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Santi Crispino e Crispiniano di Soissons
Due calzolai intenti al loro lavoro: così sono raffigurati i santi Crispino e Crispiniano, perché la storia del martirio attribuisce loro questo mestiere. Da secoli, per questo, i calzolai li venerano come loro patroni in tante parti d'Europa; e con essi i sellai, i guantai e i conciatori. La Chiesa li ricorda come martiri: uccisi per la fede nella Gallia romana, ad Augusta Suessionum, l'attuale Soissons.
Calzolai, Lavoratori del cuoio
Crispino = dai capelli ricci, dal latino
Palma, Scarpe
A Soissons nella Gallia belgica, ora in Francia, santi Crispino e Crispiniano, martiri.

San Miniato di Firenze
Nel mosaico dell’abside della celeberrima chiesa fiorentina che porta il suo nome, il protomartire Miniato è raffigurato come re, mentre la tradizione lo ritiene un soldato. Una leggenda lo identifica, infatti, con una testa coronata armena di passaggio in città intorno al 250, durante la persecuzione di Decio. Si rifiutò di venerare gli dèi pagani e venne messo a morte. Dopo molti supplizi, la narrazione vuole che prendesse in mano la testa mozzata e si recasse sul «mons florentinus». Ciò forse per giustificare l’edificazione del tempio su una collina fuori città, mentre il martirio sarebbe avvenuto nell’anfiteatro. Oggi si ritiene fosse un fiorentino, forse di umili origini, ucciso nei pressi di un’ansa dell’Arno, detta «gorgo», dove i fiorentini hanno a lungo venerato una Croce del gorgo.
Palma
A Firenze, san Miniato, martire.

San Gaudenzio di Brescia
Fu l'ottavo vescovo di Brescia, la città in cui era nato. Si sa qualcosa sulla sua vita dai suoi dieci Sermoni, inviati ad un meritevole concittadino che perché malato, non poteva recarsi ad ascoltarlo. Gaudemnzio, per la suo umiltà, pensava di svolgere il suo ministero unicamente attraverso la predicazione. I suoi discorsi vennero copiati e diffusi perché richiesti dai fedeli. Quando fu eletto vescovo, a furor di popolo e con l'approvazione di Sant'Ambrogio, era in pellegrinaggio in Terra Santa. Fece parte anche della missione di vescovi(obbligati poi a tornare indietro) che il Papa ha inviò in aiuto di Giovanni Crisostomo. Gaudenzio, molto colto ma insicuro, godeva fama di grande santità e per questo ebbe la stima di grandi personalità religiose e civili del suo tempo.
Gaudenzio = allegro, gaudente, dal latino
Bastone pastorale
A Brescia, san Gaudenzio, vescovo, che, ordinato da sant'Ambrogio, rifulse tra i presuli del suo tempo per dottrina e virtù, istruì il suo popolo con la parola e con gli scritti e fondò una basilica che chiamò Concilio dei Santi.

Beata Maria Teresa Ferragud Roig e 4 figlie suore
Maria Teresa Ferragud Roig nacque il 14 gennaio 1853 a Algemesì in Spagna. Il 23 novembre 1872 sposò Vicente Silverio Masià, uomo di profonda fede e dal matrimonio nacquero nove figli, tra i quali tre clarisse cappuccine ed un'agostiniana scalza: Maria Jesus, Maria Veronica, Maria Felicidad Masià Ferragud e Josefa della Purificazione. Maria Teresa andava tutti i giorni a Messa, essendo assai devota al Santissimo Sacramento, alla Madonna ed al Sacro Cuore di Gesù. Promosse attività caritatevoli specialmente attraverso la Confraternita di San Vicenzo de' Paoli, della quale fu anche presidente. Allo scoppio della guerra civile e della persecuzione religiosa che attraversò la Spagna negli anni '30 del secolo scorso, Maria Teresa rimase accolse in casa le quattro figlie religiose. Queste furono però trovate ed anche la madre fu imprigionata con loro perché rifiutò di lasciarle sole. Il 25 ottobre 1936 furono uccise tutte presso Cruz Cubierta. Maria Teresa chiese di essere fucilata per ultima, per poter incoraggiare le figlie nella fedeltà al Signore. E tutte gridarono «Viva Cristo Re!» e perdonando i loro carnefici.
Ad Alzira nel territorio di Valencia sempre in Spagna, beate Maria Teresa Ferragud Roig e le sue figlie Maria di Gesù (Vincenza), Maria Veronica (Gioacchina), Maria Felicita Masiá Ferragud, vergine dell'Ordine delle Clarisse Cappuccine, e Giuseppa della Purificazione (Raimonda) Masiá Ferragud, vergini dell'Ordine delle Agostiniane Scalze, martiri, che sempre nella stessa persecuzione furono incoronate per avere coraggiosamente reso testimonianza a Cristo.

Beato Bernardino Otranto
Frate dell’Ordine dei Minimi di San Francesco da Paola.
Nato a Cropalati, paese sul versante jonico della presila greca. Nonostante la ferma contrarietà della sua famiglia e l'intervento dei suoi fratelli, che ripetutamente lo ricondussero alla casa paterna, Bernardino rispose all'invito di Dio, manifestato attraverso la mediazione di San Francesco da Paola e rivestì l'umile saio dei penitenti. San Francesco lo volle come suo confessore personale e lo condusse con sé alla corte di Francia. Bernardino fu superiore e fondatore di diversi conventi anche in Francia. Fu lui a fondare nel 1510 il convento di Cosenza e fu Provinciale dell’Ordine in Calabria. Prima di morire, il 2 aprile 1507, San Francesco elesse Bernardino Vicario generale dell'Ordine e quindi suo successore nel governo dello stesso fino alla convocazione del Capitolo generale.
Bernardino, pur dichiarandosi indegno di tale carica e sostenendo che nell'Ordine vi erano persone più sapienti di lui, dovette chinarsi di fronte alla volontà di San Francesco che, richiamandosi all'apostolo Paolo, disse: "la sapienza di questo mondo è stoltezza agli occhi di Dio".
Bernardino ebbe il dono della profezia; predisse il giorno della sua morte, avvenuta nel convento di San Luigi in Napoli dopo settanta anni di vita religiosa, all'età di circa novant'anni, il 25 ottobre 1520.
E’ riconosciuto Beato dalla devozione e tradizione popolare che lo venera per le eccezionali virtù religiose, pur se il titolo non gli è stato riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa.
Bernardino = ardito come un orso, dal tedesco

Beato Carlo Gnocchi
Carlo Gnocchi, nacque da una povera famiglia in provincia di Milano e diocesi di Lodi nel 1902. Alla morte del padre si trasferì a Milano. Entrato nel Seminario della diocesi di Milano, venne ordinato prete nel 1925. Dopo alcuni anni come assistente di oratorio, venne nominato assistente spirituale dell’Istituto Gonzaga dei Fratelli delle Scuole Cristiane, a Milano. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, partì come cappellano militare volontario per il fronte greco-albanese, per condividere la sorte dei suoi giovani. Ritornò nel 1942 ma, nello stesso anno, partì per la Russia con gli alpini della Tridentina. La drammatica esperienza della guerra e della ritirata dei soldati italiani lo spinse a riflettere e a considerare il mistero del dolore, specie negli innocenti e nei bambini. Si dedicò quindi a una grandiosa opera di carità nei confronti degli orfani di guerra e dei mutilatini. Malato di tumore, morì il 28 febbraio 1956, dopo aver donato le proprie cornee a due ragazzi ciechi, in un’epoca dove i trapianti d’organi non erano ancora regolamentati dalla legge italiana. È stato beatificato sotto il pontificato di papa Benedetto XVI il 25 ottobre 2009 in piazza del Duomo a Milano. I suoi resti mortali sono venerati dal 2010 sotto l’altare della chiesa a lui intitolata, annessa al Centro «Santa Maria Nascente» della Fondazione Don Gnocchi in via Capecelatro 66 a Milano.

San Crisanto
I due santi patroni della città di Reggio Emilia vissero e morirono martiri nel III secolo, probabilmente nel 283. Crisanto figlio di un certo Polemio, di origine alessandrina, venne a Roma per studiare filosofia al tempo dell'imperatore Numeriano (283-284), qui ebbe l'occasione di conoscere il presbitero Carpoforo e si fece battezzare. Il padre Polemio cercò in tutti i modi di farlo tornare al culto degli dei, si servì anche di alcune donne e specialmente della bella vestale Daria. Ma Crisanto riuscì a convertire Daria e di comune accordo, simulando il matrimonio, poterono essere lasciati liberi di predicare, convertendo molti altri romani al Cristianesimo. La cosa non passò inosservata, scoperti furono infine accusati al prefetto Celerino, il quale li affidò al tribuno Claudio, che però si convertì insieme alla moglie Ilaria, i due figli Giasone e Mauro, alcuni parenti ed amici e i settanta soldati della guarnigione, che aveva in custodia gli arrestati. Scoperti, vennero tutti condannati a morte dallo stesso imperatore Numeriano. Crisanto e Daria furono condotti sulla Via Salaria, gettati in una fossa e sepolti vivi.
A Roma nel cimitero di Trasóne sulla via Salaria nuova, santi Crisanto e Daria, martiri, lodati dal papa san Damaso.

Santa Daria
I due santi patroni della città di Reggio Emilia vissero e morirono martiri nel III secolo, probabilmente nel 283. Crisanto figlio di un certo Polemio, di origine alessandrina, venne a Roma per studiare filosofia al tempo dell'imperatore Numeriano (283-284), qui ebbe l'occasione di conoscere il presbitero Carpoforo e si fece battezzare. Il padre Polemio cercò in tutti i modi di farlo tornare al culto degli dei, si servì anche di alcune donne e specialmente della bella vestale Daria. Ma Crisanto riuscì a convertire Daria e di comune accordo, simulando il matrimonio, poterono essere lasciati liberi di predicare, convertendo molti altri romani al Cristianesimo. La cosa non passò inosservata, scoperti furono infine accusati al prefetto Celerino, il quale li affidò al tribuno Claudio, che però si convertì insieme alla moglie Ilaria, i due figli Giasone e Mauro, alcuni parenti ed amici e i settanta soldati della guarnigione, che aveva in custodia gli arrestati. Scoperti, vennero tutti condannati a morte dallo stesso imperatore Numeriano. Crisanto e Daria furono condotti sulla Via Salaria, gettati in una fossa e sepolti vivi.
A Roma nel cimitero di Trasóne sulla via Salaria nuova, santi Crisanto e Daria, martiri, lodati dal papa san Damaso.

Beato Riccardo Centelles Abad
Nacque a Vall d'Uxó, provincia di Castellón, il 23  maggio 1904. Dopo la  formazione nel Seminario di San Giu­seppe, a Tortosa,  svolse gli studi  sacerdotali fino all'ultimo corso che seguì nel seminario di  Tarragona  come prefetto. Il 12 agosto 1928 entrò nella Fraternità, il 25 maggio   1929 fu ordinato sacerdote ed il 12 agosto 1929 emise i voti temporali. Lavorò  nell'apostolato della formazione dei sacerdoti nel seminario di Tarragona, nel collegio vocazionale di Tortosa e come Rettore nel  seminario minore di Tortosa. Fu fucilato tra le mura del nuovo cimitero di Nules (Castel­lón) il 25 ottobre 1936, domenica di Cristo Re; aveva  32 anni.
Nella cittadina di Nules vicino a Tortosa in Spagna, beato Riccardo Centelles Abad, sacerdote della Società dei Preti Operai Diocesani e martire, che fu ucciso in odio al sacerdozio durante la persecuzione contro la Chiesa alle porte del cimitero.

Beato Bernardo di San Giuseppe
Nato a Parigi nel 1576, il Beato Bernardo di San Giuseppe, all'età di 29 anni si trasferì in Spagna ed entrò nel convento mercedario di San Lazzaro in Siviglia, come frate laico converso. Fu insigne per l'amore al Crocifisso, per la grande pazienza, la purezza angelica, l'amore verso gli altri ed il disprezzo di se stesso e delle cose terrene. Stracolmo di meriti il Signore lo favorì di una infinità di grazie e frequenti estasi, finché santamente morì il 23 ottobre 1613 all'età di 37 anni, 8 dei quali passati in religione.
L'Ordine lo festeggia il 25 ottobre.

Beato Domenico da Siviglia
Di grandissima umiltà, preghiera, penitenza e pazienza, il Beato Domenico da Siviglia, mercedario redentore si distinse sopratutto per i miracoli. Inviato per redenzione in Marocco liberò 124 schiavi da una dura schiavitù. Colmo di meriti morì nella pace del Signore nell'anno 1450.
L'Ordine lo festeggia il 25 ottobre.

Beato Taddeo Machar (Tadhg MacCarthy)
Bastone pastorale
A Borgo Sant'Antonio, presso Ivrea, in Piemonte, transito del beato Taddeo Machar, vescovo di Cork e Cloyne in Irlanda, che lasciò la sua sede per i problemi causati dall'ostilità dei potenti e, mentre era in viaggio per Roma, passò al cielo.

San Frutto
Di nobile famiglia spagnola, distribuì i suoi beni ai poveri e si installò su una rupe scoscesa, dove condusse una vita eremitica.
Nel territorio di Segovia in Spagna, san Frutto, che condusse vita eremitica su una rupe scoscesa.

San Bernardo Calvò
A Vic nella Catalogna in Spagna, san Bernardo Calbó, vescovo, che, lasciato il suo ufficio di giudice, divenne dapprima abate tra i Cistercensi e, eletto poi alla sede di Vic, promosse con impegno la retta dottrina.

Santi Mauro e Beneria
I coniugi Mauro e Beneria vennero decapitati in odio alla fede cristiana ed il loro martirio fu così giusta causa della venerazione nei loro confronti quali "santi". Sono commemorati al 25 ottobre.

San Frontone di Perigueux
Frontone = di grande mente, dal latino
Bastone pastorale, Mitra
A Périgueux in Aquitania, ora in Francia, san Frontone, che si ritiene abbia per primo predicato il Vangelo in questa città.

San Mauro di Pecs
A Pécs in Ungheria, san Mauro, vescovo, che fu maestro di eloquenza per quasi tutta la vita e visse, infine, come monaco e poi abate nel monastero di San Martino.

Santi Martirio e Marciano
A Costantinopoli, santi Martirio, suddiacono, e Marciano, cantore, uccisi dagli ariani sotto l'imperatore Costanzo.

Sant'Ilaro (Ilario) di Javols
Nel territorio di Javols in Francia, sant'Ilario, vescovo di Mende.

Sante Daria e Derbilia del Connaught
Daria = che mantiene il bene, dal persiano
Palma

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