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San Benedetto d'Aniane
Il «primo grande padre del monachesimo di stripe germanica», antesignano della riforma cluniacense, era nato come Witiza (Vitizia) nel 750 in una nobile famiglia visigota del Sud francese. Venne mandato a studiare alla corte di Pipino il Breve. Entrò poi nell'esercito di Carlo Magno, combattendo in Italia contro i Longobardi. Qui salvò, a rischio della sua vita, un fratello caduto nel Ticino. Questo fatto lo segnò. Tornò in Francia ed entrò nel monastero di San Sequano, vicino Digione. Ne fu abate, ma i confratelli non sopportavano la sua austerità. Allora lui se ne andò e fondò un suo monastero ad Aniane, presso Montpellier. La comunità fiorì. Morto Carlo Magno, divenne consigliere di Ludovico il Pio. Trascorse gli ultimi anni nell'abbazia di Inden, oggi Cornelimüster, vicino alla residenza imperiale di Aquisgrana, dove morì nell'821. Di lì, nell'817, dettò un esempio di quelle che oggi si chiamano Costituzioni.
A Kornelimünster in Germania, transito di san Benedetto, abate di Aniane, che propagò la regola di san Benedetto, affidò ai monaci le consuetudini da osservare e si adoperò molto per il rinnovamento della liturgia romana.

Beato Paolo da Barletta
Nel 1580 moriva il frate Paolo da Barletta. Entrato fin da giovane nell'ordine di Sant'Agostino, man mano crebbe sempre più in lui il desiderio di vivere in una maggiore perfezione, tanto da allontanarsi dalla patria per «andare dove nessuno lo conoscesse di persona, se non Dio solo». Infatti, saputo del voto dell'Osservanza, che in quel tempo si conduceva nella Provincia portoghese dell'Ordine, ottenne licenza di trasferirvisi. Dal carattere gioviale ma particolarmente dedito a preghiera e penitenza, visse intensamente il rapporto con il Mistero della passione e della morte di Gesù. Inviato come missionario nell'isola di San Thomé, nelle Indie Orientali, lavorò instancabilmente alla diffusione del Vangelo. Fra Paolo accettò con rassegnazione la sua ultima malattia, vista come ulteriore purificazione. Dopo la sua morte la sua fama di santità crebbe soprattutto tra i cristiani di San Thomé, ma lasciò un segno indelebile anche nella memoria di Barletta, sua città natale, che lo ricorda oggi.

Beato Giorgio Haydock
Londinese del Lancashire, dove era nato nel 1556, Giorgio Haydock studiò a Douai, in Francia e a Roma e venne ordinato sacerdote il 21 dicembre 1581. Partì per l'Inghilterra come missionario «seminarista», come erano allora chiamati gli inglesi che si recavano all'estero per studiare e ritornare poi a riconvertire i loro connazionali. Arrivato a Londra il 6 febbraio 1582 venne subito scoperto ed arrestato e chiuso nella famosa Torre, dove visse al buio e in grande solitudine per un anno e tre mesi. Rimesso in un regime carcerario più leggero, ebbe la possibilità di confortare e amministrare i sacramenti ai suoi compagni di prigionia. Venne nuovamente denunciato insieme ad altri e il 12 febbraio 1584 fu impiccato; anche a lui fu riservata l'orribile fine di essere sciolto dal cappio ancora vivo e sventrato. È stato beatificato a Roma da Giovanni Paolo II il 22 novembre 1987.

Santi Martiri di Abitina
A Cartagine, commemorazione dei santi martiri di Abitene, in Tunisia: durante la persecuzione dell'imperatore Diocleziano, essendosi come di consueto radunati contro il divieto imperiale di celebrare l'Eucaristia domenicale, furono arrestati dai magistrati della colonia e dal presidio militare; condotti a Cartagine e interrogati dal proconsole Anulino, anche tra le torture tutti si professarono cristiani, dichiarando di non poter tralasciare la celebrazione del sacrificio del Signore; per questo versarono in diversi luoghi e tempi il loro beatissimo sangue.

Beata Ombelina
La beata Ombelina, convertita dal fratello San Bernardo, abate di Chiaravalle, con il consenso del marito prese l'abito monastico e divenne badessa del monastero di Jully-les-Nonnais, in Francia. Il suo culto fu confermato nel 1703.
Ombelina = che ha piccola ombra, dal longobardo
Nel monastero di Juilly nel territorio di Troyes in Francia, beata Ombelina, priora dello stesso cenobio, che, felicemente convertita dai piaceri del mondo ad opera di suo fratello san Bernardo abate di Chiaravalle, con il consenso del coniuge, si diede alla vita monastica.

San Melezio di Antiochia
San Melezio, vescovo di Antiochia, ripetutamente cacciato in esilio per la fede nicena e morto mentre presiedeva il Primo Concilio Ecumenico di Costantinopoli. Ricevette gli elogi di San Gregorio di Nissa e san Giovanni Crisostomo.Commemorazione di san Melezio, vescovo di Antiochia, che per la sua fede nicena fu ripetutamente mandato dall'esilio e poi, mentre presiedeva il Concilio Ecumenico Costantinopolitano I, passò al Signore; di lui san Gregorio di Nissa e san Giovanni Crisostomo celebrarono le virtù con somme lodi.

San Goslino (Gozzelino)
Era nato da una famiglia nobile e si fece monaco nel monastero di san Solutore presso Torino nel 1006. Fu abate e ricevette alcune donazioni da parte del vescovo Cuniberto di Torino. Morì il 12 febbraio 1053. L'abbazia di San Solutore andò distrutta durante l'occupazione di Torino da parte dei francesi nel 1536 e le reliquie del Santo furono allora deposte nella chiesa dei santi martiri Solutore, Ottavio e Avventore.
Gozzelino = oriundo della Gotia, dal francese
Bastone pastorale.

San Ludano
San Ludano, confessore, di origini scozzesi, dopo aver costruito un ospedale grazie all’eredità paterna, si mise in viaggio per visitare i luoghi santi. Morì dopo aver terminato il suo pellegrinaggio, mentre si trovava nei pressi del villaggio di Northeim, in Alsazia, dove il suo culto è vivo ancora oggi.
Nel villaggio di Northeim sulla riva dell'Ill in Alsazia, san Ludano, che, scozzese di origine, passò al Signore mentre era in viaggio per visitare le basiliche degli Apostoli.

Beati Tommaso Hemmerford, Giacomo Fenn, Giovanni Nutter e Giovanni Munden
Palma
A Londra in Inghilterra, beati martiri Tommaso Hemmerford, Giacomo Fenn, Giovanni Nutter, Giovanni Munden e Giorgio Haydock, sacerdoti, che, essendosi la regina Elisabetta I arrogata il primato nelle questioni spirituali, per aver mantenuto la fedeltà alla Chiesa di Roma furono condannati a morte e a Tyburn sventrati ancora vivi.

Sant'Antonio Cauleas
Sant'Antonio detto "Cauleas", patriarca di Costantinopoli, al tempo dell'imperatore Leone VI si adoperò con tutte le sue forze per consolidare la pace e l'unità della Chiesa.
A Costantinopoli, sant'Antonio, detto Cauléas, vescovo, che al tempo dell'imperatore Leone VI fortemente si adoperò per rafforzare la pace e l'unità nella Chiesa.

San Damiano d'Africa
Damiano = domatore, o del popolo, dal greco
Palma.

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