TuttoSchermo       Chiudi      

Sant'Ildefonso (Idelfonso) da Toledo
Molto devoto a Maria, su cui scrisse un celebre trattato, e significativo esponente della Spagna del suo tempo, Ildefonso era discendente di una potente famiglia romana. Anche sotto i Visigoti avrebbe potuto far carriera, ma si fece monaco e divenne diacono. Fu eletto abate del monastero dei Santi Cosma e Damiano, nei pressi di Toledo. Quando il vescovo morì, nel 657, l'uomo di lettere e preghiera, cinquantenne, divenne anche uomo di governo ecclesiale nella diocesi della capitale del regno visigoto. Si districò tra difficili questioni interne e tenne testa alle pretese del re Recesvinto, che si era mosso personalmente per convincerlo a lasciare il cenobio e accettare l'elezione. Ha lasciato libri di liturgia e l'opera «De viris illustribus», una sorta di continuazione dell'enciclopedia di sant'Isidoro di Siviglia (di cui secondo la tradizione sarebbe stato allievo). Il 15 agosto del 660 la vergine gli apparve nel presbiterio della cattedrale, lodandolo e consegnandogli una preziosa veste. Morì a Toledo, di cui è patrono, nel 667.
Ildefonso = pronto alla battaglia, dal tedesco
Bastone pastorale
A Toledo in Spagna, sant'Ildefonso, vescovo, che, monaco e priore di un cenobio, fu eletto all'episcopato, scrisse numerosi libri con stile assai raffinato, compose celebri preghiere liturgiche e venerò con mirabile zelo e devozione la beata e sempre Vergine Maria Madre di Dio.

Beata Margherita Molli
Di famiglia benestante, era nata nel castello di Russi, nel ravennate, l'8 maggio 1442. A tre mesi, colpita da una grave malattia, perse la vista e verso i cinque anni cominciò una vita di penitenza, camminando a piedi nudi con qualunque tempo, dormendo sulla terra nuda e digiunando. A causa della cecità non poté entrare in un Ordine religioso e intraprese una vita di «monaca di casa». Nonostante la sua vita appartata, la sua fama si diffuse nella zona e tante persone ricorrevano a lei in cerca di consigli. Ebbe il dono della profezia: predisse la battaglia di Ravenna del 1512, il Concilio di Trento (1545-1564) e la vittoria di Lepanto del 1571. Nel 1485, a 43 anni, si recò a Ravenna proseguendo nella sua attività in opere di carità. Per i tanti fedeli che a lei si rivolgevano creò la Confraternita del Buon Gesù. Morì a Ravenna il 23 gennaio 1505.

Sant'Andrea Chong (Tyong) Hwa-Gyong
Andrea Chong (o Tsieng) Hwa-gyŏng, partito dalla sua città natale in Corea per essere più libero di praticare la fede cattolica, si occupò di trovare un rifugio a monsignor Laurent-Joseph-Marius Imbert, Vicario apostolico di Corea. A causa della sua semplicità d’animo, credette alle parole di un delatore e gli rivelò il nascondiglio del vescovo. A sua volta scoperto e arrestato più volte, morì per strangolamento a Seul il 23 gennaio 1840. È stato beatificato il 5 maggio 1925 e canonizzato il 6 maggio 1984, incluso nei 102 Martiri Coreani.
A Seul in Corea, sant'Andrea Chong (Tyong) Hwa-gyǒng, catechista e martire: mentre prestava aiuto al santo vescovo Lorenzo Imbert, fece della sua casa un rifugio per i cristiani; per questo fu crudelmente colpito e ferito, infine strangolato in carcere.

Sant'Emerenziana
Secondo un racconto della passione di sant'Agnese, Emerenziana era tra i fedeli che parteciparono ai funerali della giovane martire. Un'improvvisa aggressione da parte di pagani fanatici disperse i cristiani accorsi per accompagnare Agnese alla sepoltura. Emerenziana, invece di fuggire, apostrofò coraggiosamente gli assalitori, finendo però lapidata. I genitori di sant'Agnese ne seppellirono il corpo nei pressi sui limiti della loro proprietà. Purtroppo il racconto non è attendibile. Gli unici elementi del racconto relativi a Emerenziana sono il nome della santa, il suo martirio, quale che ne sia stata la forma, la sua sepoltura nei pressi del sepolcro di sant'Agnese.
Emblemi: Giglio, Palma.

Beato Giovanni Infante
Nel secondo viaggio di Cristoforo Colombo sarebbero stati presenti tre padri mercedari, fra i quali il Beato Giovanni Infante con il Beato Giovanni Solorzano ed il Venerabile Giorgio di Siviglia. Per primo nell'America Meridionale il Beato Giovanni Infante offrì, con grande fede, l'ostia immacolata, il calice della benedizione e l'incruento sacrificio a Dio.
L'Ordine lo festeggia il 23 gennaio.

Santi Clemente ed Agatangelo
I santi Clemente, vescovo, ed Agatangelo subirono il martirio presso l'attuale capitale turca, Ankara, al tempo della persecuzione dei cristiani perpetrata dall'imperatore Diocleziano.
Ad Ankara in Galazia, nell'odierna Turchia, santi Clemente, vescovo, e Agatangelo, martiri.

Santi Severiano e Aquila
Severiano e Aquila, sposi e martiri del III secolo a Cesarea di Mauritania. Furono bruciati vivi in odio alla loro fede cristiana.
A Cesarea di Mauritania, nell'odierna Algeria, santi martiri Severiano e Aquila, coniugi, che furono bruciati nel fuoco.

San Maimbodo
A Dampierre nel territorio di Besançon in Burgundia, nell'odierna Francia, san Maimbodo, che, irlandese di origine, fattosi pellegrino ed eremita, si tramanda che sia stato ucciso dai briganti.

Sant'Amasio
A Teano in Campania, commemorazione di sant'Amasio, vescovo.

       Chiudi