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Santa Veronica
Il suo nome ricorre per la prima volta nei Vangeli apocrifi e si riferisce alla donna emorroissa di nome Bernike in greco, Veronica in latino, che implorando Gesù per la sua guarigione, mentre passava stretto nella folla, riuscì a toccargli il lembo del mantello, guarendo all'istante. La tradizione cristiana racconta che successivamente, la pia donna, votò la propria vita alla diffusione della buona novella e viaggiò per l'Europa lasciando a Roma il lino col volto Santo («la vera icona», come predestinato dal suo stesso nome) e proseguì in Francia dove iniziò la conversione dei galli. L'episodio di Veronica che asciuga il volto di Gesù con un telo, ha preso grande diffusione, oscurando quasi del tutto, l'episodio della emorroissa, che sarebbe secondo taluni, la stessa donna, anche se non vi sono certezze documentali. Santa Veronica ha un particolare culto in Francia, dove la si considera come la donna che dopo la morte del Salvatore, andata sposa a Zaccheo si reca ad evangelizzare le Gallie. Sarebbe morta nell'eremitaggio di Soulac. Chiamata anche santa Venice o Venisse, è patrona in Francia, dei mercanti di lino e delle lavandaie.

Santi Ermagora e Fortunato di Aquileia
Ermagora è il vescovo col quale comincia il catalogo episcopale di Aquileia e non c'è ragione di dubitare di questa testimonianza. Sarebbe vissuto verso la metà del III secolo e dopo di lui quel catalogo continua senza interruzione, nonostante qualche incertezza, fino alla soppressione della diocesi patriarcale nel 1751. Oltre a questo, nulla sappiamo di sicuro a proposito del protovescovo. A tale mancanza intese supplire una diffusa leggenda formatasi durante l'VIII secolo. Essa narra che l'evangelista san Marco, inviato da san Pietro a evangelizzare l'Italia superiore, giunto ad Aquileia, vi incontrò un cittadino di nome Ermagora e, convertitolo al Cristianesimo, lo consacrò vescovo della città, avviando così l'evangelizzazione di tutta l'area mitteleuropea. Egli vi avrebbe conclusa la sua missione con il martirio durante la persecuzione suscitata da Nerone e compagno gli sarebbe stato il suo diacono Fortunato. I due santi sono patroni dell'arcidiocesi di Gorizia, dell'arcidiocesi e della città di Udine nonché, da pochi anni, di tutta la Regione Friuli Venezia Giulia.
Friuli Venezia Giulia, Gorizia e Udine
Fortunato = colui che ha buona sorteBastone pastorale
Ad Aquileia in Friuli, santi Fortunato e Ermagora, martiri.

San Paterniano
Secondo un'antica tradizione, san Paterniano nacque a Fano verso il 275. Mentre infuriava la persecuzione di Diocleziano una visione angelica lo avvertì di lasciare la città, riparando in luogo deserto al di là del fiume Metauro. Più tardi, quando le persecuzioni cessarono e il Cristianesimo divenne religione di stato con l'imperatore Costantino, la cittadinanza fanese reclamò vescovo il virtuoso eremita da tutti considerato santo. Invano egli tentò di opporsi, tanto che «quasi a viva forza» fu portato in città. Governò la diocesi per 42 anni istruendo, confortando e convertendo numerosi pagani. Il Signore avvalorò il suo zelo con molti prodigi. Avvertito della fine imminente, intraprese la visita all'intera diocesi, volendo arrivare di persona dove non era giunto il suo insegnamento. Morì alla periferia della città il 13 novembre, probabilmente dell'anno 360. Sul suo sepolcro si moltiplicarono i prodigi e il suo culto si estese rapidamente anche oltre i confini d'Italia. Trentadue paesi l'hanno scelto patrono e molte località portano il suo nome. Le sue reliquie si venerano a Fano, nella Basilica a Lui dedicata.
Fano
Bastone pastorale
A Fano nelle Marche, san Paterniano, vescovo.

Sant'Ignazio Clemente Delgado
Nato vicino Saragozza il 23 novembre 1762, entrò nell'Ordine nel 1780. Compiuti gli studi, partì per le Filippine. Raggiunse, poi, il Vietnam dove fu prima eletto vicario provinciale e poi vescovo. In cinquant'anni di apostolato missionario, facendosi tutto a tutti, non curandosi degli editti contrari, convertì molti pagani, ordinò sacerdoti molti indigeni ed eresse molte case religiose. Quando il re del Tonchino iniziò la persecuzione dei cristiani, s. Ignazio, insieme ad altri confratelli, tentò di nascondersi in una spelonca, ma a causa di un tradimento fu arrestato il 13 maggio 1838. Dopo mesi di durissima prigionia, abbandonato alla fame, alla sete e all'ardore del sole, morì all'alba del 12 luglio, poche ore prima che venisse compiuta l'esecuzione capitale, alla quale già era stato condannato.
Ignazio = di fuoco, igneo, dal latino
Palma
Nella città di Nam Định nel Tonchino, ora Viet Nam, san Clemente Ignazio Delgado Cebrián, vescovo e martire, che, dopo cinquant'anni trascorsi a predicare il Vangelo, fu arrestatoper ordine dell'imperatore Minh Mạng per la sua fede in Cristo e morì in carcere tra molte sofferenze.

San Giovanni Gualberto
I dati certi sulla sua vita, al di là della leggenda, sono pochi. Monaco di San Miniato, dopo aver denunciato il proprio abate per simonia, abbandonò il convento alla ricerca di un nuovo monastero. Giunto a Vallombrosa, un luogo isolato sull'Appennino, con l'appoggio dell'abate di Settimo, diede origine con i monaci che avevano abbandonato S. Miniato, ad una comunità che si ingrandì anche per il sopraggiungere di laici da Firenze. Accettata con riluttanza la carica di abate, Giovanni fondò l'Ordine dei Vallombrosani. Egli volle ritornare agli insegnamenti degli Apostoli, dei Padri della Chiesa, di San Basilio e di San Benedetto, accentuando gli aspetti della povertà e del lavoro manuale, dall'ebraicoBastone pastoraleA Passignano in Toscana, san Giovanni Gualberto, abate, che, soldato fiorentino, perdonò per amore di Cristo l'uccisore di suo fratello e, vestito poi l'abito monastico, desideroso di condurre una vita di maggior rigore, gettò a Vallombrosa le fondamenta di una nuova famiglia monastica.

Santi Nabore e Felice
Nabore e Felice erano due soldati di origine nordafricana, arrivati a Milano nel IV secolo per servire nell'esercito di Massimiano. Divennero cristiani e, a Lodi Vecchio (Laus Pompeia), furono giustiziati per aver disertato. Si trattava in realtà di un'«epurazione» dei cristiani dai ranghi militari. I corpi furono portati nella basilica milanese detta «naboriana». Il loro culto pian piano decadde, e con esso la chiesa, fino a che nel XIII secolo i francescani non ravvivarono tutt'e due. Nel 1799 i martiri furono traslati nella basilica di Sant'Ambrogio. Ma i busti con i crani sparirono e furono ritrovati 160 anni dopo presso un'antiquario belga.
Felice = contento, dal latino
Palma
A Milano, santi Nábore e Felice, martiri, che, soldati provenienti dalla Mauritania, nell'odierna Algeria, si narra che abbiano patito a Lodi il martirio durante le persecuzioni e siano stati poi sepolti a Milano.

San Giovanni Jones
Nato in Inghilterra e costretto ad esulare in Francia, entrò nell'ordine Francescano a Pontoise. Fu ordinato sacerdote probabilmente a Reims. Dopo un breve soggiorno a Roma, ritornò in patria ed esercitò clandestinamente il ministero a Londra. Arrestato e rinchiuso in carcere, sopportò spietate torture e fu condannato a morte. La sentenza fu eseguita a Saint Thomas Waterings il 12 luglio 1598.
Sempre a Londra, san Giovanni Jones, sacerdote dell'Ordine dei Frati Minori e martire, che, originario del Galles, fattosi religioso in Francia, fu condannato a morte sotto la regina Elisabetta I per essere entrato da sacerdote in Inghilterra e compì il suo martirio appeso a un laccio fino alla morte.

Beata Maria di Sant'Enrico (Margherita Eleonora) de Justamond
A Orange nella Provenza in Francia, beate Rosa di San Saverio (Maddalena Teresa) Tallien, Marta dell'Angelo Buono (Maria) Cluse, Maria di Sant'Enrico (Margherita Eleonora) de Justamond e Giovanna Maria di San Bernardo di Romillon, vergini e martiri, che conseguirono la palma del martirio durante la rivoluzione francese.

Beate Marta del Buon Angelo (Maria Cluse) e 3 compagne
Palma
A Orange nella Provenza in Francia, beate Rosa di San Saverio (Maddalena Teresa) Tallien, Marta dell'Angelo Buono (Maria) Cluse, Maria di Sant'Enrico (Margherita Eleonora) de Justamond e Giovanna Maria di San Bernardo di Romillon, vergini e martiri, che conseguirono la palma del martirio durante la rivoluzione francese.

Sant'Agnese Le Thi Thanh (De)
Agnese = pura, casta, dal greco
Nella provincia di Ninh Bình sempre nel Tonchino, sant'Agnese Lê Thị Thành (Đê), martire, che, madre di famiglia, sebbene sottoposta a crudeli torture per aver nascosto in casa sua un sacerdote, si rifiutò di rinnegare la fede e morì in carcere sotto l'imperatore Thiệu Trị.

San Leone I
Abate del celebre monastero di Cava de’ Tirreni in Campania, che molto progredì con le sue virtù ed esempio. Si dedicò specialmente al servizio dei poveri.
Nel monastero di Cava de' Tirreni in Campania, san Leone I, abate, che provvide ai poveri con il lavoro delle proprie mani e li difese dai potenti.

San Pietro Khanh
Nella provincia di Nghệ An in Annamia, ora Viet Nam, san Pietro Khanh, sacerdote e martire, che, riconosciuto come cristiano al banco delle imposte, fu messo in prigione per sei mesi e, dopo vani inviti ad abiurare, fu decapitato sempre per ordine dell'imperatore Thiệu Trị.

Santi Proclo ed Ilarione
I santi Proclo e Ilarione morirono martiri cristiani presso Ancyra in Asia Minore sotto l'imperatore Traiano ed il governatore Massimo.
Ad Ankara in Galazia nell'odierna Turchia, santi Proclo e Ilarione, martiri sotto l'impero di Traiano e la prefettura di Massimo.

San Vivenziolo di Lione
A Lione in Francia, san Vivenzíolo, vescovo, che, promosso dalla scuola del monastero di Sant'Eugendo all'episcopato, indusse chierici e laici a partecipare al Concilio di Epaone, perché il popolo potesse conoscere meglio le decisioni dei pontefici.

Beato Davide Gonson (Gunston)
Presso Londra in Inghilterra, beato Davide Gunston, martire, che, cavaliere dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, non riconobbe il potere del re Enrico VIII negli affari spirituali e fu per questo sospeso al patibolo a Southwark.

Beati Mattia Araki e 7 compagni
A Nagasaki in Giappone, beati Mattia Araki e sette compagni, martiri, che subirono il martirio per Cristo.

Sant'Arduino di Fontenelle
Arduino = amico dell'audacia, dal sassone

San Paolino di Lucca
Paolino = piccolo di statura, dal latino
Palma

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