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San Giuseppe da Copertino
Giuseppe Maria Desa nacque il 17 giugno 1603 a Copertino (Lecce) in una stalla del paese. Il padre fabbricava carri. Rifiutato da alcuni Ordini per «la sua poca letteratura» (aveva dovuto abbandonare la scuola per povertà e malattia), venne accettato dai Cappuccini e dimesso per «inettitudine» dopo un anno. Accolto come Terziario e inserviente nel conventino della Grotella, riuscì ad essere ordinato sacerdote. Aveva manifestazioni mistiche che continuarono per tutta la vita e che, unite alle preghiere e alla penitenza, diffusero la sua fama di santità. Giuseppe levitava da terra per le continue estasi. Così, per decisione del Sant'Uffizio venne trasferito di convento in convento fino a quello di San Francesco in Osimo. Giuseppe da Copertino ebbe il dono della scienza infusa, per cui gli chiedevano pareri perfino i teologi e seppe accettare la sofferenza con estrema semplicità. Morì il 18 settembre 1663 a 60 anni; fu beatificato il 24 febbraio 1753 da papa Benedetto XIV e proclamato santo il 16 luglio 1767 da papa Clemente XIII.
Aviatori, Passeggeri di aerei, Astronauti
Giuseppe = aggiunto (in famiglia), dall'ebraico
A Osimo nelle Marche, san Giuseppe da Copertino, sacerdote dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali, che, nonostante le difficoltà affrontate durante la sua vita, rifulse per povertà, umiltà e carità verso i bisognosi di Dio.

Beato Davide (Daudi) Okelo
La Chiesa ricorda oggi due catechisti proclamati beati da Giovanni Paolo II nel 2002: si tratta dei martiri ugandesi Davide Okelo e Gildo Irwa, figure molto significative in questo ottobre missionario. Erano poco più che ragazzini quando nel 1917 si presentarono al comboniamo padre Cesare Gambaretto offrendosi come volontari catechisti per la missione di Paimol, rimasta sguarnita dopo l'uccisione del fratello di Davide, Antonio. Battezzati e cresimati da pochi mesi, avevano appena diciotto (Davide) e quattordici anni (Gildo). Alle resistenze del missionario, titubante perché conosceva bene il pericolo cui andavano incontro, il più piccolo rispose: «Padre, non temere. Gesù e Maria sono con noi». A Paimol si diedero subito da fare. Di Gildo si racconta che coinvolgesse i ragazzi anche con piccoli giochi. Furono uccisi il 18 ottobre 1918 da due guerrieri locali. Avrebbero risparmiato loro la vita se avessero abbandonato il villaggio. Ma per loro era troppo importante annunciare quel Gesù appena incontrato.
Nel villaggio di Paimol presso la missione di Kalongi in Uganda, beati Davide Okelo e Gildo Irwa, catechisti e martiri, che, trafitti con la lancia dai pagani del luogo per essersi adoperati spontaneamente nell'opera di evangelizzazione del popolo, manifestarono con il loro intrepido martirio la potenza di Cristo.

Beato Gildo (Jildo) Irwa
La Chiesa ricorda oggi due catechisti proclamati beati da Giovanni Paolo II nel 2002: si tratta dei martiri ugandesi Davide Okelo e Gildo Irwa, figure molto significative in questo ottobre missionario. Erano poco più che ragazzini quando nel 1917 si presentarono al comboniamo padre Cesare Gambaretto offrendosi come volontari catechisti per la missione di Paimol, rimasta sguarnita dopo l'uccisione del fratello di Davide, Antonio. Battezzati e cresimati da pochi mesi, avevano appena diciotto (Davide) e quattordici anni (Gildo). Alle resistenze del missionario, titubante perché conosceva bene il pericolo cui andavano incontro, il più piccolo rispose: «Padre, non temere. Gesù e Maria sono con noi». A Paimol si diedero subito da fare. Di Gildo si racconta che coinvolgesse i ragazzi anche con piccoli giochi. Furono uccisi il 18 ottobre 1918 da due guerrieri locali. Avrebbero risparmiato loro la vita se avessero abbandonato il villaggio. Ma per loro era troppo importante annunciare quel Gesù appena incontrato.
Nel villaggio di Paimol presso la missione di Kalongi in Uganda, beati Davide Okelo e Gildo Irwa, catechisti e martiri, che, trafitti con la lancia dai pagani del luogo per essersi adoperati spontaneamente nell'opera di evangelizzazione del popolo, manifestarono con il loro intrepido martirio la potenza di Cristo.

San Ferreolo di Vienne
Nel 473 S. Mamerto, vescovo di Vienne, costruì, al riparo dalle inondazioni del Rodano, una nuova chiesa e vi fece trasferire le reliquie dei martiri conservate fino ad allora nella vecchia basilica di S. Ferreolo, troppo minacciata dal fiume. S. Gregorio di Tours ha riportato i particolari di questa traslazione. Si scoprirono 3 tombe e fra esse quella di Ferreolo riconoscibile perché il Santo aveva presso di sé la testa del suo compagno S. Giuliano di Brioude. Si accreditò così la versione secondo cui Ferreolo, tribuno militare di guarnigione a Vienne, sarebbe stato perseguitato, flagellato e decapitato dal governatore Crispino sotto l'imperatore Decio. Precedentemente egli avrebbe facilitato la fuga del compagno Giuliano verso l'Alvernia. Ripreso, costui sarebbe stato decapitato sul posto e la sua testa portata a Vienne per essere presentata a Ferreolo; si spiegherebbe così la presenza della testa nella tomba del martire.
Nel territorio di Vienne, in Francia, san Ferréolo, martire, che, come si narra, durante la persecuzione si rifiutò, pur essendo tribuno, di arrestare i cristiani e, fatto prigioniero per questo motivo per ordine del governatore, fu crudelmente flagellato e gettato in carcere; riuscito a fuggire, fu nuovamente catturato dagli inseguitori e ricevette con la decapitazione la palma del martirio.

Sant'Eustorgio I di Milano
Eustorgio fu il nono vescovo di Milano. Una leggenda lo presenta come un greco mandato lì dall'imperatore come governatore. Alla morte di Protasio fu eletto vescovo, una vicenda che ricorda quella di Ambrogio. Recatosi a Costantinopoli, al ritorno avrebbe eretto la chiesa che porta il suo nome, presso il luogo della primitiva comunità cristiana in zona porta Ticinese. In essa collocò l'arca con le reliquie dei Magi, poi finite a Colonia. Morì intorno al 355 e fu sepolto in Sant'Eustorgio. Fa parte di quel gruppo di quattro vescovi (con Dionigi, Ambrogio e Simpliciano) proposti subito al culto pubblico.
Eustorgio = bene amato, dal greco
Bastone pastorale
A Milano, sant'Eustorgio, vescovo, di cui sant'Atanasio loda la professione della vera fede contro l'eresia ariana.

Beato Stefano Pina
Uomo di grandissima santità, il mercedario Beato Stefano Pina, faceva parte del convento di Santa Maria in Arguines (Spagna). Nel tempo in cui imperversava la peste egli si mise al servizio di tutti quei poveri colpiti dalla mortale malattia e con grande carità li soccorreva fisicamente e spiritualmente. Contagiato lui stesso e ritiratosi nel suo convento, il 18 settembre 1317 nell'ora della morte fu onorato dall'apparizione di San Raffaele Arcangelo in abiti mercedari, che lo consolò e gli amministrò il viatico.

Beato Giuseppe (Jozef) Kut
Jozef Kut, sacerdote dell'arcidiocesi di Poznan, cadde vittima dei nazisti nel celebre campo di concentramento tedesco di Dachau. Papa Giovanni Paolo II il 13 giugno 1999 lo elevò agli onori degli altari con ben altre 107 vittime della medesima persecuzione.
Nel campo di prigionia di Dachau vicino a Monaco di Baviera in Germania, beato Giuseppe Kut, sacerdote e martire, che, di nazionalità polacca, durante la guerra, condannato per la sua fede al carcere duro e sottoposto a crudeli tormenti, migrò al Signore.

Beati Ambrogio Maria da Torrente (Salvatore Chulia Ferrandis) e 4 compagni
A Montserrat nella stessa regione in Spagna, beati martiri Ambrogio (Salvatore) Chuliá Ferrandis e Valentino (Vincenzo) Jaunzarás Gómez, sacerdoti, e Francesco (Giusto) Lerma Martínez, Riccardo (Giuseppe) López Mora e Modesto (Vincenzo) Gay Zarzo, religiosi del Terz'Ordine di San Francesco degli Incappucciati della beata Vergine Addolorata, che sempre nella medesima persecuzione ricevettero la corona del martirio per la testimonianza data a Cristo.

San Domenico Trach
Catturato durante la persecuzione religiosa in Vietnam, ottenne, in carcere, la conversione di San Tommaso Toán, che aveva apostatato in un momento di debolezza. Superando minacce e torture, si rifiutò di calpestare la croce e fu decapitato.
Palma
Nella città di Nam Dinh nel Tonchino, ora Viet Nam, san Domenico Trach, sacerdote dell'Ordine dei Predicatori e martire, che preferì morire piuttosto che recare oltraggio alla croce e subì il martirio della decapitazione sotto l'imperatore Minh Mang.

Santi Costanzo e compagni
San Costanzo è ritenuto uno dei soldati della Legione Tebea scampati all’eccidio di Agauno (odierna Saint-Maurice in Svizzera). Raggiunse la Val Maira e dopo aver dato sepoltura ad alcuni suoi compagni di martirio fu anch’egli ucciso in odio alla fede cristiana presso Villar San Costanzo ed ivi è venerato nel Santuario di San Costanzo al Monte. Con San Chiaffredo è venerato come patrono della diocesi di Saluzzo.
Diocesi di Saluzzo
Palma, Spada, Stendardo, Croce Mauriziana

Beati Ferdinando Garcia Sendra e Giuseppe Garcia Mas
Vicino alla città di Gandía nel territorio di Valencia sempre in Spagna, beati Ferdinando García Sendra e Giuseppe García Mas, sacerdoti e martiri, che durante la stessa persecuzione confermarono con il loro sangue la fedeltà a Dio.

Beato Carlos Erana Guruceta
Palma
Presso Ciudad Real in Spagna, beato Carlo Eraña Guruceta, religioso della Società di Maria e martire, che, in epoca di angherie contro i sacerdoti e i religiosi, fu arrestato dai miliziani e fucilato senza processo.

Santa Riccarda
Riccarda = potente e ricca, dal provenzale
Ad Andlau in Alsazia, nel territorio dell'odierna Francia, santa Riccarda, che, regina, rinunciando al regno di questo mondo, servì Dio nel monastero da lei stessa fondato.

San Ferreolo di Limoges
A Limoges in Aquitania, sempre in Francia, san Ferréolo, vescovo, che liberò dall'incombente pericolo Marco, referendario del re Chidelberto, che il popolo di questa città voleva uccidere.

Sant'Arianna (Ariadne) di Primnesso
Arianna = decantata, la molto santa, dal greco
Palma
A Primnesso in Frigia, sempre in Turchia, santa Arianna, martire.

San Sinerio (Senario) d'Avranches
Ad Avranches sulla costa della Bretagna, in Francia, san Senario, vescovo.

Sant'Oceano
A Nicomedia in Bitinia, nell'odierna Turchia, sant'Oceano, martire.

Sant'Eumenio di Gortina
A Górtina nell'isola di Creta, sant'Eumenio, vescovo.

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