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San Massimo di Torino
Massimo guidò la diocesi di Torino, di cui è considerato il fondatore, nel travagliato periodo delle invasioni barbariche. Nato verso la metà del IV secolo, fu discepolo di sant'Ambrogio e di sant'Eusebio di Vercelli. Nonostante il suo carattere mite, che traspare dalle «Omelie» e dai «Sermoni» che ci sono pervenuti, propose ai sui fedeli un esempio di fermezza. «È figlio ingiusto ed empio - così li spronava a non lasciare la città - colui che abbandona la madre in pericolo. Dolce madre è in qualche modo la patria». Li esortava a anche a mantenersi irreprensibili nei costumi e a non confidare in superstizioni come l'invocazione della luna: «Veramente presso di voi la luna è in travaglio - scriveva con ironia -, quando una copiosa cena vi distende il ventre e il capo vi ciondola per troppe libagioni». La data della sua morte non è certa: avvenne tra il 408 e il 423.
Massimo = grandissimo, dal latino
Bastone pastorale, Mitra, Casula, Pallio
A Torino, san Massimo, primo vescovo di questa sede, che con la sua parola di padre chiamò folle di pagani alla fede di Cristo e le guidò con la celeste dottrina al premio della salvezza.

San Prospero d'Aquitania
Ha studiato nella nativa Aquitania (Gallia romana) ed è buon letterato e teologo. Ma non sarà prete. Vive per molti anni, dal 426, nei monasteri di Marsiglia e della sua regione, come monaco laico. Non è martire e non ha fatto miracoli. La Chiesa lo venera come maestro di fede. Tra i monaci marsigliesi, Prospero vede diffondersi una dottrina secondo cui l'uomo è capace di volere il bene e di salvarsi con la sola sua volontà, sicché la grazia divina è preziosa, ma non indispensabile. Diffonde queste idee il monaco Pelagio, venuto dall'Inghilterra a Roma, e poi fuggito nel 410 verso il Nordafrica con molti Romani, quando l'Urbe è stata saccheggiata dai Goti di Alarico. Poi, dall'Africa alla Palestina, ha raccolto molti seguaci (specie tra gli anacoreti, volontari della penitenza) e ha disorientato fedeli e vescovi. Al "pelagianesimo" ha reagito subito con energia Agostino vescovo di Ippona, con i trattati De peccatorum meritis, De natura et gratia e De spiritu et littera (412-415). Poi papa Innocenzo I e il concilio di Cartagine hanno respinto la dottrina di Pelagio. Ma nel Marsigliese i monaci ce l'hanno con Agostino: i suoi trattati non li convincono, anzi! Si affretta Prospero a informare Agostino e a spiegargli che questi vanno orientati, c'è bisogno ancora di spiegare, di chiarire... Agostino si rimette al lavoro, scrivendo un nuovo trattato con chiarimenti: è l'ultima sua opera prima di morire (a poca distanza da Pelagio). Ma ancora invano: quelli tengono duro; e come loro nel mondo cristiano ce ne sono molti... Così, Prospero si vota alla battaglia dottrinale e alla difesa di Agostino dalle accuse scaturenti a volte da incomprensione, da partito preso, da ignoranza, da certi modi agostiniani di esprimersi, certa sua passionalità. Prospero non è un polemista. È uno che vuol far capire. È quello che assicura "l'integrazione della dottrina agostiniana su grazia e predestinazione nel patrimonio teologico della Chiesa" (G. de Plinval). Nel 440 accompagna a Roma l'arcidiacono Leone, che al suo arrivo sarà eletto Papa, succedendo a Sisto III, e si servirà di lui come estensore di testi dottrinali. Gran lavoratore, Prospero scrive anche di storia romana; fra le ultime opere teologiche si ricorda il trattato De vocatione omnium gentium, che è il primo scritto cristiano dedicato alla salvezza dei non-cristiani. Muore in data incerta dopo il 455 e non si conosce il luogo della sua sepoltura.
Prospero = vegeto, florido, felice, significato chiaro
Commemorazione di san Prospero d'Aquitania, che, versato nella filosofia e nelle lettere, condusse con la moglie una vita virtuosa e temperante e, fattosi monaco a Marsiglia, difese strenuamente contro i pelagiani la dottrina di sant'Agostino sulla grazia di Dio e sul dono della perseveranza, svolgendo anche a Roma la mansione di cancelliere del papa san Leone Magno.

San Guglielmo di Montevergine (da Vercelli)
Guglielmo di Montevergine era nato a Vercelli nel 1085 da nobile famiglia. Divenuto monaco, decise di recarsi in Palestina. Lungo il cammino si fermò in Irpinia dove fondò la Congregazione Benedettina di Montevergine, con caratteristiche cenobitiche. Sentendo il bisogno di solitudine, nominò il suo successore nella Congregazione, che abbandonò per poi fondare altri monasteri, fra cui quello di San Salvatore, diviso in due parti destinate rispettivamente ai religiosi e alle religiose. La sua opera infaticabile lo portò ancora più lontano verso Rocca San Felice, Foggia e Troia. L'ideale di vita ascetica da lui proposto, sostanzialmente legato alla Regola benedettina, faceva parte del movimento spirituale che cercava una Regola più pura e dava maggior spazio alla preghiera e alla contemplazione. Morì a Goleto, in Irpinia, il 24 giugno 1142.
Irpinia
Guglielmo = la volontà lo protegge, dal tedesco
Bastone pastorale, lupo
A Goleto presso Nusco in Campania, san Guglielmo, abate, che, pellegrino dalla città di Vercelli, fattosi povero per amore di Cristo, fondò su invito di san Giovanni da Matera il monastero di Montevergine, in cui accolse con sé dei compagni che istruì nella sua profonda dottrina spirituale, e aprì molti altri monasteri sia di monaci sia di monache nelle regioni dell'Italia meridionale.

Beato Paolo Giustiniani
Era figlio della nobile famiglia Giustiniani di Venezia. Vi nacque il 15 Giugno 1476. Dopo essere diventato superiore maggiore nell'eremo di Camaldoli fino al 1520, ottenne da Leone X il permesso di fondare un nuovo istituto eremitico, il quale da principio fu chiamato la "Compagnia di San Romualdo".Più tardi ebbe il nome canonico di "Congregazione degli eremiti camaldolesi di Monte Corona" anche detti più brevemente "Montecoronesi". Tra gli eremi cui dette vita, dopo quello di Monte Cucco, che fu il primo eremo ad accoglierlo, vanno ricordati tra gli altri quello delle grotte di Cupramontana e quello di San Silvestro sul Monte Soratte. A Macerata fu imprigionato per amore e difesa degli eremiti. Trovandosi a Roma nel 1527, cadde prigioniero dei Lanzichenecchi, in quel terribile sacco. Fu torturato insieme a San Gaetano da Thiene, ma ne scampò riacquistando la libertà. Nella primavera del 1528 contrasse la peste a Viterbo. Non perfettamente guarito si rimise in viaggio alla volta di Roma per ricevere in donazione l'eremo del Monte Soratte. Ma proprio in quell'eremo morì di peste ancora giovane di 52 anni, il 25 Giugno 1528.

Santi Domenico Henares e Francesco Do Minh Chieu
Francesco Do Minh Chieu, nato da famiglia cristiana in Vietnam, era fedele catechista e collaboratore del suo vescovo, s. Domenico Henares O.R, quando, nel 1838, scoppiò la persecuzione anticristiana. I persecutori stendevano sulle strade dei crocifissi e riconoscevano i cristiani dal fatto che essi non solo evitavano di calpestare la croce, ma anzi la veneravano. Francesco, attraversando una di queste strade, si affrettò a togliere tutti i crocifissi perché non venissero calpestati dai passanti, e se li strinse al petto con profonda venerazione. Fu violentemente percosso, arrestato e condannato alla decapitazione "per aver rifiutato di calpestare la croce".
 Nella città di Nam Định nel Tonchino, ora Viet Nam, santi Domenico Henares, vescovo dell'Ordine dei Predicatori, e Francesco Đỗ Minh Chiểu, martiri, dei quali il primo propagò per quarantanove anni la fede cristiana, il secondo, catechista, operò assiduamente con lui: entrambi furono decapitati insieme per Cristo sotto l'imperatore Minh Mạng.

San Salomone
San Salomone III, re di Bretagna, nonostante un grave crimine commesso in gioventù fu ricondotto da Dio sulla strada della santità. Dovette combattere contro i franche ed i normanni per conservare l'indipendenza della sua terra. Si prodigò nell'istituzione di sedi episcopali, nell'ampliamento di monasteri e nell'esercizio della giustizia. Fu aggredito e ucciso dai nemici della fede mentre si trovava in chiesa.
Corona, Scettro, Palma
In Bretagna, san Salomone, martire, che, per il tempo che governò come re, istituì sedi episcopali, ampliò monasteri e conservò la giustizia; lasciato poi il regno, fu accecato e ucciso in chiesa dai suoi avversari.

Beata Maria Lhuilier
Prestò giuramento con le suore ospitaliere della Misericordia di Gesù. Perseguitata dopo lo scoppio della rivoluzione francese, morì martire per aver rifiutato il giuramento agli ideali rivoluzionari.
A Laval in Francia, beata Maria Lhuillier, vergine e martire, che, accolta tra le Ospedaliere della Misericordia, durante la rivoluzione francese, strenuamente fedele alla Chiesa nei voti religiosi, morì decapitata.

Beato Fulgenzio de Lara
Inviato più volte in redenzione dall'Ordine Mercenario, il Beato Fulgenzio de Lara, nel 1280 fu in Andalusia (Spagna), poi passò in Africa. In Marocco convertì molti infedeli a Cristo e liberò dalla tirannia dei mussulmani più di 200 schiavi e lì morì in pace nell'anno 1287.
L'Ordine lo festeggia il 25 giugno.

Beato Giovanni di Spagna
Nato in Spagna, fu fondatore e primo priore della Certosa di Le Reposoir in Svizzera. Su richiesta di Sant'Anselmo, superiore generale, iniziò il ramo femminile.Nella Certosa de Le Réposoir nella Savoia, beato Giovanni di Spagna, monaco, che scrisse gli statuti per le monache dell'Ordine Certosino.

Beata Dorotea da Montau
A Marienwerder nella Prussia polacca, beata Dorotea da Montau, che, vedova, visse reclusa in una cella costruita accanto alla cattedrale, dandosi senza sosta ad una vita di orazione continua e di penitenza.

Sant'Adalberto di Egmond
Adalberto = di illustre nobiltà, dal tedesco
A Egmond in Frisia, nell'odierna Olanda, sant'Adalberto, diacono e abate, che aiutò san Villibrordo nell'evangelizzazione.

Santa Tigride (Tecla) di Maurienne
A Maurienne nella Savoia, santa Tigride, vergine, che promosse in questo luogo con grande zelo il culto di san Giovanni il Precursore.

San Prospero di Reggio Emilia
Reggio Emilia
Prospero = vegeto, florido, felice, significato chiaro
Bastone pastorale
A Reggio Emilia, san Prospero, vescovo.

Sant'Eurosia di Jaca
Palma
A Jaca nella Spagna settentrionale, santa Eurosia, vergine e martire.

San Moloc (o Luano)
A Rosemarkie in Scozia, san Moloc o Luano, vescovo.

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