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Santi Faustino e Giovita
La loro vita viene ricostruita, con l'aggiunta di diversi elementi leggendari, dalla «Legenda maior». Di storico vi è l'esistenza dei due giovani cavalieri, convertiti al cristianesimo, tra i primi evangelizzatori del Bresciano e morti martiri tra il 120 e il 134 al tempo dell'imperatore Adriano. La tradizione arricchisce di particolari il loro martirio. La loro conversione viene attribuita al vescovo Apollonio, lo stesso che poi ordina Faustino presbitero e Giovita diacono. Il loro successo nella predicazione, però, li espone all'odio dei maggiorenti di Brescia che invitano il governatore della Rezia Italico a eliminare i due col pretesto del mantenimento dell'ordine pubblico. La morte di Traiano, promotore della persecuzione, ritarda però i piani del governatore, che approfittando della visita del nuovo imperatore Adriano a Milano denuncia i due predicatori come nemici della religione pagana. Diversi eventi miracolosi li risparmiano dalla morte e spingono numerosi pagani - tra cui anche la moglie di Italico, Afra - a convertirsi. Portati a Milano, Roma e Napoli verranno decapitati infine a Brescia.
Brescia
Faustino = (come Fausto) propizio, favorevole, dal latino; Giovita = giovane vita.
Palma
A Brescia, santi Faustino e Giovíta, martiri, che, dopo molte lotte sostenute per la fede di Cristo, ricevettero la vittoriosa corona del martirio.

Beati Federico Bachstein e 13 compagni
Federico Bachstein, nato a Baumgarten (Boemia), era vicario e maestro dei novizi nel convento di Praga (S. Maria ad Nives); tutti i membri della stessa comunità francescana furono massacrati il 15 febb. 1611, per mano dei luterani al servizio del vescovo di Passau, Leopoldo, per il fatto di essere cattolici e in odio alla fede, denudati e martirizzati in diversi modi. Federico fu trafitto con una lancia al cuore. Giovanni Martinez, spagnolo e sacerdote, come sacrista cercava di nascondere il Santissimo, e per questo gli furono tagliate la mano destra e la testa. Simone, francese e sacerdote, ebbe il cranio spaccato con un grosso bastone e il corpo trafitto. Bartolomeo Dalmasoni, nato a Ponte San Pietro (Bergamo), sacerdote e autore di un Diario (perso), fu flagellato e ucciso a sciabolate. Girolamo dei conti Arese, nato a Milano, diacono, fu trafitto con la spada, ai piedi dell'altare della Madonna. Gaspare Daverio, nato a Bosto (Varese) il 27 apr. 1584, ordinato suddiacono nel 1610, si nascose nel campanile con Giacomo e Diego-Giovanni, ma furono buttati giù dal tetto della chiesa, alla fine del massacro. Giacomo di Augusta svevo, chierico. Clemente, svevo, chierico e novizio, ebbe la testa tagliata in due con una scure. Cristoforo Zelt, olandese, laico e cuoco, il più anziano della comunità, predisse tre giorni prima il martirio: con una mazza di ferro gli fracassarono la testa. Giovanni Bodeo (o Rode), nato a Mompiano (Brescia), laico, ucciso a sciabolate, come Emanuele (boemo, laico, cuoco), Antonio (boemo, novizio laico) e Giovanni (boemo, novizio chierico). Molti degli assassini morirono poco dopo di fame e di peste. I martiri furono sepolti nella cappella della Madonna, sotto l'altare di S. Pietro d'Alcantara (1616); esumati nel 1667. Il processo ordinario di non cultu finf nel 1677; riaperto nel 1930; nel 1947 si aprì il processo ordinario sul martirio. Il 10 maggio 2012 è stato promulgato il Decreto che riconosce il loro martirio. Il 13 ottobre 2012 sono stati beatificati solennemente a Praga.

San Sigfrido di Vaxjo
Era un vescovo missionario originario dell'Inghilterra da cui si spostò intorno al 995 prima in Norvegia e poi in Svezia. Vi sarebbe giunto attraverso la Danimarca fermandosi a Värend, dove avrebbe costruito una chiesa. Secondo quanto riferito da antiche tradizioni locali avrebbe affidato la gestione della sua piccola comunità a tre compagni missionari per recarsi presso la fonte di Husaby dove avrebbe battezzato il re Olav Skötkonung. Al suo ritorno a Värend trovò che i suoi compagni erano stati decapitati. Sigfrido sarebbe stato il primo vescovo di Skara, nelle regione del Gotland e per la sua attività missionaria nel Paese scandinavo è soprannominato «apostolo della Svezia». Morì a Växjo intorno al 1030. Il suo culto è particolarmente diffuso in Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca fin dal XIII secolo. Sue reliquie si trovano a Copenaghen e Roskilde.
Sigfrido = con la vittoria dà pace, dal tedesco
Bastone pastorale
A Växjö in Svezia, san Siffredo, vescovo: di origine inglese, evangelizzò le genti di questa regione con grandissimo zelo e battezzò in Cristo lo stesso re Olaf.

San Wilfrido (Walfredo) della Gherardesca
Walfredo, ritenuto il capostipite della famiglia della Gherardesca, dopo essersi sposato e aver avuto 5 figli, decise di ritirarsi a vita eremitica con due compagni, Forte proveniente dalla Corsica e Gundoaldo di Lucca. A Palazzolo, nell'alta val di Cornia, eressero un monastero intitolato a san Pietro chiamando un monaco da S. Vincenzo al Volturno per apprendere la regola benedettina. Successivamente fondarono nelle vicinanze anche un monastero per le loro spose e per quelle dei figli di Walfredo che avevano risolto di seguire il padre nella vita monastica. Uno di loro, però, Ginfrido, dopo essere stato ordinato prete, fuggì dal monastero e Walfredo gli profetizzò una punizione che lo colse con l'amputazione di una falange di un dito: Ginfrido pentito ritornò allora nel monastero distinguendosi per pietà, tanto che, alla morte del padre che era stato eletto primo abate, fu chiamato a succedergli.
A Palazzolo in Toscana, san Valfredo, abate, che, dopo aver generato cinque figli, decise di condurre con la moglie vita monastica.

Sant'Euseo di Serravalle-Sesia
Secondo la tradizione sarebbe vissuto nel secolo XIII o nel XIV, nella zona di Serravalle - Sesia, in provincia di Vercelli, facendo il calzolaio. E così è stato sempre rappresentato, nell'atto di aggiustare le scarpe, in pitture precedenti il secolo XVII, in varie chiese della regione. La devozione a questo santo, tuttavia è legata alla sua vita eremitica e penitente, non al mestiere professato. Il miracolo che manifestò a tutti la santità di Euseo si verificò l'ultimo giorno di carnevale, di un anno imprecisato, quando alcune persone mascherate, passando vicino al suo romito, si accorsero che sopra il rifugio erano fioriti tre gigli. Essendo inverno la cosa apparve strana. Avvicinatisi trovarono il corpo dell'eremita da poco morto. Il fatto suscitò commozione fra gli abitanti della zona, che provvidero alla sua sepoltura sullo stesso posto, erigendo da quasi subito una chiesa. Con il passare del tempo questa chiesa fu ampliata e altre ne sorsero a lui dedicate nei paesi dei dintorni.

Sant'Onesimo
Di lui non si hanno quasi notizie. Fu un giovane schiavo che viveva a Colosse e che, derubato il padrone Filemone, scappò a Roma. Qui, incontrò s. Paolo, prigioniero, che lo convertì e battezzò. Abbiamo queste notizie proprio da s. Paolo, che scrisse una lettera a Filemone, offrendosi di restituire quanto rubato e chiedendo il perdono e la liberazione per lo schiavo. Il "Martirologio Romano" parla del suo martirio, raccogliendo una tradizione per cui Onesimo, consacrato vescovo da S. Paolo che lo lasciò ad Efeso come sostituto di Timoteo, sarebbe morto a Roma lapidato, sembra sotto Domiziano.
Palma
Commemorazione del beato Onesimo, che san Paolo Apostolo accolse quale schiavo fuggiasco e generò in catene come figlio nella fede di Cristo, come egli stesso scrisse al suo padrone Filémone.

Beato Bartolomeo Dalmasoni
Il 15 febbraio 1601 quattordici frati minori venivano barbaramente martirizzati da una folla inferocita, aizzata dai luterani al servizio del vescovo di Passau Leopoldo, che assalì la chiesa ed il convento di Santa Maria della neve di Praga. Per il fatto di essere cattolici e in odio alla fede,i religiosi vennero denudati e martirizzati in diversi modi. Federico Bachstein, il capogruppo, fu trafitto con una lancia al cuore. Il maggio 2012 Papa Benedetto  XVI ha riconosciuto il martirio di questi intrepidi testimoni della fede, tra i quali anche l’italiano Padre Bartolomeo Dalmasoni, nato a Ponte S. Pietro, provincia di Bergamo, curava il restauro della chiesa e del convento, predicatore e confessore, insegnava teologia e teneva i dibattiti religiosi.

Beato Gaspare Daverio
Il 15 febbraio 1601 quattordici frati minori venivano barbaramente martirizzati da una folla inferocita, aizzata dai luterani al servizio del vescovo di Passau Leopoldo, che assalì la chiesa ed il convento di Santa Maria della neve di Praga. Per il fatto di essere cattolici e in odio alla fede,i religiosi vennero denudati e martirizzati in diversi modi. Federico Bachstein, il capogruppo, fu trafitto con una lancia al cuore. Il maggio 2012 Papa Benedetto  XVI ha riconosciuto il martirio di questi intrepidi testimoni della fede, tra i quali anche l’italiano Fra Gaspare Daverio, nato a Bosto (Varese) il 27 aprile 1584 e ordinato suddiacono nel 1610, talvolta considerato nativo di Busto Arsizio.

Beato Giovanni Bodeo
Il 15 febbraio 1601 quattordici frati minori venivano barbaramente martirizzati da una folla inferocita, aizzata dai luterani al servizio del vescovo di Passau Leopoldo, che assalì la chiesa ed il convento di Santa Maria della neve di Praga. Per il fatto di essere cattolici e in odio alla fede, i religiosi vennero denudati e martirizzati in diversi modi. Federico Bachstein, il capogruppo, fu trafitto con una lancia al cuore. Il maggio 2012 Papa Benedetto  XVI ha riconosciuto il martirio di questi intrepidi testimoni della fede, tra i quali anche l’italiano Fra Giovanni Bodeo o Rode, nato a Monpiano (Brescia), fratello laico, ortolano e aiutante del sacrestano.

Beato Girolamo degli Arese
Il 15 febbraio 1601 quattordici frati minori venivano barbaramente martirizzati da una folla inferocita, aizzata dai luterani al servizio del vescovo di Passau Leopoldo, che assalì la chiesa ed il convento di Santa Maria della neve di Praga. Per il fatto di essere cattolici e in odio alla fede,i religiosi vennero denudati e martirizzati in diversi modi. Federico Bachstein, il capogruppo, fu trafitto con una lancia al cuore. Il maggio 2012 Papa Benedetto  XVI ha riconosciuto il martirio di questi intrepidi testimoni della fede, tra i quali anche l'italiano Fra Girolamo degli Arese, di Milano, diacono, ucciso all'età di 24 anni circa.

Santi 21 Martiri Copti in Libia
Papa Tawadro, Patriarca della Chiesa Copta, ha annunciato di voler iscrivere i nomi di questi martiri nel Sinassario, l'equivalente del Martirologio Romano per i cattolici, canonizzandoli così e proponendoli alla venerazione quali santi. Il giorno della loro festa sarà l'8 Amshir (15 febbraio secondo il calendario gregoriano).

Beato Antonio Marini
Dottore in Sacra Teologia e nella stessa facoltà lettore nell'Università di Parigi, il Beato Antonio Marini fu molto celebre nella dottrina e santità. Nel monastero di Santa Eulalia in Montpellier (Francia), ricco di meriti morì nella pace del Signore.
L'Ordine lo festeggia il 15 febbraio.

Beato Angelo (Scarpetti) da Sansepolcro
Religioso degli eremiti di Sant'Agostino, nato a Borgo San Sepolcro.
A Borgo Sansepolcro, oggi in Toscana, beato Angelo Scarpetti, sacerdote dell'Ordine degli Eremiti di Sant'Agostino.

Santi Isicio, Giuseppe di Roma, Zosimo, Baralo e Agape
Ad Antiochia in Siria, santi martiri Isicio, sacerdote, Giosippo, diacono di Roma, Zósimo, Barálo e Agápe, vergine.

San Severo
Nella valle di Antrodoco, oggi nel Lazio, san Severo, sacerdote, di cui fa memoria il papa san Gregorio Magno.

San Quinidio
A Vaison nella Gallia lugdunense, nell'odierna Francia, san Quinidio, vescovo.

Santa Giorgia
A Clermont-Ferrand in Aquitania, in Francia, santa Giorgia, vergine.

San Decoroso di Capua
A Capua in Campania, san Decoroso, vescovo.

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