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San Tommaso Becket
Nato a Londra verso il 1117 e ordinato arcidiacono e collaboratore dell'arcivescovo di Canterbury, Teobaldo, Tommaso fu nominato cancelliere da Enrico II, con il quale fu sempre in rapporto di amicizia. Teobaldo morì nel 1161 ed Enrico II, grazie al privilegio accordatogli dal papa, poté scegliere Tommaso come successore alla sede primaziale di Canterbury. Ma occupando questo posto Tommaso si trasformò in uno strenuo difensore dei diritti della Chiesa, inimicandosi il sovrano. Fu ordinato sacerdote e vescovo nel 1162. Dopo aver rifiutato di riconoscere le «Costituzioni di Clarendon» del 1164, però, Tommaso fu costretto alla fuga in Francia, dove visse sei anni di esilio. Ma al rientro come primo atto sconfessò i vescovi che erano scesi a patti col re, il quale, si dice, arrivò a esclamare: «Chi mi toglierà di mezzo questo prete intrigante?». Fu così che quattro cavalieri armati partirono alla volta di Canterbury. L'arcivescovo venne avvertito, ma restò al suo posto; accolse i sicari del re nella cattedrale, vestito dei paramenti sacri e si lasciò pugnalare senza opporre resistenza. Era il 23 dicembre del 1170.

Tommaso = gemello, dall'ebraico
Bastone pastorale, Palma
San Tommaso Beckett, vescovo e martire, che per avere difeso la giustizia e la Chiesa fu costretto all'esilio dalla sua sede di Canterbury e dal regno stesso d'Inghilterra e, tornato in patria dopo sei anni, patì ancora molto, finché passò a Cristo, trafitto con la spada dalle guardie del re Enrico II nella cattedrale.

San Davide
Davide è il personaggio che dominò la storia di Israele dalla prima metà dal X sec. a.C. Abbattè il gigante Golia, ridiede fiducia alle tribù d’Israele e le raccolse in un unico popolo forte e rispettato. Davide è l’uomo che peccò gravemente davanti al Signore, ma che seppe riconoscere le sue colpe e chiederne perdono. A lui il Signore assicurò una posterità eterna (2 Sam 23,5), perché dalla sua discendenza sarebbe nato il Salvatore , il vero Re che avrebbe portato la salvezza fino ai confini della terra, raccogliendo tutte le genti in un unico Israele. Gesù viene definito “figlio di David” (cfr. Mt 22,41-45), “nato dalla sua stirpe” (Lc 1,27; Rm 1,3). In Davide la promessa del Salvatore si storicizza progressivamente e l’Incarnazione del Verbo acquista tratti sempre più concreti.
Davide = diletto, dall'ebraico
Commemorazione di san Davide, re e profeta, che, figlio di Iesse il Betlemita, trovò grazia presso Dio e fu unto con olio santo dal profeta Samuele, perché regnasse sul popolo d'Israele; trasportò nella città di Gerusalemme l'Arca dell'Alleanza del Signore e il Signore stesso gli giurò che la sua discendenza sarebbe rimasta in eterno, perché da essa sarebbe nato Gesù Cristo secondo la carne.

Beato Gerardo Cagnoli
Nato a Valenza Po, in Piemonte, verso il 1267, dopo la morte della madre, avvenuta nel 1290 (il padre era già morto), Gerardo Cagnoli abbandonò il mondo e visse da pellegrino, mendicando il pane e visitando i santuari. Fu a Roma, a Napoli, a Catania e forse ad Erice (Trapani); nel 1307, colpito dalla fama di santità del francescano Ludovico d'Angiò, vescovo di Tolosa, entrò nell'Ordine dei Minori a Randazzo in Sicilia, dove fece il noviziato e visse per qualche tempo. Dopo avere operato miracoli e edificato quanti lo conobbero con l'esempio, morì a Palermo il 29 dicembre 1342. Secondo Lemmens, il beato sarebbe stato inserito in un catalogo di francescani illustri per santità di vita redatto verso il 1335, cioè mentre egli era ancora vivo. Il suo culto, diffusosi rapidamente in Sicilia, in Toscana, nelle Marche, in Liguria, in Corsica, a Maiorca e altrove, fu confermato il 13 maggio 1908. Il corpo si venera a Palermo, nella basilica di San Francesco.

A Palermo, beato Gerardo Cagnoli, religioso dell'Ordine dei Minori, che in precedenza aveva condotto a lungo vita eremitica.

Santa Elisabetta Chong Chong-hye
Elisabetta Chong Chong-hye fu vittima delle persecuzioni contro i cristiani in Corea del XVII secolo: dapprima indirettamente, quando i suoi familiari vennero privati dei loro beni a seguito della morte del capofamiglia Agostino Jeong Yak-jong, poi in maniera diretta, quando venne messa in carcere. Sopportò con fermezza le torture e le percosse per amore di Dio e della Madonna. Venne decapitata il 29 dicembre 1839, insieme ad altri sei compagni, a 43 anni. Aveva scelto da tempo di dedicare la propria verginità al Signore. È stata canonizzata da san Giovanni Paolo II il 6 maggio 1984, inserita con i suoi compagni nel gruppo dei 102 martiri coreani. Nel medesimo novero fanno parte anche sua madre Cecilia Yu So-sa e suo fratello Paolo Jeong Ha-sang (o Chong Hasang). Suo padre e il suo fratellastro Carlo Jeong Cheol-sang sono invece stati beatificati il 16 agosto 2014 da papa Francesco.
A Seul in Corea, santi Benedetta Hyŏn Kyŏng-nyŏn, vedova e catechista, e sei compagni, martiri, che, dopo aver sofferto molti supplizi per il nome di Cristo, morirono infine decapitati.

Beato Enrico (Enrique) Juan Requena
Enrique Juan Requena nacque a Aielo de Malferit, in Spagna, il 2 marzo 1907 e divenne sacerdote dell’arcidiocesi di Valencia. Allo scoppio della guerra civile e della feroce persecuzione religiosa che attraversò la Spagna, fu chiamato a testimoniare con il sangue la sua fede in Cristo. Fu ucciso dunque presso Picadero de Paterna il 29 dicembre 1936 insieme a José Aparicio Sanz e José Perpiña Nácher. Papa Giovanni Paolo II lo ha beatificato l’11 marzo 2001 con altre 232 vittime della medesima persecuzione.
Nel villaggio di Picadero de Paterna sempre nel territorio di Valencia, beati martiri Enrico Giovanni Requena, sacerdote, e Giuseppe Perpiñá Nacher, che portarono a termine la gloriosa prova per Cristo.

Beato Giovanni Battista Ferreres Boluda
Padre Juan Bautista Ferreres Boluda nacque a Olleira (Valencia) il 27 novembre 1861 ed entrò nella Compagnia di Gesù nel 1888, ove divenne sacerdote. Fu professore di Teologia Morale e di Diritto Canonico nel teologato di Sarriá. Morì a Valencia in località "Picadero de Paterna" il 29 dicembre del 1936 in seguito ai maltrattamenti ricevuti. Aveva 75 anni.
Nel villaggio di San Miguel de los Reyes nello stesso territorio, beato Giovanni Battista Ferreres Boluda, sacerdote della Compagnia di Gesù e martire, che, nella stessa persecuzione, imitando la passione di Cristo, meritò di conseguire la palma della gloria.

Beato Francesco Ruiz
Nato a Rioja in Spagna nel 1546, il Beato Francesco Ruiz, entrò nel convento mercedario di Logrono dove preso il santo abito, andò poi nel 1569, missionario in Cile. Costruita la chiesa di Portoviejo in Ecuador passò al convento del Cusco in Perù dove si dedicò tutto all'apostolato per portare la parola del Signore ai popoli idolatri. Mentre annunciava il vangelo nella regione montuosa del Tucuman fu martirizzato dagli indigeni a Santa Cruz de la Sierra nell'anno 1590.L'Ordine lo festeggia il 29 dicembre.

Beato Josè Aparicio Sanz
Eresse associazioni eucaristiche nelle parrocchie in cui esercitò il suo ministero, propagando la devozione delle Quaranta Ore. Fu giustiziato dai miliziani, durante la Guerra Civile Spagnola.
Nella città di Paterna nel territorio di Valencia in Spagna, beato Giuseppe Aparicio Sanz, sacerdote e martire, che, durante la persecuzione contro la fede, versò il sangue per Cristo.

San Liboso
A Cartagine, nell'odierna Tunisia, san Libóso, vescovo di Béja e martire, che nel Concilio di Cartagine sulla questione del battesimo degli eretici affermò: «Nel Vangelo Cristo ha detto: Io sono la verità, e non: Io sono la consuetudine».
Beato Guglielmo Howard
A Londra in Inghilterra, beato Guglielmo Howard, martire, che, visconte di Stafford, professò la fede cattolica e, falsamente accusato per questo di cospirazione contro il re Carlo II, morì per Cristo con un colpo di scure.

Beato Giuseppe (José) Perpina Nacher
Nel villaggio di Picadero de Paterna sempre nel territorio di Valencia, beati martiri Enrico Giovanni Requena, sacerdote, e Giuseppe Perpiñá Nacher, che portarono a termine la gloriosa prova per Cristo.

Santi Benedetta Hyon Kyong-nyon e sei compagni
A Seul in Corea, santi Benedetta Hyŏn Kyŏng-nyŏn, vedova e catechista, e sei compagni, martiri, che, dopo aver sofferto molti supplizi per il nome di Cristo, morirono infine decapitati.

San Marcello l'Acemeta
A Costantinopoli, san Marcello, abate del monastero degli Acemeti sul Bosforo, nel quale si eseguiva giorno e notte ininterrottamente il canto dei salmi.

Sant'Ebrulfo (Ebrolfo) di Ouche
A Exmes in Neustria, ora in Francia, sant'Ebrolfo, abate del monastero di Ouche al tempo del re Childeberto.

San Trofimo di Arles
Ad Arles nella Provenza in Francia, san Trófimo, ritenuto primo vescovo di questa città.

San Martiniano di Milano
A Milano, san Martiniano, vescovo.

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