TuttoSchermo       Chiudi      

Sante Rufina e Seconda
Le informazioni sul martirio di Rufina e Seconda sono concordi. Condannate, sotto Valeriano e Gallieno, dal prefetto Giunio Donato, furono martirizzate a Roma al decimo miglio della via Cornelia. La tradizione le vuole sorelle che, fidanzate a due giovani cristiani divenuti apostati, si votarono alla verginità. Non essendo riusciti con ogni sforzo ad indurle all'apostasia e al matrimonio, i due giovani le denunciarono. Quasi sicuramente, già ne IV secolo, sul loro sepolcro fu eretta una basilica, forse da papa Giulio I, di cui oggi è impossibile indicare l'ubicazione in maniera sicura. Rufina e Seconda, con il loro esempio ci ricordano che in una società multireligiosa come quella verso cui ci stiamo incamminando, le ragioni della fede sono superiori a quelle del cuore.
Rufina = fulva, rossiccia, dal latino
Seconda = figlia secondogenita, dal latino
Palma
A Roma al nono miglio della via Cornelia, sante Rufina e Seconda, martiri.

San Pietro (Vincioli) da Perugia
Fu un monaco-architetto il perugino Pietro Vincioli di cui si ignora la data di nascita. A lui si deve, infatti, la costruzione, nel X secolo, della splendida chiesa di San Pietro (edificio che fu costantemente arricchito nei secoli successivi) con annesso il monastero benedettino di cui lui stesso fu abate. Prima, in quel luogo, esisteva una chiesetta in rovina, che, un tempo, era stata la cattedrale di Perugia. Fu l'allora vescovo Onesto ad affidare al Vincioli la ricostruzione della chiesa. E Pietro vi profuse tutto il dinamismo di un vero e grande impresario edile. Si racconta che proprio durante la costruzione del nuovo luogo di culto egli compì molti prodigi. Ma il santo, morto nel 1009, viene ricordato anche come grande esempio di carità verso i poveri "dei quali si occupò costantemente" e difensore della sua città dalle durissime vessazioni imposte dagli imperatori tedeschi del periodo.
A Perugia, san Pietro Vincioli, sacerdote e abate, che ricostruì la fatiscente chiesa di San Pietro e vi aggiunse un monastero, in cui, fra molti contrasti, ma con grande pazienza, introdusse le consuetudini cluniacensi.

Beato Nicola Alberga
Nato il 10 settembre 1830 a Cordova, in Spagna, a 25 anni entrò nell'Ordine francescano. Deciso a diventare missionario, Nicola Alberga venne preparato al sacerdozio e alla missione nel collegio di Priego assieme ad altri due religiosi, che saranno come lui martirizzati a Damasco, i beati Pietro Soler e Nicànore Ascanio. L'educazione ricevuta in famiglia (dei suoi dieci fratelli, sei si consacrarono a Dio) lo portava ad affermare: «Soffrirò mille volte la morte, ma non tradirò mai il mio Signore» e a prepararsi, quasi consapevolmente, al martirio. Nel 1859 partì per la missione di Damasco. In Siria e in Terra Santa la vita dei cristiani era in pericolo: i Turchi, infatti, preparavano un progrom, contro i cristiani per vendicarsi del Trattato di Parigi del 1856 che aveva abolito le Capitolazioni. La notte del 9 luglio 1860 i Turchi entrarono nel convento da una porta laterale. Alberga fu trucidato con una fucilata assieme ad altri sette confratelli la mattina seguente. Pio XI lo ha beatificato il 10 ottobre 1926. I (Avv.)/i

Beato Bernardo di Quintavalle
Nato in Assisi negli ultimi decenni del sec. XII, Bernardo conobbe san Francesco e si mise al suo seguito fin dal 1209, divenendo così il primo compagno del santo e «prima plantula» dell'Ordine minoritico. Con san Francesco fu a Roma dinanzi ad Innocenzo III per l'approvazione della Regola (16 aprile 1209); raggiunse poi Firenze e Bologna (1211), città che devono a lui i loro inizi francescani, e con fra' Egidio si recò in Spagna, dove più tardi, come vogliono alcuni storici, fu ministro provinciale (1217-19). Tra il 1241 e il 1243 fu per qualche tempo a Siena. Lo ricorda il Salimbene che nella sua Cronica osserva di aver appreso da lui cose meravigliose intorno a s. Francesco. Quando i tre compagni Leone, Rufino e Angelo nel 1246 inviarono il loro memoriale su san Francesco al ministro generale Crescenzio, Bernardo era già morto. Si era spento placidamente in Assisi, come gli aveva predetto san Francesco, e fu sepolto nella basilica inferiore del santo.

Beato Engelberto Kolland
La vicenda terrena di padre Engelberto Kolland si accomuna nel martirio ad altri sette religiosi francescani di cui sei sacerdoti, due fratelli professi e di tre fratelli di sangue, laici maroniti. Sono conosciuti come i "Beati Martiri di Damasco" e vennero uccisi - come tanti altri prima di loro - in quelle terre che videro sempre dal tempo di san Francesco lo sforzo missionario dei Francescani nel mondo islamico. Non sono disponibili testi che riportano notizie sulla loro vita precedente allo stato religioso, di certo Engelberto Kolland nacque a Salisburgo il 21 settembre 1827. Insieme ai confratelli si trovava nel convento di Damasco in Siria quando, nella notte fra il 9 e il 10 luglio 1860, furono attaccati dai Drusi di Damasco, setta religiosa di origine musulmana sciita. Probabilmente, forse fra gli inservienti, ci fu un traditore che introdusse i Drusi nel convento. E i francescani vennero uccisi. Furono beatificati da Pio XI il 10 ottobre 1926.

Beati Francesco, Abdel-Mooti e Raffaele Massabki
I tre fratelli Francesco, Abdel-Mooti e Raffaele Massabki, laici cattolici maroniti, furono vittime di una sanguinosa persecuzione scatenata nel XIX dai turchi contro la Chiesa patriarcale maronita. Essi morirono a Damasco, in Siria, il 10 luglio 1860 ed in tale anniversario sono commemorati dal Martyrologium Romanum, essendo stati beatificati nel 1926 dal pontefice Pio XI. L’iconografia sorta su di loro li raffigura solitamente insieme, inginocchiati dinnanzi all’altare, talvolta con la sciabola, oggetto del loro martirio.
A Damasco in Siria, passione dei beati martiri Emanuele Ruíz, sacerdote, e compagni, sette dell'Ordine dei Frati Minori e tre fratelli fedeli della Chiesa Maronita, che, con l'inganno consegnati ai nemici da un traditore, furono sottoposti per la fede a varie torture e conclusero il loro martirio con una morte gloriosa.

Sant'Amalberga
Oggi si ricordano due sante con il nome di Amalberga: una vissuta nell'VIII secolo, morta a Tamise e venerata a Gand. L'altra del secolo precedente, la cui vita è però ritenuta leggendaria. È Amalberga di Maubeuge. Nata a Saintes (Brabante) nei Paesi Bassi, fu sposa di Witger e madre di tre santi: Emeberto (vescovo di Cambrai), Reinalda e Godula. Dopo che il marito si era fatto monaco benedettino, anche lei lasciò il mondo per abbracciare la vita religiosa a Maubeuge. Sarebbe morta alla fine del secolo VII. Da Maubeuge il suo corpo fu portato all'abbazia di Lobbes (Hainaut), nell'attuale Belgio.
A Tamise nelle Fiandre, nel territorio dell'odierno Belgio, sant'Amalberga, alla quale san Villibrordo impose il velo delle vergini consacrate.

Santi Leonzio, Maurizio, Daniele, Antonio, Aniceto, Sisinno e compagni
I santi Leonzio, Maurizio, Daniele, Antonio, Aniceto, Sisinno ed altri loro compagni patirono il martirio in odio alla fede cristiana presso Nicopoli in Armenia sotto l'imperatore Licinio ed il governatore Lisia.A Nicopoli nell'antica Armenia, santi Leonzio, Maurizio, Daniele, Antonio, Aniceto, Sisinio e altri, martiri, che sotto l'imperatore Licinio e il governatore Lisia furono sottoposti a supplizi di ogni genere.

Santi Felice, Filippo, Vitale, Marziale, Alessandro, Silano e Gennaro
A Roma, santi martiri Felice e Filippo nel cimitero di Priscilla, Vitale, Marziale e Alessandro in quello dei Giordani, Silano in quello di Massimo, e Gennaro in quello di Pretestato: della loro congiunta memoria si rallegra la Chiesa di Roma, in un solo giorno glorificata da tanti trionfi, perché da tanta messe di esempi trae il sostegno di un'abbondante intercessione.

Beati Emanuele Ruiz e compagni
A Damasco in Siria, passione dei beati martiri Emanuele Ruíz, sacerdote, e compagni, sette dell'Ordine dei Frati Minori e tre fratelli fedeli della Chiesa Maronita, che, con l'inganno consegnati ai nemici da un traditore, furono sottoposti per la fede a varie torture e conclusero il loro martirio con una morte gloriosa.

Beato Arnaldo da Camerino
Gentiluomo italiano, il Beato Arnaldo da Camerino, entrò nell'Ordine Mercedario e fu un religioso di estrema umiltà e obbedienza. Propagò la fede cristiana con la predicazione e per essa ebbe a soffrire molto meritandosi un'infinita ricompensa divina. Morì famoso per carismi celesti.
L'Ordine lo festeggia il 10 luglio.

Beati Martiri di Damasco
A Damasco in Siria, passione dei beati martiri Emanuele Ruíz, sacerdote, e compagni, sette dell'Ordine dei Frati Minori e tre fratelli fedeli della Chiesa Maronita, che, con l'inganno consegnati ai nemici da un traditore, furono sottoposti per la fede a varie torture e conclusero il loro martirio con una morte gloriosa.

Beate Maria Gertrude da S. Sofia de Ripert d'Alauzin e Agnese del Gesù (Silvia) de Romillon
A Orange in Francia, beate Maria Geltrude di Santa Sofia di Ripert d'Alauzin e Agnese di Gesù (Silvia) de Romillon, vergini dell'Ordine di Sant'Orsola e martiri durante la rivoluzione francese.

San Canuto IV
Danimarca
Corona, Scettro, Palma
A Odense in Danimarca, san Canuto, martire, che, re ardente di zelo, incrementò nel suo regno il culto divino, sovvenne alle condizioni del clero e, dopo aver fondato le Chiese di Lund e di Odense, fu infine ucciso da alcuni rivoltosi.

Santi Antonio Nguyen Hûu (Nam) Quynh e Pietro Nguyen Khac Tu
Nella città di Đồng Hới in Annamia, ora Viet Nam, santi Antonio Nguyễn (Nam) Quỳnh e Pietro Nguyễn Khắc Tự, martiri, che, catechisti, furono strangolati per la fede in Cristo sotto l'imperatore Minh Mạng.

San Pascario di Nantes
A Nantes in Bretagna, san Pascario, vescovo, il quale accolse sant'Ermelando, che aveva chiamato dal convento di Fontenelle, insieme a dodici compagni e lo inviò sull'isola di Indre perché vi fondasse un monastero.

Sant'Apollonio di Sardi
A Konya in Licaonia, nell'odierna Turchia, sant'Apollonio di Sardi, martire, che si tramanda abbia subito il martirio della crocifissione.

Santa Anatolia
Anatolia = proveniente dall'Anatolia, regione dell'oriente.
In Sabina nel Lazio, sante Anatolia e Vittoria, martiri.

Sant'Audace
Audace = dal latino audax, significato evidente.
In Sabina nel Lazio, sante Anatolia e Vittoria, martiri.

Santa Vittoria
Monteleone Sabino (RI)
In Sabina nel Lazio, sante Anatolia e Vittoria, martiri.

Santi Bianore e Silvano
In Pisidia, nell'odierna Turchia, santi Biánore e Silvano, martiri.

Santi Gennaro e Marino
In Africa, santi Gennaro e Marino, martiri.

       Chiudi