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San Daniele Comboni
Dopo anni di oblio, nel 1800 le terre africane sono percorse da esploratori, mercanti e agenti commerciali delle potenze europee. Accanto a questi operatori vi erano spesso esploratori dello spirito, missionari che volevano portare l'annuncio di Cristo alle popolazioni indigene. Tra costoro occupa un posto di rilievo san Daniele Comboni (1831-1881), che fin da giovane scelse di diventare missionario in Africa. Ordinato sacerdote nel 1854, tre anni dopo sbarca in Africa. Il primo viaggio missionario finisce presto con un fallimento: l'inesperienza, il clima avverso, l'ostilità dei mercanti di schiavi costringono Daniele a tornare a Roma. Alcuni suoi compagni si lasciano vincere dallo scoramento, egli progetta un piano globale di evangelizzazione dell'Africa. Mette poi in atto una incisiva opera di sensibilizzazione a Roma e in Europa e fonda diversi istituti maschili e femminili, oggi chiamati comboniani. Di nuovo in Africa nel 1868, Daniele può finalmente dare avvio al suo piano. Con i sacerdoti e le suore che l'hanno seguito, si dedica all'educazione della gente di colore e lotta instancabilmente contro la tratta degli schiavi. Le comunità da lui fondate seguono il modello delle riduzioni dei Gesuiti in America Latina. Spirito aperto e intraprendente, Comboni comprende presto l'importanza della stampa. Scrive numerose opere di animazione missionaria e fonda la rivista Nigrizia che è attiva ancora oggi. Negli anni 1877-78 vive insieme con i suoi missionari e missionarie la tragedia di una siccità e carestia senza precedenti. Era l'anticipazione della morte sopraggiunta nel 1881. Nel 2003, nel giorno della canonizzazione, Giovanni Paolo II lo definì un «insigne evangelizzatore e protettore del Continente Nero». Principalmente alla sua opera si deve se il cristianesimo in Africa ha oggi un futuro di speranza.
Daniele = Dio è il mio giudice, dall'ebraico
Bastone pastorale
Nella città di Khartum in Sudan, san Daniele Comboni, vescovo, che fondò l'Istituto per le Missioni Africane e, nominato vescovo in Africa, si prodigò senza mai lesinare energie nel predicare il Vangelo in quelle regioni e nel prendersi in tutti i modi cura della dignità degli esseri umani.

Beata Maria dello Sposalizio (Maria Caterina Irigoyen Echegaray)
Suora professa della Congregazione delle Serve di Maria Ministre degli Infermi. Suor María Catalina Irigoyen Echegaray nasce in pieno secolo XIX, a Pamplona in Spagna, nel cuore della Navarra, l'ultima di otto fratelli e gemella del settimo. Trascorre la sua infanzia e gioventù in un ambiente familiare molto pio e qui matura la sua vocazione religiosa. Il 31 dicembre 1881, a 33 anni, entra a Pamplona nella Congregazione delle Serve di Maria, fondata da sr. Maria Soledad Torres Acosta, canonizzata nel 1970 da  Paolo VI. Emette a Madrid la sua professione Temporanea il 14 di Maggio di 1883 e la Professione Perpetua il 15  Luglio di 1889.
Madrid è lo scenario della sua vita fino alla morte. Cristo è il centro del suo essere, desidera avere i suoi stessi sentimenti, operare secondo il volere di Dio. Come pianta trasformata in  fiore, sparge il profumo delle buone opere, prodigandosi nel servizio ai malati a domicilio, con carità, pazienza, abnegazione. E’ sufficiente questa testimonianza nel processo di beatificazione: "Con tanta sollecitudine e gentilezza accorreva alle richieste e necessità dei malati che molti di essi la consideravano come madre amorosa e molte famiglie la reclamavano come infermiera ideale". Dopo 23 anni di servizio ai malati, passa ad occuparsi della raccolta delle donazioni per il sostentamento dell'Opera per sette anni. Alla fine  della sua vita si vede ridotta alla più assoluta incapacità; accetta la volontà del Padre che la soggetta alla croce della malattia per paragonarla a suo Figlio Crocifisso. Muore il 10 ottobre 1918 lasciando oltre a sé grande fama di santità.

San Gereone e Compagni
Si tratta di uno dei santi da sempre indicati come «padri» nella fede per la città renana di Colonia. Il Martirologio romano lo riporta come martire assieme a un numero imprecisato di compagni «che con sincera pietà offrirono coraggiosamente il collo alla spada». Queste poche parole riflettono i frammenti di storia che riguardano questo santo e che la Chiesa riconosce come credibili. Il resto rimane purtroppo in una fitta nebbia aggravata dalla lontananza nel tempo. Il dato centrale, quindi, sarebbe quello del martirio per decapitazione, presso la celebre città tedesca, di un gruppo di cristiani capeggiati da un tale Gereone. Gli agiografi, però, si sono sbizzarriti nell'individuare il numero di questi martiri, che, nella versione più accreditata sarebbero stati 319, tutti arruolati nella leggendaria «Legione Tebea». L'iconografia relativa ai Santi Gereone e compagni è solita presentarlo con tutti gli attributi tipici dei soldati tebei: la palma del martirio, la spada, lo stendardo con croce rossa in campo bianco e la Croce Mauriziana, cioè trilobata, sul petto.
Colonia (Germania)
Palma, Spada, Stendardo, Croce Mauriziana
A Colonia in Germania, santi Gereone e compagni, martiri, che per la vera fede porsero coraggiosamente il collo alla spada.

San Giovanni di Bridligton
Giovanni era originario di Thwinng, nei pressi di Bridlington in Inghilterra. Appena ventenne, entrò nel priorato di Santa Maria dei Canonici Regolari di Sant'Agostino a Bridlington, sito nella zona orientale della contea di York. Qui divenne sacerdote e fu maestro dei novizi, predicatore, elemosiniere e sottopriore. Nel 1361 divenne priore, distinguendosi sempre per la pietà, l'austerità, la mansuetudine e l'abilità amministrativa, grazie alla quale il monastero divenne assai fiorente. Giovanni morì il 10 ottobre 1379. Nel 1386 fu compiuto un esame dei miracoli attribuiti alla sua intercessione e nel 1400 il canonico Giovanni Gisburn si recò a Roma per promuoverne la sua canonizzazione. Il 24 settembre 1401 papa Bonifacio IX iscrisse Giovanni di Bridlington nell'albo dei santi. Tre anni dopo il corpo del santo venne traslato in un imponente sepolcro, che divenne meta di pellegrinaggi.
A Bridlington in Inghilterra, san Giovanni, sacerdote, che, priore del monastero dei Canonici regolari di Sant'Agostino, rifulse per la preghiera, l'austerità e la mansuetudine.

San Daniele e compagni
Nel 1227, sette Frati Minori (Daniele di Calabria, Angelo, Samuele, Donnolo, Leone, Nicola, Ugolino) partirono come missionari del Vangelo tra i maomettani. Giunti nel Marocco, cominciarono subito a predicare il nome di Cristo. Incarcerati e spinti con lusinghe e minacce ad abiurare la fede cristiana, resistettero da forti; furono perciò condannati alla decapitazione. I loro corpi pietosamente raccolti dai cristiani, furono sepolti a Ceuta. Leone X li annoverò tra i santi martiri.
Daniele = Dio è il mio giudice, dall'ebraico
Palma
A Ceuta nel territorio dell'odierno Marocco, passione di sette santi martiri dell'Ordine dei Minori, Daniele, Samuele, Angelo, Leone, Nicola e Ugolino, sacerdoti, e Domno, che, mandati da frate Elia a predicare il Vangelo di Cristo ai Mori e patiti insulti, carcere e torture, conseguirono, infine, con la decapitazione la palma del martirio.

San Cerbonio (Cerbone) di Populonia
"Chi non beve a san Cerbone è un ladro o un birbone". La saggezza popolare ha immortalato così la "fonte di san Cerbone", in Maremma, che sgorga presso una cappella romanica, dove furono miracolosamente traslate le spoglie del Santo. Sulla collina sovrastante sorgeva l'etrusca Populonia, di cui Cerbone (o Cerbonio) fu vescovo nel VI secolo. La difese dapprima dalle incursioni dei Goti. Il re Totila lo mise a morte, ma l'orso che lo doveva sbranare si ammansì ai suoi piedi. Vennero poi i Longobardi. E Cerbone riparò all'Isola d'Elba, dove morì. Una tempesta si placò per consentire il ritorno del corpo sulla costa.
Bastone pastorale
A Populonia in Toscana, san Cerbonio, vescovo, che, come riferisce il papa san Gregorio Magno, durante l'invasione longobarda della regione, si ritirò sull'isola d'Elba, offrendo numerosi esempi della sua virtù.

Santi Vittore e Malloso
I santi Vittore e Malloso ed i loro 330 leggendari compagni furono ritenuti dei soldati della Legione Tebea scampati all'eccidio di Agauno (odierna Saint-Maurice in Svizzera), ma il nuovo Martyrologium Romanum li commemora semplicemente come martiri. Raggiunsero la città tedesca di Bertun, nei pressi di Colonia, ove si dedicarono all'evangelizzazione delle popolazioni locali. Furono quindi anch'essi decapitati in odio alla fede cristiana.
Bertun (Germania)
Palma, Spada, Stendardo, Croce Mauriziana
Nel villaggio di Birten sempre nel territorio di Colonia, santi Vittore e Malloso, martiri.

Santi Cassio e Fiorenzo
I santi Cassio e Fiorenzo ed i loro compagni sono ritenuti dei soldati della Legione Tebea scampati all’eccidio di Agauno (odierna Saint-Maurice in Svizzera), ma non come tali sono ricordati dal nuovo Martyrologium Romanum. Raggiunsero la città tedesca di Bonn, ove si dedicarono all’evangelizzazione delle popolazioni locali. Furono quindi anch’essi decapitati in odio alla fede cristiana.
Bonn (Germania)
Palma, Spada, Stendardo, Croce Mauriziana
A Bonn ancora in Germania, santi Cassio e Fiorenzo, martiri.

Beato Leone Wetmanski
Leon Wetmanski, vescovo ausiliare di Plock, cadde vittima dei nazisti in odio alla sua fede cristiana. Papa Giovanni Paolo II il 13 giugno 1999 lo elevò agli onori degli altari con ben altre 107 vittime della medesima persecuzione.
Nella cittadina di Dzialdowo sempre in Polonia, beato Leone Wetmanski, vescovo ausiliare di Plock, che, durante l'empia persecuzione perpetrata in Polonia contro gli uomini e contro Dio, compì il suo martirio in un campo di prigionia con una impavida morte.

Beata Angela Maria (Sofia Camilla) Truszkowska
Nata a Kalisz in Polonia, fondò la Congregazione delle Suore di San Felice da Cantalice.
A Cracovia in Polonia, beata Angela Maria (Sofia Camilla) Truszkowska, vergine, che fondò la Congregazione delle Francescane sotto il titolo di San Felice da Cantalíce in aiuto dei ragazzi abbandonati, dei poveri e degli emarginati.

San Paolino di York
A Rochester in Inghilterra, transito di san Paolino, vescovo di York, che, monaco e discepolo del papa san Gregorio Magno, fu da lui mandato insieme ad altri a predicare il Vangelo agli Angli, dopo aver convertito alla fede di Cristo Eduino re di Northumbria, lavò nel fiume il suo popolo con il lavacro della rigenerazione.

Santi Eulampio ed Eulampia
Sant'Eulampio ed Eulampia, sua sorella, subirono il martirio cristiano presso Nicomedia in Bitinia durante la persecuzione promossa dall'imperatore Diocleziano.
A Nicomedia in Bitinia, nell'odierna Turchia, santi Eulampio e sua sorella Eulampia, martiri durante la persecuzione dell'imperatore Diocleziano.

Beato Ponzio de Barellis
Sapientissimo maestro in Sacra Teologia, il Beato Ponzio de Barellis, era originario di Lione (Francia) e brillò nell'Ordine Mercedario sotto il generalato di San Pietro de Amen. Famoso per la dottrina e santità, pieno di virtù e meriti morì nel bacio del Signore.
L'Ordine lo festeggia il 10 ottobre.

Beato Edoardo Detkens
Sacerdote diocesano. Fu beatificato da Giovanni Paolo II a Varsavia (Polonia) il 13 giugno 1999 con altri 107 martiri polacchi.
Presso Linz in Austria, beato Edoardo Detkens, martire, che, di origine polacca, morì nella medesima persecuzione in una camera a gas.

San Pinito di Cnosso
Commemorazione di san Pinìto, vescovo di Cnosso nell'isola di Creta, che fiorì sotto gli imperatori Marco Antonino Vero e Lucio Aurelio Commodo e con i suoi scritti provvide sommamente alla fede e alla crescita spirituale del gregge a lui affidato.

Santa Teodechilde (Telchilde)
Nel monastero di Jouarre nel territorio di Meaux in Francia, santa Telchilde, badessa, che, di nobile origine, fulgida di meriti e salda nei costumi, insegnò alle vergini consacrate ad uscire incontro a Cristo con le lampade accese.

Santa Tanca
Vicino a Rameru nel territorio di Troyes in Francia, santa Tanca, vergine e martire, che, come si tramanda, affrontò una morte gloriosa per difendere la sua verginità.

San Chiaro di Nantes
A Nantes nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Chiaro, venerato come primo vescovo di questa città.

Beato Ugo di Macon
Ugo = spirito perspicace, dal tedesco
Bastone pastorale

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