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Santissimo Nome di Gesù
Il Santissimo Nome di Gesù fu sempre onorato e venerato nella Chiesa fin dai primi tempi, ma solo nel secolo XIV cominciò ad avere culto liturgico. San Bernardino, aiutato da altri confratelli, sopratutto dai beati Alberto da Sarteáno e Bernardino da Feltre, diffuse con tanto slancio e fervore tale devozione che finalmente venne istituita la festa liturgica. Nel 1530 Papa Clemente VII autorizzò l'Ordine francescano a recitare l'Ufficio del Santissimo Nome di Gesù. Giovanni Paolo II ha ripristinato al 3 gennaio la memoria facoltativa nel Calendario Romano.
Santissimo Nome di Gesù, il solo in cui, nei cieli, sulla terra e sotto terra, si pieghi ogni ginocchio a gloria della maestà divina.

Invocazione al Nome di Gesù
Nella tradizione dell’Oriente cristiano è caratteristica la ripetizione del nome di Gesù, spesso definita «preghiera del cuore». Da molti è conosciuta e praticata l’invocazione
«Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore».
È una breve e particolare orazione utilizzata agli inizi del cristianesimo dai monaci orientali per rispondere alla sollecitazione della preghiera continua fatta da san Paolo. Nel contempo costituisce un atto di fede nella divinità di Gesù e un’implorazione di misericordia.

Santa Genoveffa (Genevieve)
La vita della vergine parigina Genèvieve (in italiano Genoveffa) è narrata nella «Vita Genovefae», scritta circa venti anni dopo la sua morte. Nasce a Nanterre, nei dintorni di Parigi, intorno al 422. A 15 anni Genoveffa si consacra a Dio, entrando a far parte di un gruppo di vergini votate a Dio che, pur vestendo un abito che le distingue dalle altre donne, non vivono in convento, ma nelle loro case, dedicandosi ad opere di carità e penitenze. Nel 451 Parigi è sotto la minaccia degli Unni di Attila ed i parigini si apprestano alla fuga. Genoveffa li convince a restare in città, confidando nella protezione del cielo. Non tutti però sono d'accordo con Genoveffa, al punto che la vergine rischia di essere linciata. Passata la minaccia degli Unni, Genoveffa si trova ad affrontare la piaga della carestia. Salita su un battello, lungo la Senna si procura le granaglie presso i contadini, distribuendole poi generosamente. Entrata in amicizia con i re Childerico e Clodoveo, sfrutterà la sua posizione per ottenere la grazia per numerosi prigionieri politici. Muore intorno al 502. Sulla sua tomba viene eretto un modesto oratorio di legno, che è stato il primo nucleo di una celebre abbazia, trasformata in basilica da re Luigi XV. È patrona di Parigi.  (Avv.)
Parigi
Genoveffa = dalle bianche guance, dal celtico
Candela, Giglio
A Parigi, in Francia, deposizione di santa Genoveffa, vergine di Nanterre, che a quindici anni, su invito di san Germano vescovo di Auxerre, prese il velo delle vergini, confortò gli abitanti della città atterriti dalle incursioni degli Unni e soccorse i suoi concittadini in tempo di carestia.

San Daniele di Padova
Diacono, forse, della Chiesa padovana, fu martirizzato probabilmente durante la persecuzione di Diocleziano, al principio del sec. IV. Secondo le leggende, diffusesi in quella circostanza o poco dopo, e il cui nucleo essenziale sembra sicuro, il martire sarebbe apparso ad un cieco della Tuscia invitandolo a chiedere la grazia della vista nell'oratorio di san Prosdocimo a Padova, là ov'era la sua tomba, del tutto ignorata. Alla guarigione miracolosa seguirono diligenti ricerche, che portarono alla scoperta di un'arca marmorea. Il martire vi giaceva così com'era stato ucciso: il corpo, disteso supino sopra una tavola di legno e coperto da una lastra di marmo, era trapassato da molti lunghi chiodi. Un'iscrizione diceva: Hic corpus Danielis martyris et levitae quiescit. Il vescovo Ulderico, presente a quella prima ricognizione, fece trasportare il 3 gennaio 1076 l'arca nella nuova cattedrale di santa Maria, entro le mura della città e, per placare le opposizioni dei monaci di santa Giustina e degli abitanti del luogo, fece erigere un oratorio dedicato a san Daniele nel luogo ove ora è l'omonima chiesa parrocchiale. La salma del martire, dall'altare maggiore della vecchia cattedrale, nel 1592 fu traslata nel sottocoro della nuova.

Palma
A Padova, commemorazione di san Daniele, diacono e martire.

Santa Imbenia
Pia vergine Sarda, che subì il martirio per la fede in Cristo sotto l'Impero di Diocleziano. Le sue preziose Reliquie vennero scoperte nell'anno 1628 nella chiesa di S. Lussorio, in regione "Su Tonodiu", furono portate nella Basilica Insigne Colleggiata di Santa Maria della Neve in Cuglieri (dioc. di Bosa) ove si conservano ancora. Festeggiamenti in suo onore si tengono il 3 Gennaio (martirio) ed il 30 Aprile (in memoria della traslazione delle Reliquie). Nel giorno 29 Aprile il Simulacro della Vergine viene portato in pellegrinaggio dalla Basilica di Santa Maria della Neve alla regione "su Tonodiu" dove si trova una chiesetta campestre a lei intitolata, si parte verso le 17.00 per poi arrivare alla chiesa che dista circa 3 km da Cuglieri, il Simulacro viene accompagnato in processione dalla Confraternita della Madonna del Carmelo, dalle prioresse e dalla cittadinanza, quando si arriva viene offerto dal priorato un rinfresco, la popolazione si avvia poi verso la chiesetta per seguire la messa, al termine della celebrazione si può sostare, o fare delle passeggiate per tutto il perimetro del terreno che circonda la chiesetta. Il giorno 30 si fa il tragitto inverso, arrivati alla Basilica si partecipa alla Benedizione Eucaristica e si canta l'inno in onore della Vergine.
Cuglieri (OR)
Palma

San Ciriaco Elias Chavara
Ciriaco, cofondatore e primo Priore Generale dei Carmelitani di Maria Immacolata, nacque a Kerala, in India, il 10 febbraio 1805. Entrò in seminario nel 1818 e fu ordinato sacerdote nel 1829. Pose le fondamenta della prima casa della Congregazione a Mannanam nel 1831 ed emise i voti religiosi nel 1855. Nel 1866 collaborò anche alla fondazione della Congregazione delle Suore della Madre del Carmelo. Dal 1861 ricoprì la carica di Vicario Generale della Chiesa siro-malabarica. Difensore dell'unità della Chiesa contro lo scisma di Rocco, per tutta la vita lavorò per il rinnovamento spirituale della Chiesa siro-malabarica. Si distinse come uomo di orazione. Fu pieno di zelo per il Signore nell'Eucaristia e particolarmente devoto della Vergine Immacolata. Morì a Koonammavu nel 1871. Papa Francesco lo ha canonizzato il 23 novembre 2014.Nel monastero di Mannemamy nel Kérala in India, beato Ciriaco Elia Chavara, sacerdote, fondatore della Congregazione dei Carmelitani di Maria Immacolata.

Beato Guglielmo Vives
Priore del convento mercedario di Barcellona, il Beato Guglielmo Vives, nonostante fosse un uomo pacifico e molto umile, dovette affrontare con energia l'intromissione abusiva e senza ragione del vescovo di visitare il suo monastero. Nel 1401 dovette inviare il sacerdote Bartolomeo Celforés, come informatore a Roma, e spendere la grossa quantità di 3.000 fiorini d'oro, per dare soluzione alla questione. In seguito a questo il Re Martino V pose sotto la protezione della Corona d'Aragona la comunità con i suoi frati ed i loro beni. Il Beato Guglielmo scrisse la vita di San Pietro Nolasco e quella di Santa Maria de Cervellon, che venne poi inclusa nel processo di canonizzazione della Santa. Dopo una morte preziosa fu sepolto nel suo monastero.
L'Ordine lo festeggia il 3 gennaio.

San Fintan di Dun Blesci
Scarse e di dubbio valore storico sono le notizie riguardanti questo santo. DI origine irlandese, Fintan fu discepolo di S. Comgall, l'abate di Bongar. Recatosi poi a Dun Blesci, ricevette in dono il terreno per un monastero. Morì in una data imprecisata, secondo la leggenda addirittura a duecentosessanta anni. Nella località di Doon anticamente era celebrata in suo onore una festa il 3 gennaio e sempre in quel luogo c'è anche una sorgente a lui dedicata.
L'Ordine Benedettino lo festeggia il 3 gennaio.

San Gordio di Cesarea di Cappadocia
A Cesarea in Cappadocia, nell'odierna Turchia, il centurione san Gordio, martire, che san Basilio elogia come vero emulo del centurione presente sotto la Croce, poiché, durante la persecuzione di Diocleziano, confessò che Gesù era Figlio di Dio.

San Teogene
A Pario in Ellesponto, nell'odierna Turchia, san Teógene, martire: sotto l'impero di Licinio, arruolato tra le reclute, essendosi rifiutato di prestare il servizio militare a motivo della sua fede cristiana, fu incarcerato, torturato e, infine, affogato in mare.

San Fiorenzo di Vienne
Fiorenzo = che fiorisce, fiorente, dal latino
Bastone pastorale
A Vienne, nella Gallia lugdunense, nell'odierna Francia, san Fiorenzo, vescovo, che prese parte al Concilio di Valence.

Santi Teopempto e Teonas (Teopompo e Sinesio)
Presso Nicomedia in Bitinia, nell'odierna Turchia, santi Teopempto e Teona, che affrontarono il martirio durante la persecuzione dell'imperatore Diocleziano.

San Luciano di Lentini
A Lentini in Sicilia, san Luciano, vescovo.

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