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San Francesco di Sales
Vescovo di Ginevra, fu uno dei grandi maestri di spiritualità degli ultimi secoli. Scrisse l’Introduzione alla vita devota (Filotea) e altre opere ascetico-mistiche, dove propone una via di santità accessibile a tutte le condizioni sociali, fondata interamente sull’amore di Dio, compendio di ogni perfezione (Teotimo). Fondò con santa Giovanna Fremyot de Chantal l’Ordine della Visitazione. Con la sua saggezza pastorale e la sua dolcezza seppe attirare all’unità della Chiesa molti calvinisti. (Mess. Rom.)
Giornalisti, Autori, Scrittori, Sordomuti
Francesco = libero, dall'antico tedesco
Bastone pastorale
Memoria di san Francesco di Sales, vescovo di Ginevra e dottore della Chiesa: vero pastore di anime, ricondusse alla comunione cattolica moltissimi fratelli da essa separati, insegnò ai cristiani con i suoi scritti la devozione e l'amore di Dio e istituì, insieme a santa Giovanna di Chantal, l'Ordine della Visitazione; vivendo poi a Lione in umiltà, rese l'anima a Dio il 28 dicembre e fu sepolto in questo giorno ad Annecy.
(28 dicembre: A Lione in Francia, anniversario della morte di san Francesco di Sales, vescovo di Ginevra, la cui memoria si celebra il 24 gennaio nel giorno della sua deposizione ad Annecy).

Santi Babila, Urbano, Prilidano ed Epolono
Sino al concilio Vaticano II il 24 gennaio a Milano si commemoravano San Babila e i tre fanciulli. Oggi è al 23, per ricordare il giorno dopo San Francesco di Sales. La memoria «milanese» di San Babila è antichissima: la si trova già in codici nel IX secolo. Segno sia del legame tra la nostra Chiesa e le antiche chiese orientali sia della fama di San Babila, vescovo di Antiochia, sulla cui morte esistono due narrazioni. Secondo Eusebio di Cesarea, sarebbe morto di stenti in prigione al tempo dell’imperatore Decio (249-251), che scatenò una persecuzione definita dagli storici «scientifica» per la sua organizzazione capillare e severa, che spaventò molti anche perché giunse improvvisa. Secondo Giovanni Crisostomo, invece, egli sarebbe stato decapitato per essersi opposto all’imperatore, che voleva partecipare alla celebrazione eucaristica con le mani grondanti sangue innocente. Per questo, forse, la tradizione ricorda con lui il martirio di tre ragazzi: Barbado, di 12 anni d’età; Apollonio, di 9 anni, e Urbano di 7. Babila morì per difendere coloro che il Signore predilige: i deboli, i piccoli. Anche Ambrogio diceva: «Ogni giorno sei chiamato ad essere testimone di Cristo. Lo testimoni confermando con i fatti l’adesione agli insegnamenti del Signore Gesù».
Ad Antiochia di Siria, ora in Turchia, passione di san Bábila, vescovo, che, durante la persecuzione dell'imperatore Decio, dopo aver tante volte dato gloria a Dio tra sofferenze e tormenti, ottenne di morire gloriosamente legato a ceppi di ferro, con i quali dispose che il suo corpo fosse anche sepolto. Insieme a lui si tramanda che subirono la passione anche i tre fanciulli, Urbano, Prilidano ed Epolono, che egli aveva istruito nella fede cristiana.

Beato Paolo De Ambrosis da Cropani
Il Beato Paolo nacque a Cropani (CZ) il 24 gennaio 1432 da un’antica famiglia. Il 20 marzo del 1450 decise di entrare nel Convento del Terzo Ordine Regolare di San Francesco d’Assisi, fondato poco tempo prima fuori le mura di Cropani. Paolo de Ambrosis fu, innanzitutto, un uomo di preghiera. Anche da ragazzo si distingueva per il particolare fervore tanto che i suoi compaesani lo chiamavano "l’Angelo". Per la sua saggezza, fu nominato Guardiano del Convento. Nel frattempo, a causa della fama della sua santità, tantissime persone accorrevano da lui per ascoltare i suoi consigli e ricevere conforto. Ben presto, però, Paolo volle tornare alla condizione di più completa solitudine. Scelse, perciò, di ritirarsi nell’eremo di S. Maria dello Spirito, in contrada Scavigna, tra Cropani e Belcastro. Come il Santo d’Assisi, non volle per umiltà essere ordinato sacerdote, ma per obbedienza, Paolo, nel 1485, divenne "sacerdote in eterno". La vita del Beato Paolo è segnato dal legame profondo con la sua famiglia, definita "autenticamente cristiana". Si narra che la madre aiutava il figlio dell’assistenza dei poveri. Ma l’episodio più suggestivo è quello che è avvenuto in occasione della morte del padre. Mentre celebrava la messa nella chiesa di Santa Maria della Consolazione a Roma, Paolo fu avvolto da una nube, rendendosi invisibile ai presenti. Quando, dopo poco, riapparve, al Superiore, che gli domandò cosa fosse avvenuto, rispose, con semplicità, che era stato a Cropani per dare l’ultimo bacio al padre defunto. Il Beato Paolo morì nel 1489. Le sante reliquie del beato sono oggetto di grande culto nella parrocchiale di Cropani. Memoria liturgica il 24 gennaio.

Beata Paola Gambara Costa
Data in sposa appena dodicenne al signore di Bene Vagienna, nel Cuneese, madre un anno dopo, la beata Paola Gambara Costa continuò a vivere le virtù cristiane in un ambiente dissoluto. Il marito per questo la angheriò e tra le crudeltà che le fece subire ci fu anche la convivenza con la sua amante. Paola era nata nel 1463 in una nobile famiglia di Verola Alghise (oggi Verolanuova), nel Bresciano, dove era ammirata per la devozione e la bellezza. Dopo le principesche nozze (gli sposi furono ricevuti a Torino dal Duca di Savoia), iniziò il calvario, durante il quale ebbe un atteggiamento caritatevole verso chi la maltrattava (a Verolanuova c'è il detto «è stata provata come la beata Paola»). Fu sotto la direzione spirituale del beato Angelo di Chivasso e divenne terziaria francescana, spendendosi per i poveri. Morì nel 1515 e il suo culto è stato confermato nel 1845. Nelle immagini: la tela che ricorda il «miracolo delle rose»; si narra che, mentre dava pane ai poveri, il marito la scoprì, ma il cibo si trasformò in fiori.
Paola = piccola di statura, dal latino
A Binaco vicino a Milano, beata Paola Gambara Costa, vedova, che, ascritta al Terz'Ordine di San Francesco, sopportò con tale pazienza il marito violento da indurlo a conversione ed esercitò sempre in modo egregio la carità verso i poveri.

Sant'Essuperanzio
Essuperanzio, patrono di Cingoli, nacque, stando alla tradizione tramandataci, in Africa nel V secolo e fin dall'infanzia manifestò il desiderio di convertirsi; finché a dodici anni, dopo vive insistenze, riuscì a convincere il padre, ariano o manicheo, a dargli il permesso di ricevere il battesimo secondo il rito cattolico. Una volta cresciuto, non volle sposarsi e lasciò la famiglia per andare a predicare il Vangelo. Percorse così buona parte dell'Africa del Nord, conducendo vita monastica. Imbarcatosi per l'Italia, durante la traversata convertì l'equipaggio della nave e sedò con la preghiera una violenta tempesta. Toccata terra a Numana, nei pressi di Ancona, si incamminò alla volta di Roma, dove riprese la sua predicazione e fu imprigionato. Il papa lo fece rimettere il libertà, lo consacrò vescovo e lo mandò a reggere la diocesi di Cingoli, la cui sede era rimasta vacante. Fu ricevuto in trionfo e ricambiò quell'accoglienza con le sue virtù e il suo zelo pastorale. Dopo quindici anni di episcopato, nei quali compì numerosi miracoli, sentendosi vicino a morire indicò egli stesso il luogo dove voleva essere sepolto, fuori della città. (Avv.)
A Cingoli nelle Marche, sant'Esuperanzio, vescovo.

Beata Maria Poussepin
Nata a Dourdan, nell'Ile-de-France, il 24 gennaio 1653 da una famiglia profondamente cristiana e impegnata nelle opere di carità, in seguito al fallimento del padre Maria Poussepin rilevò con coraggio la fabbrica paterna, trasformandola in uno stabilimento pilota, finalizzato più al bene sociale che al profitto. Nel 1691 entrò nel Terz'Ordine domenicano, di cui apprezzava lo spirito di contemplazione e le finalità apostoliche. Richiamata da uno stile di vita diverso, lasciò la fabbrica al fratello e si trasferì a Jainville, dove la povertà era maggiore. Qui fondò una comunità femminile di tipo domenicano, non claustrale e aperta alle opere di carità, le Suore domenicane della carità della presentazione della santa Vergine e realizzò, nei paesi del circondario, scuole primarie e centri di assistenza infermieristica. Morì il 24 gennaio 1744 ed è stata proclamata beata il 20 novembre 1994 da Giovanni Paolo II.
Nel villaggio di Sainville vicino a Chartres in Francia, beata Maria Poussepin, vergine, che fondò l'Istituto delle Suore Domenicane di Carità della Presentazione della Santa Vergine per offrire sostegno ai pastori d'anime, istruzione alle ragazze e assistenza ai bisognosi e ai malati.

Beato Timoteo (Giuseppe) Giaccardo
La formazione all'umiltà era uno dei temi su cui Don Giaccardo si fermava di più nel dettare le meditazioni. Diceva: "Per me il Vangelo è il libro dell'umiltà". Ne deduceva la necessità quindi, di "farsi piccoli, sentirsi piccoli, restare piccoli". Esortava; "All'umiltà non dite mai di no perché più entrate nell'umiltà, più assomiglierete a Gesù Cristo... Umiliamoci anche quando dovessimo inchiodare con Gesù la nostra volontà alla croce". Perché "l'amore alle comodità non fa mai i santi", mentre "chi uccide l'io, trova Dio". Stimolava i suoi uditori a praticare qualsiasi virtù in maniera pronta, facile e dilettevole. Sottolineava sempre e specialmente l'ultimo avverbio perché era convinto che "un uomo scontento è un uomo a metà".
Timoteo = colui che onora Dio, dal greco
A Roma, beato Timoteo (Giuseppe) Giaccardo, sacerdote, che nella Pia Società di San Paolo formò molti discepoli per annunciare al mondo il Vangelo con un appropriato uso dei mezzi di comunicazione sociale.

Beato Vincenzo (Wincenty) Lewoniuk e 12 compagni
Nel villaggio di Pratulin, nella diocesi di Siedlce, in Polonia, i Beati Wincenty Lewoniuk e dodici compagni martiri, che, non turbati né da minacce né da promesse, non vollero allontanarsi dalla Chiesa Cattolica, ed infine, rifiutando di consegnare le chiavi della loro parrocchia, furono massacrati inermi il 24 gennaio 1874. Giovanni Paolo II li beatificò il 6 ottobre 1996 a Roma.
Nel villaggio di Pratulin nei pressi di Siedlce in Polonia, beati Vincenzo Lewoniuk e dodici compagni, martiri: irremovibili di fronte a minacce e lusinghe, non vollero separarsi dalla Chiesa cattolica e inermi furono uccisi o feriti a morte per essersi rifiutati di consegnare le chiavi della loro parrocchia.

San Feliciano di Foligno
Nato intorno al 160 presso «Forum Flaminii», oggi San Giovanni Profiamma, frazione di Foligno, il patrono Feliciano fu l'evangelizzatore di vaste zone dell'attuale Umbria: da Foligno a Spello, Bevagna, Assisi, Perugia, Norcia, Plestia, Trevi, Spoleto. Dopo un periodo a Roma era tornato in patria, dove era stato acclamato vescovo. Ricevuto dal Papa il privilegio del pallio, poté ordinare il diacono Valentino vescovo di Terni. L'episcopato di Feliciano durò 56 anni. Morì 94enne martire, sotto Decio (249-251). A lui è dedicata la cattedrale di Foligno.
Bastone pastorale, Palma
A Foligno in Umbria, san Feliciano, che si ritiene sia stato il primo vescovo di questa regione.

Beati Guglielmo Ireland e Giovanni Grove
Il sacerdote gesuita William Ireland ed il suo servitore John Grove furono beatificati nel 1929.
A Londra in Inghilterra, beati martiri Guglielmo Ireland, sacerdote della Compagnia di Gesù, e Giovanni Grove, suo domestico, che, sotto il re Carlo II, falsamente accusati di tradimento, a Tyburn subirono il martirio per Cristo.

San Sabiniano
Nel territorio di Troyes in Gallia Lugdunense, nell'odierna Francia, san Sabiniano, martire.

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