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San Massimino di Treviri A Treviri nella Gallia belgica, nell'odierna Germania, san Massimino, vescovo, che, intrepido difensore dell'integrità della fede contro l'arianesimo, accolse fraternamente sant'Atanasio di Alessandria e altri vescovi esuli e, pur scacciato dalla sua sede da parte dei suoi nemici, morì in patria a Poitiers.
Beati Guglielmo Arnaud e 10 compagni È un volto dell'Inquisizione molto diverso da quello che siamo abituati a sentire citato
quello mostrato dal domenicano Guglielmo Arnaud e dai suoi dieci compagni morti martiri
il 29 maggio 1242 nella regione di Avignonet, vicino a Tolosa. La loro vicenda si colloca
storicamente nel periodo delle dispute con gli albigesi. Guglielmo e i suoi compagni erano
il Tribunale dell'Inquisizione che papa Gregorio IX aveva stabilito per affrontare la
questione. Nel giorno dell'Ascensione il governatore di Avignonet invitò i religiosi per
un confronto con gli albigesi. Ma si rivelò una trappola: gli undici vennero percossi a
morte. Le cronache raccontano che morirono cantando il Te Deum e proclamando quella fede
che erano venuti a difendere. Nel nome di questi martiri fiorirono miracoli e il loro
culto si protrasse lungo i secoli. Fu infine Pio IX nel 1866 ad approvarlo ufficialmente. Ad Avignonet vicino a Tolosa in Francia, beati Guglielmo Arnaud e dieci compagni, che,
uniti nell'impegno di opporsi all'eresia dei catari, furono arrestati con l'inganno a
motivo della loro fede in Cristo e dell'obbedienza alla Chiesa di Roma e morirono trafitti
con la spada nella notte dell'Ascensione del Signore, mentre intonavano a una sola voce il Te Deum.
Beato Bernardo de Roquefort È un volto dell'Inquisizione molto diverso da quello che siamo abituati a sentire citato
quello mostrato dal domenicano Guglielmo Arnaud e dai suoi dieci compagni morti martiri
il 29 maggio 1242 nella regione di Avignonet, vicino a Tolosa. La loro vicenda si colloca
storicamente nel periodo delle dispute con gli albigesi. Guglielmo e i suoi compagni erano
il Tribunale dell'Inquisizione che papa Gregorio IX aveva stabilito per affrontare la
questione. Nel giorno dell'Ascensione il governatore di Avignonet invitò i religiosi per
un confronto con gli albigesi. Ma si rivelò una trappola: gli undici vennero percossi a
morte. Le cronache raccontano che morirono cantando il Te Deum e proclamando quella fede
che erano venuti a difendere. Nel nome di questi martiri fiorirono miracoli e il loro culto
si protrasse lungo i secoli. Fu infine Pio IX nel 1866 ad approvarlo ufficialmente.
Ad Avignonet vicino a Tolosa in Francia, beati Guglielmo Arnaud e dieci compagni, che,
uniti nell'impegno di opporsi all'eresia dei catari, furono arrestati con l'inganno a
motivo della loro fede in Cristo e dell'obbedienza alla Chiesa di Roma e morirono trafitti
con la spada nella notte dell'Ascensione del Signore, mentre intonavano a una sola voce il Te Deum.
Beato Garcia d'Aure È un volto dell'Inquisizione molto diverso da quello che siamo abituati a sentire citato
quello mostrato dal domenicano Guglielmo Arnaud e dai suoi dieci compagni morti martiri
il 29 maggio 1242 nella regione di Avignonet, vicino a Tolosa. La loro vicenda si colloca
storicamente nel periodo delle dispute con gli albigesi. Guglielmo e i suoi compagni erano
il Tribunale dell'Inquisizione che papa Gregorio IX aveva stabilito per affrontare la questione. Nel giorno dell'Ascensione il governatore di Avignonet invitò i religiosi per un confronto con gli albigesi. Ma si rivelò una trappola: gli undici vennero percossi a morte. Le cronache raccontano che morirono cantando il Te Deum e proclamando quella fede che erano venuti a difendere. Nel nome di questi martiri fiorirono miracoli e il loro culto si protrasse lungo i secoli. Fu infine Pio IX nel 1866 ad approvarlo ufficialmente. Ad Avignonet vicino a Tolosa in Francia, beati Guglielmo Arnaud e dieci compagni, che, uniti nell'impegno di opporsi all'eresia dei catari, furono arrestati con l'inganno a motivo della loro fede in Cristo e dell'obbedienza alla Chiesa di Roma e morirono trafitti con la spada nella notte dell'Ascensione del Signore, mentre intonavano a una sola voce il Te Deum.
Santa Bona da Pisa Nel secolo XIII si assiste ad un numero sempre maggiore di sante. Queste donne cristiane,
spesso laiche, sembrano rientrare in una tipologia di santità femminile che non appartiene
a Bona. La santa pisana infatti si distingue da altre figure femminili per la sua vocazione
fin da bambina; la scelta della verginità e l'assoluta obbedienza nei confronti dei suoi
superiori. Ma ciò che caratterizza Bona e che la allontana moltissimo da altre sante del
suo tempo è la continuità dei viaggi, che non verranno meno anche in periodi particolarmente difficili: Santiago de Compostela (che raggiungerà ben nove volte), san Michele al Gargano, Roma e la Terra Santa sono le sue méte preferite. Al tempo stesso non rinnegherà mai il suo forte legame con Pisa e i suoi abitanti ed in particolare con i canonici regolari di Sant'Agostino di san Martino e con i monaci pulsanesi di san Michele degli Scalzi: i numerosi miracoli compiuti dalla santa pisana dimostrano la sua grande attenzione e premura soprattutto nei confronti dei più deboli e dei più poveri. Hostesses Croce e la lettera A Pisa, santa Bona, vergine, che compì con devozione frequenti pellegrinaggi in Terra Santa, a Roma e a Compostela.
Sant'Alessandro I tre martiri trentini arrivavano dalla Cappadocia, furono martirizzati in Trentino. Sono
Alessandro (ostiario), Sisinnio (diacono) e Martirio (lettore), ancora venerati a Trento.
Vissuti nel IV secolo, i tre fanno parte della schiera di evangelizzatori giunti dalle
comunità cristiane del Mediterraneo per diffondere il Vangelo in quella penisola che era
un ponte naturale verso il continente. L'Italia cristiana deve la sua fede anche a santi
come loro: inviati dal vescovo di Milano Ambrogio a quello di Trento Vigilio, furono arsi
vivi davanti all'altare del dio Saturno. Le loro reliquie nel '97, a 1600 anni dal martirio, hanno girato le parrocchie della diocesi di Trento. Alessandro = protettore di uomini, dal greco Palma In Val di Non nel Trentino, santi martiri Sisinio, diacono, Martirio, lettore, e Alessandro, ostiario: cappadoci di origine, fondarono in questa regione una chiesa e introdussero l'uso dei cantici di lode al Signore, finendo poi uccisi da alcuni pagani che stavano offrendo sacrifici di purificazione.
San Martirio I tre martiri trentini arrivavano dalla Cappadocia, furono martirizzati in Trentino. Sono
Alessandro (ostiario), Sisinnio (diacono) e Martirio (lettore), ancora venerati a Trento.
Vissuti nel IV secolo, i tre fanno parte della schiera di evangelizzatori giunti dalle
comunità cristiane del Mediterraneo per diffondere il Vangelo in quella penisola che era
un ponte naturale verso il continente. L'Italia cristiana deve la sua fede anche a santi
come loro: inviati dal vescovo di Milano Ambrogio a quello di Trento Vigilio, furono arsi
vivi davanti all'altare del dio Saturno. Le loro reliquie nel '97, a 1600 anni dal martirio, hanno girato le parrocchie della diocesi di Trento. Palma In Val di Non nel Trentino, santi martiri Sisinio, diacono, Martirio, lettore, e Alessandro, ostiario: cappadoci di origine, fondarono in questa regione una chiesa e introdussero l'uso dei cantici di lode al Signore, finendo poi uccisi da alcuni pagani che stavano offrendo sacrifici di purificazione.
San Sisinnio I tre martiri trentini arrivavano dalla Cappadocia, furono martirizzati in Trentino. Sono
Alessandro (ostiario), Sisinnio (diacono) e Martirio (lettore), ancora venerati a Trento.
Vissuti nel IV secolo, i tre fanno parte della schiera di evangelizzatori giunti dalle
comunità cristiane del Mediterraneo per diffondere il Vangelo in quella penisola che era
un ponte naturale verso il continente. L'Italia cristiana deve la sua fede anche a santi
come loro: inviati dal vescovo di Milano Ambrogio a quello di Trento Vigilio, furono arsi
vivi davanti all'altare del dio Saturno. Le loro reliquie nel '97, a 1600 anni dal martirio, hanno girato le parrocchie della diocesi di Trento. Palma In Val di Non nel Trentino, santi martiri Sisinio, diacono, Martirio, lettore, e Alessandro, ostiario: cappadoci di origine, fondarono in questa regione una chiesa e introdussero l'uso dei cantici di lode al Signore, finendo poi uccisi da alcuni pagani che stavano offrendo sacrifici di purificazione.
Santa Urszula (Orsola) Ledochowska Giulia Maria Ledochowska, Orsola in religione, nacque nel 1865 a Loosdorf, in Austria.
A 21 anni entrò tra le Orsoline di Cracovia. Spese la sua vita a favore del prossimo
peregrinando tra la Russia, la Svezia e la Finlandia. Nel 1920 istituì una nuova Congregazione, le Orsoline del Sacro Cuore di Gesù agonizzante. Morì nel 1939. Orsola = dal latino "ursus" (orso), molto usato nell'età imperiale e in ambienti cristiani in memoria di s. Orsola vergine e martire. A Roma, sant'Orsola (Giulia) Ledóchowska, vergine, che fondò l'Istituto delle Suore Orsoline del Cuore di Gesù Agonizzante e affrontò faticosi viaggi attraverso la Polonia, la Scandinavia, la Finlandia e la Russia.
Beato Giuseppe Gerard Sacerdote della Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, il beato francese
Giuseppe Gérard si recò missionario nel Basùtoland, in Africa, ove annunciò senza sosta il
Vangelo agli indigeni. Giovanni Paolo II lo beatificò il 15 settembre 1988.In località Roma
in Lesotho nell'Africa australe, beato Giuseppe Gérard, sacerdote degli Oblati di Maria
Immacolata, che dapprima nella provincia del Natal e poi soprattutto nel Basutoland annunciò
instancabilmente Cristo.
Sant'Esichio di Antiochia Ad Antiochia di Siria, oggi in Turchia, sant'Esichio, martire, che, funzionario di palazzo,
durante la persecuzione dell'imperatore Diocleziano, udito l'ordine che chiunque si rifiutava di sacrificare agli idoli doveva abbandonare l'esercito, depose immediatamente le armi e fu per questo precipitato nel fiume Oronte con un grande masso legato al braccio destro.
Beati Guglielmo Scott e Riccardo Newport Sempre a Londra, trent'anni più tardi, beati Guglielmo Scott, dell'Ordine di San Benedetto,
e Riccardo Newport, sacerdoti e martiri: a motivo del loro sacerdozio, sotto il regno di
Giacomo I, il primo fu strangolato con un laccio e il secondo sventrato con la spada mentre era ancora vivo.
Beato Egidio Dalmasia Insigne dottore in lettere e teologia, il Beato Egidio Dalmasia, fu un zelante redentore
mercedario che in Africa liberò molti schiavi e, per il nome di Cristo, lietamente sopportò
percosse e fatiche e convertì molti mori alla fede. Morì santamente nell'anno 1399.
L'Ordine lo festeggia il 29 maggio.
Beata Elia di San Clemente (Teodora Fracasso) Elia di San Clemente (al secolo Teodora Fracasso), monaca professa dell'Ordine dei
Carmelitani Scalzi; fu dichiarata "venerabile" il 11 dicembre 1987 ed il miracolo
per la sua beatificazione è stato riconosciuto il 19 dicembre 2005 e beatificata il 18 marzo 2006.
Beato Riccardo Thirkeld A York in Inghilterra, beato Riccardo Thirkeld, sacerdote e martire, che, condannato a morte sotto la regina Elisabetta I perché sacerdote e per aver riconciliato molti con la Chiesa cattolica, fu consegnato al supplizio del patibolo.
Beata Gherardesca Gherardesca = lancia ardita, dal germanico A Pisa, beata Gherardesca, vedova, che
trascorse la vita in una cella accanto al monastero Camaldolese di San Savino, dedita
alle lodi di Dio e all'intimità con il Signore.
San Senatore di Milano Vescovo di Milano dal 472 al 475. Pastorale, Mitria A Milano, san Senatore, vescovo,
che, ancora sacerdote, il papa san Leone Magno aveva mandato come legato a Costantinopoli.
Sant'Essuperanzio di Ravenna A Ravenna sant'Esuperanzio, vescovo, che governò con prudenza questa Chiesa, al tempo in
cui il re Odoacre si impadronì dell'Italia e della città.
San Gerardo di Macon A Mâcon in Burgundia, in Francia, san Gerardo, che, dapprima monaco e poi eletto vescovo,
condusse infine vita eremitica nella foresta.
San Massimo di Verona Massimo = grandissimo, dal latino Bastone pastorale
Santi Conone (Cuono) e Conello Acerra
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