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San Bernardino Realino
Diventa patrono di una città mentre era ancora in vita. Lecce, estate del 1616: il padre gesuita Bernardino Realino sta morendo, 42 anni dopo esservi arrivato. I reggitori del Municipio lo vanno allora a visitare in forma ufficiale. E gli fanno richiesta di voler essere il protettore della città. Lui, che tanto aveva fatto del bene a Lecce, acconsente. Nato in una famiglia illustre di Carpi, che per i suoi primi studi gli faceva venire i maestri a casa, fu poi mandato all'Accademia modenese. A 26 anni, si laurea in diritto civile e canonico. Sotto la protezione di Cristoforo Madruzzo, Bernardino si avvia sulla strada dei «pubblici uffici». A un certo punto, però, la sua carriera s'interrompe. Bernardino Realino frequenta i Gesuiti ed entra nella Compagnia. Nel 1567 è ordinato sacerdote e diventa il maestro dei novizi gesuiti. Sette anni dopo, a Lecce, crea un collegio al quale si dedicherà fino alla morte. Papa Pio XII lo proclamerà santo nel 1947.
Lecce
Bernardino = ardito come orso, dal tedesco
A Lecce, san Bernardino Realino, sacerdote della Compagnia di Gesù, che rifulse per carità e bontà e, rigettati gli onori mondani, si dedicò alla cura pastorale dei prigionieri e degli infermi e al ministero della parola e della penitenza.

Santi Liberato, Bonifacio, Servio, Rustico, Rogato, Settimo e Massimo
Fra i monasteri africani che si considerano di ispirazione  fondamentalmente agostiniana, riveste una importanza particolare quello di Gafsa (odierna Tunisia) per il martirio dei suoi religiosi. In  seguito all’editto emanato nel 484 dal re vandalo Unnerico, che ordinava la consegna ai barbari mauri dei monasteri cattolici con i loro  abitanti, i sette religiosi del monastero di Gafsa furono incarcerati e,  dopo aver sopportato atroci sofferenze, vennero martirizzati a  Cartagine, offrendo un grande esempio di fede e di unione fraterna. Erano: Liberato, superiore del monastero, il diacono Bonifacio, i  suddiaconi Servio e Rustico, Rogato, Settimo e Massimo. Tra essi merita  particolare menzione san Massimo, ragazzo di circa 15 anni, che non  volle separarsi dai confratelli, pur potendosi salvare, e subì con essi  lo stesso martirio.
S. Liberato di Cantalice (RI)
Palma
Commemorazione dei santi martiri Liberato, abate, Bonifacio, diacono, Servio e Rustico, suddiaconi, Rogato e Settimo, monaci, e il fanciullo Massimo: a Cartagine, nell'odierna Tunisia, durante la persecuzione dei Vandali, sotto il re ariano Unnerico, furono sottoposti a crudeli torture per aver confessato la fede cattolica e difeso l'unicità del battesimo; uccisi a colpi di remi sul capo mentre erano inchiodati a legni su cui si era tentato di bruciarli, conclusero il corso del loro ammirevole combattimento, ricevendo dal Signore la corona del martirio.

Beata Eugenia Joubert
Figlia dei viticoltori Pietro Joubert e Antonia Celle, nacque l'11 febbraio 1876 a Yssingeaux (Le Puy) in Francia, quarta di otto figli. A 19 anni nel 1895 volle farsi suora tra le religiose della Santa Famiglia del Sacro Cuore, a Le Darne. Fece il noviziato a St-Denis (1896), e la professione religiosa nel 1897, dedicandosi completamente all'apostolato ed all'insegnamento del catechismo ai ragazzi e fanciulle. A 26 anni, nel 1902 si ammalò gravemente, nonostante ciò, stette per un anno a Roma dall'aprile del 1903 al maggio del 1904. Al suo ritorno a Liegi fu costretta a letto e dopo circa un mese di malattia, si spense a Liegi, il 2 luglio 1904 a 28 anni, ripetendo tre volte il nome di Gesù. Il suo corpo riposa nella cappella delle suore della Santa Famiglia del Sacro Cuore a Dinant. Giovanni Paolo II l'ha beatificata il 20 novembre 1994.
A Liegi in Belgio, beata Eugenia Joubert, vergine della Congregazione della Sacra Famiglia del Cuore di Gesù, che si adoperò per trasmettere ai bambini la dottrina cristiana e, ammalatasi di tisi, seguì con amore Cristo sofferente.

San Lidano da Sezze
E' con san Carlo da Sezze il patrono della cittadina laziale in provincia di Latina. Nato ad Antena, oggi Civita d'Antino (L'Aquila) intorno al 1026, giunse a Sezze nel 1046 e vi edificò il monastero benedettino di Santa Cecilia, di cui divenne abate. Con i suoi monaci si dedicò alla bonifica del territorio paludoso del comprensorio monastico, che si estendeva tra la città e i territori del ducato di Sermoneta. San Lidano morì nel 1118. La sua opera fu distrutta da Federico II. In seguito Gregorio IX nel 1232 trasferì i restanti beni del monastero al convento Florense di Anagni.
A Sezze nel Lazio, san Lidano, abate e fondatore del monastero del luogo, che cercò di bonificare il terreno dei monaci dalla malsana palude circostante.

Beato Pietro Becchetti da Fabriano
Pietro Becchetti, religioso dell’Ordine di Sant’Agostino, nasce a Fabriano nel sec. XIV. È uomo di grande cultura e di profonda spiritualità. Dai superiori del suo Ordine viene indicato per la fama di “scienza e di vita”. Fu pellegrino a Gerusalemme. Muore a Fabriano e le loro spoglie mortali sono esposte alla pubblica venerazione nella chiesa di Sant’Agostino.
L’Ordine agostiniano celebra la sua festa liturgica, unitamente a quella del cugino b. Giovanni Becchetti, anch’egli religioso agostiniano.
A Fabriano nelle Marche, commemorazione dei beati Giovanni e Pietro Becchetti, sacerdoti dell'Ordine degli Eremiti di Sant'Agostino, uniti dalla stessa condotta di vita più ancora che dai vincoli del sangue.

Beato Giovanni Becchetti da Fabriano
Giovanni Becchetti, religioso dell’Ordine di Sant’Agostino, nasce a Fabriano nel sec. XIV. Fu professore di grande cultura e di profonda spiritualità. Dai superiori del suo Ordine viene indicato per la fama di “scienza e di vita”. Muore a Fabriano e le sue spoglie mortali sono esposte alla pubblica venerazione nella chiesa di Sant’Agostino.
L’Ordine agostiniano celebra la sua festa liturgica, unitamente a quella del cugino beato Pietro Becchetti, anch’egli religioso agostiniano.
A Fabriano nelle Marche, commemorazione dei beati Giovanni e Pietro Becchetti, sacerdoti dell'Ordine degli Eremiti di Sant'Agostino, uniti dalla stessa condotta di vita più ancora che dai vincoli del sangue.

Beata Agata Han Sin-ae
Agata Han Sin-ae venne introdotta al cattolicesimo dagli insegnamenti della catechista Colomba Kang Wan-suk. Insieme a lei, formò una comunità femminile e si diede a sua volta a diffondere il Vangelo tra le famiglie che conosceva e tra i suoi servi, incontrando non poche resistenze. Arrestata nel corso della persecuzione Shinyu del 1801, venne decapitata il 2 luglio 1801, insieme ad altri sette fratelli nella fede, comprese le sue compagne della comunità. Inserita con loro nel gruppo di martiri capeggiato da Paolo Yun Ji-chung, è stata beatificata da papa Francesco il 16 agosto 2014, nel corso del viaggio apostolico in Corea del Sud.

Beato Ignazio Choe In-cheol
Ignazio Choe In-cheol collaborò attivamente col fratello Mattia Choe In-gil alla diffusione del cattolicesimo in Corea. Alla cattura e conseguente martirio del fratello, s’impegnò ancora più intensamente a evangelizzare il suo popolo, anche per riparare a un precedente atto di apostasia, compiuto per salvarsi la vita. La sua condanna a morte venne eseguita per decapitazione il 2 luglio 1801, insieme ad altri sette compagni di fede. Inserito con loro nel gruppo di martiri capeggiato da Paolo Yun Ji-chung, è stato beatificato da papa Francesco il 16 agosto 2014, nel corso del viaggio apostolico in Corea del Sud.

Beata Viviana Mun Yeong-in
Viviana Mun Yeong-in, scelta in tenera età come dama della corte coreana, si avvicinò al cattolicesimo e coltivò la sua fede tramite alcuni dei primi credenti del suo Paese. Arrestata durante la persecuzione del 1801, dopo aver inizialmente vacillato professò con coraggio ciò in cui credeva, fino alla morte per decapitazione, avvenuta il 2 luglio 1801 a venticinque anni, insieme ad altri sette fratelli nella fede. Inserita con loro nel gruppo di martiri capeggiato da Paolo Yun Ji-chung, è stata beatificata da papa Francesco il 16 agosto 2014, nel corso del viaggio apostolico in Corea del Sud.

Beato Antonio Yi Hyeon
Antonio Yi Hyeon apprese i primi rudimenti del cattolicesimo tramite la lettura di alcuni libri e li approfondì tramite la frequentazioni di altri fedeli coreani. Fatto prigioniero durante la persecuzione Shinyu, subì numerose pressioni fisiche e psicologiche, alle quali cedette brevemente, ma poi si preparò a patire il martirio per decapitazione, avvenuto il 2 luglio 1801 insieme ad altri sette fratelli nella fede. Inserito con loro nel gruppo di martiri capeggiato da Paolo Yun Ji-chung, è stato beatificato da papa Francesco il 16 agosto 2014, nel corso del viaggio apostolico in Corea del Sud.

Beato Matteo Kim Hyeon-u
Matteo Kim Hyeon-u, insieme al suo fratello di sangue Barnaba Kim I-u, aderì al cattolicesimo e sostenne la missione in Corea di padre Giacomo Zhou Wen-mo, il primo sacerdote missionario in quel Paese. Entrambi vennero arrestati durante la persecuzione Shinyu del 1801: Barnaba morì a causa delle torture, mentre Matteo venne decapitato alcuni mesi dopo, insieme ad altri sette compagni. Barnaba e Matteo, inseriti con loro nel gruppo di martiri capeggiato da Paolo Yun Ji-chung, sono stati beatificati da papa Francesco il 16 agosto 2014, nel corso del viaggio apostolico in Corea del Sud.

Beata Susanna Kang Gyeong-bok
Susanna Kang Gyeong-bok, dama di compagnia presso la corte coreana, venne a contatto col cattolicesimo insieme ad altre donne del suo stato. Dopo aver favorito la fuga del missionario padre Giacomo Zhou Wen-mo, venne catturata dalla polizia. Inizialmente ritrattò le proprie posizioni, ma, una volta pentita, si preparò ad affrontare il martirio insieme ad altri sette fratelli nella fede. Inserita con loro nel gruppo di martiri capeggiato da Paolo Yun Ji-chung, è stata beatificata da papa Francesco il 16 agosto 2014, nel corso del viaggio apostolico in Corea del Sud.

Beata Giuliana Kim Yeon-i
Giuliana Kim Yeon-i, entrata in contatto col cattolicesimo, lo visse studiando il catechismo, accostandosi alla Messa e frequentando gli altri fedeli della nascente Chiesa coreana. Arrestata nel corso della persecuzione Shinyu del 1801, rimase salda nei suoi principi fino alla morte per decapitazione, avvenuta il 2 luglio 1801 insieme ad altri sette fratelli nella fede. Inserita con loro nel gruppo di martiri capeggiato da Paolo Yun Ji-chung, è stata beatificata da papa Francesco il 16 agosto 2014, nel corso del viaggio apostolico in Corea del Sud.

Santa Monegonda
Monegonda, santa di Tours del VI secolo, è conosciuta solo per una Vita  molto concisa che costituisce il capitolo XIX della Vita dei Padri di Gregorio di Tours e un riassunto, molto suggestivo, che costituisce il capitolo 24 di In gloria dei Confessori. Ella fa parte di quel gruppo di personaggi che Gregorio dovette conoscere da vicino e dei quali egli narra la vita esemplare con scopi di edificazione nonché storici.

Beata Colomba Kang Wan-suk
Fra i fedeli martirizzati nel XIX secolo in Corea spicca la figura di una donna, Colomba Kang Wan-suk, che ha affrontato i rischi della persecuzione pur di aiutare la diffusione del Vangelo. Inserita nel gruppo di martiri capeggiato da Paolo Yun Ji-chung, è stata beatificata da papa Francesco il 16 agosto 2014, nel corso del viaggio apostolico in Corea del Sud.

San Swithun di Winchester
Bastone pastorale
A Winchester in Inghilterra, san Swithun, vescovo, che fu insigne per l'austerità e l'amore per i poveri e fondò numerose chiese, che visitava andando sempre a piedi.

Beato Pietro di Lussemburgo
A Villeneuve presso Avignone in Francia, transito del beato Pietro di Lussemburgo, vescovo di Metz, sempre dedito alle penitenze e alla preghiera.

Santi Processo e Martiniano
A Roma nel cimitero di Damaso al secondo miglio della via Aurelia, santi Processo e Martiniano, martiri.

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