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B.V.Maria Madre della Chiesa
Il 21 novembre 1964, a conclusione della terza Sessione, il Concilio Vaticano II dichiarò la beata Vergine Maria «Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo cristiano, tanto dei fedeli quanto dei Pastori, che la chiamano Madre amantissima».
La Sede Apostolica pertanto, in occasione dell’Anno Santo della Riconciliazione (1975), propose una messa votiva in onore della beata Maria Madre della Chiesa, successivamente inserita nel Messale Romano; diede anche facoltà di aggiungere l’invocazione di questo titolo nelle Litanie Lauretane (1980).
Papa Francesco, considerando attentamente quanto la promozione di questa devozione possa favorire la crescita del senso materno della Chiesa, come anche della genuina pietà mariana, ha stabilito nel 2018 che la memoria della beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, sia celebrata dal Calendario Romano nel Lunedì dopo Pentecoste.

San Massimino di Treviri
A Treviri nella Gallia belgica, nell'odierna Germania, san Massimino, vescovo, che, intrepido difensore dell'integrità della fede contro l'arianesimo, accolse fraternamente sant'Atanasio di Alessandria e altri vescovi esuli e, pur scacciato dalla sua sede da parte dei suoi nemici, morì in patria a Poitiers.

Beati Guglielmo Arnaud e 10 compagni
È un volto dell'Inquisizione molto diverso da quello che siamo abituati a sentire citato quello mostrato dal domenicano Guglielmo Arnaud e dai suoi dieci compagni morti martiri il 29 maggio 1242 nella regione di Avignonet, vicino a Tolosa. La loro vicenda si colloca storicamente nel periodo delle dispute con gli albigesi. Guglielmo e i suoi compagni erano il Tribunale dell'Inquisizione che papa Gregorio IX aveva stabilito per affrontare la questione. Nel giorno dell'Ascensione il governatore di Avignonet invitò i religiosi per un confronto con gli albigesi. Ma si rivelò una trappola: gli undici vennero percossi a morte. Le cronache raccontano che morirono cantando il Te Deum e proclamando quella fede che erano venuti a difendere. Nel nome di questi martiri fiorirono miracoli e il loro culto si protrasse lungo i secoli. Fu infine Pio IX nel 1866 ad approvarlo ufficialmente.
Ad Avignonet vicino a Tolosa in Francia, beati Guglielmo Arnaud e dieci compagni, che, uniti nell'impegno di opporsi all'eresia dei catari, furono arrestati con l'inganno a motivo della loro fede in Cristo e dell'obbedienza alla Chiesa di Roma e morirono trafitti con la spada nella notte dell'Ascensione del Signore, mentre intonavano a una sola voce il Te Deum.

Beato Bernardo de Roquefort
È un volto dell'Inquisizione molto diverso da quello che siamo abituati a sentire citato quello mostrato dal domenicano Guglielmo Arnaud e dai suoi dieci compagni morti martiri il 29 maggio 1242 nella regione di Avignonet, vicino a Tolosa. La loro vicenda si colloca storicamente nel periodo delle dispute con gli albigesi. Guglielmo e i suoi compagni erano il Tribunale dell'Inquisizione che papa Gregorio IX aveva stabilito per affrontare la questione. Nel giorno dell'Ascensione il governatore di Avignonet invitò i religiosi per un confronto con gli albigesi. Ma si rivelò una trappola: gli undici vennero percossi a morte. Le cronache raccontano che morirono cantando il Te Deum e proclamando quella fede che erano venuti a difendere. Nel nome di questi martiri fiorirono miracoli e il loro culto si protrasse lungo i secoli. Fu infine Pio IX nel 1866 ad approvarlo ufficialmente.
Ad Avignonet vicino a Tolosa in Francia, beati Guglielmo Arnaud e dieci compagni, che, uniti nell'impegno di opporsi all'eresia dei catari, furono arrestati con l'inganno a motivo della loro fede in Cristo e dell'obbedienza alla Chiesa di Roma e morirono trafitti con la spada nella notte dell'Ascensione del Signore, mentre intonavano a una sola voce il Te Deum.

Beato Garcia d'Aure
È un volto dell'Inquisizione molto diverso da quello che siamo abituati a sentire citato quello mostrato dal domenicano Guglielmo Arnaud e dai suoi dieci compagni morti martiri il 29 maggio 1242 nella regione di Avignonet, vicino a Tolosa. La loro vicenda si colloca storicamente nel periodo delle dispute con gli albigesi. Guglielmo e i suoi compagni erano il Tribunale dell'Inquisizione che papa Gregorio IX aveva stabilito per affrontare la questione. Nel giorno dell'Ascensione il governatore di Avignonet invitò i religiosi per un confronto con gli albigesi. Ma si rivelò una trappola: gli undici vennero percossi a morte. Le cronache raccontano che morirono cantando il Te Deum e proclamando quella fede che erano venuti a difendere. Nel nome di questi martiri fiorirono miracoli e il loro culto si protrasse lungo i secoli. Fu infine Pio IX nel 1866 ad approvarlo ufficialmente.
Ad Avignonet vicino a Tolosa in Francia, beati Guglielmo Arnaud e dieci compagni, che, uniti nell'impegno di opporsi all'eresia dei catari, furono arrestati con l'inganno a motivo della loro fede in Cristo e dell'obbedienza alla Chiesa di Roma e morirono trafitti con la spada nella notte dell'Ascensione del Signore, mentre intonavano a una sola voce il Te Deum.

Santa Bona da Pisa
Nel secolo XIII si assiste ad un numero sempre maggiore di sante. Queste donne cristiane, spesso laiche, sembrano rientrare in una tipologia di santità femminile che non appartiene a Bona. La santa pisana infatti si distingue da altre figure femminili per la sua vocazione fin da bambina; la scelta della verginità e l'assoluta obbedienza nei confronti dei suoi superiori. Ma ciò che caratterizza Bona e che la allontana moltissimo da altre sante del suo tempo è la continuità dei viaggi, che non verranno meno anche in periodi particolarmente difficili: Santiago de Compostela (che raggiungerà ben nove volte), san Michele al Gargano, Roma e la Terra Santa sono le sue méte preferite.
Al tempo stesso non rinnegherà mai il suo forte legame con Pisa e i suoi abitanti ed in particolare con i canonici regolari di Sant'Agostino di san Martino e con i monaci pulsanesi di san Michele degli Scalzi: i numerosi miracoli compiuti dalla santa pisana dimostrano la sua grande attenzione e premura soprattutto nei confronti dei più deboli e dei più poveri.
Hostesses
Croce e la lettera
A Pisa, santa Bona, vergine, che compì con devozione frequenti pellegrinaggi in Terra Santa, a Roma e a Compostela.

Sant'Alessandro
I tre martiri trentini arrivavano dalla Cappadocia, furono martirizzati in Trentino. Sono Alessandro (ostiario), Sisinnio (diacono) e Martirio (lettore), ancora venerati a Trento. Vissuti nel IV secolo, i tre fanno parte della schiera di evangelizzatori giunti dalle comunità cristiane del Mediterraneo per diffondere il Vangelo in quella penisola che era un ponte naturale verso il continente. L'Italia cristiana deve la sua fede anche a santi come loro: inviati dal vescovo di Milano Ambrogio a quello di Trento Vigilio, furono arsi vivi davanti all'altare del dio Saturno. Le loro reliquie nel '97, a 1600 anni dal martirio, hanno girato le parrocchie della diocesi di Trento.
Alessandro = protettore di uomini, dal greco
Palma
In Val di Non nel Trentino, santi martiri Sisinio, diacono, Martirio, lettore, e Alessandro, ostiario: cappadoci di origine, fondarono in questa regione una chiesa e introdussero l'uso dei cantici di lode al Signore, finendo poi uccisi da alcuni pagani che stavano offrendo sacrifici di purificazione.

San Martirio
I tre martiri trentini arrivavano dalla Cappadocia, furono martirizzati in Trentino. Sono Alessandro (ostiario), Sisinnio (diacono) e Martirio (lettore), ancora venerati a Trento. Vissuti nel IV secolo, i tre fanno parte della schiera di evangelizzatori giunti dalle comunità cristiane del Mediterraneo per diffondere il Vangelo in quella penisola che era un ponte naturale verso il continente. L'Italia cristiana deve la sua fede anche a santi come loro: inviati dal vescovo di Milano Ambrogio a quello di Trento Vigilio, furono arsi vivi davanti all'altare del dio Saturno. Le loro reliquie nel '97, a 1600 anni dal martirio, hanno girato le parrocchie della diocesi di Trento.
Palma
In Val di Non nel Trentino, santi martiri Sisinio, diacono, Martirio, lettore, e Alessandro, ostiario: cappadoci di origine, fondarono in questa regione una chiesa e introdussero l'uso dei cantici di lode al Signore, finendo poi uccisi da alcuni pagani che stavano offrendo sacrifici di purificazione.

San Sisinnio
I tre martiri trentini arrivavano dalla Cappadocia, furono martirizzati in Trentino. Sono Alessandro (ostiario), Sisinnio (diacono) e Martirio (lettore), ancora venerati a Trento. Vissuti nel IV secolo, i tre fanno parte della schiera di evangelizzatori giunti dalle comunità cristiane del Mediterraneo per diffondere il Vangelo in quella penisola che era un ponte naturale verso il continente. L'Italia cristiana deve la sua fede anche a santi come loro: inviati dal vescovo di Milano Ambrogio a quello di Trento Vigilio, furono arsi vivi davanti all'altare del dio Saturno. Le loro reliquie nel '97, a 1600 anni dal martirio, hanno girato le parrocchie della diocesi di Trento.
Palma
In Val di Non nel Trentino, santi martiri Sisinio, diacono, Martirio, lettore, e Alessandro, ostiario: cappadoci di origine, fondarono in questa regione una chiesa e introdussero l'uso dei cantici di lode al Signore, finendo poi uccisi da alcuni pagani che stavano offrendo sacrifici di purificazione.

Santa Urszula (Orsola) Ledochowska
Giulia Maria Ledochowska, Orsola in religione, nacque nel 1865 a Loosdorf, in Austria. A 21 anni entrò tra le Orsoline di Cracovia. Spese la sua vita a favore del prossimo peregrinando tra la Russia, la Svezia e la Finlandia. Nel 1920 istituì una nuova Congregazione, le Orsoline del Sacro Cuore di Gesù agonizzante. Morì nel 1939.
Orsola = dal latino "ursus" (orso), molto usato nell'età imperiale e in ambienti cristiani in memoria di s. Orsola vergine e martire.
A Roma, sant'Orsola (Giulia) Ledóchowska, vergine, che fondò l'Istituto delle Suore Orsoline del Cuore di Gesù Agonizzante e affrontò faticosi viaggi attraverso la Polonia, la Scandinavia, la Finlandia e la Russia.

Beato Giuseppe Gerard
Sacerdote della Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, il beato francese Giuseppe Gérard si recò missionario nel Basùtoland, in Africa, ove annunciò senza sosta il Vangelo agli indigeni. Giovanni Paolo II lo beatificò il 15 settembre 1988.In località Roma in Lesotho nell'Africa australe, beato Giuseppe Gérard, sacerdote degli Oblati di Maria Immacolata, che dapprima nella provincia del Natal e poi soprattutto nel Basutoland annunciò instancabilmente Cristo.

Sant'Esichio di Antiochia
Ad Antiochia di Siria, oggi in Turchia, sant'Esichio, martire, che, funzionario di palazzo, durante la persecuzione dell'imperatore Diocleziano, udito l'ordine che chiunque si rifiutava di sacrificare agli idoli doveva abbandonare l'esercito, depose immediatamente le armi e fu per questo precipitato nel fiume Oronte con un grande masso legato al braccio destro.

Beati Guglielmo Scott e Riccardo Newport
Sempre a Londra, trent'anni più tardi, beati Guglielmo Scott, dell'Ordine di San Benedetto, e Riccardo Newport, sacerdoti e martiri: a motivo del loro sacerdozio, sotto il regno di Giacomo I, il primo fu strangolato con un laccio e il secondo sventrato con la spada mentre era ancora vivo.

Beato Egidio Dalmasia
Insigne dottore in lettere e teologia, il Beato Egidio Dalmasia, fu un zelante redentore mercedario che in Africa liberò molti schiavi e, per il nome di Cristo, lietamente sopportò percosse e fatiche e convertì molti mori alla fede. Morì santamente nell'anno 1399.
L'Ordine lo festeggia il 29 maggio.

Beata Elia di San Clemente (Teodora Fracasso)
Elia di San Clemente (al secolo Teodora Fracasso), monaca professa dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi; fu dichiarata "venerabile" il 11 dicembre 1987 ed il miracolo per la sua beatificazione è stato riconosciuto il 19 dicembre 2005 e beatificata il 18 marzo 2006.

Beato Riccardo Thirkeld
A York in Inghilterra, beato Riccardo Thirkeld, sacerdote e martire, che, condannato a morte sotto la regina Elisabetta I perché sacerdote e per aver riconciliato molti con la Chiesa cattolica, fu consegnato al supplizio del patibolo.

Beata Gherardesca
Gherardesca = lancia ardita, dal germanico
A Pisa, beata Gherardesca, vedova, che trascorse la vita in una cella accanto al monastero Camaldolese di San Savino, dedita alle lodi di Dio e all'intimità con il Signore.

San Senatore di Milano
Vescovo di Milano dal 472 al 475.
Pastorale, Mitria
A Milano, san Senatore, vescovo, che, ancora sacerdote, il papa san Leone Magno aveva mandato come legato a Costantinopoli.

Sant'Essuperanzio di Ravenna
A Ravenna sant'Esuperanzio, vescovo, che governò con prudenza questa Chiesa, al tempo in cui il re Odoacre si impadronì dell'Italia e della città.

San Gerardo di Macon
A Mâcon in Burgundia, in Francia, san Gerardo, che, dapprima monaco e poi eletto vescovo, condusse infine vita eremitica nella foresta.

San Massimo di Verona
Massimo = grandissimo, dal latino
Bastone pastorale

Santi Conone (Cuono) e Conello
Acerra

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