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Sant'Agata
Nacque nei primi decenni del III secolo a Catania in una ricca e nobile famiglia di fede cristiana. Verso i 15 anni volle consacrarsi a Dio. Il vescovo di Catania accolse la sua richiesta e le impose il velo rosso portato dalle vergini consacrate. Il proconsole di Catania Quinziano, ebbe l'occasione di vederla, se ne invaghì, e in forza dell'editto di persecuzione dell'imperatore Decio, l'accusò di vilipendio della religione di Stato, quindi ordinò che la portassero al Palazzo pretorio. I tentativi di seduzione da parte del proconsole non ebbero alcun risultato. Furioso, l'uomo imbastì un processo contro di lei. Interrogata e torturata Agata resisteva nella sua fede: Quinziano al colmo del furore le fece anche strappare o tagliare i seni con enormi tenaglie. Ma la giovane, dopo una visione, fu guarita. Fu ordinato allora che venisse bruciata, ma un forte terremoto evitò l'esecuzione. Il proconsole fece togliere Agata dalla brace e la fece riportare agonizzante in cella, dove morì qualche ora dopo. Era il 251.
Pompieri, Catania, Repubblica di San Marino
Agata = buona, virtuosa, dal greco
Giglio, Palma, Pinze, Seni (su di un piatto)
Memoria di sant'Agata, vergine e martire, che a Catania, ancora fanciulla, nell'imperversare della persecuzione conservò nel martirio illibato il corpo e integra la fede, offrendo la sua testimonianza per Cristo Signore.

Beata Elisabetta Canori Mora
Elisabetta Canori nasce nel 1774 da un’agiata famiglia romana. A 22 anni sposa un giovane avvocato. Ma la felicità dei due giovani è presto distrutta dalla fragilità psicologica ed emotiva del marito, Tommaso Mora, che cede alle lusinghe di una donna di bassa condizione con la quale sperpera il patrimonio familiare, riducendo la famiglia all’indigenza. Tuttavia egli non abbandona né la moglie né le due figlie, ma torna a casa solo a notte tarda, distrutto dalla vita disordinata. Elisabetta decide allora per una totale fedeltà al marito e alle due figlie che mantiene faticosamente col proprio lavoro. Ella trae la sua forza da una preghiera intensa, dalla propria fedele appartenenza al Terz’Ordine Trinitario, e dalla persuasione che il sacramento del Matrimonio l’ha veramente legata in maniera preziosa e indissolubile. Elisabetta sa che la fedeltà che ella riserva al marito, pur immeritata, è dovuta a Cristo; e onora il sacramento ricevuto, anche se da sola. S’inoltra così in un terreno 'mistico' fatto di carità inesauribile, aiuto prestato alle altre famiglie in difficoltà, educazione attenta delle figlie, familiarità con Gesù suo sposo, che la assiste con prodigi d’amore. Il marito – che non sa darsi pace per quella fedeltà e per quell’onore che sa di non meritare e tuttavia gli viene ugualmente donato – si rifugia apparentemente nello scherno verso tanta umile dedizione, ma interiormente è travagliato dalla santità della moglie. Dopo la morte di lei, infatti, Tommaso si convertirà, fino a farsi frate francescano conventuale e a diventare sacerdote. Giovanni Paolo II nel 1994 – Anno Internazionale della Famiglia – ha beatificato assieme Elisabetta Canori Mora e Gianna Beretta Molla definendole «donne d’eroico amore».
A Roma, beata Elisabetta Canori Mora, madre di famiglia, che, dopo avere a lungo sofferto a causa dell'infedeltà del marito, per le ristrettezze economiche e le crudeli molestie da parte dei parenti, tutto sopportò con insuperabile carità e pazienza e offrì la vita al Signore per la conversione, la salvezza, la pace e la santificazione dei peccatori aggregandosi al Terz'Ordine della Santissima Trinità.

San Gesù Mendez Montoya
Nacque a Tarimbaro, Michoacán (Arcidiocesi di Morelia) il 10 giugno 1880.
Vicario di Valtierrilla, Guanajuato (Arcidiocesi di Morelia). Fu un sacerdote completo che dedicò completamente se stesso agli altri, e non lesinò mezzi per intensificare la vita cristiana tra i suoi fedeli. Si sottopose a confessare per lunghe ore e da queste confessioni uscivano cristiani convertiti o anuati a maggiore perfezione grazie ai suoi giusti consigli. Conviveva con le famiglie povere, era un'catechista ed una guida per gli operai e per i contadini; un solerte maestro di musica che riuscì ad organizzare un nutrito coro per le celebrazioni. Il 5 febbraio 1928 le forze federali cercarono di reprimere un gruppetto di praticanti e si diressero verso l'abitazione in cui si nascondeva il Padre Jesús, che cercò di salvare un calice contenente ostie consacrate. Notato dai soldati chiese loro che gli venisse concesso un attimo per poter consumare il Santissimo Sacramento; gli venne concesso. Successivamente con dolcezza si avvicinò ad una sorella e le disse: "E la volontà di Dio. Che si compia la sua volontà". I soldati lo condussero a pochi metri dal tempio, fuori dell'atrio, e lo sacrificarono con tre colpi d'arma da fuoco. Il sacerdote che seppe cogliere le sue doti umane e la sua conoscenza di Dio per far amare Gesù Cristo, con il suo sangue proclamò il suo gran amore a Cristo Re.
Palma
In località Valtiervílla in Messico, san Gesù Méndez, sacerdote e martire, che morì per il regno di Cristo durante la persecuzione messicana.

Sant'Alice (Adelaide) di Vilich
Nata verso il 960, Adelaide fu mandata dai genitori a studiare presso le canonichesse di San Gerolamo del monastero di Sant'Orsola a Colonia. La morte in battaglia di un fratello, caduto nel 977 contro i Boemi, fece sì che i genitori usassero la parte di eredità che a lui spettava per costruire un monastero a Vilich, presso Bonn, designando proprio Adelaide come prima badessa. Nonostante la giovane età governò con saggezza. Dopo la morte della madre (994), adottò la Regola di san Benedetto, aiutata dalle monache di Santa Maria in Capitolio a Colonia, di cui era badessa la sorella Bertrada. Quando anche questa morì, il vescovo di Colonia sant'Eribert volle Adelaide alla guida di entrambi i monasteri. Dotata di doni mistici, alla sua intercessione sono attribuiti molti miracoli. Morì a Colonia nel 1015 ed è sepolta a Vilich. Il culto è diffuso anche in Francia, dove è nota con il nome di Alice.
Adelaide = dal nobile aspetto, dall'antico tedesco
A Colonia in Lotaringia, oggi in Germania, sant'Adelaide, prima badessa del monastero di Vilich, in cui introdusse la regola di san Benedetto, e poi del monastero di Santa Maria di Colonia, dove morì.

Beata Francesca Meziere
Francoise Méziére, laica della diocesi di Laval e martire della Rivoluzione Francese, fu beatificata il 19 giugno 1955. Educata dalle Suore di Nostra Signora della Carità di Evron, nel 1768 si consacrò all'opera delle scuole parrocchiali a St-Léger, nel distretto di Laval. Quando le fu richiesto di giurare la costituzione repubblicana come maestra, preferì smettere la sua attività e vivere dei piccoli proventi che ricavava dall'assistenza ai malati. Fu infine ghigliottinata per avere ospitato e curato due soldati vandeani, per non avere voluto rivelare il nascondiglio di altri sette ed aver rifiutato il giuramento di "libertà e uguaglianza" nuovamente impostole. Prima di salire sul patibolo ringraziò i giudici per il beneficio che le recavano di potersi unire subito a Dio.
A Laval in Francia, beata Francesca Mézière, vergine e martire, che si dedicò all'educazione dei fanciulli e alla cura dei malati e durante la rivoluzione francese fu uccisa in odio alla fede.

San Geniale
San Geniale, sebbene non incluso nel martirologio cristiano, è un  martire del terzo secolo, che sotto Diocleziano diede la vita per  affermare i valori della sua giovane fede. Le sue reliquie, conservate nella catacombe di S. Lorenzo in Roma, vennero donate per intercessione  del cardinale Cybo alla universitas aiellese di cui la sua famiglia era  feudataria. La cassetta con le ossa, ed un’ampolla di sangue, giunsero ad Aiello nel 1667, il 26 di luglio, e furono custodite nel monastero  degli Osservanti. Dal 6 maggio 1668, domenica, con la verifica dei  sigilli della cassetta, alla presenza dell’inviato del vescovo di  Tropea, venne acclamato dal popolo aiellese come patrono della città.
Da  allora, la tradizione del culto si perpetua ogni anno nella prima  domenica di maggio. E dal 1783, anno del terremoto, per lo scampato  pericolo, in segno di ringraziamento, di penitenza e di devozione, anche come ex voto, il 5 di febbraio.
Aiello Calabro (CS)

Sant'Avito
Avito fu arcivescovo di Vienne dal 494 circa al 5 febbraio 523. Apparteneva a un'importante famiglia gallo-romana imparentata con l'imperatore romano Avito e altri illustri personaggi e che si tramandava gli onori ecclesiastici (il padre Isichio era stato prima di lui vescovo di Vienne). In un periodo difficile per la Chiesa nella Gallia meridionale, Avito si impegnò alacremente e con successo nello sradicamento dell'arianesimo tra i burgundi. Riuscì a vincere le resistenze di re Gundobado e a convertire il figlio, re Sigismondo (516-523). Avito presiedette il Concilio di Epaon nel 517.
A Vienne Nella Gallia lugdunense, ora in Francia, sant'Avito, vescovo, per la cui fede e operosità, al tempo del re Gundobaldo, le Gallie furono difese dalla diffusione dell'eresia ariana.

Beata Eulalia Pinos
Nata da nobile famiglia, la Beata Eulalia Pinos, rinunciò alla vita secolare e ricchezze entrando fra le mercedarie di Barcellona e fu anch'essa una delle prime a seguire Santa Maria di Cervellon, ricevendo l'abito dal Beato Bernardo da Corbara. Insigne per molte virtù aprì le sue mani ai poveri e abbracciando la Santa croce con una morte preziosa volò al regno celeste.
L'Ordine la festeggia il 5 febbraio.

San Luca di Demenna o d'Armento
In Basilicata, san Luca, abate secondo gli insegnamenti dei Padri orientali, che condusse un'intensa vita monastica dapprima in Sicilia, sua patria, poi in vari luoghi in seguito all'invasione dei Saraceni, per morire infine presso Armento nel monastero dei santi Elia e Anastasio del Carbone da lui stesso fondato.

Santi Martiri del Ponto
Nel Ponto, commemorazione di molti santi martiri nella persecuzione dell'imperatore Massimiano, i quali, alcuni cosparsi di piombo fuso, altri torturati con canne appuntite conficcate nelle unghie e straziati da vari e ripetuti supplizi, con la loro gloriosa passione ottennero dal Signore la palma e la corona.

San Saba il Giovane
A Roma nel monastero di San Cesario, san Saba, detto il Giovane, monaco, che insieme al fratello san Macario, al tempo delle devastazioni saracene, diffuse instancabilmente per la Calabria e la Lucania la vita cenobitica.

Sant'Albuino di Bressanone
A Bressanone nell'Alto Adige, commemorazione di sant'Albuino, vescovo, che trasferì la cattedra episcopale da Sabiona a questa sede.

Sant'Ingenuino (Genuino)
A Sabiona nella Rezia, oggi nel Tirolo, sant'Ingenuino, primo vescovo di questa sede.

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