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San Celestino I
(Papa dal 10/09/422 al 27/07/432)
Fu in relazione con Sant'Agostino fin dal 390. Fu eletto papa nel 422. Il suo pontificato fu molto attivo. Oltre restaurare in numerose basilica, tra cui Santa Maria in Trastevere, e costruire la basilica di Santa Sabina, difese il diritto della Sede Apostolica di ricevere appelli da parte di tutti fedeli. Prese ferma posizione in difesa della purezza della fede contro gli errori di Pelagio e Nestorio. Contro quest'ultimo agì con grande energia e determinazione. Nel Concilio di Roma del 430 lo condannò imponendogli di sconfessare i suoi errori. Mandò, un anno dopo, alcuni suoi legati al Concilio di Efeso, indetto dall'imperatore per risolvere definitivamente la questione, con l'ordine di salvaguardare i diritti della Sede Apostolica e di attenersi alle decisioni di San Cirillo. Nell’817 il suo corpo fu collocato nella basilica di Santa Prassede e parte di esso, pare, a Mantova.
Celestino = venuto dal cielo, dal latino
A Roma nel cimitero di Priscilla sulla via Salaria, san Celestino I, papa, che, solerte nel difendere la Chiesa e nel dilatarne i confini, per primo istituì l'episcopato in Inghilterra e in Irlanda e diede il suo sostegno al Concilio di Efeso nel salutare la beata Maria come Madre di Dio in opposizione a Nestorio.

Beata Maria della Passione (Maria Grazia Tarallo)
Maria Grazia Tarallo nacque a Barra allora Comune autonomo, poi divenuto un quartiere della zona orientale di Napoli, il 23 settembre 1866 da famiglia benestante, seconda di sette figli.  Trascorse l'infanzia e l'adolescenza formandosi ad una vita di pietà e manifestando già una precoce primavera dello spirito; a 25 anni, superata l'accanita opposizione dei genitori Leopoldo e Concetta Borriello, entrò nel 1891 nel monastero delle Crocifisse Adoratrici dell'Eucaristia in S. Giorgio a Cremano, accolta dalla fondatrice Maria Pia della Croce - Notari, che appena un anno prima aveva fondato la nuova Congregazione, il cui principio ispiratore era la riparazione dei peccati del mondo, in un'epoca in cui imperava la massoneria e la religione era contrastata in ogni modo. Si dava un culto speciale alla Passione di Cristo e ai dolori di Maria, con l'adorazione perpetua del SS. Sacramento e penitenza austera, il tutto era condensato nel nome: Crocifisse Adoratrici, inoltre le suore erano dedite all'aiuto delle parrocchie e la preparazione sin dal grano, delle ostie e del vino per la celebrazione della Messa. Maria Grazia, che aveva preso il nome di Maria della Passione, aderì con entusiasmo a questo spirito e diventerà man mano una vera vittima riparatrice e il centro di tutta la sua preghiera e sofferenza sarà la santificazione dei sacerdoti. Si allontanò, nei suoi 20 anni da religiosa, solo due volte da S. Giorgio a Cremano, nel 1894 per due anni, insieme ad altre undici suore a fondare una nuova casa a Castel S. Giorgio nel salernitano e per altri due anni nella casa istituita nel complesso monastico di S. Gregorio Armeno, nel centro antico di Napoli.  Nel 1910 fu fatta maestra delle novizie, compito che svolse con amore e dedizione, nel contempo già da tempo aveva visioni, estasi, stigmate, chiaroveggenze, profezie, vessazioni diaboliche, che attirarono su di lei l'attenzione dei contemporanei, accrescendo la sua fama di santità. Consumata dalle lunghe veglie di preghiera e dalle penitenze, morì a 46 anni a S. Giorgio a Cremano, dov'è tumulata, il 27 luglio 1912.

San Simeone Stilita il Vecchio
Viene chiamato il vecchio per distinguerlo da un omonimo stilita che visse più di un secolo dopo di lui. Nacque nel 389 al confine tra Cilicia e Siria. Trascorse l’infanzia pascolando il gregge di famiglia, quindi entrò nel monastero di Teleda, dove si fermò una decina d’anni sostenendo dure mortificazioni e digiuni. Invano i superiori invitarono il giovane alla moderazione e quando l’abate scoprì che portava sulla pelle un cilicio di palme così ruvido da procurare ferite e sanguinamenti, lo allontanò dal cenobio. Simeone si rifugiò allora per breve tempo in una cisterna prosciugata, poi si spostò in una minuscola cella a Telanissos a nordest di Antiochia, dove digiunò per l’intera Quaresima sopportando la fame e la sete. Salì poi su una montagna vicina, e per essere sicuro di non allontanarsi si fece legare il piede con una catena a una roccia. Solo l’intervento del vescovo di Antiochia riuscì a convincerlo a liberarsi da quel vincolo doloroso. L’ascesi straordinaria di Simeone piaceva alla gente dei dintorni, che accorreva numerosa. Il monaco si fece allora costruire una colonna che terminava in un podio con una balaustra di circa un metro di diametro. Lì egli passava il suo tempo assorto in preghiera. Due volte al giorno si rivolgeva poi ai visitatori dirimendo liti, operando guarigioni e altri miracoli. Una predicazione semplice che faceva grande impressione sulla gente, che accorreva sempre più numerosa. Lo straordinario carisma dello Stilita procurò numerose conversioni anche tra gli arabi. Morì nel 459 all’età di circa 70 anni. Era tanta la fama di questo campione dell’ascesi che diversi gruppi cercarono di trafugare la salma per venerarla.
Simeone = Dio ha esaudito, dall'ebraico
Vicino ad Antiochia in Siria, san Simeone, monaco, che visse per lunghi anni su una colonna, assumendo per questo anche il nome di Stilita, uomo di vita e di condotta degne di ammirazione.

Santi Clemente di Ochrida, Gorazdo, Nahum, Saba e Angelario
Nulla sappiamo della sua nascita e della giovinezza. Compare in scena quando nel IX secolo l'imperatore Michele III di Costantinopoli manda al principe Rastislav di Moravia, come evangelizzatori da lui richiesti, i fratelli Cirillo e Metodio, originari di Salonicco. Con loro c'é anche Clemente, che si occupa di adattare la liturgia d'Oriente alle popolazioni cristianizzate. Costretto a fuggire dalla Pannonia verso la Bulgaria per impulso di un vescovo nemico del "rito slavo", qui Clemente lavora a semplificare l'alfabeto cirillico per facilitarne lo studio; e, verso l'865, converte al cristianesimo il re Boris, che lascerà poi il trono entrando in un monastero. Il suo secondo successore, Simeone, incoraggia l'opera missionaria, e nell'893-894, nomina Clemente "primo vescovo di lingua bulgara", mettendolo a capo della diocesi di Belika. Ma il suo pensiero va spesso a Ochrida, dove fa nascere un monastero che poi visita spesso. Invecchiando, è lì che vorrebbe ritirarsi. Ma non può: la voce generale lo vuole sempre vescovo a Belika. A Ochrida è poi sepolto, in una tomba che diviene luogo di venerazione popolare. San Clemente viene ricordato il 27 luglio e in alcuni luoghi anche il 25 novembre.
A Ohrid nell'Illirico, nell'odierna Macedonia, san Clemente, vescovo di Drama, che, inisgne per cultura e conoscenza delle sacre lettere, portò al popolo dei Bulgari la luce della fede. Insieme a lui vengono commemorati i santi vescovi Gorazdo, Nahum, Saba e Angelario, che proseguirono in Bulgaria l'opera dei santi Cirillo e Metodio.

Beata Lucia Bufalari di Amelia
Nacque, secondo la tradizione, a Porchiano del Monte, presso Amelia, in Umbria, nei primi anni del secolo XIV; come già il fratello Giovanni (beato Giovanni Bufalari), decise di seguire gli insegnamenti degli agostiniani, stabilitisi in Amelia verso la metà del Duecento; così, insieme ad altre donne, si ritirò in un’abitazione nelle vicinanze del convento di S. Agostino guidando le consorelle in una vita di fede e di preghiera fino alla morte, avvenuta il 27 luglio 1350. Da subito venne invocata quale protettrice delle malattie dei bambini. Il suo corpo fu deposto nella chiesa di S. Agostino e di lì, nel 1925, traslato in quella di S. Monica dove, nel secolo XVI, era sorto il monastero delle agostiniane; qui è rimasto fino a pochi anni fa; poi, a causa della partenza delle monache e della recente inagibilità della chiesa, nel maggio 2011 è stato ricollocato sotto un altare della chiesa concattedrale di Amelia. Il culto della beata Lucia fu confermato da Gregorio XVI il 3 agosto 1832. La festa si celebra il 27 luglio.
 Ad Amelia in Umbria, beata Lucia Bufalari, vergine, sorella del beato Giovanni da Rieti, delle Oblate dell'Ordine di Sant'Agostino, insigne per il suo spirito di penitenza e lo zelo per le anime.

San Bertoldo di Garsten
Nacque in Austria in una nobile famiglia verso la fine del secolo XI (1060 ca.). Giovanissimo entrò nel monastero benedettino di san Biagio di Golwin nella Foresta Nera, dove in seguito fu eletto bibliotecario e priore. Nel 1111 divenne abate del monastero di Garsten. Con accorta organizzazione aumentò le proprietà del monastero, grazie a doni e lasciti sia di privati, sia dell'imperatore Corrado III (1093-1152). Dal ricavato dei benefici costruì una foresteria per gli ospiti e un ospizio per i poveri. Bertoldo morì il 27 luglio 1142; il culto verso di lui cominciò subito e venne sanzionato dal vescovo di Passau nel 1236. Nonostante il culto proseguisse soprattutto in Austria, con approvazioni diocesane, non c'era ancora nessuna dichiarazione ufficiale della Chiesa; nel 1951 i Benedettini austriaci si attivarono per riprendere i necessari processi e così l'8 gennaio 1970, con decreto di Papa Paolo VI, si ebbe la conferma del culto di san Bertoldo, abate di Garsten.
Bertoldo = famoso, illustre, splendente, dall'antico germanico
Nel cenobio di Garsten in Stiria, nell'odierna Austria, beato Bertoldo, abate, al quale avevano facile accesso i penitenti in cerca di consiglio o quanti fossero in cerca di aiuto.

Beato Giacomo Papocchi da Montieri
Nato a Montieri nel 1213. Di professione minatore nelle argentiere del paese. Accusato di un furto del prezioso minerale nella zecca del paese, fu punito con l'amputazione della mano destra e del piede sinistro. Si ritirò in eremitaggio in una piccola cella adiacente l'antica chiesa vescovile di S.Giacomo il maggiore. Confortato da visioni, fra cui la miracolosa Comunione Eucaristica impartitagli da Gesù stesso visse in questa cella per 46 anni in rigorosa penitenza. Morì il 28 dicembre 1289. Anche a motivo di alcuni miracoli oltre che per la vita santa, fu invocato subito come Santo dai suoi concittadini, finchè il suo culto fu approvato da papa Pio VI nel 1798. Il suo nome è inserito nel Proprio dei Santi della Diocesi di Volterra e il suo corpo è conservato nella chiesa parrocchiale di Montieri dove è venerato da tutto il popolo.

Beato Nevolone
L'eremita faentino Nevolone, secondo quanto narra una cronaca composta da Pietro Cantinelli, si recò pellegrino ben undici volte a Santiago di Compostella. Sulla sua vita, che si concluse a Faenza il 27 luglio 1280, si sa molto poco. Si sa che era un laico che esercitava il mestiere di calzolaio, dato che dal 1331 è rivendicato come patrono dai ciabattini della città romagnola. Fu certamente anche "fratello della penitenza" del Terz'Ordine francescano e condusse una vita austera, dedita alla preghiera. La sua fama di santità fu da subito tale che i cittadini e il clero faentino ne portarono in processione il corpo nella cattedrale, dove è tuttora conservato. Il culto è stato confermato da Papa Pio VII nel 1817.
A Faenza in Romagna, beato Nevolone, insigne per le sacre peregrinazioni, l'austerità di vita e la disciplina eremitica.

San Pantaleone
Pantaleone nacque nella seconda metà del III secolo a Nicomedia, nell'odierna Turchia. Diventerà successivamente medico e sarà perseguitato dall'imperatore di Costantinopoli Galerio per la sua adesione alla fede cristiana. Fu condannato a morte nel 305: gli furono inchiodate le braccia sulla testa, che poi il boia gli mozzò. È il patrono di medici.
Ostetriche, Crema (CR), Miglianico (CH), Ravello (SA), Pianella (PE)
Pantaleone = interamente leone, forte in tutto, dal greco
Palma
A Nicomedia in Bitinia, nell'odierna Turchia, san Pantaleone, martire, venerato in Oriente per avere esercitato la sua professione di medico senza chiedere in cambio alcun compenso.

Beata Maria Clemenza di Gesù Crocifisso (Elena) Staszewska
La beata Maria Klemensa di Gesù Crocifisso (al secolo Elena Staszewska), professa dell'Ordine di S. Orsola dell'Unione Romana, nacque a Zloczew, Polonia, il 30 luglio 1890 e morì ad Auschwitz-Birkenau, Germania (oggi Polonia), il 27 luglio 1943. Fu beatificata da Giovanni Paolo II a Varsavia (Polonia) il 13 giugno 1999 con altri 107 martiri polacchi.
Ad Auschwitz vicino a Cracovia in Polonia, beata Maria Clemente di Gesù Crocifisso Staszewska, vergine dell'Ordine di Sant'Orsola e martire, che, durante la guerra, relegata per la sua fede nel disumano carcere di questo campo di sterminio, morì logorata dalle torture.

Santi Sette Dormienti di Efeso
In data odierna il martirologio romano ricorda i Santi Sette Dormienti, di nome Massimiano, Malco, Marciano, Dionisio, Giovanni, Serapione e Costantino. La loro tomba è da tempo immemorabile meta di pellegrinaggi nella città di Efeso. E’ però da notare che questi la vicenda di questi oscuri personaggi sia alquanto leggendaria.
Commemorazione dei santi Sette Dormienti di Efeso, che, come si racconta, subíto il martirio, riposano in pace, in attesa del giorno della resurrezione.

Beata Maria Maddalena (Margherita) Martinengo
Della nobile famiglia Martinengo. All'età di 18 anni entrò nel monastero delle Clarisse Cappuccine. Per le sue esimie virtù, fu ben presto prescelta prima come maestra delle novizie, poi come Abbadessa. Lasciò alcuni scritti di alta mistica. Dotata in vita di carismi celesti e di una visibile conformità a Cristo Crocifisso.
A Brescia, beata Maria Maddalena Martinengo, badessa dell'Ordine delle Clarisse Cappuccine, celebre per i suoi digiuni.

Santa Natalia e compagni
Natalia = nascita, dal latino
A Córdova nell'Andalusia in Spagna, santi martiri Giorgio, diacono e monaco siro, Aurelio e Sabigoto (Natalia), coniugi, e Felice e Liliosa, ugualmente coniugi, che durante la persecuzione dei Mori, mossi dal desiderio di testimoniare la fede in Cristo, gettati in carcere non cessarono mai di lodare Cristo e morirono, infine, decapitati.

Sant'Antusa dell'Onoriade
Nella località di Mantineion presso Eskihisar in Onoriade, nell'odierna Turchia, santa Antusa, vergine, che, monaca, fu battuta con le verghe e condannata all'esilio sotto l'imperatore Costantino Copronimo per aver difeso il culto delle sacre immagini e, fatto infine ritorno in patria, morì in pace.

Beati Filippo Hernandez Martinez, Zaccaria Abadia Buesa e Giacomo Ortiz Alzueta
A Barcellona sempre in Spagna, beati Filippo Hernández Martínez, Zaccaria Abadía Buesa e Giacomo Ortíz Alzueta, religiosi della Società Salesiana e martiri, che patirono il martirio sempre nella stessa persecuzione.

Beato Modesto Vegas Vegas
Nel villaggio di Llisà presso Barcellona sempre in Spagna, beato Modesto Vegas Vegas, sacerdote dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali e martire, che nella stessa persecuzione contro la fede versò il suo sangue per Cristo.

Beato Gioacchino Vilanova Camallonga
Nella cittadina di Ollería nel territorio di Valencia in Spagna, beato Gioacchino Vilanova Camallonga, sacerdote e martire, che in tempo di persecuzione contro la fede raggiunse la gloria celeste.

San Raimondo Zanfogni, detto Palmerio
Raimondo = intelligenza protettrice, dal tedesco
A Piacenza, beato Raimondo Palmerio, padre di famiglia, che, perduti la moglie e il figlio, fondò un ospizio per accogliere i poveri.

Sant'Ecclesio Celio
A Ravenna, sant'Ecclesio, vescovo, che fu compagno di papa san Giovanni I nel resistere alle crudeltà del re Teodorico e, dopo averle lui solo superate, portò la sua Chiesa a nuovo splendore.

Beato Guglielmo Davies
A Beaumaris in Galles, beato Guglielmo Davies, sacerdote e martire, che nella medesima persecuzione, per il solo suo sacerdozio, dopo aver pregato per i presenti, subì lo stesso supplizio.

Sant'Orso
A Loches sul fiume Indre nel territorio di Tours in Francia, sant'Orso, abate, padre di molti cenobi, celebre per lo straordinario spirito di astinenza e altre virtù.

Beato Roberto Sutton
A Stafford in Inghilterra, beato Roberto Sutton, sacerdote e martire, impiccato per il suo sacerdozio sotto la regina Elisabetta I.

San Galattorio di Lescar
Nella regione di Béarn presso i Pirenei nella Guascogna francese, san Galattorio, onorato come vescovo di Lescar e martire.

San Desiderato di Besancon
A Lons-le-Saunier sul massiccio del Giura in Francia, san Desiderato, che si ritiene sia stato vescovo di Besançon.

San Simeone di Egee
Simeone = Dio ha esaudito, dall'ebraico

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