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San Lorenzo O'Toole
Nato a Castledermot, contea di Kildare nel 1128, Lorenzo (Lorcan Ua Tuathail) era figlio di Murtagh, capo del clan Murray. Nel 1140 entrò nella scuola monastica di Glendalough, dove fu abate dal 1154 al 1162. Contribuí anche alla fondazione dell'abbazia di Baltinglass per i Cistercensi e di una casa per i Canonici Agostiniani a Ferns. Eletto arcivescovo di Dublino nel 1162, egli mise mano alla riforma di quella Chiesa. Ebbe un ruolo da mediatore con gli invasori normanni che nel 1170 presero la città. Quando Enrico II giunse nell'isola e convocò un sinodo a Cashel, Lorenzo accettò la Bolla papale «Laudabiliter» con cui il papa inglese Adriano II autorizzava Enrico II ad operare in Irlanda. Con l'arcivescovo di Tuam ed i vescovi di Limerick, Kildare, Waterford e Lismore, partecipò al III concilio Lateranense in Roma nel 1173. Nel 1179, Lorenzo tornò in Irlanda e convocò un sinodo a Clonfert per le regioni settentrionali dell'isola. Nel 1180, Lorenzo si recò in Inghilterra per incontrare Enrico II, che però era assai incollerito con il vescovo per i privilegi papali ricevuti e costrinse Lorenzo a vivere in esilio. Tornando dalla Normandia, dove aveva seguito il re, si ammalò e morí il 14 novembre 1180.

Bastone pastorale
A Eu nella Normandia, in Francia, transito di san Lorenzo O'Toole (Lorcan Ua Tuathail), vescovo di Dublino, che, nonostante le difficoltà del suo tempo, promosse strenuamente l'osservanza della disciplina della Chiesa e, impegnato a riportare la concordia tra i príncipi, passò alla gioia della pace eterna mentre si recava da Enrico re d'Inghilterra.

San Serapio
Di origine inglese, San Serapio, nacque verso l'anno 1179. Militare nella corte d'Austria, partecipò alla crociata in Terra Santa nel 1217, in seguito fu destinato ad andare in Spagna a combattere contro i mori. Ebbe così occasione di conoscere S. Pitero Nolasco e attratto dalla eroica carità dei mercedari, nel 1222 chiese di ricevere l'abito come cavaliere laico dell'Ordine. Dal fondatore venne nominato maestro dei novizi, incarico che cercò di rifiutare ritenendosi indegno, ma infine, non potendo fare altrimenti, accettò affidandosi al Signore e alla Vergine della Mercede. Insegnò più con la vita, che con le parole, infatti dalla sua scuola uscirono religiosi illustri, il più importante è S. Raimondo Nonnato. Realizzò varie redenzioni, qual'era suo vero desiderio, e sebbene non fosse sacerdote, ardente di zelo per la salvezza delle anime, riuscì a portarne moltissime a Cristo. Nell'ultima redenzione che compì ad Algeri in Africa, dovette restare in pegno per alcuni schiavi in pericolo, ma la somma pattuita per il riscatto non arrivò in tempo e i mori lo inchiodarono ad una croce come quella di S. Andrea e lo squartarono crudelmente. Ricevette la palma del martirio il 14 novembre 1240.
Ad Algeri nell'Africa settentrionale, san Serapione, che, primo nell'Ordine della beata Maria della Mercede, meritò di ottenere la palma del martirio lottando per la liberazione dei prigionieri cristiani e la predicazione della fede.

Beato Giovanni Liccio
Giovanni Liccio fu discepolo e continuatore di Pietro Geremia nell'opera della restaurazione della vita regolare nei conventi Domenicani di Sicilia. Nacque nel 1426 a Caccamo; la madre morì nel darlo alla luce e lui venne da una zia. Fin da bambino praticò quell'astinenza non ne accorciò la lunga vita, superò, infatti i 100 anni. Giunto ai quindici anni, essendosi recato a Palermo, entrò nella Chiesa di Santa Zita, tenuta dai Domenicani, per confessarsi. Qui incontrò padre Geremia, il quale, scorgendo in quel giovane la divina chiamata, lo invitò ad entrare nell'Ordine. Giovanni si fece molto onore nello studio e Dio gli fece il dono di saperla esporre con tanta forza da riuscire a convertire i più induriti peccatori. Fondò nel suo paese natale un Convento di cui fu il primo priore. Compiva con la più grande semplicità i più strepitosi miracoli. Dopo la sua morte, avvenuta il 14 novembre 1511, i ventiquattro ceri accesi intorno al suo cadavere arsero senza consumarsi. Papa Benedetto XIV il 25 aprile 1753 ha confermato il culto. È stato il primo domenicano di Sicilia ad essere iscritto nell'elenco dei Beati.

A Cáccamo in Sicilia, beato Giovanni Liccio, sacerdote dell'Ordine dei Predicatori, che, insigne per la sua instancabile carità verso il prossimo, per l'impegno nella propagazione della preghiera del Rosario e per l'osservanza della disciplina, riposò a centoundici anni nel Signore.

Beato Antonio Piscina
Antonio Piscina nacque ad Antignano (Asti) da nobile famiglia. Convinto che ilcorpo nutrito nelle morbidezze rende l'anima inetta, entrò nell'ordine francescanotra i Minori Osservanti.
Divenne predicatore rinomato e maestro dei novizi, distinto per preghiera e penitenza. Visitava gli infermi.
Ammalatosi a Firenze, ricevette la visita di insigni personaggi. Vi morì nel 1499.
Alla morte il popolo andò a gara per averne le reliquie. Era festeggiato il 14novembre.
Si noti che alle soglie del 1500 Firenze aveva più di 100 conventi, di cui 49 femminili.

Santi Nicola Tavelic, Stefano da Cuneo, Deodato Aribert da Ruticinio e Pietro da Narbona
Palma
A Gerusalemme, santi Nicola Tavelic, Deodato Aribert, Stefano da Cuneo e Pietro da Narbonne, sacerdoti dell'Ordine dei Minori e martiri, che furono arsi nel fuoco per aver predicato coraggiosamente nella pubblica piazza la religione cristiana davanti ai Saraceni, professando con fermezza Cristo Figlio di Dio.

Santo Stefano Teodoro Cuénot
Palma
Nella fortezza di Binh Dinh in Cocincina, ora Viet Nam, santo Stefano Teodoro Cuénot, vescovo della Società per le Missioni Estere di Parigi e martire, che, dopo venticinque anni di impegno nell'apostolato, durante la persecuzione contro i cristiani scatenata dall'imperatore T? D?c, fu gettato nella gabbia di un elefante e morì sfinito dalle sofferenze.

Sant'Ipazio di Gangra
Ipazio di Gangra, vescovo e martire a Luziana in Paflagonia (sul mar Nero) nel IV secolo. Nel suo ministero episcopale a Gangra (Asia Minore settentronale) si sarebbe distinto per la lotta contro il paganesimo. Fu ucciso da eretici novaziani.
A Gangra in Paflagonia, sempre in Turchia, sant'Ipazio, vescovo, che morì martire lapidato per strada dai novaziani.

San Giovanni
A Traù in Dalmazia, nell'odierna Croazia, san Giovanni, vescovo, che, eremita nel monastero camaldolese di Osor, dopo l'ordinazione nel ministero episcopale difese con successo la città dall'assalto del re Colomanno.

San Siardo
A Malgarten in Frisia, nell'odierna Olanda, san Siardo, abate dell'Ordine Premostratense, insigne per l'osservanza della regola e per la generosità verso i poveri.

San Rufo di Avignone
Ad Avignone nella Provenza in Francia, san Rufo, che si ritiene abbia per primo guidato la comunità cristiana del luogo.

Beato Giovanni da Tufara
Nel cenobio di Santa Maria di Gualdo Mazocca vicino a Campobasso, beato Giovanni da Tufara, eremita.

Beata Maria Merkert
Cofondatrice e Prima Superiora Generale della Congregazione delle Suore di Santa Elisabetta.

San Dubricio
Nell'isola di Bardsey sulla costa del Galles settentrionale, san Dubricio, vescovo e abate.

San Clementino
Clementino (come Clemente) = indulgente, generoso, dal latino
Palma

San Giocondo di Bologna
Giocondo = allegro, gioviale, dal latino
Bastone pastorale

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