del re Teodorico per aver fatto della sua chiesa un luogo di asilo per i fuggitivi.

Beato Antonio Bonfadini da Ferrara
Nella cittadina di Cotignola in Emilia, beato Antonio Bonfadini, sacerdote dell'Ordine dei Minori, che percorse a lungo molte regioni d'Italia e luoghi della Terra Santa attendendo alla predicazione della parola di Dio.

San Leonzio di Frejus
A Fréjus nella Provenza sempre in Francia, san Leonzio, vescovo, che appoggiò l'istituzione monastica di sant'Onorato nell'isola di Lérins; a lui san Giovanni Cassiano, suo amico, dedicò le sue dieci prime Conferenze.

Beato Riccardo Langley
A York ancora in Inghilterra, beato Riccardo Langley, martire, che, sotto la stessa regina Elisabetta, fu condannato a morte e impiccato per aver dato ospitalità ad alcuni sacerdoti.

San Donnolo
A Le Mans in Neustria, ora in Francia, san Donnólo, vescovo, già abate del monastero di San Lorenzo a Parigi, insigne per i suoi miracoli.

San Naum
Commemorazione di san Naum, profeta, il quale predicò che Dio regge il corso del tempo e giudica i popoli nella giustizia.

Sant'Albano
Albano = Albanus, dal latino, proveniente da una delle città chiamate Alba

San Castriziano di Milano
A Milano, san Castriziano, vescovo.

Sant'Evasio
Casale Monferrato (AL)
Bastone pastorale, Mitra

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