20 SETTEMBRE
Ss. ANDREA KIM TAEGON, PAOLO CHONG e C. (m)
Martiri
UFFICIO DELLE LETTURE
INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
Venite, adoriamo il re dei martiri,
Cristo Signore.
SALMO 94 Invito a lodare Dio
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi »
(Eb 3,13).
Si enunzia e si ripete l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).
Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell'amore del Padre.
Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.
Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:
pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.
Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.
1^ Antifona
Il Signore cònvoca cielo e terra
per giudicare il suo popolo.
SALMO 49, 1-6 (I) Il culto gradito a Dio
Cristo non abolì il culto antico, ma lo portò alla sua
perfezione, disse infatti: Non sono venuto per abolire, ma per
dare compimento (cfr. Mt 5, 17).
Parla il Signore, Dio degli dèi, *
convoca la terra da oriente a occidente.
Da Sion, splendore di bellezza, *
Dio rifulge.
Viene il nostro Dio e non sta in silenzio; †
davanti a lui un fuoco divorante, *
intorno a lui si scatena la tempesta.
Convoca il cielo dall'alto *
e la terra al giudizio del suo popolo:
«Davanti a me riunite i miei fedeli, *
che hanno sancito con me l'alleanza
offrendo un sacrificio».
Il cielo annunzi la sua giustizia: *
Dio è il giudice.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Il Signore cònvoca cielo e terra
per giudicare il suo popolo.
2^ Antifona
Grida a me nel giorno della prova:
verrò a liberarti.
SALMO 49, 7-15 (II) Il culto gradito a Dio
Cristo non abolì il culto antico, ma lo portò alla sua
perfezione, disse infatti: Non sono venuto per abolire, ma per
dare compimento (cfr. Mt 5, 17).
«Ascolta, popolo mio, voglio parlare, †
testimonierò contro di te, Israele: *
Io sono Dio, il tuo Dio.
Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici; *
i tuoi olocausti mi stanno sempre dinanzi.
Non prenderò giovenchi dalla tua casa, *
né capri dai tuoi recinti.
Sono mie tutte le bestie della foresta, *
animali a migliaia sui monti.
Conosco tutti gli uccelli del cielo, *
è mio ciò che si muove nella campagna.
Se avessi fame, a te non lo direi: *
mio è il mondo e quanto contiene.
Mangerò forse la carne dei tori, *
berrò forse il sangue dei capri?
Offri a Dio un sacrificio di lode *
e sciogli all'Altissimo i tuoi voti;
invocami nel giorno della sventura: *
ti salverò e tu mi darai gloria».
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
2^ Antifona
Grida a me nel giorno della prova:
verrò a liberarti.
3^ Antifona
Chi offre il sacrificio della lode,
questi mi onora.
SALMO 49, 16-23 (III) Il culto gradito a Dio
Cristo non abolì il culto antico, ma lo portò alla sua
perfezione, disse infatti: Non sono venuto per abolire, ma per
dare compimento (cfr. Mt 5, 17).
All'empio dice Dio: †
«Perché vai ripetendo i miei decreti *
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che detesti la disciplina *
e le mie parole te le getti alle spalle?
Se vedi un ladro, corri con lui; *
e degli adulteri ti fai compagno.
Abbandoni la tua bocca al male *
e la tua lingua ordisce inganni.
Ti siedi, parli contro il tuo fratello, *
getti fango contro il figlio di tua madre.
Hai fatto questo e dovrei tacere? †
Forse credevi ch'io fossi come te! *
Ti rimprovero: ti pongo innanzi i tuoi peccati».
Capite questo voi che dimenticate Dio, *
perché non mi adiri e nessuno vi salvi.
Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora, †
a chi cammina per la retta via *
mostrerò la salvezza di Dio.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
3^ Antifona
Chi offre il sacrificio della lode,
questi mi onora.
Versetto
V. Preghiamo e domandiamo in ogni tempo
R. la piena conoscenza della volontà di Dio.
Prima Lettura
Dal libro del profeta Ezechiele 18, 1-13. 20-32
Ciascuno sarà giudicato in base alle proprie azioni
Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Perché andate
ripetendo questo proverbio sul paese d'Israele:
I padri han mangiato l'uva acerba
e i denti dei figli si sono allegati?
Com'è vero ch’io vivo, dice il Signore Dio, voi non ripeterete
più questo proverbio in Israele. Ecco, tutte le vite sono mie:
la vita del padre e quella del figlio è mia; chi pecca morirà.
Se uno è giusto e osserva il diritto e la giustizia, se non
mangia sulle alture e non alza gli occhi agli idoli della casa
d'Israele, se non disonora la moglie del suo prossimo e non si
accosta a una donna durante il suo stato di impurità, se non
opprime alcuno, restituisce il pegno al debitore, non commette
rapina, divide il pane con l'affamato e copre di vesti l'ignudo,
se non presta a usura e non esige interesse, desiste
dall'iniquità e pronunzia retto giudizio fra un uomo e un altro,
se cammina nei miei decreti e osserva le mie leggi agendo con
fedeltà, egli è giusto ed egli vivrà, parola del Signore Dio. Ma
se uno ha generato un figlio violento e sanguinario che commette
azioni inique, mentre egli non le commette, e questo figlio
mangia sulle alture, disonora la donna del prossimo, opprime il
povero e l'indigente, commette rapine, non restituisce il pegno,
volge gli occhi agli idoli, compie azioni abominevoli, presta a
usura ed esige gli interessi, egli non vivrà; poiché ha commesso
azioni abominevoli, costui morirà e dovrà a se stesso la propria
morte,
Colui che ha peccato, e non altri, deve morire; il figlio non
sconta l'iniquità del padre né il padre l'iniquità del figlio.
Al giusto sarà accreditata la sua giustizia e al malvagio la sua
malvagità.
Ma se il malvagio si allontana da tutti i peccati che ha
commesso e osserva tutti i miei precetti e agisce con giustizia
e rettitudine, egli vivrà, non morirà. Nessuna delle colpe
commesse sarà ricordata, ma vivrà per la giustizia che ha
praticato.
Forse che io ho piacere della morte del malvagio — dice il
Signore Dio — o non piuttosto che desista dalla sua condotta e
viva?
Ma se il giusto si allontana dalla giustizia e commette
l'iniquità, imitando tutte le azioni abominevoli che l'empio
commette, potrà egli vivere? Tutte le opere giuste da lui fatte
saranno dimenticate; a causa della prevaricazione in cui è
caduto e del peccato che ha commesso, egli morirà.
Voi dite: Non è retto il modo di agire del Signore.
Ascolta dunque, popolo d'Israele: Non è retta la mia condotta o
piuttosto non è retta la vostra? Se il giusto si allontana dalla
giustizia per commettere l'iniquità e a causa di questa muore,
egli muore appunto per l'iniquità che ha commesso. E se
l'ingiusto desiste dall'ingiustizia che ha commesso e agisce con
giustizia e rettitudine, egli fa vivere se stesso. Ha
riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli
certo vivrà e non morirà. Eppure gli Israeliti van dicendo: Non
è retta la via del Signore. O popolo d'Israele, non sono rette
le mie vie o piuttosto non sono rette le vostre?
Perciò, o Israeliti, io giudicherò ognuno di voi secondo la sua
condotta. Oracolo del Signore Dio. Convertitevi e desistete da
tutte le vostre iniquità, e l'iniquità non sarà più causa della
vostra rovina. Liberatevi da tutte le iniquità commesse e
formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Perché volete
morite, o Israeliti? Io non godo della morte di chi muore.
Parola del Signore Dio. Convertitevi e vivrete».
Responsorio Cfr. Ger 31, 29; Ez 18, 20. 30. 20
R. Non si dirà più: I padri hanno mangiato uva acerba e i denti
dei figli si sono allegati. * Colui che ha peccato, e non altri,
deve morire.
V. Io giudicherò ognuno secondo la sua condotta: il figlio non
sconta l'iniquità del padre, né il padre l'iniquità del figlio.
R. Colui che ha peccato, e non altri, deve morire.
Seconda Lettura
Dall'ultima esortazione di sant'Andrea Kim Taegon, prete e
martire
(Cfr. Pro Corea. Documentea ed. Mission Catholique Séoul, Séoul
- Paris 1938, vol. I, 74-75)
Una fede suggellata dall'amore e dalla perseveranza
Fratelli e amici carissimi, pensate e ripensate: all'inizio
dei tempi Dio creò il cielo e la terra (cfr. Gn 1.1) e tutte le
cose; chiedetevi il perché e con quale disegno abbia plasmato in
modo così singolare l'uomo a sua immagine e somiglianza.
Se dunque in questo mondo pieno di pericoli e di miseria non
riconoscessimo il Signore come creatore, a nulla ci gioverebbe
esser nati e rimanere vivi. Se per grazia di Dio siamo venuti al
mondo, pure per la sua grazia abbiamo ricevuto il battesimo e
siamo entrati nella Chiesa; e così, divenuti discepoli del
Signore, portiamo un nome glorioso. Ma a che cosa gioverebbe
avere un così grande nome senza la coerenza della vita? Vano
sarebbe esser nati ed entrati nella Chiesa; anzi sarebbe un
tradire il Signore e la sua grazia. Meglio sarebbe non esser
nati che aver ricevuto la grazia del Signore e peccare contro di
lui.
Guardate l'agricoltore che semina nel campo (cfr. Gc 5, 7-8): a
tempo opportuno ara la terra, poi la concima e stimando un
niente la fatica portata sotto il sole, coltiva il seme
prezioso. Quando le spighe sono mature e giunge il tempo della
mietitura, il suo cuore, dimenticando fatica e sudore, si
rallegra ed esulta per la felicità. Se invece le spighe sono
vuote e non gli resta altro che paglia e pula, il contadino,
ricordando il duro lavoro e il sudore, quanto più aveva
coltivato quel campo, tanto più lo lascerà in abbandono.
Similmente ha fatto il Signore con noi: la terra è il suo campo,
noi uomini i germogli, la grazia il concime. Mediante la sua
incarnazione e redenzione egli ci ha irrigato con il suo sangue,
perché potessimo crescere e giungere a maturazione.
Quando nel giorno del giudizio verrà il tempo di raccogliere,
colui che sarà trovato maturo nella grazia, godrà nel regno dei
cieli come figlio adottivo di Dio: ma chi sarà rimasto senza
frutto, pur essendo stato figlio adottivo, diventerà nemico e
sarà punito in eterno come merita.
Fratelli carissimi, sappiate con certezza che il Signore nostro
Gesù, venuto nel mondo, ha preso su di sé dolori innumerevoli,
con la sua passione ha fondato la santa Chiesa e la fa crescere
con le prove e il martirio dei fedeli. Sebbene le potenze del
mondo la opprimano e la combattano, tuttavia non potranno mai
prevalere. Dopo l'Ascensione di Gesù, dal tempo degli Apostoli
fino ai nostri giorni, in ogni parte della terra la santa Chiesa
cresce in mezzo alle tribolazioni.
Così nel corso dei cinquanta o sessanta anni da quando la santa
Chiesa è entrata nella nostra Corea, i fedeli hanno dovuto
affrontare più volte la persecuzione e oggi infuria più che mai.
Perciò numerosi amici nella stessa fede, anch'io fra essi, sono
stati gettati in carcere e voi pure rimanete in mezzo alla
tribolazione.
Se è vero che formiamo un solo corpo, come non saremo
rattristati nell'intimo dei nostri cuori? Come non
sperimenteremo secondo il sentimento umano il dolore della
separazione?
Tuttavia, come dice la Scrittura, Dio ha cura del più piccolo
capello del capo (cfr. Mt 10, 30) e ne tiene conto nella sua
onniscienza; come dunque potrà essere considerata una così
violenta persecuzione se non una disposizione divina, un premio
oppure una pena?
Abbracciate dunque la volontà di Dio e con tutto il cuore
sostenete il combattimento per Gesù, re del cielo; anche voi
vincerete il demone di questo mondo, già sconfitto da Cristo.
Vi scongiuro: non trascurate l'amore fraterno, ma aiutatevi a
vicenda; e fino a quando il Signore vi userà misericordia
allontanando la tribolazione, perseverate.
Qui siamo in venti, e per grazia di Dio stiamo ancora tutti
bene. Se qualcuno verrà ucciso, vi supplico di avere cura della
sua famiglia.
Avrei ancora molte cose da dire, ma come posso esprimerle con la
penna e la carta? Termino la mia lettera. Essendo ormai vicini
al combattimento io vi prego di camminare nella fedeltà; e alla
fine, entrati nel cielo, ci rallegreremo insieme.
Vi bacio per l'ultima volta in segno del mio amore.
Responsorio Cfr. 2 Cor 6, 9-10
R. Questi sono i martiri, testimoni di Cristo; non temendo le
minacce lodarono il Signore. * Il sangue dei martiri è seme di
nuovi cristiani.
V. Siamo ritenuti sconosciuti, eppure siamo notissimi;
moribondi, ed ecco viviamo; gente che non ha nulla e invece
possediamo tutto.
R. Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani.
Orazione
O Dio, creatore e salvezza di tutte le genti, che hai chiamato a
far parte dell'unico popolo di adozione i figli della terra
coreana e hai fecondato il germe della fede cattolica con il
sangue dei santi martiri Andrea Kim, Paolo Chong e compagni, per
il loro esempio e la loro intercessione, rinnova i prodigi del
tuo Spirito e concedi anche a noi di perseverare fino alla morte
nella via dei tuoi comandamenti. Per il nostro Signore.
R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio. |