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San Nicodemo
A Gerusalemme, commemorazione dei santi Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo, che raccolsero il corpo di Gesù sotto la croce, lo avvolsero nella sindone e lo deposero nel sepolcro. Giuseppe, nobile decurione e discepolo del Signore, aspettava il regno di Dio; Nicodemo, fariseo e principe dei Giudei, era andato di notte da Gesù per interrogarlo sulla sua missione e, davanti ai sommi sacerdoti e ai Farisei che volevano arrestare il Signore, difese la sua causa.

San Giuseppe d'Arimatea
La sua figura emerge con forza nei Vangeli in occasione della sepoltura di Gesù. È un uomo ricco e onorato, un proprietario terriero che fa parte del Sinedrio. Secondo Marco, «anche lui aspettava il regno di Dio». È cioè un ebreo credente la cui fede nella speranza di Israele si traduce nella simpatia verso Gesù e nel dissenso da coloro che hanno favorito la sua condanna. Matteo va oltre, affermando che era un discepolo del rabbi di Nazaret, Giovanni specifica «di nascosto per timore dei Giudei». Con questo commento l’evangelista vuole evidenziare che egli, primo tra i giudei, dopo la morte di Gesù ha abbandonato ogni precedente, pusillanime esitazione ed è venuto alla luce. Ricorre difatti alla sua posizione altolocata per ottenere da Pilato il corpo di Gesù che, secondo le abitudini dei romani, doveva essere seppellito in una fossa comune. Un gesto di coraggio e di generosità, perché la simpatia per un condannato poteva esporlo al rischio di essere considerato complice del giustiziato e passibile del medesimo supplizio. Inoltre il contatto con un cadavere gli impediva di celebrare la Pasqua giudaica ormai imminente. Aiutato da Nicodemo, che porta aromi in grande quantità, Giuseppe si distacca così dal sistema cultuale degli ebrei e si prepara alla celebrazione della gloriosa vittoria del crocifisso sulla morte in quello stesso giardino dove Gesù apparirà risorto alla Maddalena. Dopo la Pasqua, non abbiamo più sue notizie dai Vangeli canonici, ma solo dagli scritti apocrifi. La sua figura è familiare all’immaginario dei credenti per la presenza nelle innumerevoli rappresentazioni della deposizione e sepoltura di Gesù.
Funerali
Giuseppe = aggiunto (in famiglia), dall'ebraico
Chiodi, Ampolla
A Gerusalemme, commemorazione dei santi Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo, che raccolsero il corpo di Gesù sotto la croce, lo avvolsero nella sindone e lo deposero nel sepolcro. Giuseppe, nobile decurione e discepolo del Signore, aspettava il regno di Dio; Nicodemo, fariseo e principe dei Giudei, era andato di notte da Gesù per interrogarlo sulla sua missione e, davanti ai sommi sacerdoti e ai Farisei che volevano arrestare il Signore, difese la sua causa.

Sant'Aidano di Lindisfarne
Di Aidano ci è giunta una descrizione a opera del monaco anglosassone Beda il Venerabile, che nacque 20 anni dopo la sua morte. È sconosciuto il luogo e la data di nascita di Aidano, ma si crede che fosse irlandese. Nel 635 fu nel monastero di Iona nell'omonima isola e centro missionario dell'epoca. In quell'anno il re di Northumbria, Oswald desideroso di diffondere il cristianesimo nel suo regno, si rivolse all'abate di Iona, dove era stato onvertito e battezzato, affinché mandasse un missionario. Dopo il fallimento del vescovo Cormano, fu mandato lo stesso Aidano, che intanto era stato consacrato vescovo missionario. Accolto dal re Oswald gli concesse l'isola di Lindsfarne nel Mare del Nord per fondarvi un monastero e una sede episcopale. Aidano ebbe un aiuto costante da parte del re Oswald e quando questi morì nel 642, il successore Oswin, continuò ad appoggiarlo nella sua opera di apostolato missionario. Undici giorni dopo la morte del re Oswin assassinato, anche Aidano morì a Bambourgh il 31 agosto 651 e sepolto nel suo monastero.
Aidano = splendido capo, dall'antico normanno
Bastone pastorale
A Lindisfarne nella Northumbria, in Inghilterra, sant'Aidano, vescovo e abate, che, uomo di somma mansuetudine, pietà e rettitudine di governo, dal monastero di Iona fu chiamato dal re sant'Osvaldo a questa sede episcopale, dove fondò un monastero per attendere efficacemente all'evangelizzazione del regno.

San Raimondo Nonnato
Non si sa molto della sua vita. Il soprannome significa non partorito dalla madre viva, «non-nato», ossia estratto dal corpo senza vita di lei, morta prima di darlo alla luce. Forse di nobile famiglia, Raimondo verso il 1224 entrò nell'Ordine religioso della Mercede (detto anche dei Mercedari), fondato pochi anni prima con lo scopo di riscattare e di curare la formazione religiosa e morale degli schiavi nelle regioni spagnole ancora occupate dagli Arabi. Dopo che gli spagnoli liberarono gran parte del territorio, Raimondo partì per l'Algeria, dove venne fatto prigioniero. Per impedirgli di predicare, gli misero una sorta di morso. Tornato in Catalogna, diventato ormai famoso, venne chiamato a Roma da papa Gregorio IX che nel 1239 lo nominò cardinale. Ma durante il viaggio, morì assalito da violenti febbri. San Raimondo è considerato anche il patrono delle ostetriche.
Raimondo = intelligenza protettrice, dal tedesco
A Cardona in Catalogna, san Raimondo Nonnato, che fu tra i primi compagni di san Pietro Nolasco nell'Ordine della Beata Maria Vergine della Mercede e si tramanda che abbia molto patito in nome di Cristo per la liberazione dei prigionieri.

Beato Pere Tarres i Claret
Nasce in Spagna a Manresa (Barcellona) il 30 maggio del 1905 da genitori credenti. Allievo dei padri Scolopi e dei Gesuiti, studia anche medicina; fonderà la clinica di Nostra Signora della Mercede a Barcellona. Sono gli anni della Guerra Civile Spagnola: nel luglio del 1938 Pere Tarrés i Claret è arruolato nell'esercito repubblicano come medico militare, attività in cui si impegna con esemplare carità. Nel frattempo il beato riesce a dedicarsi agli studi di latino e filosofia, maturando il desiderio di diventare prete; nel '39 entra in seminario, quattro anni dopo è ordinato sacerdote. Si laurea in teologia all'Università Pontificia di Salamanca. Rientra a Barcellona, dove ricopre incarichi nell'Azione Cattolica in particolare per la formazione dei giovani, nella pastorale parrocchiale e come cappellano di istituti religiosi femminili. Nel maggio del 1950, sottoposto a biopsia, gli è diagnosticato un linfosarcoma linfoblastico; muore pochi mesi dopo, il 31 agosto, a soli 45 anni, nella clinica da lui fondata. È beatificato da papa Giovanni Paolo II a Loreto il 5 settembre del 2004 durante il raduno dell'Azione Cattolica.

San Domenico del Val
Nato dal notaio Sancio, all'età di sette anni fu rapito da un giudeo, portato in casa di un rabbino, seviziato e ucciso. Il suo corpo fu ritrovato miracolosamente nell'Ebro e il suo culto si estese subito nell'Aragona. Il piccolo martire viene rappresentato con le braccia distese, le mani inchiodate su un muro e in testa una corona di spine. La sua festa si celebra il 31 agosto: certo il culto, leggendario il resto.
Scolari, Chierichetti
Domenico = consacrato al Signore, dal latino
Palma

San Paolino di Treviri
Paolino = piccolo di statura, dal latino
Bastone pastorale
A Treviri nell'odierna Germania, san Paolino, vescovo e martire, che durante l'invasione ariana fu vero araldo della verità e nel Sinodo di Arles, convocato dall'imperatore ariano Costanzo, non si lasciò indurre né da minacce né da adulazioni a condannare sant'Atanasio e a desistere dalla retta fede; per questo fu relegato in Frigia, nell'odierna Turchia, dove dopo cinque anni portò a compimento in esilio il suo martirio.

Beati Edmigio Primo Rodriguez, Amalio Zariquiegui Mendoza e Valerio Bernardo Herrero Martínez
Ad Almería in Spagna, beati Edmigio (Isidoro) Primo Rodríguez, Amalio (Giusto) Zariquiegui Mendoza e Valerio Bernardo (Marciano) Herrero Martínez, martiri, che, fratelli delle Scuole Cristiane, durante la persecuzione furono uccisi in odio alla fede.

Beato Andrea Dotti da Borgo Sansepolcro
Nobile italiano abbandonò la corte e si fece religioso nell'Ordine dei Servi di Maria.
Nell'eremo di Vallucola in Toscana, beato Andrea da Borgo Sansepolcro, sacerdote dell'Ordine dei Servi di Maria, dedito alle penitenze e alla contemplazione.

Sant'Aristide Marciano
Aristide = il migliore (degli uomini), ottimo, dal greco
Ad Atene, sant'Aristide filosofo, che, insigne per fede e sapienza, indirizzò all'imperatore Adriano degli scritti sulla religione cristiana.

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