TuttoSchermo       Chiudi      

Santi Angeli Custodi
Nella storia della salvezza, Dio affida agli Angeli l'incarico di proteggere i patriarchi, i suoi servi e tutto il popolo eletto. Pietro in carcere viene liberato dal suo Angelo. Gesù a difesa dei piccoli dice che i loro Angeli vedono sempre il volto del Padre che sta nei Cieli.
Figure celesti presenti nell'universo religioso e culturale della Bibbia - così come di molte religioni antiche - e quasi sempre rappresentati come esseri alati (in quanto forza mediatrice tra Dio e la Terra), gli angeli trovano l'origine del proprio nome nel vocabolo greco anghelos = messaggero. Non a caso, nel linguaggio biblico, il termine indica una persona inviata per svolgere un incarico, una missione. Ed è proprio con questo significato che la parola ricorre circa 175 volte nel Nuovo Testamento e 300 nell'Antico Testamento, che ne individua anche la funzione di milizia celeste, suddivisa in 9 gerarchie: Cherubini, Serafini, Troni, Dominazioni, Potestà, Virtù celesti, Principati, Arcangeli, Angeli. Oggi il tema degli Angeli, quasi scomparso dai sermoni liturgici, riecheggia stranamente nei pulpiti dei media in versione new age, nei film e addirittura negli spot pubblicitari, che hanno voluto recepirne esclusivamente l'aspetto estetico e formale.
Memoria dei santi Angeli Custodi, che, chiamati in primo luogo a contemplare il volto di Dio nel suo splendore, furono anche inviati agli uomini dal Signore, per accompagnarli e assisterli con la loro invisibile ma premurosa presenza.

Beato Giovanni Beyzym
P. Giovanni Beyzym nacque a Beyzymy Wielkie in Volinia il 15 maggio 1850. Dopo aver terminato il ginnasio a Kiev, entrò nel noviziato dei padri gesuiti a Stara Wies presso Brzozów. Ricevette gli ordini sacri a Cracovia dalle mani del Vescovo Albin Dunajewski, nel 1881. Per molti anni fu educatore e protettore dei giovani nei collegi della Società di Cristo a Tarnopol e a Chyrów. A 48 anni, con il consenso dei superiori, partì per il Madagascar per il "servizio ai lebbrosi". Tutte le sue forze, tutti i suoi talenti e tutto il suo cuore egli li donò ai malati abbandonati, affamati ed emarginati dalla società. Si stabilì tra loro, per essere con loro di giorno e di notte. Sull'Isola Rossa creò un'opera pioniera, che fece di lui il precursore della cura odierna dei lebbrosi. Dalle offerte raccolte principalmente dai suoi connazionali in patria e dagli emigrati fuori di essa, costruì a Marana un ospedale per 150 infermi, per curarli e per ridare loro la speranza. Questo ospedale esiste ancora oggi, ed è intitolato alla Madonna di Czecstochowa. Esausto per un lavoro che superava le sue forze, P. Beyzym morì il 2 ottobre 1912, circondato da un alone di eroismo e di santità. La morte non gli permise di realizzare il suo desiderio nascosto di andare a Sachalin, per svolgere il lavoro missionario tra i forzati. La vita del "Servo dei lebbrosi" fu caratterizzata da una fede viva e dal senso di giustizia, da un filiale amore verso la Madre di Dio, dallo zelo apostolico per la salvezza degli uomini e dalla premura samaritana per i più poveri tra i poveri. L'evangelizzazione andava di pari passo con la garanzia dei fondamentali diritti della persona umana, tra essi, anche quello delle condizioni di vita degne dell'uomo e di un figlio di Dio.
A Fianarantsoa in Madagascar, beato Giovanni Beyzym, sacerdote della Compagnia di Gesù, che svolse in tutta l'isola una fervida attività per i lebbrosi, che servì nel corpo e nello spirito con grande zelo di carità.

San Leodegario di Autun
Diacono a Poitiers, lavorò all'amministrazione diocesana. Successivamente fu ordinato sacerdote. Decise di entrare come monaco nell'abbazia di Maxentius nel 650. Nel 651 divenne abate, carica che mantenne per sei anni e durante la quale pose l'abbazia sotto la Regola di s. Benedetto. Nel 656 divenne consigliere della regina santa Bathild e tutore dei suoi figli. Nel 663 diventa vescovo riformatore di Autun nel 663. Durante il suo episcopato ha combattuto contro il manicheismo, ha riformato il clero secolare, ha rafforzato la disciplina delle case religiose, ha adottato il Credo di san Atanasio e ha promosso l'amministrazione dei sacramenti, specialmentedel battesimo. Il suo operato e il suo appoggio a Childerico opposto a Ebroin nella successione al trono di Francia, gli hanno innimicato molti potenti. Esiliato a Luxeuil nel 675, ritornato a Autun su richiesta di Teodorico III dopo la morte di Childerico. Quando la città venne attaccata, Leodegario concorò una resa per evitare la distruzione della città. Caduto nelle mani di Ebroin, venne accecato e le sue labbra e la sua lingua tagliate. Poco tempo dopo lo Ebroin lo accusò di aver istigato l'assassinio di Childerico, lo arrestò e lo imprigionò per due anni nel monastero di Fecamp in Normandia, dove venne regolarmente torturato, quindi storpiato, e alla fine assassinato nei boschi di Sarcing nella Somma nel 678.
Bastone pastorale
Nell'odierna Saint-Léger nel territorio di Arras, nella Francia settentrionale, passione di san Leodegario, vescovo di Autun, che, dopo molte torture e l'accecamento, fu ingiustamente ucciso da Ebroíno maggiordomo di corte del re Teodorico. Con lui si venera la memoria di suo fratello san Gerino, martire, che, due anni prima, sempre per ordine di Ebroíno, morì lapidato.

Beato Enrico Saiz Aparicio
Nacque a Ubierna (Burgos) il 1° dicembre 1889 e fu battezzato il giorno seguente. A 16 anni sentendo l'inclinazione allo stato religioso e sacerdotale, fu ammesso al Noviziato di Sarrià (Barcellona) e vi professò il 5 settembre 1909. Venne ordinato sacerdote a Salamanca il 28 luglio 1918.Furono suo campo di apostolato i collegi di Campello, Barcellona, Madrid e Salamanca; fu Direttore a Salamanca, a Madrid, e quindi nello Studentato Teologico di Carabanchel Alto (Madrid), dove lo sorprese la rivoluzione. Si distinse per pietà, zelo e dedizione sacerdotale. Fu superiore prudente, paterno e comprensivo, pur esigendo il compimento del dovere, di cui dava l'esempio. Con sforzo prolungato e continuo ottenne grande affabilità, costanza di carattere e spirito di mortificazione.
Già nel 1934, sentendo sempre più vicina la rivoluzione, andava preparando al martirio l'animo dei suoi. Il 20 luglio 1936 la Casa di Carabanchel Alto fu assalita dai miliziani. Don Enrique si offrì a morire per tutti, ma la sua offerta per allora, non venne accettata. Furono tutti imprigionati e destinati alla morte. Rimessi poi in libertà, il Servo di Dio cercò un rifugio a ciascuno e continuò a interessarsi della sorte di tutti. Il 2 ottobre 1936 i miliziani, sapendolo sacerdote, lo imprigionarono, e verso le 10 di sera lo fucilarono. Beatificato il 28 ottobre 2007.

Beato Francesco Carceller Galindo
Nacque il 3 ottobre 1901 a Forcall (Castellon), in Spagna in una famiglia molto credente dove, ad eccezione del primogenito, gli altri sei figli divennero religiosi. A 13 anni entrò nel postulantato dei padri scolopi di Morella. Ordinato sacerdote il 19 dicembre 1925 a Lérida, svolse il suo ministero a Barcellona nel collegio di Sant'Antonio e poi in quello di Nostra Signora. «La grazia più grande che Dio mi può concedere è quella del martirio, poiché così avrò sicuro il Paradiso». Furono le parole espresse da Carceller all'incombere della guerra civile spagnola del 1936. E il 29 agosto di quell'anno venne arrestato insieme ad una trentina di altri religiosi. Resto in carcere sino al 2 ottobre quando, al termine di un processo sommario, fu fucilato lungo le mura del cimitero di Forcal. È stato proclamato beato assieme a 13 religiosi scolopi, martiri della guerra civile il 1° ottobre 1995 da Giovanni Paolo II.
Vicino a Castellón de la Plana sulla costa spagnola, beati Francesco Carceller, dell'Ordine dei Chierici regolari delle Scuole Pie, e Isidoro Bover Oliver, della Società dei sacerdoti operai diocesani, sacerdoti e martiri: durante la persecuzione, portarono a termine il loro martirio fucilati in odio al sacerdozio davanti al muro del cimitero.

Beato Antonio Chevrier
Fu davanti al presepe, in un momento di intensa preghiera, che ebbe l'intuizione di vivere in pieno la povertà. Guidato da Giovanni Maria Vianney, il curato d'Ars, Antonio Chevrier accettò di diventare il direttore spirituale della «Città di Gesù Bambino», che si proponeva di incentivare la Prima Comunione nei bambini poveri. Era nato il 16 aprile 1826 a Lione, da una modesta famiglia. A 17 anni entrò in seminario e nel 1850 fu ordinato sacerdote. Precursore dell'impegno sociale del clero, iniziò la missione pastorale in una parrocchia operaia della periferia. Poi, l'incontro con il curato d'Ars. Pensò allora di fondare una propria opera. Nel 1860 acquistò il «Prado», un'antica sala da ballo, ormai in rovina: nacque «La Provvidenza del Prado». Aprì anche una scuola di chierici, i quali, dopo l'ordinazione, formarono la «Società dei Preti del Prado», impegnati sempre in opere di carità. Morì il 2 ottobre 1879, dopo una lunga malattia. Il 4 ottobre 1986 è stato beatificato da Giovanni Paolo II.
A Lione in Francia, beato Antonio Chevrier, sacerdote, che fondò l'Opera della Provvidenza del Prado per preparare i sacerdoti ad insegnare ai giovani poveri la fede cristiana.

Beato Isidoro Bover Oliver
Nacque a Vinaroz, provincia di Castellón, il 2 maggio 1890. Durante la sua formazione sacerdotale nel collegio di San Giuseppe di Tortosa entrò nella Fraternità, il 12 agosto 1910. Terminati gli studi e ordinato sacerdote 1'8 dicembre 1912, s'imbarco per il Messico, dove  esercitò l'apostolato nei seminari di Cuernavaca, provvisoriamente  collocato a Tacabaya. Nell'ottobre 1914 dovette ritornare a Tortosa in  Spagna, dove da allora visse  stabilmente ad eccezione di due mesi di supplenza nel seminario di Almería, dedicandosi fino alla fine a  dirigere la rivista vocazionale El Correo Josefino attraverso la quale continuò il suo lavoro a favore delle vocazioni in molti seminari. Prigioniero nel carcere di Castellón fu fucilato a  46 anni  fra le mura del cimitero del luogo, il 2 ottobre 1936.
Vicino a Castellón de la Plana sulla costa spagnola, beati Francesco Carceller, dell'Ordine dei Chierici regolari delle Scuole Pie, e Isidoro Bover Oliver, della Società dei sacerdoti operai diocesani, sacerdoti e martiri: durante la persecuzione, portarono a termine il loro martirio fucilati in odio al sacerdozio davanti al muro del cimitero.

Beati Luigi, Lucia, Andrea e Francesco Yakisci
I beati coniugi Ludovico e Lucia Yakichi ed i loro figli Andrea e Francesco, famiglia della diocesi di Funai, patirono la morte per Cristo in Giappone, loro patria. I due fanciulli furono decapitati assieme alla madre dinanzi al padre, e questi venne infine bruciato vivo. Ciò avvenne il 2 ottobre 1622 a Nagasaki, città giapponese della quale erano nativi. I due figli erano nati rispettivamente nel 1615 e nel 1619, mentre dei genitori non si conoscono le date. Il sommo pontefice Beato Pio IX beatificò questa intera famiglia il 7 maggio 1867, insieme con un gruppo complessivo di ben 205 martiri in terra giapponese, tra cui altre 15 coppie di sposi, tutte della medesima nazionalità.
A Nagasaki in Giappone, beati Ludovico Yakichi e Lucia, coniugi, e i loro figli Andrea e Francesco, martiri, che affrontarono la morte per Cristo: i ragazzi e la madre decapitati davanti al padre e questi, infine, arso vivo.

Santa Giovanna Emilia De Villeneuve
Jeanne-Émilie de Villeneuve, originaria di Tolosa in Francia, trascorse un’infanzia agiata, ma aperta ai bisogni degli altri. Dopo la morte di una sua sorella maggiore, trovò la gioia vera nella frequenza ai Sacramenti e nel condividere la vita dei più poveri. Dietro l’impulso di un benefattore, fondò la congregazione delle Suore dell’Immacolata Concezione di Castres, più note come "suore azzurre" o "suore blu" per il colore dell’abito. Diresse a lungo le sue figlie spirituali, spingendole ad andare dovunque la carità di Cristo le conducesse. Beatificata il 5 luglio 2009 a Castres sotto il pontificato di papa Benedetto XVI, è stata canonizzata da papa Francesco a Roma il 17 maggio 2015. I suoi resti mortali riposano nel giardino della Casa madre della Congregazione, a Castres.

Beato Bonaventura Relli da Palazzolo
Bonaventura Relli nacque a Palazzolo, presso Trino. Era devotissimo della Madonna di Crea. Dapprima pensò ad entrare tra gli Agostiniani, ma poi entrò tra i Minori Conventuali a Giaveno. In seguito fu trasferito a Santa Maria degli Angeli a Torino.Predicò nelle valli valdesi a Luserna ed Angrogna, dove la sua fama si diffuse grazie alla predicazione, all’austerità di vita e ai miracoli.
Nel 1634 fu mandato da papa Urbano VIII in Albania e Serbia, territori sotto il dominio dell’Impero Ottomano. Era sua caratteristica distribuire immagini della Vergine, da lui stesso dipinte sopra la seta. Nel 1643 ritorna in Piemonte, ad Ozegna e a San Giorgio Canavese. Morì nel Convento della Madonna degli Angeli di Torino il 2 ottobre 1657.

Beata Maria Antonina (Maria Anna) Kratochwil
La beata Maria Antonina (al secolo Maria Anna Kratochwil), professa della Congregazione delle Suore Scolastiche di Nostra Signora, nacque a Ostrava-Vitcovice (Moravia), oggi Repubblica Ceca, il 21 agosto 1881 e morì a Stanislawów, Polonia, il 2 ottobre 1942. Fu beatificata da Giovanni Paolo II a Varsavia (Polonia) il 13 giugno 1999 con altri 107 martiri polacchi.Nella città di Stanislawów in Polonia, beata Maria Antonina Kratochwil, vergine della Congregazione delle Suore Scolastiche di Nostra Signora e martire, che, durante la guerra, fu per la sua fede messa in carcere, dove morì sotto tortura per Cristo Sposo.

Beato Bartolomeo Blanco Marquez
Ex-allievo e cooperatore salesiano, venne ucciso durante la guerra civile spagnola, nel gruppo dei martiri dell'Andalusia, cioè di Siviglia (22 in tutto, accorpati a quelli di Madrid). Era un giovane buono, retto e coraggioso, impegnato nello studio della questione sociale e della dottrina sociale della Chiesa. Attivissimo nell'Azione Cattolica. Proprio per questa sua appartenenza fu incarcerato, poi condannato a morte. Prima di ricevere il colpo mortale esclamò: "Viva Cristo Re!". Il 26 giugno 2006 papa Benedetto XVI ha riconosciuto ufficialmente il suo martirio. E' stato beatificato il 28 ottobre 2007 in Piazza San Pietro.

Beato Andrea Ximenez
Fulgido per la santità della vita e l'autorevolezza dovunque si trovasse, il Beato Andrea Ximenez, fu un religioso mercedario esemplare facendo onore alla Chiesa ed al propio Ordine. Passando in redenzione nel regno moro di Granada in Spagna, liberò da una dura oppressione 128 schiavi. Alla fine glorioso raggiunse la felicità eterna in Gesù Cristo.
L'Ordine lo festeggia il 2 ottobre.

Beato Alfonso del Rio
Redentore mercedario, il Beato Alfonso del Rio, passando per Granada in Spagna, liberò 258 cristiani prigionieri sotto il regno moro di Ismaele V° e da questi ricevuto con grande benevolenza per le sue ammirevoli virtù. Morì santamente nell'anno 1313.L'Ordine lo festeggia il 2 ottobre.
Alfonso = valoroso e nobile, dal gotico.

Beato Giorgio Edmondo Renè
Nel mare davanti a Rochefort in Francia in una squallida galera ferma all'ancora, beato Giorgio Edmondo René, sacerdote e martire, che, canonico di Vézelay, condannato durante la rivoluzione francese agli arresti navali per avere esercitato il ministero sacerdotale, morì consunto dalla cancrena.

Beata Maria Guadalupe (Maria Francesca) Ricart Olmos
Nel villaggio di Silla vicino a Valencia ancora in Spagna, beata Maria Guadalupe (Maria Francesca) Ricart Olmos, religiosa dell'Ordine dei Servi di Maria e martire, che sempre nella medesima persecuzione fu coronata dal martirio per aver testimoniato Cristo.

Beati Elia e Giovanni Battista Carbonell Mollà
Nel villaggio di Sax vicino ad Alicante sempre in Spagna, beati fratelli Elia e Giovanni Battista Carbonell Mollá, sacerdoti e martiri, fucilati durante la stessa persecuzione contro la Chiesa.

San Teofilo di Bulgaria
A Costantinopoli, commemorazione di san Teofilo, monaco, che per aver difeso le sacre immagini fu crudelmente fustigato e mandato in esilio da Leone l'Isaurico.

San Beregiso
Ad Andage tra le Ardenne in Austrasia, nell'odierno Belgio, san Beregíso, abate, che fondò qui un monastero di chierici regolari e lo governò con diligenza.

Sant'Ursicino di Coira
Nel territorio dell'odierna Svizzera, sant'Ursicino, vescovo di Coira e primo abate del monastero di Disentis da lui fondato.

Beato Szilárd István Bogdánffy
Vescovo di Oradea Mare dei Latini. Martire sotto il regime comunista. Beatificato il 30 ottobre 2010.

Santi Eleuterio e compagni di Nicomedia
A Nicomedia in Bitinia, nell'odierna Turchia, sant'Eleuterio, martire.

       Chiudi