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Martirio di San Giovanni Battista
Giovanni sigilla la sua missione di precursore con il martirio. Erode Antipa, imprigionatolo nella fortezza di Macheronte ad Oriente del Mar Morto, lo fece decapitare. Egli è l'amico che esulta di gioia alla voce dello sposo e si eclissa di fronte al Cristo, sole di giustizia: 'Ora la mia gioia è compiuta; egli deve crescere, io invece diminuire'. Alla sua scuola si sono formati alcuni dei primi discepoli del Signore. (Mess. Rom.)
Monaci
Agnello, Ascia
Memoria della passione di san Giovanni Battista, che il re Erode Antipa tenne in carcere nella fortezza di Macheronte nell'odierna Giordania e nel giorno del suo compleanno, su richiesta della figlia di Erodiade, ordinò di decapitare. Per questo, Precursore del Signore, come lampada che arde e risplende, rese sia in vita sia in morte testimonianza alla verità.

Santa Sabina
Patrizia romana del II secolo, uccisa in spregio alla fede allo stesso modo: decapitata. Nella sua «Passione» si legge che era una nobile pagana, moglie del senatore Valentino, convertitasi al cristianesimo per influenza dell'ancella Serapia. Con lei di notte scendeva nelle catacombe, dove i cristiani si riunivano clandestinamente per sfuggire alle persecuzioni imperiali. Quando Serapia venne catturata e bastonata a morte, anche Sabina venne allo scoperto subendo il martirio intorno all'anno 120. Le reliquie delle due martiri, insieme a quelle di Alessandro, Evenzio e Teodulo si trovano nella basilica di Santa Sabina all'Aventino, fondata nel 425 da Pietro d'Illiria, sui resti di un antico «Titulus Sabinae» (forse la santa, oltre che patrona, ne fu fondatrice e protettrice). San Domenico vi fondò il suo ordine nel 1219. Si può ancora vedere la sua cella, trasformata in cappella. Nel chiostro del convento si può ammirare l'arancio che il santo avrebbe piantato alla fondazione dei Predicatori. Anche uno dei più celebri figli dei Domenicani, san Tommaso, ha insegnato in questo convento. Santa Sabina viene raffigurata con libro, palma e corona. Con questi ultimi due attributi compare in una delle sue prime rappresentazioni (VI secolo) nella chiesa di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna.
Avezzano (AQ), Mariana Mantovana (MN)
A Roma, commemorazione di santa Sabina, la cui basilica costruita sull'Aventino reca il suo venerando nome.

Nostra Signora della Guardia - Genova
Il titolo "Nostra Signora della Guardia", attribuito alla Beata Vergine Maria, è da ricondurre ad un'apparizione che vide protagonista il pastore Benedetto Pareto sul Monte Figogna, nell'immediato entroterra genovese.
Genova

Beato Edmondo Ignazio Rice
Nasce a Westcourt, in Irlanda il 1° giugno 1762. A causa delle leggi restrittive contro i cattolici d'Irlanda, non può avere accesso a carriere in ambito militare, statale o giudiziario. Trova quindi lavoro come apprendista nella società dello zio paterno, affermato esportatore di merci. Edmondo ha successo nel lavoro, si sposa, ma dopo pochi anni la moglie muore in seguito a un incidente, dando alla luce una figlia disabile. A lei il santo si dedica con amore; rafforza il suo legame con la fede meditando la Parola di Dio, partecipando assiduamente all'Eucarestia e impegnandosi in opere di carità a sostegno dei poveri. Successivamente si dedica all'educazione dei giovani, fondando a Waterford la comunità religiosa dei «Fratelli della Presentazione» nella quale ben presto inizia ad affluire un gran numero ragazzi. Assieme ai suoi confratelli Edmondo dà vita anche alla «Congregazione dei fratelli Cristiani». Dà li a poco sorgeranno monasteri anche in Inghilterra, Gibilterra e Australia. Muore il 29 agosto del 1844 a Mount Sion di Waterford. Oggi le due congregazioni sono presenti in tutti i cinque continenti. Edmondo è beatificato da papa Giovanni Paolo II nel 1996.
A Waterford in Irlanda, beato Edmondo Ignazio Rice, che si diede con grande fervore e perseveranza all'istruzione dei fanciulli e dei giovani di condizioni modeste e, per incrementare quest'opera, fondò le Congregazioni dei Fratelli Cristiani e dei Frati della Presentazione.

Beato Flaviano Michele (Giacomo) Melki
Monsignor Flaviano Michele Melki, al secolo Giacomo (in arabo Ya‘qūb), nacque in una famiglia appartenente alla Chiesa monofisita siro-ortodossa, ma passò al cattolicesimo. Ordinato sacerdote il 13 maggio 1883, fu incaricato della cura pastorale itinerante di alcuni villaggi della regione di Tur Abdin, dove aiutò gli abitanti a resistere alla miseria e visse povero egli stesso. Fu nominato vicario patriarcale di Mardin, mentre il 19 gennaio 1913 venne consacrato vescovo di Gazarta (attuale Djézireh o Cizre). Due anni dopo, nel mezzo della persecuzione contro le minoranze cristiane attuata dal governo dell’Impero Ottomano, fu arrestato insieme ad alcuni notabili e capi religiosi cristiani. Fedele alla sua decisione di dare la vita per il suo popolo, rifiutò la proposta di convertirsi all’Islam per avere salva la vita.
Con i suoi compagni di martirio, morì per fucilazione il 29 agosto 1915; i corpi vennero gettati nel fiume Tigri, presso il quale si era svolta l’esecuzione. Il processo diocesano per l’accertamento del suo martirio in odio alla fede si è svolto presso il Patriarcato Siro-Cattolico di Antiochia dall’8 aprile 2010 al 30 settembre 2012. L’8 agosto 2015 papa Francesco ha firmato il decreto che lo riconosceva ufficialmente come martire. La beatificazione si è svolta il 29 agosto 2015, a cent’anni esatti dalla sua uccisione, presso il convento di Nostra Signora della Liberazione ad Harissa, in Libano.

Beata Fidelia (Dolores) Oller Angelats
Dolores Oller Angelats, figlia di un piccolo industriale della ceramica di Bañolas, presso Gerona in Spagna, si sentì chiamata alla consacrazione religiosa nelle Suore di San Giuseppe di Gerona, giunte nella sua città per prestare servizio nell’ospedale del posto. Dopo alcuni mesi, uscì dal noviziato per aiutare la madre rimasta vedova e i suoi fratelli più piccoli, ma non si sentiva pienamente felice: rientrò quindi in noviziato il 12 maggio 1892, cambiando il nome con quello di suor Fidelia. Fu superiora in varie comunità della sua congregazione, spendendosi per gli ammalati e per le sue consorelle. Allo scoppio della guerra civile spagnola, si trovava a Gandía. Fuggì da un’abitazione privata all’altra, raggiunta nel frattempo da suor Josefa Monrabal Montaner, che non l’abbandonò nemmeno quando fu scoperta dai miliziani. Furono fucilate il 29 agosto 1936 a Xeresa. Sono state beatificate insieme alla consorella Faconda Margenat Roura (al secolo Catalina, uccisa a Barcellona tre giorni prima), il 5 settembre 2015, nella cattedrale di Santa Maria Assunta a Gerona. I resti mortali di madre Fidelia e suor Josefa sono venerati presso la cappella della comunità delle Suore di San Giuseppe di Gerona a Gandía.

Beata Josefa Monrabal Montaner
Josefa Monrabal Montaner, nativa di Gandía in Spagna, maturò la sua vocazione religiosa tramite il servizio ai poveri e la frequentazione delle Figlie di Maria. All’arrivo nella sua città di una comunità delle Suore di San Giuseppe di Gerona, fu conquistata dal loro stile di vita e, dopo aver affrontato un periodo difficile per via del diniego del padre, ne entrò a far parte cominciando il noviziato il 18 marzo 1929; professò i voti perpetui cinque anni dopo. Allo scoppio della guerra civile spagnola tornò nella sua città per rifugiarsi da sua madre. Dopo aver trovato sua madre ed essere venuta a sapere che la superiora della comunità, madre Fidelia (al secolo Dolores) Oller Angelats, era stata messa al sicuro in un’abitazione privata, la raggiunse. Non l’abbandonò nemmeno quando entrambe furono scoperte dai miliziani. Furono fucilate il 29 agosto 1936 a Xeresa. Sono state beatificate insieme alla consorella Faconda Margenat Roura (al secolo Caterina, uccisa a Barcellona tre giorni prima), il 5 settembre 2015, nella cattedrale di Santa Maria Assunta a Gerona. I resti mortali di madre Fidelia e suor Josefa sono venerati presso la cappella della comunità delle Suore di San Giuseppe di Gerona a Gandía.

Santa Maria della Croce (Giovanna Jugan)
Nel giorno del martirio di Giovanni il Battista la Chiesa ricorda anche la beata Giovanna Maria della Croce, fondatrice delle Piccole suore dei poveri. Era nata come Giovanna Jugan a Cancale, in Francia, nel 1792. Il padre pescatore morì in mare quando lei aveva quattro anni. Fece la domestica in un castello e cominciò a sviluppare la sua vocazione: aiutare gli anziani soli. A 25 anni lasciò il paese e entrò come infermiera nell'ospedale di Saint-Servan. Nel frattempo aderì al Terz'ordine della Madre Ammirabile, fondato da san Giovanni Eudes. Con l'amica Francesca Aubert affittò una casa e cominciò ad accogliervi vecchi soli e malati. Il nucleo della Congregazione. Per delle incomprensioni venne, poi, destituita dal ruolo di superiora e passò gli ultimi anni come questuante. Morì nel 1879. È beata dal 1982.
Presso Rennes in Francia, beata Maria della Croce (Giovanna) Jugan, vergine, che per mendicare offerte per i poveri e per Dio fondò la Congregazione delle Piccole Sorelle dei Poveri, ma ingiustamente allontanata dal governo dell'Istituto, passò i restanti anni della sua vita in preghiera e umiltà.

Sant'Alberico
Vissuto nella prima metà del XI secolo, Alberico apparteneva a una nobile famiglia di Ravenna. Da giovane si votò a una vita eremitica fatta di rigorosa penitenza, preghiera e contemplazione, dimorando a Valle Sant'Anastasio presso San Marino. Poi visse nell'eremo di Ocri, in diocesi di Cesena-Sarsina, eretto da san Pier Damiani, e da qui passò a condurre una vita ascetica in una località detta Balze, situata in una gola sul Monte Fumaiolo. Appartenente all'Ordine camaldolese, morì intorno al 1050. L'eremo che prese il nome di «Celle di Sant'Alberico» fu abitato dagli eremiti camaldolesi. Il santo è invocato dai pellegrini che salgono all'eremo contro le malattie addominali e le ernie dei bambini. La prima memoria certa del suo culto risale al 1300 quando, nel timore che i fiorentini potessero impossessarsi del corpo, fu trasferito nella chiesa dell'abbazia benedettina di Valle Sant'Anastasio. Casualmente ritrovato nel 1640, fu collocato in un nuovo altare dedicato al santo dove si trova tuttora.
Alberico = potente elfo, dallo scandinavo

eato Pietro Asua Mendia
Don Pedro Asúa Mendía fu un sacerdote della diocesi di Vitoria, nei Paesi Baschi. Nato il 30 agosto 1890, si laureò in architettura. Nel 1919 entrò in seminario e il 14 giugno 1924 fu ordinato prete. Esercitò il ministero con una particolare attenzione verso i giovani e i più bisognosi. Mettendo a frutto le sue competenze, si occupò della costruzione di numerosi edifici di culto, incluso il nuovo Seminario della sua diocesi. Quando iniziò la persecuzione durante la guerra civile spagnola, continuò la sua missione nonostante le perquisizioni e gli arresti. Il 25 agosto, dopo aver celebrato la sua ultima Messa, fu costretto alla fuga, ma venne catturato e ucciso a colpi di pistola sul monte Candina a Liendo, in Cantabria, il giorno prima del suo quarantaseiesimo compleanno. È stato beatificato per decreto di papa Francesco il 1° novembre 2014. I suoi resti mortali riposano presso il Seminario diocesano di Vitoria.

Beata Teresa Bracco
La sua maturazione spirituale avviene sotto la guida del parroco don Natale Olivieri. San Domenico Savio, di cui era devota, le suggerisce la decisione suprema: "Piuttosto che fare peccato, mi faccio ammazzare". Il rastrellamento tedesco del 28 agosto 1944 le offre l'occasione di realizzare l'eroico proposito. Sequestrata da un militare tedesco, tenta prima di eluderne i brutali intenti portandolo in prossimità di abitazioni e, impedita, preferisce rinunciare alla vita piuttosto che perdere la virtù così gelosamente custodita per amore di Dio. La trovano cadavere martoriato il 30 di agosto.
Nel paese di Santa Giulia in Piemonte, beata Teresa Bracco, vergine e martire, che, lavoratrice nei campi, nel corso della seconda guerra mondiale, morì percossa dai soldati per aver difeso strenuamente la propria castità.

Beati Pietro Romero e Ferdinando de Incapié
Missionari in Perù, i Beati Pietro Romero e Ferdinando de Incapié, evangelizzarono e convertirono alla fede di Cristo gli esmeraldi ed il loro Re ed una moltitudine di indigeni. Illustri per la santità della vita gloriosamente andarono nella pace del Signore, nonostante che siano morti nelle più lontane regioni del mondo non solo sono ricordati nel convento massimo di Lima ma i loro nomi sono conosciuti in tutto l'Ordine Mercedario.
L'Ordine li festeggia il 29 agosto.

San Massimiano di Vercelli
San Massimiano è il nono della serie dei vescovi vercellesi, all'epoca dei barbari. Morì nel 478. Il nome di questo santo vescovo vercellese non è mai stato inserito nel Martirologio Romano, ma proprio l'ultima edizione di quest'ultimo indica come sia legittimo il culto quali "santi" e "beati" di quei personaggi cui questi titoli sono stati riconosciuti nei calendari e cataloghi diocesani.
Mitra, Pastorale

Beato Domenico Jedrzejewski
Sacerdote diocesano. Fu beatificato da Giovanni Paolo II a Varsavia (Polonia) il 13 giugno 1999 con altri 107 martiri polacchi.
Nel campo di prigionia di Dachau vicino a Monaco di Baviera in Germania, beato Domenico Jędrzejewski, sacerdote e martire, che, deportato durante la guerra dalla Polonia in un carcere straniero, morì per Cristo sotto tortura.

Santa Eufrasia del Sacro Cuore di Gesù (Rosa Eluvathingal)
Eufrasia del Sacro Cuore di Gesù, al secolo Rosa Eluvathingal, indiana, fu suora professa della Congregazione delle Suore della Madre del Carmelo. Dichiarata "venerabile" il 5 luglio 2002 da Giovanni Paolo II, Benedetto XVI l'ha beatificata il 3 dicembre 2006. Papa Francesco l'ha infine canonizzata il 23 novembre 2014.

Beati Giovanni da Perugia e Pietro da Sassoferrato
A Valencia in Spagna, beati martiri Giovanni da Perugia, sacerdote, e Pietro da Sassoferrato, religioso, entrambi dell'Ordine dei Minori, che per aver predicato la fede tra i Mori di Valencia furono decapitati, per ordine del re, sulla pubblica piazza, ricevendo la palma del martirio.

Beato Ludovico Vulfilacio Huppy
Nel braccio di mare al largo di Rochefort in Francia, beato Ludovico Vulfilacio Huppy, sacerdote e martire, che durante la rivoluzione francese fu disumanamente detenuto per il suo sacerdozio in una sordida nave, dove morì consunto da malattia.

Beato Riccardo Herst
Riccardo = potente e ricco, dal provenzale
Palma
A Lancaster in Inghilterra, beato Riccardo Herst, martire, che, padre di famiglia e contadino, fu falsamente accusato di omicidio e condannato all'impiccagione per la sua fede in Cristo sotto il re Carlo I.

Beata Bronislawa (Bronislava) di Kamien
Presso Cracovia in Polonia, beata Bronislava, vergine dell'Ordine dei Premostratensi, che volle condurre vita umile e nascosta e, dopo che i Tartari ebbero distrutto il suo monastero, visse sola con Dio in una capanna.

Beata Sancia Szymkowiak
A Poznań in Polonia, beata Sancia (Giovannina) Szymkowiak, vergine della Congregazione delle Figlie della Beata Maria Vergine Addolorata, che, sempre durante la guerra, si adoperò con ogni cura nell'assistenza ai carcerati.

Beato Francesco Monzon Romeo
Nel villaggio di Híjar presso Teruel sempre in Spagna, beato Francesco Monzón Romeo, sacerdote dell'Ordine dei Predicatori e martire, che nella stessa persecuzione confermò con il sangue la sua fedeltà al Signore.

Beato Costantino Fernandez Alvarez
A Valencia in Spagna, beato Costantino Fernández Álvarez, sacerdote dell'Ordine dei Predicatori e martire, che, durante la persecuzione, portò a compimento il suo combattimento per la fede.

San Sebbi
A Londra in Inghilterra, commemorazione di san Sebbo, che, re della Sassonia orientale molto devoto a Dio, lasciato il regno, volle morire vestendo l'abito monastico che aveva a lungo desiderato.

San Vittore
Nel territorio di Nantes in Bretagna, san Vittore, eremita, che visse recluso in un piccolo oratorio da lui stesso costruito presso La Chambon.

San Mederico
A Parigi nel territorio della Neustria, in Francia, san Mederíco, sacerdote e abate di Autun, che visse in una cella vicino alla città.

Sant'Adelfo di Metz
Adelfo = fratello, dal greco
A Metz nella Gallia belgica, ora in Francia, sant'Adelfo, vescovo.

Santa Beatrice di Nazareth
Beatrice = che rende beati, dal latino

Santa Basilla
Presso Srijem nell'odierna Croazia, santa Basilla.

Beata Filippa Guidoni
Filippa = che ama i cavalli, dal greco

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