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Beato Piergiorgio Frassati
Nasce nel 1901 a Torino in una famiglia della ricca borghesia: suo padre è Alfredo Frassati noto giornalista e la mamma è Adelaide Ametis affermata pittrice. In un periodo in cui Torino inizia un accentuato sviluppo imprenditoriale, Pier Giorgio viene a conoscenza delle difficoltà in cui si dibattono gli operai. Entra in contatto con la povertà: durante il liceo comincia a frequentare le Opere di san Vincenzo. Amico di tutti, esprime sempre una fiducia illimitata e completa in Dio e nella Provvidenza ed affronta le situazioni difficili con impegno, ma con serenità e letizia. Dedica il tempo libero alle opere assistenziali a favore di poveri e diseredati. Si iscrive a diverse congregazioni e associazioni cattoliche, si accosta con frequenza alla comunione, aderisce alla «Crociata Eucaristica» e frequenta la Congregazione Mariana che lo inizia al culto della Madonna. Fonda con i suoi amici più cari una «società» allegra che viene denominata «Tipi loschi», giovani attenti ad aiutarsi nella vita interiore e nell'assistenza degli ultimi. Muore di poliomelite fulminante il 4 luglio 1925.
A Torino, beato Piergiorgio Frassati, che, giovane militante in associazioni del laicato cattolico, si impegnò con tutto se stesso in iniziative di sviluppo sociale e di carità verso i poveri e i malati, finché morì colpito da paralisi fulminante.

Sant'Elisabetta di Portogallo
Nacque a Saragozza, in Aragona (Spagna), nel 1271. Figlia del re di Spagna Pietro III, quindi pronipote di Federico II, a soli 12 anni venne data in sposa a Dionigi, re del Portogallo, da cui ebbe due figli. Fu un matrimonio travagliato dalle infedeltà del marito ma in esso Elisabetta seppe dare la testimonianza cristiana che la portò alla santità. Svolse opera pacificatrice in famiglia e, come consigliera del marito, riuscì a smorzare le tensioni tra Aragona, Portogallo e Spagna. Alla morte del marito donò i suoi averi ai poveri e ai monasteri, diventando terziaria francescana. Dopo un pellegrinaggio al santuario di Compostela, in cui depose la propria corona, si ritirò nel convento delle clarisse di Coimbra, da lei stessa fondato. Dopo la morte avvenuta nel 1336 ad Estremoz in Portogallo, il suo corpo fu riportato al monastero di Coimbra. Nel 1612 lo si troverà incorrotto, durante un'esumazione, collegata al processo canonico per proclamarla santa. Fu canonizzata a Roma da Urbano VIII nel 1625.
Elisabetta = Dio è il mio giuramento, dall'ebraico
Santa Elisabetta, che, regina del Portogallo, fu esemplare nell'opera di pacificazione tra i re e nella carità verso i poveri; rimasta vedova del re Dionigi, abbracciò la regola tra le monache del Terz'Ordine di Santa Chiara nel cenobio di Estremoz in Portogallo da lei stessa fondato, nel quale, mentre era intenta a far riconciliare suo figlio con il genero, fece poi ritorno al Signore.

Beato Pietro Kibe Kasui
Pietro Kibe Kasui nacque nel 1587, nell'anno in cui il maresciallo della corona a Nagasaki, lo shogun Hideyoshi, emise un editto che ingiungeva ai missionari stranieri di lasciare il paese. Dieci anni dopo cominciarono le persecuzioni. A quell'epoca in Giappone si contavano circa 300 mila cattolici, evangelizzati prima dai gesuiti, con san Francesco Saverio, e poi anche dai francescani. Nel febbraio 1614 un altro editto impose la chiusura delle chiese cattoliche e il confinamento a Nagasaki di tutti i sacerdoti rimasti, stranieri e locali. Nel novembre dello stesso anno i sacerdoti e i laici che guidavano le comunità furono costretti ad andare in esilio. Kibe riparò prima a Macao e poi a Roma. Fu ordinato sacerdote il 15 novembre 1620 e, dopo aver completato il noviziato a Lisbona, pronunciò i primi voti da gesuita il 6 giugno 1622. Tornato in Giappone fra i cattolici sottoposti a crudele persecuzione, nel 1639 fu catturato a Sendai assieme ad altri due sacerdoti. Torturato per dieci giorni di fila, rifiutò di abiurare. E fu martirizzato a Edo, l'attuale Tokyo. Di Pietro Kibe Kasui e di altri 187  martiri in terra giapponese uccisi tra il 1603 ed il 1639, Papa Benedetto XVI ha riconosciuto ufficialmente il martirio il 1° giugno 2007 e la cerimonia di beatificazione è stata fissata per il 24 novembre 2008.

Beata Caterina Jarrige
Nel 1789, durante la Rivoluzione Francese aiutò molti sacerdoti che non avevano aderito alla costituzione civile del clero, provvedendo loro con un rifugio, viveri, ma soprattutto trovando il pane e il vino necessari per la celebrazione del sacrificio eucaristico. Li prelevava di notte, nascosti nelle foreste della valle d'Auze, e li accompagnava nelle famiglie dove si richiedeva l'amministrazione dei Sacramenti. Nel 1794 fu processata ed imprigionata. Fu liberata grazie ad un insurrezione popolare. Del resto non temeva di morire e affermava che sulla ghigliottina avrebbe ballato come negli anni giovanili. Accolta nel Terz'Ordine dei Predicatori, imitò Santa Caterina da Siena, soprattutto con un intenso amore per l'Eucaristia e la difesa dei suoi ministri perseguitati, intrepida nella confessione di fede e di amore per la Chiesa.
A Mauriac presso il monte Cantal in Francia, beata Caterina Jarrige, vergine, che, membro del Terz'Ordine di San Domenico, rifulse nell'aiuto ai poveri e ai malati; al tempo della rivoluzione francese, difese con ogni mezzo i sacerdoti dai rivoltosi che li ricercavano e si recò a far loro visita in carcere.

San Luarsab
Luarsab successe al padre Giorgio X re di Kartli, regione della Georgia, nel 1609 all'età di 14 anni. Poco dopo i turchi e i tatari della Crimea invasero il paese mentre Luarsab si trovava nella sua residenza estiva e poté sfuggire all'attacco grazie al prete Teodoro che con uno stratagemma riuscì a dirottare i nemici; ciò permise a Luarsab di raccogliere le forze con le quali annientò il nemico. Anche lo Scià di Persia aveva mire sulla Georgia e tentò ripetutamente di ridurla in suo potere non con la forza, ma attraverso una politica che mirava a mettere l'uno contro l'altro Luarsab re di Kartli e Tamaraz re di Kakheti ma, non essendo riuscito a renderli nemici fra loro, divisò di farli uccidere durante una partita di caccia ma anche questo disegno andò a vuoto. Tuttavia con l'inganno riuscì a fare prigioniero Luarsab al quale offrì un lauto pranzo durante la quaresima e, avendo egli rifiutato di rompere il digiuno, gli ordinò di abbracciare l'islam ma, al nuovo diniego del santo re, ordinò che fosse strangolato nel 1622.

Sant'Ulrico (Ulderico)
Nato nell'890 in Germania, deve la sua formazione allo zio Adalberone, vescovo e principe di Augusta, dove il giovane rientra alla morte del padre dopo l'adolescenza nel monastero di San Gallo in Svizzera. Nel 908 lo zio lo avvia al sacerdozio e nel suo primo anno da presbitero si reca pellegrino a Roma. Nella città eterna apprende la notizia della morte dello zio. Per quattordici anni Ulderico rimane in disparte accudendo alle necessità della famiglia fino a che nel 923, alla morte del vescovo Hiltino, la popolazione di Augusta e il re di Germania Enrico I lo designano vescovo. Così per cinquanta anni Ulderico sarà l'insigne custode del cammino spirituale della popolazione e del clero e il suo episcopato sarà caratterizzato dal mirabile spirito di penitenza, generosità e vigilanza.
Ad Augsburg nella Baviera, in Germania, sant'Ulderico, vescovo, che fu insigne per il mirabile spirito di penitenza, la generosità e la vigilanza e morì nonagenario dopo cinquant'anni di episcopato.

Beato Giuseppe Kowalski
Il beato Giuseppe (Jozef) Kowalski nacque a Siedliska, in Polonia, nel 1911. Entrò tra i salesiani nel 1927 e divenne prete nel 1938. Apprezzato conferenziere, secondo il carisma della congregazione di don Bosco, fu educatore. Anche attraverso la musica: diede vita infatti a un coro giovanile. Il suo apostolato presso la parrocchia di Maria Ausilio dei Cristiani fu interrotto il 23 maggio del 1941, quando i nazisti lo prelevarono con 11 confratelli. Divenne la matricola 17.350 di Auschwitz. Nel 1942, per il suo rifiuto di calpestare un rosario, fu sottoposto a lavori massacranti. Fu poi torturato e annegato dalle guardie. Il 13 giugno del 1999 Papa Wojtyla lo ha beatificato a Varsavia con altri 107 martiri del nazismo.
Palma
Nel campo di sterminio di Auschwitz vicino a Cracovia in Polonia, beato Giuseppe Kowalski, martire, che, in tempo di guerra, fu messo per Cristo in carcere, dove sotto tortura consumò il suo martirio.

Santa Berta di Blangy
Figlia di Rigoberto, conte palatino sotto il re carolingio Clodoveo II, sposò ventenne un parente di questi, Sigfrido. Vent'anni dopo, rimasta vedova, seguì la vocazione monastica. Costruì due case di preghiera, ma entrambe crollarono. Un angelo, allora, le apparve e le indicò un luogo adatto, dove sorse il monastero di Blangy, nell'Artois. Vi si stabilì con le due figlie maggiori, Deotila e Gertrude. Alcuni anni prima della morte, avvenuta intorno al 725, lasciò l'incarico di badessa e si ritirò a vita anacoretica in una celletta nelle vicinanze del monastero.
A Blangy nel territorio di Arras in Francia, santa Berta, badessa, che, entrata insieme alle figlie Geltrude e Deotila nel monastero da lei fondato, dopo alcuni anni si ritirò come reclusa in una cella.

Santa Natalia di Tolosa
Nata nel 1312 a Gaillac in Francia, Santa Natalia, si trasferì all'età di 16 anni nella città di Tolosa. Ricevuta un'educazione cristiana, entrò nell'Ordine della Mercede nel convento della stessa città dove fece la professione solenne innanzi al Beato Bernardo di Poncelli commendatore di Tolosa. Pregava zelantemente per la liberazione degli schiavi con infinite mortificazioni e fu rallegrata da Gesù che gli apparve incoraggiandola su questa via di penitenza. Tutti si rivolgevano a lei, i redentori in particolare, esortandola a pregare per la conversione dei peccatori e per restare lontani dalle tentazioni impure. Finché trionfante, il 4 luglio 1355, raggiunse la gloria del cielo.
L'Ordine la festeggia il 4 luglio.

Sant'Andrea di Creta (di Gortina)
Nacque a Damasco nel 660, ma fu monaco e membro del clero di Gerusalemme. Fu mandato a Costantinopoli dove fu diacono e ricevette diversi incarichi. Nel 700 ca. fu eletto vescovo di Gortina, metropoli dell'isola di Creta. Morì ad Erisso, nell'isola di Lesbo, il 4 luglio 740. Fu oratore e poeta. Scrise omelie e panegirici e si distinse anche come autore di inni, di cui componeva anche la melodia. Scrisse anche di teologia mariana.
A Eresso nell'isola di Lesbo, transito di sant'Andrea di Creta, vescovo di Górtina, che con preghiere, inni e cantici di raffinata fattura cantò le lodi di Dio ed esaltò la Vergine Madre di Dio immacolata e assunta in cielo.

San Carileffo di Anille
Secondo Gregorio di Tours, nel 576 nella diocesi di Le Mans sorgeva il monastero detto Anille (oggi St-Calais) eretto in onore di Carileffo, vissuto, sembra, nel sesto secolo. In realtà, dalle scarse notizie in possesso, si può rilevare che Carileffo non fu il fondatore e neppure l'abate, dal momento che forse conduceva vita eremitica nei pressi di quel luogo. Al tempo delle invasioni normanne i resti di Carileffo furono trasferiti a Blois e poi riportati a St-Calais nel 1663.
L'Ordine Benedettino lo festeggia il 4 luglio.

San Cesidio (Antonio) Giacomantonio
Religioso francescano lapidato e bruciato all'età di ventisette anni in Cina, mentre proteggeva il Santissimo Sacramento dalla profanazione degli adepti della setta Yihetuan.
Nella città di Hengyang nella provincia dello Hunan in Cina, san Cesidio Giacomantonio, sacerdote dell'Ordine dei Minori e martire, che nella persecuzione scatenata dalla setta dei Boxer, mentre tentava di proteggere il Santissimo Sacramento dalla folla dei loro seguaci, lapidato e avvolto in un telo imbevuto di benzina, morì arso vivo.

Sant'Antonio Daniel
Presso gli Uroni in territorio canadese, sant'Antonio Daniel, sacerdote della Compagnia di Gesù e martire, che, terminata la celebrazione della Messa, fermo sulla porta della chiesa a tutela dei neofiti dall'assalto di pagani ostili, fu trafitto dalle loro frecce e infine dato al rogo. La sua memoria si celebra insieme a quella dei suoi compagni il 19 ottobre.

Beati Guglielmo Andleby, Enrico Abbot, Tommaso Warcop ed Eduardo Fulthorp
A York sempre in Inghilterra, beati martiri Guglielmo Andleby, sacerdote, Enrico Abbot, Tommaso Warcop e Edoardo Fulthorp, laici, che, condannati a morte nella stessa persecuzione per la loro fedeltà alla Chiesa cattolica, attraverso il supplizio del patibolo raggiunsero insieme i premi eterni.

Beati Giovanni detto Cornelio, Tommaso Bosgrave, Giovanni Carey e Patrizio Salmon
A Dorchester un Inghilterra, beati martiri Giovanni, detto Cornelio, sacerdote da poco ammesso nella Compagnia di Gesù, Tommaso Bosgrave, Giovanni Carey e Patrizio Salmon, laici, suoi collaboratori, che glorificarono tutti insieme Cristo con il martirio sotto la regina Elisabetta I.

Beato Bonifacio di Savoia
Bastone pastorale
Nel monastero di Hautecombe presso il lago di Bourget nella Savoia, in Francia, deposizione del beato Bonifacio, vescovo, che, di stirpe regale, si ritirò dapprima presso i Certosini e, elevato poi alla sede di Belley ed infine a quella di Canterbury, si dedicò con assiduità alla cura del suo gregge.

Beata Maria Crocifissa Curcio
La religiosa siciliana madre Maria Crocifissa Curcio, al secolo Rosa (1877 - 1957), fondò a Roma le Carmelitane missionarie di santa Teresa di Gesù Bambino. E' stata beatificata nel 2005.

San Fiorenzo di Cahors
A Cahors in Aquitania, san Fiorenzo, vescovo, che san Paolino da Nola celebra come umile di cuore, forte nella grazia e mite nella parola.

San Lauriano
Nel villaggio di Vatan presso Bourges in Aquitania, in Francia, san Lauriano, martire.

Sant'Alberto Quadrelli da Rivolta
Lodi
Alberto = di illustre nobiltà, dal tedesco
Bastone pastorale

San Valentino
Presso Langres ancora in Aquitania, san Valentino, sacerdote ed eremita.

Beato Giovanni da Vespignano
A Firenze, beato Giovanni da Vespignano.

San Giocondiano
In Africa, san Giocondiano, martire.

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