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Esaltazione della Santa Croce
La croce, già segno del più terribile fra i supplizi, è per il cristiano l'albero della vita, il talamo, il trono, l'altare della nuova alleanza. Dal Cristo, nuovo Adamo addormentato sulla croce, è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa. La croce è il segno della signoria di Cristo su coloro che nel Battesimo sono configurati a lui nella morte e nella gloria. Nella tradizione dei Padri la croce è il segno del figlio dell'uomo che comparirà alla fine dei tempi. La festa dell'esaltazione della croce, che in Oriente è paragonata a quella della Pasqua, si collega con la dedicazione delle basiliche costantiniane costruite sul Golgota e sul sepolcro di Cristo. (Mess. Rom.)Festa della esaltazione della Santa Croce, che, il giorno dopo la dedicazione della basilica della Risurrezione eretta sul sepolcro di Cristo, viene esaltata e onorata come trofeo della sua vittoria pasquale e segno che apparirà in cielo ad annunciare a tutti la seconda venuta del Signore.

Maria Santissima della Fontana
Maria Santissima della Fontana è la patrona della città di Francavilla Fontana (in dialetto francavillese: "Matonna Ti La Funtana") (Diocesi di Oria). La festa è il 14 settembre.
Storia e leggenda
Agli inizi del regno di Roberto I d'Angiò, era principe di Taranto suo fratello Filippo d'Angiò. Un giorno quest'ultimo, recandosi a Casevetere (borgo originario di Francavilla Fontana), si recò insieme alla sua corte vesro villa del Salvatore, per una battuta di caccia. Tra i cacciatori c'era un certo Elia Marrese, che vedendo un cervo, gli scoccò una freccia che stranamente ritornò indietro, anziché colpire la preda. Meravigliato per questo evento prodigioso, si accorse che il cervo era genuflesso ad una fonte, come se venerasse qualcosa. Avvertito il principe, quest'ultimo fece diradare la selva e si accorsero che vi era una piccola grotta, sulla quale vi era l'immagine della Vergine Maria con un bambino in braccio. Il principe meravigliato si prostrò a terra e venerò insieme al suo seguito la Madonna e decise che da allora tutti la venerassero sotto il titolo di "Maria della Fontana".
La scoperta di questa sacra immagine avvenne il 14 settembre 1310. Qualche anno dopo, con Breve apostolico del 23 agosto 1332 di papa Giovanni XXII, si concesse l'indulgenza plenaria a tutti i fedeli che avessero visitato l'immagine il 14 settembre di ogni anno.
Il principe ordinò di edificare una chiesa in onore della Vergine della Fontana.

Sant'Alberto di Gerusalemme
Nato verso la metà del secolo XII nella città di Castel Gualtieri, in Emilia (Italia), entrò tra i Canonici Regolari della Santa Croce di Mortara (Pavia), e fu Priore nel 1180. Vescovo di Bobbio nel 1184, fu trasferito l'anno seguente a Vercelli, che governò per vent'anni. In questo periodo svolse, con fermezza e prudenza, missioni di portata nazionale ed internazionale. Fu mediatore di pace tra le città di Pavia e Milano nel 1194 e tra le città di Parma e Piacenza cinque anni dopo. Nel 1191 celebrò un sinodo diocesano di grande valore per la parte disciplinare, che continuò a servire di norma fino ai tempi moderni. Esplicò anche una grande attività legislativa a favore di ordini religiosi: dettò gli statuti per i canonici di Biella e fu tra i consiglieri per la regola degli Umiliati. Fu eletto nel 1205 Patriarca di Gerusalemme e poco dopo nominato legato papale per la provincia ecclesiastica di Gerusalemme. Arrivò in Palestina all'inizio del 1206 e dimorò in Accon (Acri), perché allora Gerusalemme era occupata dai saraceni. In Palestina sviluppò una notevole azione di pacificazione non solo tra i cristiani, ma anche tra questi e i non cristiani, e realizzò la sua missione con molta energia. Durante il suo patriarcato, riunì in comunità gli eremiti del monte Carmelo e diede loro una Regola. Il 14 settembre 1214, durante una processione, Alberto fu ucciso a colpi di coltello dal Maestro dell'Ospedale di S. Spirito, che egli aveva rimproverato e dimesso per la sua cattiva vita.
Alberto = di illustre nobiltà, dal tedesco
Ad Akko in Palestina, sant'Alberto, vescovo, che, trasferito dalla Chiesa di Vercelli a quella di Gerusalemme, scrisse una regola per gli eremiti del monte Carmelo e, mentre celebrava la festa della Santa Croce, fu trafitto con la spada da un uomo malvagio da lui rimproverato.

Beata Maria Celeste (Giulia) Crostarosa
Nata a Napoli il 31 ottobre 1696 coi nomi di Giulia Marcella, entrò nel 1718 nel monastero carmelitano di Marigliano, insieme alla sorella Orsola. Con lei si trasferì nel 1724 a Scala, in provincia di Salerno, presso il monastero fondato da padre Tommaso Falcoia, suo direttore spirituale, passando alla regola della Visitazione. Il 25 aprile 1725, dopo aver ricevuto la Comunione, comprese che Dio voleva che lei fondasse un nuovo istituto, che si conformasse nelle regole alla vita di Gesù Salvatore. Con il fondamentale apporto di don Alfonso Maria de’ Liguori, futuro santo, sorse l’Ordine del SS. Salvatore, che con l’approvazione pontificia, nel 1750, cambiò il titolo in “del SS. Redentore”. Fatta oggetto d’incomprensioni e di ostilità, suor Maria Celeste visse le sue tribolazioni con pazienza e grande maturità spirituale, sapendo di dover condividere il cammino pasquale del Redentore. Morì il 14 settembre 1755 a Foggia, dov’era riuscita a fondare un monastero secondo il suo progetto di vita religiosa. A seguito di un lungo processo di beatificazione, svolto nelle sue varie fasi a partire dal 1879, è stata dichiarata Venerabile nel 2013. Il 14 dicembre 2015 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui è stato approvato un miracolo per intercessione di suor Maria Celeste Crostarosa, la cui beatificazione è stata fissata per il 18 giugno 2016 a Foggia. I suoi resti mortali sono conservati nella chiesa del monastero del SS. Salvatore a Foggia. Le monache Redentoriste, ma anche i padri Redentoristi fondati da sant’Alfonso, la riconoscono come loro madre nello spirito.

San Crescenzio di Roma
L'unica fonte biografica su Crescenzio sono gli Acta ricevuti dal Baronio ab Ecclesia Perusina, conservati nella Biblioteca Vallicelliana in una copia del 1600 e pubblicati negli Acta Sanctorum. Questi Acta sono stati redatti in Toscana, probabilmente quando avvenne, nel 1058, la traslazione del corpo di Crescenzio a Siena. Crescenzio, di nobile famiglia romana, fu battezzato con i genitori dal prete Epigmenio (24 marzo). Durante la persecuzione di Diocleziano la famiglia riparò a Perugia, dove morì il padre Eutimio. Ricondotto a Roma, sebbene avesse solo undici anni, per la sua fede cristiana, Crescenzio fu decapitato sulla via Salaria, fuori della porta. Nel cimitero di Priscilla, sulla via Salaria, è ricordato dagli itinerari romani medievali un martire Crescenzio (Crescenzione o Crescenziano), della cui venerazione sono state scoperte nel secolo scorso alcune testimonianze graffite. Il corpo, a richiesta del vescovo Antifredo, fu trasportato da Roma a Siena nella metà dell'XI secolo. Altre reliquie furono traslate a Tortosa nel 1606.
Crescenzio = accresce (la famiglia), dal latino
Palma

Santa Notburga di Eben
Nacque nel 1265 a Rattenberg (Nord Tirolo). Fu domestica e cuoca di un nobile nel vicino castello sul Rottenburg; distribuiva generosamente ai poveri tutto ciò che avanzava dalla tavola dei padroni. Morta la contessa, sua figlia impedì tale attività. Notburga allora passò a servizio di agricoltori a Eben. Qui fece fermare con un miracolo il lavoro dei campi dopo il suono delle campane. Morta il 14 settembre 1313, il suo scheletro dorato si venera nella chiesetta della cittadina di Eben. Nel 1718 le reliquie furono ricomposte secondo l'uso dell'epoca, rivestite con seta, oro e argento e furono esposte sull'altare maggiore in posizione verticale e lì sono tuttora. È invocata come modello e patrona della gioventù rurale e si venera come patrona dei contadini e delle domestiche. Il suo culto diffuso nel Tirolo, Austria, Istria, Baviera è stato confermato da Papa Pio IX con decreto del 27 marzo 1862.
Nel villaggio di Eben nel Tirolo, santa Notburga, vergine, che, casalinga, servì Cristo nei poveri, lasciando ai contadini un modello di santità.

Santa Placilla (Ælia Flaccilla)
Santa Placilla è l'imperatrice nota nel mondo latino con il nome di Aelia Flaccilla, prima moglie di san Teodosio I il Grande. Come il marito anch'essa era di origini spagnole. Il matrimonio fui celebrato nel 376 e Placilla partorì tre figli negli anni seguenti. Assai probabilmente proprio per complicazioni seguite all'ultimo parto, Placilla morì prematuramente nel 385. Nella sua breve esistenza terrena fu ispiratrice di moderazione e di clemenza nella politica di suo marito, contribuendo con la promozione della fede cristiana in contrasto con i culti pagani ancora imperanti. La coppia imperiale divenne così sostenitrice della dottrina cristiana sostenuta dal Concilio di Nicea, avendo impedito Placilla a suo marito di stipulare un ambiguo accordo con l'eretico Ario. Santa Placilla, considerata anche un modello brillante di virtù cristiane e carità ardente per i suoi contemporanei, ricevette sepoltura presso Costantinopoli, con orazione funebre officiata da Gregorio di Nissa.

San Pietro II di Tarantasia
Desiderando appartarsi da ogni gloria mondana, si fece cistercense. Si distinse nella stretta osservanza della Regola e diresse l'abbazia di Tamié. Per le sue eccelse qualità, il Papa lo nominò arcivescovo di Tarentaise in Francia.Nel monastero di Beauvale nel territorio di Besançon in Francia, transito di san Pietro, che, da abate cistercense passò a reggere con ardente zelo la sede di Moûtiers, alla quale era stato elevato, promuovendo con fervore la concordia tra le popolazioni.

Beato Raimondo da Moncada
Nobile cavaliere e compagno di San Pietro Nolasco dal quale ricevette l'abito mercedario come cavaliere laico, il 10 agosto 1218 stesso giorno della fondazione dell'Ordine, il Beato Raimondo de Moncada fu il terrore dei mori.
Più volte sostenne grandi lotte contro i saraceni per la fede di Cristo, tuttavia sempre intento alla meditazione delle cose celesti ed in fretta si avviò verso le delizie del paradiso.
L'Ordine lo festeggia il 14 settembre.

Beato Antonio Rondon
Secondo provinciale del Cile, il Beato Antonio Rondon, fu uno zelante missionario degli araucani. Famosissimo per la santità della vita e la cultura, predicò la fede ad una moltitudine di pagani che battezzò egli stesso e fu chiamato apostolo degli araucani.
Moderatore delle province di Cusco e Cile finché glorioso per le virtù e miracoli morì all'età di 102 anni.
L'Ordine lo festeggia il 14 settembre.

Beato Claudio Laplace
Nel mare antistante Rochefort sulla costa francese, beato Claudio Laplace, sacerdote e martire, che, gettato durante rivoluzione francese per il suo sacerdozio in una galera ferma all'ancora, portò a compimento il suo martirio stremato da letale contagio.

San Gabriele Taurino Dufresse
Nella città di Chengdu nella provincia di Sichuan in Cina, san Gabriele Taurino Dufresse, vescovo e martire, che pose termine con il martirio della decapitazione a un operoso ministero, a cui aveva atteso per quarant'anni.

San Materno di Colonia
A Colonia, in Germania, san Materno, vescovo, che condusse alla fede in Cristo gli abitanti di Tongeren, Colonia e Treviri.

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