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San Martino de Porres
Nasce a Lima nel 1579. Suo padre è l'aristocratico spagnolo Juan de Porres, che all'inizio non vuole riconoscerlo, perché la madre è un'ex schiava nera d'origine africana. Nominato governatore del Panama, il padre lascia la bimba a un parente e Martino alla madre, con i mezzi per farlo studiare. Martino diventa allievo di un barbiere-chirurgo. Lui però vorrebbe entrare fra i Domenicani, che hanno fondato a Lima il loro primo convento peruviano. Ma come mulatto viene accolto solo come terziario e gli vengono assegnati solo compiti umili. Quando i Domenicani avvertono la sua energia interiore lo tolgono dalla condizione subalterna, accogliendolo nell'Ordine come fratello cooperatore. Martino de Porres, figlio di un "conquistatore", offre così in Perù un esempio di vita esemplare. Vengono da lui per consiglio il viceré del Perù e l'arcivescovo di Lima, trovandolo perlopiù circondato da poveri e da malati. Quando a Lima arriva la peste, cura da solo i 60 confratelli. Per tutti è l'uomo dei miracoli: fonda a Lima un collegio per istruire i bambini poveri: il primo del Nuovo Mondo. Guarisce l'arcivescovo del Messico, che vorrebbe condurlo con sé. Ma Martino muore a Lima. È il 1639.

Poveri, Parrucchieri
Martino = dedicato a Marte
San Martino de Porres, religioso dell'Ordine dei Predicatori: figlio di uno spagnolo e di una donna nera, fin dalla fanciullezza, sia pure tra le difficoltà derivanti dalla sua condizione di figlio illegittimo e di meticcio, apprese la professione di medico, che in seguito, diventato religioso, esercitò con abnegazione a Lima in Perù tra i poveri e, dedito a digiuni, alla penitenza e alla preghiera, condusse un'esistenza di semplicità e umiltà, irradiata dall'amore.

Beato Simone Ballacchi
Simone era figlio di un nobile che voleva avviarlo alla carriera militare. Ma il giovane, vissuto alla fine del XIII secolo, rifutò le glorie delle armi e delle agiatezze mondane e decise di indossare l'abito di converso nel convento dei Domenicani di Rimini, dove avevano lasciato da poco il loro segno Pietro da Verona e Tommaso d'Aquino. Si dedicò da subito ai lavori più umili preferendo tra tutti la cura della terra. Il suo zelo rigoroso nel lavoro e nella preghiera, però, fu mitigato dal suo stesso superiore, intervenuto perché preoccupato per la sua stessa salute. Alla preghiera e alla penitenza, aggiunse un apostolato attivissimo, attraverso la catechesi ai fanciulli e la predicazione, nonché atti di profonda devozione e contrizione cui era mosso da profonda pietà per i peccatori. Gli ultimi anni della sua vita li trascorse infermo su un letto, a Rimini, dove morì nel 1319. I suoi resti, nel 1817, furono trasferiti nella collegiata di Sant'Arcangelo.
A Rimini in Romagna, beato Simone Balacchi, religioso dell'Ordine dei Predicatori, che condusse una vita tutta dedita al servizio dei fratelli, alla penitenza e alla preghiera.

Santa Silvia
Silvia è stata la madre di san Gregorio Magno, papa e dottore della Chiesa del VI secolo. Questi visse a Roma sul Celio in un ambiente cristiano esemplare anche grazie alla santità delle zie (cognate di Silvia) Tersilia ed Emiliana (o Amelia). La famiglia era importante anche dal punto di vista civile: il marito di Silvia, Gordiano, era un integerrimo senatore divenuto anche lui cristiano. Silvia seppe conciliare la guida della famiglia con le esigenze della radicalità evangelica. Dal figlio Gregorio traspare la sua santità. Su di lui, infatti, l'esempio e l'insegnamento della madre deve avere avuto un peso che non si può ignorare. Quando Gregorio non ebbe più bisogno he della sua guida, Silvia abbandonò il mondo e si ritirò a vita claustrale presso la basilica di San Paolo fuori le mura. Morì probabilmente verso il 590.
Silvia = abitatrice delle selve, donna dei boschi, selvaggia, dal latino
A Roma, commemorazione di santa Silvia, madre del papa san Gregorio Magno, che, secondo quanto lo stesso Pontefice riferì nei suoi scritti, raggiunse il vertice della vita di preghiera e di penitenza e fu per il prossimo un eccelso esempio.

Sant'Amico di Avellana
Monaco benedettino, nato nel territorio di Camerino tra il 920 e il 930 da nobile famiglia, fu affidato dai genitori a un monastero per esservi avviato alla vita monastica. A 20 anni, però, lasciò il monastero per il clero secolare. Ordinato sacerdote, dopo aver spinto tutti i familiari ad abbracciare la vita monastica, rientrò a sua volta in un monastero.
Tuttavia, non trovandovi una disciplina sufficientemente austera, si diede a vita eremitica. Per tre anni visse tutto solo in una spelonca del monte Torano dell'Aquila, in diocesi di Ascoli Piceno. Più tardi accolse nella sua solitudine anche alcuni discepoli, con i quali continuò per altri venti anni la vita eremitica. Ultranovantenne entrò nel monastero di San Pietro di Avellana, nel territorio del Sangro. Morì all'età di 120 anni tra il 1040 e il 1050, forse il 3 novembre. Particolare efficacia rivelò la sua intercessione nel sanare le ernie: fu perciò scelto come patrono dai sofferenti di questo male.

San Pietro Francesco Neron
Sacerdote della Società per le Missioni Straniere, direttore di un seminario nel Vietnam, decapitato durante la persecuzione dell'imperatore Tu Duc.
Nella fortezza di Xã Ðoài nel Tonchino, ora Viet Nam, san Pietro Francesco Néron, sacerdote della Società per le Missioni Estere di Parigi e martire, che sotto l'imperatore T? D?c visse per tre mesi rinchiuso in una stretta gabbia e, atrocemente percosso, rimase per tre settimane senza alcun alimento, portando infine a termine il suo martirio con la decapitazione.

Sant'Ermengold (Ermengaudio)
Costruttori di ponti
A Urgell nella Catalogna in Spagna, sant'Ermengaudio, vescovo, che fu uno degli illustri presuli che si adoperarono per ristabilire la Chiesa nelle terre liberate dal giogo dei Mori e, precipitato a terra mentre lavorava con le sue proprie mani alla costruzione di un ponte, morì fratturandosi il capo sulle pietre.

San Berardo dei Marsi
Nobile abruzzese, fu canonico e poi benedettino a Montecassino. Vescovo dal 1109, combatté simonia e concubinato dei preti.
Bastone pastorale
Nella Marsica in Abruzzo, san Berardo, vescovo, che si distinse nella lotta contro la simonia, nell'opera di rinnovamento della disciplina del clero e nelle attività di sostegno e protezione dei poveri.

San Giovannicio
Nel monastero di Antídion in Bitinia, nell'odierna Turchia, san Giovannicio, monaco, che, lasciato l'esercito dopo più di venti anni di servizio, si diede a vita solitaria su vari pendii dell'Olimpo, terminando di solito la preghiera con le parole: «Dio, mia speranza; Cristo, mio rifugio; Spirito Santo, mio protettore».

San Gaudioso di Tarazona
Discepolo spirituale di San Vittoriano, divenne monaco ad Asan, vicino a Benasque, sui Pirenei Aragonesi, fu eletto terzo vescovo di Tarazona, nella provincia di Saragozza intorno all'anno 565 d.c. Benchè una cronotassi della Dioecesis Turiasonensis, lo riporta vescovo tra il 527 e il 541. Morì intorno al 585.

San Pirmino
Nel monastero di Hornbach presso Strasburgo in Burgundia, deposizione di san Pirmino, vescovo e abate di Reichenau, che evangelizzò gli Alamanni e i Bavari, fondò molti monasteri e scrisse un libro per i suoi discepoli sulla catechesi degli incolti.

Beata Alpaide di Cudot
A Cudot nel territorio di Sens in Francia, beata Alpáide, vergine, che, crudelmente percossa e abbandonata dai suoi genitori da bambina, visse poi reclusa in una piccola cella fino ad avanzata vecchiaia.

Sant'Ida (Idda) di Fischingen
Presso il monastero di Fischingen nel territorio dell'odierna Svizzera, santa Idda, monaca di clausura.

Santi Germano, Teofilo e Cirillo
A Cesarea in Cappadocia, nell'odierna Turchia, santi Germano, Teofilo e Cirillo, martiri.

San Papulo
Nel territorio di Lauragais nella Gallia narbonense, ora in Francia, san Pápulo, venerato come martire.

Santi Valentino e Ilario di Viterbo
A Viterbo, santi Valentino, sacerdote, e Ilario, diacono, martiri.

Santa Odrada
Ad Alem nelle Fiandre, nell'odierna Olanda, deposizione di santa Odrada, vergine.

San Guenaele
Nella Bretagna in Francia, san Guenaele, ritenuto abate di Landévennec.

San Libertino di Agrigento
Ad Agrigento, san Libertino, vescovo e martire.

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