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Santi Proto e Giacinto
I santi Proto e Giacinto furono sepolti nel cimitero di Bassilla (poi di San Ermete). Nel 1845 le loro ossa furono trovate in un cubicolo che papa Damaso aveva fatto ripulire dalla terra franata e in cui aveva fatto porre una lapide che ricordava come Proto e Giacinto fossero fratelli martiri. La tradizione narra la loro vita in modo leggendario. Essi sarebbero stati due fratelli cristiani eunuchi, schiavi di Eugenia, figlia del nobile romano Filippo, prefetto di Alessandria d'Egitto. Convertita al cristianesimo, Eugenia avrebbe ceduto i due giovani alla nobile Bassilla, convertitasi a sua volta grazie ai loro insegnamenti. Denunciati dal fidanzato di quest'ultima, sarebbero stati tutti martirizzati. Al di là della leggenda, è certo che la loro esistenza e il loro martirio sono stati storicamente comprovati.
Palma
A Roma nel cimitero di Basilla sulla via Salaria antica, deposizione dei santi martiri Proto e Giacinto, che il papa san Damaso celebrò nei suoi versi, recuperando i loro tumuli nascosti sotto terra. In questo luogo, circa quindici secoli dopo sono stati nuovamente ritrovati il sepolcro intatto di san Giacinto e il suo corpo consumato dal fuoco.

Beato Francesco Giovanni Bonifacio
Nato a Pirano (Istria) nel 1912, da una famiglia umile e profondamente cristiana, e secondo di sette figli, Francesco ricevette l'ordinazione sacerdotale il 27 dicembre 1936, nella cattedrale di San Giusto a Trieste.
Dopo un primo incarico a Cittanova, assunse la responsabilità della curazia di Villa Gardossi, che raccoglieva diverse frazioni sparse nella zona di Buie. Don Francesco si fece subito amare, promuovendo numerose attività, visitando le famigle, gli ammalati, e donando quel poco che aveva ai poveri. Il suo impegno lo rese un prete troppo scomodo per la propaganda antireligiosa della Jugoslavia di allora, ma nonostante le intimidazioni proseguì fino alla fine per la sua strada. E' la sera dell'11 settembre 1946 e don Francesco Bonifacio sta rincasando da Grisignana. A un certo punto viene fermato da due uomini della guardia popolare. Chi li vide raccontò che sparirono insieme nel bosco. Il fratello, che lo cercò immediatamente, venne incarcerato con l’accusa di raccontare delle falsità. Per anni la vicenda è rimasta sconosciuta, finché un regista teatrale è riuscito a contattare una delle guardie popolari che avevano preso don Bonifacio. Quest'ultimo raccontò che il sacerdote era stato caricato su un’auto, picchiato, spogliato, colpito con un sasso sul viso e finito con due coltellate prima di essere gettato in una foiba. Da allora i suoi resti non sono stati mai più ritrovati.

Beato Bonaventura da Barcellona (Michele Battista Gran)
Michele Battista Gran, nato a Riudomes (Spagna) nel 1620, rimasto vedovo era divenuto frate col nome di Bonaventura di Barcellona. Fu in diversi conventi spagnoli, dimostrando una profonda spiritualità, ubbidisce allegramente, vive una vita ritirata e mortificata. Chi gli vive accanto è testimone di fatti che hanno del miracoloso e che lasciano intravedere la sua vicinanza a Dio. Sente che il Signore vuole da lui un impegno particolare per rinnovare lo spirito francescano con l'istituzione dei «Ritiri», un ritorno alla spiritualità e alla povertà francescana delle origini. Si reca a Roma e qui trova un'umanità sofferente e bisognosa. Da vero figlio di san Francesco aiuta tutti come può e viene ribattezzato «l'apostolo di Roma». La riforma francescana che sta attuando gli attira i consensi delle autorità ecclesiastiche e dagli stessi Papi Alessandro VII e Innocenzo XI, dai quali arriva l'approvazione pontificia agli statuti dei suoi «Ritiri». Morì in San Bonaventura al Palatino nel 1684.
A Roma, beato Bonaventura da Barcellona (Michele) Gran, religioso dell'Ordine dei Frati Minori, che, per amore dell'osservanza della regola, istituì in molti luoghi del territorio romano conventi per ritiri spirituali, mostrando sempre grande austerità di vita e carità verso i poveri.

San Giovanni Gabriele Perboyre
Nato a Montgesty nel 1802 e ordinato sacerdote a Parigi nel 1826, Giovanni Gabriele Perboyre desiderando ardentemente di darsi alle missioni estere si recò in Cina e nel 1832 approdò a Macao. Qui esercitò il suo apostolato tra i cristiani nonostante i pericoli della persecuzione. Tradito da uno dei suoi discepoli, fatto prigioniero, fu torturato a lungo e subì il martirio a Outchanfou l'11 settembre del 1840. Tra i cristiani rimasti fedeli, alcuni presero il corpo e gli diedero sepoltura nel luogo della sua predicazione, dove rimase finché non venne traslato nella Casa Madre della Congregazione dei Preti della Missione (Lazzaristi). Fu beatificato il 10 novembre del 1889 e fu canonizzato il 2 giugno del 1996. La sua memoria liturgica ricorre l'11 settembre.
Palma
Nella città di Wuchang nella provincia dello Hebei in Cina, san Giovanni Gabriele Perboyre, sacerdote della Congregazione della Missione e martire, che per predicare il Vangelo assunse un aspetto conforme alle consuetudini del luogo, ma allo scoppio della persecuzione fu sottoposto durante una lunga carcerazione a varie torture e, infine, appeso a una croce e strangolato con un laccio.

Beato Pietro de Alcantara (Lorenzo) Villanueva Larrayoz
Fra Pietro d'Alcantara Villanueva, nato nel 1881 a Osinaga (Navarra) e fattosi religioso a Ciempozuelos, fu arrestato dai miliziani il 4 settembre 1936 a Barcellona nella famiglia presso cui aveva trovato ospitalità, e fucilato una settimana dopo. A chi gli raccomandava di occultare il suo stato religioso, rispondeva: "Questo mai! Non vi è cosa più bella che morire per Cristo! Se mi daranno una o due fucilate andrò più presto al cielo!". Fu beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 25 ottobre 1992.
A Barcellona in Spagna, beato Pietro de Alcántara (Lorenzo) Villanueva Larráyoz, religioso dell'Ordine di san Giovanni di Dio e martire, che patì il martirio in quanto religioso durante la persecuzione contro la fede.

Santi Matteo e Gusmeo
Gli storici riportano due versioni sulla vita dei patroni di Gravedona sul Lario (Como), luogo dove, in ogni caso, subirono il martirio. Secondo la prima essi furono compagni dei santi Fedele e Carpoforo, sfuggiti in un primo tempo alle persecuzioni di Massimiano. Un'altra li considera soldati scampati all'eccidio della legione Tebea. Dopo secoli di oblio, i loro corpi furono ritrovati l'11 settembre 1248 in località Pozzano di Gravedona e deposti nella chiesa di San Fedele, che nel 1533 venne ricostruita e intitolata a loro. Nel 1608 la volta fu affrescata da Gianmauro della Rovere, detto il Fiammenghino.
Matteo = uomo di Dio, dall'ebraico
Palma

San Felice, Regola ed Essuperanzio
I santi Felice e Regola, ed Essuperanzio loro servo, sono stati legati da improbabili leggende alla celebre Legione Tebea e, scampati all'eccidio di Agauno (odierna Saint-Maurice in Svizzera), raggiunta la non lontana città di Zurigo si dedicarono all'evangelizzazione delle popolazioni locali per poi essere anch'essi uccisi in odio alla fede cristiana tramite decapitazione. Zurigo con l'intera diocesi venera quali celesti patroni in particolar modo Felice e Regola, che anche il nuovo Martyrologium Romanum ricorda in data odierna.
Zurigo (Svizzera)
Palma, Testa decapitata
A Zurigo nell'odierna Svizzera, santi martiri Felice e Regola.

Santa Sperandea (Sperandia)
La vita di Santa Sperandia è da inserirsi, nel movimento del beghinismo femminile, ortodosso, che nel secolo XIII era largamente diffuso nell'Italia centrale. Il movimento era formato da donne pie e religiose che, pur restando nel mondo, dedicavano la loro vita ad atti di pietà e di carità cristiana, pellegrinando di luogo in luogo fino a che non si riunivano sotto la guida dei principali ordini monastici. Così fu anche per Santa Sperandia che solo alla fine della sua vita si ritirò nel monastero delle benedettine di Cingoli.
Sperandia = Spera in Dio

Beato Baldassarre Velasquez
Il mercedario Beato Baldassarre Velàsquez, cadde prigioniero fra i saraceni ribelli a La Muela presso Saragozza in Spagna. Fu, da questi, minacciato di morte qualora non avesse rinnegato la fede cattolica ma egli li rimproverò severamente delle loro cattiverie e vizi così testimoniando la propria fede fu trafitto da una freccia nell'anno 1588 e assieme a lui similmente vennero trafitti altri 16 martiri.
L'Ordine lo festeggia l'11 settembre.

San Paziente di Lione
Nella diocesi di Lione in Francia, si impegnò a fondo nell'apostolato di conversione degli eretici e di assistenza ai bisognosi.
A Lione in Francia, san Paziente, vescovo, che, mosso da carità, distribuì gratuitamente il frumento alle città disposte lungo il Rodano e la Saône per soccorrere le popolazioni oppresse dalla fame e si impegnò a fondo in un apostolato di conversione degli eretici e di cura dei bisognosi.

San Martiniano
Le reliquie del martire tebeo San Martiniano erano un tempo conservate sotto l'altar maggiore della cattedrale di Torino, ma poi vennero traslate in un'altra chiesa cittadina. Una sua reliquia è venerata nella chiesa parrocchiale di Pecco, paesino della Val Chiusella nel Canavese che lo venera quale celeste patrono. La memoria di San Martiniano era un tempo celebrata al 5 dicembre nell'Arcidiocesi di Torino.
Pecco (TO)

Beati Gaspare Koteda, Francesco Takeya e Pietro Shichiemon
A Nagasaki in Giappone, beati martiri Gaspare Koteda, catechista, e i bambini Francesco Takeya e Pietro Shichiemon, che, nello stesso luogo e con la stessa fermezza dei loro padri, che avevano subito il giorno prima il martirio, furono anch'essi sottoposti per Cristo al supplizio della decapitazione.

San Pafnuzio
Commemorazione di san Pafnuzio, vescovo in Egitto: fu uno di quei confessori della fede, condannati alle miniere sotto l'imperatore Galerio Massimino, dopo che fu loro cavato l'occhio destro e tagliato il tendine del piede sinistro; prese in seguito parte al Concilio di Nicea, dove lottò strenuamente per la fede cattolica contro gli ariani.

Beato Francesco Mayaudon
In una nave all'ancora davanti alla costa francese presso Rochefort, beato Francesco Mayaudon, sacerdote e martire, che, arrestato durante la rivoluzione francese per il suo sacerdozio e tenuto in un galera, morì infine consunto dalla cancrena.

Sant'Adelfio di Remiremont
Adelfio = (Adelfo) fratello, dal greco
Nel monastero di Luxeuil in Burgundia, ora in Francia, transito di sant'Adelfio, abate del monastero di Remiremont, che lavò a lungo nelle lacrime la discordia di un breve momento.

Beato Giuseppe Maria Segura Penades
Nel villaggio di Genovés nel territorio di Valencia sempre in Spagna, beato Giuseppe Maria Segura Penadés, sacerdote e martire, che nella stessa persecuzione versò il sangue per Cristo.

San Leudino di Toul
A Toul in Austrasia, ora in Francia, san Leudíno, vescovo, che visse dapprima da uomo sposato e prese poi la decisione di ritirarsi a vita monastica, al pari di sua moglie Odilia.

San Sacerdote di Lione
A Parigi in Francia, transito di san Sacerdote, vescovo di Lione, che visse nell'amore e nel timore di Dio e morì in questa città, dove era giunto per un concilio.

Sant'Elia Speleota
Abito monacale, Pastorale
Nel monastero di Aulinas in Calabria, sant'Elia, detto lo Speleota, insigne cultore della vita eremitica e cenobitica.

San Daniele di Bangor
Nell'isola di Bardsey sulla costa del Galles settentrionale, san Daniele (Deiniol Wyn), vescovo e abate di Bangor.

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