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Sant'Ambrogio
Aveva scelto la carriera di magistrato – seguendo le orme del papà, prefetto romano della Gallia – e a trent’anni si trovava già ad essere Console di Milano, città che era allora capitale dell’Impero. Così, quel 7 dicembre dell’anno 374, in cui cattolici e ariani si contendevano il diritto di nominare il nuovo Vescovo, toccava a lui garantire in città l’ordine pubblico, e impedire che scoppiassero tumulti. L’imprevedibile accadde quando egli parlò alla folla con tanto buon senso e autorevolezza che si levò un grido: «Ambrogio Vescovo!». E pensare che era soltanto un catecumeno in attesa del Battesimo! Cedette, quando comprese che quella era anche la volontà di Dio che lo voleva al suo servizio. Cominciò distribuendo i suoi beni ai poveri e dedicandosi a uno studio sistematico della Sacra Scrittura. Imparò a predicare, divenendo uno dei più celebri oratori del suo tempo, capace di incantare perfino un intellettuale raffinato come Agostino di Tagaste, che si convertì grazie a lui. Da Ambrogio la Chiesa di Milano ricevette un’impronta che si conserva ancor oggi, anche nel campo liturgico e musicale. Mantenne stretti e buoni rapporti con l’imperatore, ma era capace di resistergli quand’era necessario, ricordando a tutti che «l’imperatore è dentro la Chiesa, non sopra la Chiesa». E quando seppe che Teodosio il Grande aveva ordinato una violenta e ingiusta repressione a Tessalonica, non temette di esigere dal sovrano una pubblica espiazione. Dicono che al termine della sua vita abbia confidato: «Non ho paura di morire, perché abbiamo un Signore buono!». Alla sua Chiesa lasciava un ricco tesoro di insegnamenti soprattutto nel campo della vita morale e sociale.
Apicoltori, Vescovi, Lombardia, Milano e Vigevano
Ambrogio = immortale, dal greco
Api, Bastone pastorale, Gabbiano
Memoria di sant'Ambrogio, vescovo di Milano e dottore della Chiesa, che si addormentò nel Signore il 4 aprile, ma è venerato in particolare in questo giorno, nel quale ricevette, ancora catecumeno, l'episcopato di questa celebre sede, mentre era prefetto della città. Vero pastore e maestro dei fedeli, fu pieno di carità verso tutti, difese strenuamente la libertà della Chiesa e la retta dottrina della fede contro l'arianesimo e istruì nella devozione il popolo con commentari e inni per il canto.

Santa Maria Giuseppa Rossello
Nacque nel 1811 presso Savona e sin da piccola si distinse per carità e devozione. Non ebbe mai una bambola, non solo perché era un giocattolo molto costoso ma anche perché al divertimento anteponeva i problemi della gente, specie i giovani dei quartieri popolari. Iscrittasi tra le terziarie francescane, lavorò, presso due due nobili coniugi. Rifiutò però di essere adottata perché in cambio i «genitori» chiedevano che rinunciasse a prendere il velo. Ricevette il premio alla sua generosità quando il vescovo di Savona accettò che si occupasse della gioventù povera e abbandonata. Sin dal 1837 intorno a lei si formò un gruppo di ragazze che aprirono due scuole popolari femminili. Tre anni dopo nacque l'Istituto delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia che suor Rossello guidò per oltre quarant'anni. Presto la Congregazione si diffuse in Italia e in Africa dove si occupò soprattutto dei bimbi ridotti in schiavitù. Morì il 7 dicenbre 1880 a Savona. È stata canonizzata da papa Pio XII il 12 giugno 1949.

Maria = amata da Dio, dall'egiziano; signora, dall'ebraico
Giglio
A Savona, Santa Maria Giuseppa (Benedetta) Rossello, vergine, che fondò l'Istituto delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia e si dedicò con fervore alla salvezza delle anime, confidando solo in Dio.

Santa Fara (Burgundofara)
Originaria di Pipimisicum (oggi Poincy, presso Meaux), ebbe due fratelli santi: Cagnoaldo, monaco a Luxeuil, e Farone, vescovo di Meaux. Lo stesso san Colombano, esiliato a Luxeuil e ospite in casa dei genitori di Fara, da giovane le indicò la via della consacrazione. Tuttavia, una volta cresciuta il padre si oppose, preferendo per lei il matrimonio. Solo Eustasio, succeduto a Colombano nella direzione di Luxeuil, convinse il padre a lasciarla seguire la via religiosa. Ma la libertà concessa rimase solo un buon proposito perché Burgundofara, per seguire la sua strada, dovette abbandonare la casa paterna e si rifugiò presso una chiesa. La situazione si risolse solo grazie all'intervento diretto di Eustasio che la consacrò. Burgundofara, più tardi, fondò il monastero di Evoriacum (Faremoutiers) su un terreno ricevuto in eredità dal padre. Qui fu badessa per 40 anni. Morì verso il 675.

Cinisi (PA)
A Faremoutiers nel territorio di Meaux in Francia, santa Fara, badessa, che, dopo avere retto per molti anni il monastero, si unì all'assemblea delle vergini che seguono l'Agnello di Dio.

San Carlo Garnier
Viene ordinato sacerdote nel 1635. L'anno seguente, l'8 aprile 1636, a 31 anni si imbarca per Quebec, in Canada e da qui poi raggiunge, a bordo di una canoa, il territorio degli indiani Uroni. Vince la loro diffidenza prodigandosi nel curare i malati di peste. Viene poi mandato ad evangelizzare la regione a sud della baia Georgiana e qui, nel 1646, fonda due missioni. Ma il 7 dicembre dello stesso anno la missione di San Giovanni, dove padre Carlo si trova, viene attaccata dagli indiani Irochesi e il missionario viene ucciso.
 
Nello Stato dell'Ontario in Canada, passione di san Carlo Garnier, sacerdote della Compagnia di Gesù e martire, che, gravemente ferito durante una incursione da alcuni pagani mentre versava l'acqua del battesimo sui catecumeni, morì con un colpo di scure. La sua memoria si celebra il 19 ottobre insieme a quella dei suoi compagni.

San Pietro Baietta
Originario di Cuenca (Spagna), San Pietro Beteta, entrò nell'Ordine Mercedario a Barcellona dove il suo fervore e la sua umiltà si distinsero tanto che da frate laico fu elevato a religioso professo e ordinato sacerdote. Sucessivamente passò per i conventi di Saragozza, Perpignano (Francia), Calatayud, Vic, Portel, Valenza e in quello di El Puig; nominato redentore e trovandosi in Almeria dove predicava apertamente Cristo, venne preso dai mori e messo in carcere dove fu picchiato selvaggiamente.Dopo vari maltrattamenti in odio verso la fede cattolica gli furono tagliati i piedi, le mani ed infine la testa lasciando il suo corpo in un mare di sangue. Imporporato così dal proprio sangue meritò gloriosamente la corona dei martiri nell'anno 1397.
L'Ordine lo festeggia il 7 dicembre.

Beata Aurelia (Clementina Francisca) Arambarri Fuente
Suor Aurelia Arambarri Fuente, al secolo Clementina Francisca, era una religiosa delle Suore Serve di Maria Ministre degli Infermi, fondate da santa Maria Soledad de Acosta. Ricevette l’abito dalla medesima Fondatrice e fu superiora in numerose comunità. A causa di una paralisi progressiva, si ritirò nell’infermeria della Casa Madre, a Madrid, ma dovette fuggire con lo scoppio della guerra civile spagnola. Rifugiatasi con altre tre consorelle in una casa fidata, venne prelevata da miliziani comunisti e uccisa nella notte fra il 6 e il 7 dicembre 1936. Aveva ottantasei anni, di cui sessantadue di vita religiosa. Papa Francesco, con decreto del 3 giugno 2013, ha autorizzato la sua beatificazione, avvenuta il 13 ottobre 2013 a Tarragona.

Beata Daria (Josefa Engracia) Andiarena Sagaseta
Suor Daría Andiarena Sagaseta, al secolo Josefa Engracia (detta Graciana), era una religiosa delle Suore Serve di Maria, fondate da santa Maria Soledad de Acosta. Fu formatrice delle novizie, che curò da vera madre, sacrificandosi spesso per loro. Con lo scoppio della guerra civile spagnola, dovette abbandonare il sacro abito e rifugiarsi con altre tre consorelle in una casa fidata. Venne prelevata da miliziani comunisti e uccisa nella notte fra il 6 e il 7 dicembre 1936, a cinquantasette anni. Papa Francesco, con decreto del 3 giugno 2013, ha autorizzato la sua beatificazione, avvenuta il 13 ottobre 2013 a Tarragona.

Beata Aurora (Justa) Lopez Gonzalez
Suor Aurora Lopez Gonzalez, al secolo Justa, era una religiosa delle Suore Serve di Maria Ministre degli Infermi, fondate da santa Maria Soledad de Acosta. Fu un fedele riflesso della spiritualità della Fondatrice e s’impegnò in numerose comunità con vari incarichi. Con lo scoppio della guerra civile spagnola, dovette abbandonare il sacro abito e rifugiarsi con altre tre consorelle in una casa fidata. Venne prelevata da miliziani comunisti e uccisa nella notte fra il 6 e il 7 dicembre 1936. Papa Francesco, con decreto del 3 giugno 2013, ha autorizzato la sua beatificazione, avvenuta il 13 ottobre 2013 a Tarragona.

Santa Serena di Spoleto
Abbiamo sue notizie dalla vita di san Savino vescovo di Spoleto. Visse quindi nella stessa epoca del Santo Vescovo ed è ricordata per la sua carità eroica e per la venerazione verso il suo vescovo.Martire sotto Diocleziano, non si hanno più sue notizie fino al sec. X quando le sue venerate reliquie dal Monastero di san Savino vengono traslate a Metz dal vescovo Teodorico.
La memoria liturgica è il 7 dicembre come san Savino, ma anche il 30 gennaio e 22 novembre.
Palma

San Giovanni il Silenziario
Rinunciò al governo della diocesi di Taxara, Armenia, per entrare nel monastero di San Saba, in Palestina, dove visse servendo umilmente i suoi fratelli.In Palestina, san Giovanni Silenziario o l'Esicasta, che, lasciato l'episcopato di Colonia nell'antica Armenia, condusse nella laura di san Saba una vita monastica di umile servizio ai fratelli, di rigorosa solitudine e di silenzio.

San Sabino di Spoleto
Il nuovo martirologio cita in data odierna il vescovo e martire San Savino. La città umbra di Spoleto, di cui forse ricoprì la carica episcopale, lo venera con i santi diaconi Marcellino ed Esuperanzio. Varie città rivendicano le sue reliquie ed è spesso confuso con altri personaggi omonimi.
A Spoleto in Umbria, san Sabino, venerato come vescovo e martire.

Sant'Atenodoro
In Siria, sant'Atenodoro, martire, che, come si tramanda, dopo essere stato torturato con il fuoco e con altri supplizi sotto l'imperatore Diocleziano e il governatore Eleusio, fu, infine, condannato a morte, ma crollato a terra il suo carnefice, né osando alcun altro colpirlo con la spada, pregando si addormentò nel Signore.

Sant'Urbano di Teano
A Teano in Campania, sant'Urbano, vescovo.

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