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Commemorazione di tutti i fedeli defunti
La pietas verso i morti risale agli albori dell’umanità. In epoca cristiana, fin dall’epoca delle catacombe l’arte funeraria nutriva la speranza dei fedeli. A Roma, con toccante semplicità, i cristiani erano soliti rappresentare sulla parete del loculo in cui era deposto un loro congiunto la figura di Lazzaro. Quasi a significare: Come Gesù ha pianto per l’amico Lazzaro e lo ha fatto ritornare in vita, così farà anche per questo suo discepolo! La commemorazione liturgica di tutti i fedeli defunti, invece, prende forma nel IX secolo in ambiente monastico. La speranza cristiana trova fondamento nella Bibbia, nella invincibile bontà e misericordia di Dio. «Io so che il mio redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!», esclama Giobbe nel mezzo della sua tormentata vicenda. Non è dunque la dissoluzione nella polvere il destino finale dell’uomo, bensì, attraversata la tenebra della morte, la visione di Dio. Il tema è ripreso con potenza espressiva dall’apostolo Paolo che colloca la morte-resurrezione di Gesù in una successione non disgiungibile. I discepoli sono chiamati alla medesima esperienza, anzi tutta la loro esistenza reca le stigmate del mistero pasquale, è guidata dallo Spirito del Risorto. Per questo i fedeli pregano per i loro cari defunti e confidano nella loro intercessione. Nutrono infine la speranza di raggiungerli in cielo per unirsi gli eletti nella lode della gloria di Dio.
Commemorazione di tutti i fedeli defunti, nella quale la santa Madre Chiesa, già sollecita nel celebrare con le dovute lodi tutti i suoi figli che si allietano in cielo, si dà cura di intercedere presso Dio per le anime di tutti coloro che ci hanno preceduti nel segno della fede e si sono addormentati nella speranza della resurrezione e per tutti coloro di cui, dall'inizio del mondo, solo Dio ha conosciuto la fede, perché purificati da ogni macchia di peccato, entrati nella comunione della vita celeste, godano della visione della beatitudine eterna.

San Marciano di Siria
Monaco del IV secolo, abbandonò la carriera militare per vivere da eremita nel deserto dell'Asia minore. Di lui parla la «Storia dei monaci» scritta nel 423 da Teodoreto vescovo di Ciro che ne sottolinea lo spirito di penitenza. La sua piccola cella nella Calcide era meta di gente in cerca di conforto e saggezza. Una volta, interrogato da 5 vescovi stette a lungo senza parlare. Quando i suoi intervistatori gli fecero notare che il suo silenzio poteva essere segno di umiltà ma anche mancanza di carità, rispose: «Il Signore dell'universo ci parla continuamente per mezzo del creato; ci istruisce per mezzo delle Sacre Scritture; ci insegna quel che dobbiamo fare, spaventandoci con la minaccia dei castighi e spronandoci con la promessa dei premi divini. Che cosa potrebbe aggiungere Marciano a tutto ciò?». Marciano viveva poveramente e si mortificava, ma non faceva di queste cose lo scopo della sua vita. L'unico scopo dell'uomo è infatti la carità, anche se abita lontano dagli uomini.
Commemorazione di san Marciano, eremita, che, nato a Cirro nel territorio dell'odierna Turchia, si ritirò in monastero a Calcedonia, dove, vivendo in una angusta dimora, non si nutriva che la sera di poco pane e acqua, anteponendo tuttavia al digiuno l'amore fraterno.

San Vittorino
San Vittorino, celebre esegeta, fu vescovo nell'Alta Pannonia, precisamente presso Poetavium, poi Pettau, odierna Ptuj in Slovenia. Poche sono le notizie tramandate sul suo conto. I pochi frammenti si devono a casuali riferimenti nelle opere di san Girolamo, Optato di Milevis e Cassiodoro. Da questi emerge che Vittorino, dopo essere stato retore, divenne vescovo di Pettau e scrisse commentari relativi all'Antico e Nuovo Testamento. Girolamo giudicò l'operato del santo vescovo assai qualificanto, sebbene gravi l'ipotesi della sua adesione all'eresia del milleranismo che a qual tempo dilagava in quelle zone. Essa sosteneva che Cristo sarebbe ritornato sulla terra per regnarvi mille anni. Vittorino pare essere morto martire della fede durante la violenta persecuzione scoppiata al termine del regno dell'imperatore Diocleziano, verso l'anno 303. Il suo culto sopravvisse ai travagli che nel corso dei secoli colpirono la zona dove esercitò il suo ministero e, per un certo periodo, venne erroneamente indicato come primo vescovo di Poitiers.
Commemorazione di san Vittorino, vescovo di Ptuj in Pannonia, nell'odierna Slovenia, che pubblicò molti scritti di esegesi della Sacra Bibbia e fu coronato dal martirio durante la persecuzione dell'imperatore Diocleziano.

Beato Pio di San Luigi (Luigi Campidelli)
Nato nel 1868 a Trebbio, nel Riminese, conobbe i Passionisti a 12 anni, durante una missione popolare. A 14 entrò nel noviziato di Casale (Rimini) e nel 1884 emise la professione religiosa. Mentre si preparava al sacerdozio, venne colpito dalla tubercolosi e morì il 2 novembre 1889 ad appena 21 anni e mezzo. È beato dal 1985, anno internazionale della gioventù. Riposa nel santuario della Madonna di Casale, a San Vito di Romagna (Rimini), meta di molti pellegrini, specialmente giovani.
A Casale in Romagna, beato Pio di San Luigi (Luigi) Campidelli, religioso della congregazione della Passione, che, ancora giovane, colpito da una violenta malattia, si abbandonò totalmente alla volontà di Dio.

San Giusto di Trieste
Visse ai tempi degli imperatori Diocleziano e Massimiano. Sarebbe stato martirizzato nel 290 o nel 303. Giusto viveva ad Aquileia e la sua fede era ben nota ai concittadini. Quando giunse l'ordine di convincere i cristiani ad abiurare la loro fede, si rifiutò e fu tra i primi ad essere imprigionato. Il prefetto Manazio lo sotto pose ad atroci tormenti, senza riuscire a piegarne la volontà. Mai egli avrebbe sacrificato agli dei pagani. Il supplizio durò parecchi giorni, fino a che Manazio non decise di condannarlo a morte.
Giusto = onesto, probo (sign. Intuitivo)
Palma
A Trieste, san Giusto, martire.

Santi Acindino (Acendino), Pegasio, Aftonio, Elpidiforo, Anempodisto e compagni
I santi martiri Acindino, Pegasio, Aftonio, Elpidiforo, Anempodisto ed i numerosi loro compagni patirono il martirio in odio alla fede cristiana sotto il re Sapore II di Persia, tra gli anni 341 e 345.Acindino = Acidinus (leggermente acido), soprannome romanoIn Persia, santi Acíndino, Pegasio, Aftonio, Elpidíforo, Anempodisto e molti compagni, martiri, che si tramanda abbiano subito la passione sotto il re Sabor II.

San Malachia di Armagh (Mael Madoc ua Morgair)
Malachìa = inviato da Dio, messo del Signore, dall'ebraico
Bastone pastorale
Nel monastero di Chiaravalle in Burgundia, ora in Francia, deposizione di san Malachia, vescovo di Down e Connor in Irlanda, che rinnovò la vita della sua Chiesa e, giunto a Chiaravalle, mentre era in cammino per Roma, rese lo spirito al Signore alla presenza dell'abate san Bernardo.

Beata Margherita di Lorena
Moglie del duca di Alençon, Francia. Rimasta vedova, professò in un monastero di Clarisse che lei stessa aveva fatto costruire.
A Mortagne nella Normandia, beata Margherita di Lorena, che, un tempo duchessa di Alençon, rimasta vedova, professò l'obbedienza alla vita regolare nel monastero di Clarisse da lei stessa fatto costruire.

Sant'Ambrogio
Nel monastero di Saint-Maurice-en-Valais nell'odierna Svizzera, sant'Ambrogio, abate, che fu dapprima superiore del monastero della Île-Barbe vicino a Lione e, trasferito poi in questa sede per l'insigne fama della sua condotta di vita religiosa, vi istituì l'usanza della lode perenne.

Santi Carterio, Stiriaco, Tobia, Eudossio, Agapio e compagni
A Sivas nell'antica Armenia, santi Carterio, Stiriaco, Tobia, Eudossio, Agapio e compagni, martiri, che, soldati, si racconta siano stati gettati tra le fiamme, sotto l'imperatore Licinio, per aver perseverato nella fede in Cristo.

Beato Giovanni Bodey
Ad Andover nella contea di Hampshire in Inghilterra, beato Giovanni Bodey, martire, che, maestro di scuola, morì impiccato e sventrato per aver rifiutato di riconoscere l'autorità della regina Elisabetta I nelle questioni spirituali.

Santa Vinfreda (Gwenfrewi, Winfred of Wales)
Palma
Presso la fonte in località Holywell in Galles, santa Vinfreda, vergine, venerata come illustre monaca.

San Donnino di Vienne
A Vienne nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Donnino, vescovo, che si adoperò per la liberazione dei prigionieri.

San Giorgio di Vienne
A Vienne, san Giorgio, vescovo.

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