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San Felice da Nola
La vita del prete Felice ci è narrata da san Paolino di Nola, a cui si deve anche l'importante complesso di basiliche paleocristiane a Cimitile, a sei chilometri dalla località campana. Qui erano state deposte le spoglie di Felice, morto probabilmente dopo il 313. Nato a Nola nel III secolo da un ricco padre di origini orientali, aveva sofferto le persecuzioni ed era stato imprigionato, torturato e poi liberato miracolosamente da un angelo che lo condusse in un luogo deserto (per questo, pur non essendo stato ucciso è stato venerato come martire). Grazie alla pace costantiniana Felice era rientrato in diocesi. Qui, pur essendo stato indicato come successore dal vescovo Massimo, alla morte di questi rifiutò l'elezione e visse in povertà fino alla fine dei suoi giorni. In suo onore si tengono due feste con processioni dal 5 al 14 gennaio, data della sua memoria liturgica.

Felice = contento, dal latino
A Nola in Campania, san Felice, sacerdote, che, come riferisce san Paolino, durante l'imperversare delle persecuzioni, patì in carcere atroci torture e, una volta ristabilita la pace, fece ritorno tra i suoi, ritirandosi in povertà fino ad avanzata vecchiaia, invitto confessore della fede.

San Fulgenzio di Astigi
San Fulgenzio nacque a Cartagena nel VI secolo e morì ad Astigi (Spagna) nel 632. La sua fu una famiglia di santi. Infatti Fulgenzio, conosciuto come vescovo di Astigi, nell'Andalusia, ebbe come fratelli san Leandro vescovo di Siviglia, il grande sant'Isidoro, dottore della Chiesa, e santa Fiorentina, badessa benedettina. Fu Fulgenzio a chiedere al fratello Isidoro di scrivere una delle sue grandi opere, «De origine officiorum sive de ecclesiasticis». Non ci sono notizie sicure sulla gioventù di Fulgenzio, ma sembra certo che nel 610, quando aveva circa 50 anni, fosse già vescovo di Astigi (Andalusia). In precedenza sembra fosse monaco benedettino e probabilmente abate. Nel 610 sottoscrisse il decreto del re Gundemaro (610-614) che costituiva la provincia di Toledo, staccandone il territorio da quello di Cartagena, allora sotto il dominio dei bizantini. Non si sa molto del suo episcopato, che comunque durò più di venti anni; infatti l'ultima data certa della sua vita è il 619, quando prese parte al II Concilio provinciale di Siviglia, presieduto dal fratello Isidoro. Fulgenzio morì intorno al 632.

Ad Écija in Andalusia, in Spagna, san Fulgenzio, vescovo, fratello dei santi Leandro, Isidoro e Fiorentina; a lui Isidoro dedicò il trattato sugli uffici ecclesiastici.

San Potito
Adolescente martire è un santo poco conosciuto, patrono principale della città e diocesi di Tricarico (Matera) e patrono di Ascoli Satriano (Foggia). Ci sono giunte alcune antiche recensioni della «Passio sancti Potiti», la più antica delle quali è del IX secolo, che narra di Potito come un'adolescente tredicenne, nato a Sardica nella Dacia Inferiore (attuale Romania), che era diventata provincia romana nel 107, dopo essere stata conquistata da Traiano. Secondo queste fonti sarebbe stato l'unico figlio di una famiglia ricchissima. Contro la volontà del padre, convinto pagano, il giovane Potito aveva abbracciato la fede cristiana con rara convinzione. I documenti antichi gli attribuiscono gesti e miracoli che però non possono essere confermati da fonti storiche. In particolare avrebbe liberato dal diavolo la figlia dell'imperatore Antonino Pio (138-161). Dallo stesso imperatore, però, venne torturato e infine decapitato verso il 160 in odio alla sua fede da cristiano.

Tricarico, Mal di testa
Commemorazione di san Potito, martire, che, dopo aver patito molte sofferenze a Sardica in Dacia, ora Bulgaria, si tramanda che sia infine morto martire trafitto con la spada.

Beato Odorico da Pordenone
Divenuto sacerdote nell’Ordine Francescano, congiunse una esemplare austerità di vita con un instancabile zelo per la salvezza delle anime. Fu uno dei più illustri missionari dell’Ordine: si recò prima in Asia Minore e successivamente tra i Tartari; poi in Cina e in India, convertendo moltissimi alla fede di Cristo; meritò il nome di apostolo dei Cinesi. Tornato in Europa per riferire al Pontefice sulla situazione delle missioni nel lontano Oriente, morì a Udine nel 1331.
Odorico = assai ricco, dal tedesco
A Udine, beato Odorico Mattiuzzi da Pordenone, sacerdote dell'Ordine dei Minori: percorse in lungo e in largo predicando il Vangelo le regioni dei Tartari, degli Indi e dei Cinesi da lui attraversate fino alla capitale della Cina Kambalik e molti convertì alla fede di Cristo.

Beato Oddone (Oddo) di Novara
Prima di giungere a Tagliacozzo (L'Aquila) il certosino Oddone aveva compiuto una lunga peregrinazione. Su questo periodo però i documenti sono pochi. Nato a Novara nel 1100, emise la professione religiosa nella vicina certosa di Casotto o forse presso la Grande Chartreuse. Fu inviato in Jugoslavia a Seitz, dove scrisse dei «Sermones». Poi fu priore nella nuova fondazione di Gyrio. Verso il 1190, per divergenze sorte tra i monaci, andò a Roma per chiedere giustizia a Papa Clemente III. Visse altri otto anni in una piccola cella a Tagliacozzo. Nel giorno della festa, nel 1784, la cittadina abruzzese scampò miracolosamente a un terremoto.

A Tagliacozzo in Abruzzo, beato Odone di Novara, sacerdote dell'Ordine dei Certosini.

Beato Guglielmo de Sanjulia
Il Beato Guglielmo de Sanjulia, fu chiamato a far parte dell'Ordine Mercedario dalla stessa Beata Vergine Maria. Giorno e notte si dilettò con sante meditazioni, portò numerosi infedeli nel gregge del Signore e richiamò dall'ambito dei vizi molte donne perdute. Infine avendo conosciuto la sua passione, leggendo salmi ed inni spirituali, morì placidamente nel nome della Trinità con queste parole: Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Fu sepolto nella chiesa del priorato di Barcellona.
L'Ordine lo festeggia il 14 gennaio.

Beato Devasahayam (Lazaro) Pillai
Durante la persecuzione contro i cristiani nel regno indiano di Travancore, Devasahayam (Lazaro) Pillai, funzionario del Maraja di Travancore), trovò la morte perché colpevole di aver abiurato l'induismo. La sua causa di beatificazione è stata introdotta nel 2004. Papa Benedetto XVI ha riconosciuto il martirio di questo laico indiano, padre di famiglia, in data 28 giugno 2012.

Santi Monaci del Monte Sinai e d'Egitto
Molti santi monaci furono uccisi per la loro forte fede in Cristo presso il Monte Sinai ed in Egitto. Alcuni loro nomi sono stati tramandati dalla tradizione, ma non sono esplicitamente riportati dal martirologio, che li commemora oggi in gruppo.Commemorazione dei santi monaci che a Raíthu e sul monte Sinai furono uccisi per la loro fede in Cristo.

Santa Nino  (Nouné, Nina, Cristiana)
Cristiana = seguace di Cristo
In Georgia al di là del Mar Nero, santa Nino: da prigioniera cristiana, per la santità della sua vita ottenne da parte di tutti rispetto e ammirazione tali da attirare alla fede di Cristo la regina stessa, il cui figlio aveva guarito con le sue preghiere, il re e tutta la sua gente.

Beata Alfonsa Clerici
Suor Alfonsa Clerici (1860-1930) era già insegnante quando entrò tra le Suore del Preziosissimo Sangue di Monza. Il suo campo di apostolato fu l’insegnamento e l’educazione dei giovani. Fu anche segretaria e consigliera generale del suo Istituto
Alfonsa = valorosa e nobile, dal gotico

Beato Pietro Donders
A Batavia nel Suriname, beato Pietro Donders, sacerdote della Congregazione del Santissimo Redentore, che con carità instancabile si prese cura dei corpi e delle anime dei lebbrosi.

San Dazio
A Milano, deposizione di san Dazio, vescovo, che nella controversia dei Tre Capitoli difese la posizione del papa Vigilio, che accompagnò poi a Costantinopoli, dove morì.

Sant'Eufrasio
A Clermont-Ferrand nella regione dell'Aquitania, in Francia, sant'Eufrasio, vescovo, la cui ospitalità è lodata da san Gregorio di Tours.

San Glicerio
Ad Antiochia di Siria, oggi in Turchia, san Glicerio, diacono e martire.

San Firmino
Presso Mende in Francia, san Firmino, vescovo.

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