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San Vito
Non si conosce la sua origine, anche se una "Passio" di nessun valore storico, lo fa nascere in Sicilia da padre pagano e lo vuole incarcerato sette anni perché cristiano. L'unica notizia attendibile su di lui si trova nel Martirologio Gerominiano, da cui risulta che Vito visse in Lucania. Popolarissimo nel medioevo, egli fu inserito nel gruppo dei Ss. Ausiliatori, i santi la cui intercessione veniva considerata molto efficace in particolare occasioni e per sanare determinate malattie. Egli veniva invocato per scongiurare la lettargia, il morso di bestie velenose o idrofobe e il "ballo di San Vito". In proposito la leggenda racconta che Vito, da bambino, abbia guarito il figlio di Diocleziano, suo coetaneo, ammalato di epilessia.
Danzatori, Epilettici
Vito = forse forte, virile, che ha in sé vita, dal latino
Palma
In Basilicata, san Vito, martire.

Beato Ferdinando (Fernando) del Portogallo
Chiamato anche l'"infante santo", il "principe perfetto", il "principe costante", l'"abanderado" (= alfiere), nacque a Santarém il 29 settembre 1402 dal re del Portogallo Giovanni I. Sua madre, Filippa di Lancaster, lo educò molto piamente: molto austero con se stesso, ebbe un delicato senso della giustizia sociale unito ad una gran compassione verso gli schiavi, i naviganti e i malati, che soccorreva con abbondanti elemosine e facendo celebrare per essi sante Messe. A motivo della sua povertà, fu costretto dai fratelli ad accettare il titolo di gran maestro dell'Ordine monastico-militare di Avis, conferitogli da Eugenio IV nel 1434, ma rifiutò umilmente il cardinalato offertogli dallo stesso papa.
Benché febbricitante, il 22 agosto 1437 partì, insieme col fratello Enrico il Navigatore, alla testa di un esercito di settemila uomini, alla conquista di Tangeri. Sopraffatti, nel mese di ott. furono costretti a togliere l'assedio e ad accettare le condizioni loro imposte, tra cui la promessa di restituire Ceuta. Ferdinando e dodici uomini del suo seguito, tra i quali il suo segretario Giovanni (Joao) Alvares, che scrisse una dettagliata relazione della santa vita e prigionia del principe, restarono come ostaggi. Ferdinando fu portato da Tangeri alla vicina città di Arzila, dove rimase sette mesi. Rifiutata dalle Cortes portoghesi la restituzione di Ceuta, nel maggio 1438 i Mori lo trasferirono a Fez, dove fu ridotto alla condizione di schiavo in catene, costretto ai lavori più duri e umilianti. Le trattative per il suo riscatto fallirono ripetutamente per le esorbitanti pretese del sultano di Fez e del suo crudele vizir. Debilitato dalle privazioni, si ammalò di dissenteria e si spense rapidamente il 15 giugno 1443, confortato dagli ultimi sacramenti e ricreato da visioni celestiali.

Santa Germana Cousin
Nata nel 1570 in un piccolo villaggio a pochi chilometri da Tolosa da modestissimi operai, restò per tutta la vita una povera pastorella. Con una malformazione congenita all'arto superiore destro e una costituzione gracile, si ammalò ben presto di scrofolosi che portò con sé quale cronica sofferenza per tutti i suoi anni. Perse la madre poco tempo dopo la nascita, il padre si risposò e in casa fu isolata. Fu mandata a pascolare le greggi e quasi sempre doveva dormire nella stalla. Tutto questo veniva però accettato con estrema umiltà e non le impediva di esercitare tanta carità nei confronti dei compagni, per lo più giovani pastori e pastorelle. Grande era la sua fede costruita intorno a quel poco che su Dio e sulla Madonna aveva appreso in parrocchia. Ogni giorno andava a Messa, ogni giorno recitava il Rosario e l'Angelus. Gli abitanti di Pibrac, il villaggio natale, la chiamavano perciò «la bigotta» e la dileggiavano. Ma Germana sopportava tutto con umiltà. Una mattina il gregge non uscì dall'ovile; Germana non andò in Chiesa. Era morta silenziosamente quasi addormentandosi nella pace eterna il 15 giugno 1601. Dopo la morte, per sua intercessione si verificarono numerosissimi miracoli. Tutta Pibrac e in seguito tutta la Francia le portarono grande devozione.
Germana = fratello/sorella, dal latino
A Pibrac nel territorio di Tolosa in Francia, santa Germana, vergine, che, nata da genitori sconosciuti, condusse fin dalla fanciullezza una vita di servitù e infermità, patendo con animo forte e spirito gioioso ogni genere di tribolazioni, finché a soli ventidue anni riposò in pace.

San Bernardo da Mentone (o di Aosta)
Dal 1923 è patrono degli alpinisti, ha dato il suo nome a due celebri passi alpini e anche alla simpatica razza canina dotata di botticella per il salvataggio in montagna. È san Bernardo di Mentone, che in realtà, però, non sarebbe nato nella località della Savoia, come si legge in una cronaca del XV secolo, ma ad Aosta intorno al 1020. Divenuto arcidiacono e, poi, Agostiniano, gli venne affidato l'incarico di ripristinare il valico detto «Mons Jovis». Si narra che per far ciò dovette lottare contro le pretese di un demonio e alla fine lo precipitò giù da una rupe. Di sicuro c'è che, partendo dall'abbazia svizzera di Bourg-Saint-Pierre, fondò un monastero in cima a quello che oggi è il Gran San Bernardo. A quota 2.470 metri è un posto di sosta e ospitalità per viaggiatori e pellegrini, nonché l'abitato più elevato d'Europa. Al santo viene attribuita anche la costruzione del cenobio in cima al Piccolo San Bernardo. Morì a Novara nel 1081.
Alpinisti, Scalatori (Pio XI - 1923)
Bernardo = ardito come orso, dal tedesco
Bastone da montagna, Cane
Sul Mont-Joux nel Vallese, san Bernardo da Mentone, sacerdote, che, canonico e arcidiacono di Aosta, visse per molti anni tra le vette delle Alpi, dove costruì un rinomato monastero e due rifugi per i viandanti, tuttora recanti il suo nome.

Sant'Isfrido di Ratzeburg
Canonico professo del monastero di Cappenberg in Westfalia. Nel 1159 venne eletto preposito di Jerichow e nel 1180 vescovo di Ratzeburg. A quel tempo la diocesi era affidata ai Premostratensi ed Isfrido fu lieto di non dover mutare il suo modo di vivere. A lui di deve la restaurazione del monastero di Floreffe, vicino a Namur, distrutto da un incendio, e la consacrazione della chiesa abbaziale di Postel in Belgio, allora sotto la giurisdizione di Floreffe. Gli antichi annali di Stederburg lo presentano come uomo esimio per sapienza cristiana, umiltà e fortezza. Degno successore di S. Evermondo, continuò l'opera di conversioni presso i Vendi non senza diversi problemi e difficoltà. Morì il 15 giugno 1204, giorno in cui se ne celebra la memoria. Nella diocesi di Osnabruck godette di culto antico confermato nel 1725 da Benedetto XIII all'Ordine dei Premostratensi.
A Ratzeburg nell'Alsazia, ora in Germania, sant'Isfrido, vescovo, che, mantenendo l'osservanza di vita dei Canonici Premostratensi, si adoperò per l'evangelizzazione dei Vendi.

Beato Clemente Vismara
Nato nel 1897 ad Agrate Brianza (Milano), Clemente aveva fatto la prima guerra mondiale meritandosi tre medaglie e il grado di sergente maggiore; ma ne era uscito col disgusto di ogni violenza e diventa sacerdote missionario nel PIME il 26 maggio 1923. Parte per la Birmania il 2 agosto dello stesso anno e muore il 15 giugno 1988 a Mongping, l’ultima delle sei parrocchie da lui fondate, con un solo ritorno in Italia alcuni mesi nel 1957. Cordiale e ottimista, sempre sorridente, è morto a 91 anni “senza invecchiare”, dicevano i suoi confratelli perché, come scriveva lui stesso, “la vecchiaia incomincia quando ti accorgi che non sei più utile a nessuno; e lui è stato utile a tanti fino all’ultimo giorno, in un paese fra i più poveri e fra popolazioni tribali tormentate da guerre, dittatura, carestie, malattie, miseria. Riconosciuta l'eroicità delle virtù, è stato dichiarato venerabile il 15 marzo 2008 e beato il 26 giugno 2011.

Beato Pietro Nolasco Perra
Nato a Gergei in Sardegna, all’inizio del 1574, il Beato Pietro Nolasco Perra, fu battezzato il 15 febbraio di quell’anno. Vestì l’abito religioso mercedario nel convento di Bonaria (Cagliari), il 14 febbraio 1598 e professò il 19 febbraio 1599. Inviato a Valenza in Spagna per proseguire i suoi studi, qui fu ordinato sacerdote nel 1602. Fu esempio di vita interiore e di obbedienza, durante la celebrazione della messa riusciva a commuovere i fedeli per la devozione con cui pregava, aveva parole di conforto e di incoraggiamento per chiunque l’avvicinava, specialmente in confessione. Colmato di favori dalla Vergine Maria, santamente morì nel convento mercedario di San Domenico in Valenza il 15 giugno 1606 all’età di soli 32 anni. L’Ordine lo festeggia il 15 giugno.

Sant'Amos
Profeta e scrittore fustigò energicamente la vita del regno d’Israele che, godendo di un momento di prosperità, aveva abbandonato la legge divina. Amos profetizzò il castigo divino e la salvezza di pochi giusti che avrebbero perpetuato il popolo di Dio, di cui avvertì fortemente la presenza e il dominio sul mondo. Ebbe il merito che lo rende ancora attuale di denunciare un culto ridotto a pura esteriorità e la falsa sicurezza degli uomini di fronte a Dio.
Amos = forte, robusto, dall'ebraico
Commemorazione di sant'Amos, profeta, che allevatore di bestiame in Tecoa e coltivatore di sicomori, fu mandato dal Signore ai figli di Israele per riaffermare la sua giustizia e santità contro i loro abomini.

Beato Luigi Maria Palazzolo
Sacerdote (1827-1886), fondatore dei Fratelli della Sacra Famiglia e delle Piccole sorelle dei Poveri, le «suore Poverelle». Di queste ultime molto si è parlato mentre in Africa infuriava l’epidemia di Ebola: accanto al letto dei contagiosissimi malati – alla fine vittime esse stesse del virus – c’erano loro, le figlie del Palazzolo. Il carisma del fondatore è infatti legato all’assistenza a malati, bisognosi e anziani. Palazzolo è stato beatificato nel 1963.
Luigi = derivato da Clodoveo
A Bergamo, beato Luigi Maria Palazzolo, sacerdote, che fondò le Congregazioni delle Suore Poverelle e dei Fratelli della Santa Famiglia.

San Pietro de Cervis
Originario di Perpignano (Francia), San Pietro de Cervis, entrò nell'Ordine della Mercede e divenne commendatore del convento di Santa Maria in Narbona. Con ardente desiderio di soffrire per Gesù Cristo, partì verso il regno moro di Granada (Spagna) per la promulgazione  della fede cattolica e la redenzione degli schiavi. Arrivato nella città di Granada venne subito privato dei beni che gli servivano per la liberazione dei prigionieri, fu percosso e gettato in una fetida prigione dove morì fra atroci supplizi nell'anno 1422. L'Ordine lo festeggia il 15 giugno.

Beata Albertina Berkenbrock
Albertina Berkenbrock, nata l’11 aprile 1919 a São Luis (Brasile), all’età di soli 12 anni il 15 giugno 1931 fu uccisa, perchè, come Maria Goretti, difese eroicamente la sua castità. Dopo un rapidissimo processo di beatificazione, il 16 dicembre 2006 è stato riconosciuto il suo martirio ed il 20 ottobre 2007 è stata dichiarata "beata".
Albertina = forma diminutiva di Alberta, illustrissima, dall'antico germanico

Santa Barbara Cui Lianzhi
Madre di famiglia morta a causa di crudelissime torture durante le persecuzioni in Cina.
Presso la città di Liushuitao nel territorio di Qianshengzhuang nella provincia dello Hebei in Cina, santa Barbara Cui Lianzhi, martire, che, essendole già stato ucciso il figlio, cercò di notte scampo nella fuga, ma catturata dai nemici dei cristiani morì tra crudelissime torture.

Sant'Abramo di St-Cirgue
Abramo = grande padre, dall'ebraico
A Clermont-Ferrand in Aquitania, ora in Francia, sant'Abramo, monaco, che, nato sulla riva dell'Eufrate, si recò in Egitto a fare visita agli eremiti, ma, arrestato dai pagani, fu tenuto in catene per cinque anni; giunto poi in Francia nella regione dell'Auvergne, si ritirò nel monastero di San Quírico, dove morì carico di giorni.

Beati Giovanni Rodriguez e Pietro da Teruel
Nominati redentori, i Beati Giovanni Rodriguez e Pietro da Teruel, insigni mercedari per le virtù e costanza nella fede, in terra d'Africa liberarono 180 schiavi da una dura prigionia e là morirono nella pace del Signore. L'Ordine li festeggia il 15 giugno.

Beati Pietro Snow e Rodolfo Grimston
A York sempre in Inghilterra, beati martiri Pietro Snow, sacerdote, e Radolfo Grimston, che condannati a morte sotto la regina Elisabetta I, l'uno perché sacerdote, l'altro perché aveva tentato di sottrarlo alla cattura, patirono il supplizio del patibolo.

San Landelino
A Crespin nell'Hainault, nel territorio dell'odierna Francia, san Landelino, abate, che, convertito dal vescovo sant'Autberto da una vita di ruberie all'esercizio delle virtù, fondò un cenobio a Lobbes e si spostò poi a Crespin, dove finì i suoi giorni.

Beato Tommaso Scryven
A Londra in Inghilterra, beato Tommaso Scryven, martire, monaco della Certosa della città, che sotto il re Enrico VIII conservò la fede della Chiesa e per questo, consunto in carcere dalla fame, ricevette la corona del martirio.

Sant'Esichio di Durostoro
A Silistra in Mesia, nell'odierna Bulgaria, sant'Esichio, che, soldato, arrestato insieme al beato Giulio, ottenne dopo di lui, sotto il governatore Massimo, la corona del martirio.

Santa Benilde di Cordova
A Córdova nell'Andalusia in Spagna, santa Benilde, martire, morta, in età già avanzata, durante la persecuzione dei Mori.

San Lotario di Seez
A Séez in Neustria, ora in Francia, san Lotario, vescovo, che, lasciato il suo incarico, si dice sia morto in solitudine.

Santi Modesto e Crescenzia
Modesto = semplice, riservato, dal latino
Crescenzia = accresce (la famiglia)
Palma

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