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San Giovanni Bosco
Grande apostolo dei giovani, fu loro padre e guida alla salvezza con il metodo della persuasione, della religiosità autentica, dell’amore teso sempre a prevenire anziché a reprimere. Sul modello di san Francesco di Sales il suo metodo educativo e apostolico si ispira ad un umanesimo cristiano che attinge motivazioni ed energie alle fonti della sapienza evangelica. Fondò i Salesiani, la Pia Unione dei cooperatori salesiani e, insieme a santa Maria Mazzarello, le Figlie di Maria Ausiliatrice.  Tra i più bei frutti della sua pedagogia, san Domenico Savio, quindicenne, che aveva capito la sua lezione: “Noi, qui, alla scuola di Don Bosco, facciamo consistere la santità nello stare molto allegri e nell’adempimento perfetto dei nostri doveri”. Giovanni Bosco fu proclamato Santo alla chiusura dell’anno della Redenzione, il giorno di Pasqua del 1934. Il 31 gennaio 1988 Giovanni Paolo II lo dichiarò Padre e Maestro della gioventù, “stabilendo che con tale titolo egli sia onorato e invocato, specialmente da quanti si riconoscono suoi figli spirituali”.
Educatori, Scolari, Giovani, Studenti, Editori
Giovanni = il Signore è benefico, dono del Signore, dall'ebraico
Memoria di san Giovanni Bosco, sacerdote: dopo una dura fanciullezza, ordinato sacerdote, dedicò tutte le sue forze all'educazione degli adolescenti, fondando la Società Salesiana e, con la collaborazione di santa Maria Domenica Mazzarello, l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, per la formazione della gioventù al lavoro e alla vita cristiana. In questo giorno a Torino, dopo aver compiuto molte opere, passò piamente al banchetto eterno.

Beata Candelaria di San Giuseppe (Susanna Paz-Castillo Ramirez)
La Serva di Dio Candelaria di San Giuseppe, nacque l'11 agosto 1863 a Altagracia de Orituco, nella diocesi di Caracas, in Venezuela, da Francisco de Paula Paz Castillo e da María del Rosario Ramírez. Fu battezzata il 27 febbraio 1864 e cresimata il 13 giugno 1870. A 16 anni ricevette la Prima Comunione. Fin da ragazza la Serva di Dio, spiritualmente diretta dal parroco don Alberto González, era molto devota della Madonna della Candelaria, a cui si rivolgeva con intensa pietà. Sentita la vocazione alla vita consacrata, la Serva di Dio, nel 1906, assieme a quattro compagne, vestì l'abito religioso nell'Istituto delle Suore dei Poveri di Altagracia de Orituco, assumendo il nome di Candelaria di San Giuseppe. Fece la professione religiosa il 31 dicembre 1910 e il 31 dicembre 1916 emise i voti perpetui. La Serva di Dio si dedicava intensamente al servizio dei poveri e degli ammalati, distinguendosi per l'instancabile zelo nell'apostolato. In seguito ad una serie di vicende, la Serva di Dio maturò la decisione di abbracciare la spiritualità carmelitana e chiese di entrare nell'Ordine del Carmelo, come fondatrice delle Carmelitane Terziarie Regolari in Venezuela. Il 25 marzo 1925 la richiesta fu accolta e il 10 luglio 1926 la Serva di Dio ed alcune compagne ricevette l'abito carmelitano; il 9 agosto 1926 Mons. Sixto Sosa, Vescovo di Cumaná, nominò la Serva di Dio Superiora Generale e Maestra delle Novizie nel Noviziato di Porlamar. Seguirono anni di intenso lavoro, anche a causa dei terremoti che affissero il Venezuela; molte furono le opere avviate dalla Serva di Dio, tra cui ospedali e una scuola per bambine povere ad Altagracia de Orituco. La Serva di Dio morì il 31 gennaio 1940 a Cumaná, in odore di santità; la salma venne inumata nel cimitero di Santa Inés; in seguito, il corpo della Serva di Dio venne esumato e collocato nella Casa Madre di Caracas. Il 19 aprile 2004 S.S. Giovanni Paolo II ha riconosciuto l'eroicità delle virtù della Serva di Dio. E' stata beatificata il 27 aprile 2008.

Santa Marcella di Roma
Appartiene ad una delle piú illustri famiglie romane: quella dei Marcelli. Nata verso il 330, rimane orfana del padre. Sposatasi da giovane dopo sette mesi rimane vedova e lo spirito ascetico la conquista e rifiuta le seconde nozze. Il suo palazzo diventa un luogo dove ove confluiscono altre nobili romane come Sofronia, Asella, Principia, Marcellina, Lea. Lo stesso vescovo di Alessandria, Pietro, nel 373 è suo ospite. E proprio dopo il 373 la casa di Marcella diventa un centro di propaganda monastica. Riservatezza, penitenza, digiuno, preghiera, studio, vesti dimesse caratterizzano la vita quotidiana come risulta dalle lettere di san Girolamo, divenuto dal 382 il direttore spirituale del gruppo ascetico. Nella domus di Marcella entravano vergini e vedove, preti e monaci per intrattenersi in conversazioni sulla Sacra Scrittura. Verso la fine del IV sec. si trasferisce in un luogo isolato vicino a Roma dove fa ritorno nel 410 per timore dell'invasione gota. Muore nello stesso anno.
Marcella, diminutivo di Marco = nato in marzo, sacro a Marte, dal latino
A Roma, commemorazione di santa Marcella, vedova, che, come attesta san Girolamo, dopo avere disprezzato ricchezze e nobiltà, divenne ancor più nobile per povertà e umiltà.

San Francesco Saverio Maria Bianchi
Nato ad Arpino, nel Frusinate, il 2 dicembre 1743, Francesco Saverio Maria Bianchi studiò nel Seminario di Nola e all'università di Napoli. Nel 1762 entrò nell'Ordine dei Barnabiti e proseguì gli studi a Macerata, Roma e ancora Napoli dove fu ordinato sacerdote nel 1767. Dedicatosi all'insegnamento rivestì importanti incarichi. Ma oltre che allo studio si dedicò alle opere di carità. Dedito alla penitenza non vi rinunciò neanche quando fu colpito da una misteriosa malattia alle gambe che lo immobilizzò negli ultimi tredici anni della sua vita: anzi, negli ultimi tre anni riuscì prodigiosamente a celebrare Messa reggendosi in piedi sulle gambe gonfie e piagate. Morì a Napoli il 31 gennaio 1815. Leone XIII lo beatificò il 22 gennaio 1893 e Pio XII lo canonizzò il 21 ottobre 1951. Il suo corpo è conservato nella chiesa di Santa Maria di Caravaggio a Napoli.
A Napoli, san Francesco Saverio Maria Bianchi, sacerdote dell'Ordine dei Chierici regolari di San Paolo, che, ricco di doni mistici, indusse molti a vivere con lui nella grazia del Vangelo.

San Giulio d'Orta
Il culto di san Giulio è molto vivo nella zona del Lago d'Orta, nell'Alto Novarese, dove esiste una chiesa, che sarebbe stata originariamente da lui edificata, nella quale è sepolto. Sulla sua figura storica non ci sono, però, notizie certe. La sua vicenda si intrecciò, infatti, con quella di un san Giuliano. Alcune fonti li indicano come fratelli, altri studiosi ipotizzano una confusione di nomi per la stessa persona. Secondo la più antica "Vita" (VII sec.), i due fratelli erano greci del IV secolo, trasferitisi in Italia perché disgustati dagli errori degli eretici e perseguitati. Dimorarono presso Roma e poi attraversarono la Penisola, fermandosi sul Lago d'Orta. Qui costruirono la novantanovesima chiesa, a Gozzano, e la centesima, dedicata ai santi Pietro e Paolo, sull'isola lacustre.  Nella prima, dedicata a San Lorenzo, rimase Giuliano. Dei due antichi edifici non resta nulla e gli attuali non risalgono a prima del IX secolo.
A Novara, san Giulio, sacerdote.

Beata Maria Cristina di Savoia
Maria Cristina di Savoia, figlia del re Vittorio Emanuele I e di Maria Teresa d’Asburgo, ricevette dai pii genitori una solida formazione cristiana. Nel 1832 sposò Ferdinando II, re delle Due Sicilie, e nel duplice stato di moglie e di regina fu modello luminoso di ogni virtù. Vera madre dei poveri, seppe farsi carico delle sofferenze del suo popolo, per la cui promozione ideò ardite opere sociali. Morì ancora giovane, dopo aver dato alla luce il primogenito Francesco, tra l’unanime compianto della famiglia reale e del popolo napoletano. Fu sepolta nella basilica di Santa Chiara in Napoli. Il 6 maggio 1937 papa Pio XI dichiarò eroiche le sue virtù.

Santi Agostino Pak Chong-Won e cinque compagni
Questo gruppo si compone di sei laici coreani che insieme subirono il martirio: Agostino Pak Chong-Won, Pietro Hong Pyong-Ju, Maddalena Son So-Byok, Agata Yi Kyong-I, Maria Yi In-Dok ed Agata Kwon Chin-I. Papa Giovanni Paolo II li canonizzò il 6 maggio 1984.
In Corea, santi martiri Agostino Pak-Chŏng-wŏn, catechista, e cinque compagni, che, dopo aver subito molti supplizi, con impavida fortezza professarono la loro fede cristiana e glorificarono Dio con la loro decapitazione.

Beata Ludovica Albertoni
Dopo la morte del suo sposo, si fece Terziaria francescana e si dedicò alle opere di carità, accogliendo i bisognosi nel proprio palazzo.
A Roma, beata Ludovica Albertoni, che, dopo avere educato cristianamente i figli, alla morte del marito, entrata nel Terz'Ordine di San Francesco, portò aiuto ai poveri, scegliendo di divenire da ricca poverissima.

San Metras (Metrano) di Alessandria
Commemorazione di san Metrano, martire ad Alessandria d'Egitto, che sotto l'impero di Decio, non avendo voluto, su ingiunzione dei pagani, pronunciare parole empie, fu ferocemente colpito dagli astanti e poi lapidato fuori della città.

Santi Vittorino, Vittore, Niceforo, Claudio, Diodoro, Serapione e Papia
A Corinto in Acaia, in Grecia, santi martiri Vittorino, Vittore, Niceforo, Claudio, Diodoro, Serapione e Pápia, che si tramanda abbiano subito il martirio con vari supplizi sotto l'imperatore Decio.

Sant'Eusebio
A Viktorsberg vicino a Rankweil nella Baviera meridionale, oggi in Austria, sant'Eusebio, che, nato in Irlanda, fu pellegrino per Cristo e, divenuto poi monaco nel cenobio di San Gallo, visse infine da eremita.

Sant'Aidano (Medhoc) di Ferns
Aidano = splendido capo, dall'antico normanno
A Ferns in Irlanda, san Maedóc o Aidano, vescovo, che fondò in questo luogo un cenobio e rifulse per la grande austerità di vita.

Sant'Abramo
Abramo = grande padre, dall'ebraico
In Persia, passione di sant'Abramo, vescovo di Arbela, che sotto il re dei Persiani Sabor, avendo rifiutato l'ordine di adorare il sole, fu decapitato.

San Ciro
Portici (NA)
Palma
Sempre ad Alessandria, santi Ciro e Giovanni, martiri, che per la loro fede in Cristo, dopo molti tormenti furono decapitati.

San Giovanni
Palma
Sempre ad Alessandria, santi Ciro e Giovanni, martiri, che per la loro fede in Cristo, dopo molti tormenti furono decapitati.

San Geminiano di Modena
Bastone pastorale
A Modena, san Gimignano, vescovo, che riportò la sua Chiesa dall'eresia ariana alla retta fede.

San Valdo
Nel territorio di Coutances in Neustria, oggi in Francia, san Valdo, vescovo di Évreux.

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