16 SETTEMBRE
SANTI CORNELIO, PAPA
E CIPRIANO, VESCOVO (m)
Martiri
UFFICIO DELLE LETTURE
INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
Venite al Signore con canti di gioia!
SALMO 94 Invito a lodare Dio
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi »
(Eb 3,13).
Si enunzia e si ripete l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).
Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell'amore del Padre.
Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.
Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:
pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.
Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.
1^ Antifona
A te giunga, Signore, il mio grido:
non nascondermi il tuo volto.
SALMO 101, 2-12 (I) Aspirazioni e preghiere di un esule
Sia benedetto Dio … il quale ci consola in ogni nostra
tribolazione (2 Cor 1, 4).
Signore, ascolta la mia preghiera, *
a te giunga il mio grido.
Non nascondermi il tuo volto; †
nel giorno della mia angoscia
piega verso di me l'orecchio. *
Quando ti invoco: presto, rispondimi.
Si dissolvono in fumo i miei giorni *
e come brace ardono le mie ossa.
Il mio cuore abbattuto come erba inaridisce, *
dimentico di mangiare il mio pane.
Per il lungo mio gemere *
aderisce la mia pelle alle mie ossa.
Sono simile al pellicano del deserto, *
sono come un gufo tra le rovine.
Veglio e gemo *
come uccello solitario sopra un tetto.
Tutto il giorno mi insultano i miei nemici, *
furenti imprecano contro il mio nome.
Di cenere mi nutro come di pane, *
alla mia bevanda mescolo il pianto,
davanti alla tua collera e al tuo sdegno, *
perché mi sollevi e mi scagli lontano.
I miei giorni sono come ombra che declina, *
e io come erba inaridisco.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
A te giunga, Signore, il mio grido:
non nascondermi il tuo volto.
2^ Antifona
Volgiti, Signore, alla preghiera del povero.
SALMO 101, 13-23 (II) Aspirazioni e preghiere di un esule
Sia benedetto Dio … il quale ci consola in ogni nostra
tribolazione (2 Cor 1, 4).
Ma tu, Signore, rimani in eterno, *
il tuo ricordo per ogni generazione.
Tu sorgerai, avrai pietà di Sion, †
perché è tempo di usarle misericordia: *
l'ora è giunta.
Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre *
e li muove a pietà la sua rovina.
I popoli temeranno il nome del Signore *
e tutti i re della terra la tua gloria,
quando il Signore avrà ricostruito Sion *
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
Egli si volge alla preghiera del misero *
e non disprezza la sua supplica.
Questo si scriva per la generazione futura *
e un popolo nuovo darà lode al Signore.
Il Signore si è affacciato dall'alto del suo santuario, *
dal cielo ha guardato la terra,
per ascoltare il gemito del prigioniero, *
per liberare i condannati a morte;
perché sia annunziato in Sion il nome del Signore *
e la sua lode in Gerusalemme,
quando si aduneranno insieme i popoli *
e i regni per servire il Signore.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
2^ Antifona
Volgiti, Signore, alla preghiera del povero.
3^ Antifona
In principio, Signore, hai fondato la terra,
i cieli sono opera delle tue mani.
SALMO 101, 24-29 (III) Aspirazioni e preghiere di un
esule
Sia benedetto Dio … il quale ci consola in ogni nostra
tribolazione (2 Cor 1, 4).
Ha fiaccato per via la mia forza, *
ha abbreviato i miei giorni.
Io dico: Mio Dio, †
non rapirmi a metà dei miei giorni; *
i tuoi anni durano per ogni generazione.
In principio tu hai fondato la terra, *
i cieli sono opera delle tue mani.
Essi periranno, ma tu rimani, *
tutti si logorano come veste,
come un abito tu li muterai *
ed essi passeranno.
Ma tu resti lo stesso *
e i tuoi anni non hanno fine.
I figli dei tuoi servi avranno una dimora, *
resterà salda davanti a te la loro discendenza.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
3^ Antifona
In principio, Signore, hai fondato la terra,
i cieli sono opera delle tue mani.
Versetto
V. Popolo mio, porgi l'orecchio al mio insegnamento,
R. ascolta le parole della mia bocca.
Prima Lettura
Dal libro del profeta Ezechiele 8, 1-6. 16 - 9, 11
Giudizio contro Gerusalemme peccatrice
Al quinto giorno del sesto mese dell'anno sesto, mentre mi
trovavo in casa e dinanzi a me sedevano gli anziani di Giuda, la
mano del Signore Dio si posò su di me e vidi qualcosa
dall'aspetto d'uomo: da ciò che sembravano i suoi fianchi in
giù, appariva come di fuoco e dai fianchi in su appariva come
uno splendore simile all'elettro. Stese come una mano e mi
afferrò per i capelli: uno spirito mi sollevò fra terra e cielo
e mi portò in visioni divine a Gerusalemme, all'ingresso del
cortile interno, che guarda a settentrione, dove era collocato
l'idolo della gelosia, che provocava la gelosia. Ed ecco là era
la gloria del Dio d'Israele, simile a quella che avevo visto
nella valle. Mi disse: «Figlio dell'uomo, alza gli occhi verso
settentrione!». Ed ecco a settentrione della porta dell'altare
l'idolo della gelosia, proprio all'ingresso. Mi disse: «Figlio
dell'uomo, vedi che fanno costoro? Guarda i grandi abomini che
la casa d'Israele commette qui per allontanarmi dal mio
santuario! Ne vedrai altri ancora peggiori».
Mi condusse nell'atrio interno del tempio; ed ecco all'ingresso
del tempio, fra il vestibolo e l'altare, circa venticinque
uomini, con le spalle voltate al tempio e la faccia a oriente
che, prostrati, adoravano il sole. Mi disse: «Hai visto, figlio
dell'uomo? Come se fosse piccola cosa per la casa di Giuda,
commettere simili nefandezze in questo luogo, hanno riempito il
paese di violenze, per provocare la mia collera. Eccoli, vedi,
che si portano il ramoscello sacro alle narici. Ebbene anch'io
agirò con furore. Il mio occhio non s'impietosirà; non avrò
compassione: manderanno alte grida ai miei orecchi, ma non li
ascolterò».
Allora una voce potente gridò ai miei orecchi: «Avvicinatevi,
voi che dovete punire la città, ognuno con lo strumento di
sterminio in mano». Ecco sei uomini giungere dalla direzione
della porta superiore che guarda a settentrione, ciascuno con lo
strumento di sterminio in mano. In mezzo a loro c'era un altro
uomo, vestito di lino, con una borsa da scriba al fianco. Appena
giunti, si fermarono accanto all'altare di bronzo. La gloria del
Dio di Israele, dal cherubino sul quale si posava si alzò verso
la soglia del tempio e chiamò l'uomo vestito di lino che aveva
al fianco la borsa da scriba. Il Signore gli disse: «Passa in
mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme e segna un Tau sulla
fronte degli uomini che sospirano e piangono per tutti gli
abomini che vi si compiono». Agli altri disse, in modo che io
sentissi: «Seguitelo attraverso la città e colpite! Il vostro
occhio non perdoni, non abbiate misericordia. Vecchi, giovani,
ragazze, bambini e donne, ammazzate fino allo sterminio: solo
non toccate chi abbia il Tau in fronte; cominciate dal mio
santuario!». Incominciarono dagli anziani che erano davanti al
tempio. Disse loro: «Profanate pure il santuario, riempite di
cadaveri i cortili. Uscite!». Quelli uscirono e fecero strage
nella città. Mentre essi facevano strage, io ero rimasto solo:
mi gettai con la faccia a terra e gridai: «Ah! Signore Dio,
sterminerai tu quanto è rimasto di Israele, rovesciando il tuo
furore sopra Gerusalemme?».
Mi disse: «L'iniquità di Israele e di Giuda è enorme, la terra è
coperta di sangue, la città è piena di violenza. Infatti vanno
dicendo: Il Signore ha abbandonato il paese: il Signore non
vede. Ebbene, neppure il mio occhio avrà compassione e non userò
misericordia: farò ricadere sul loro capo le loro opere». Ed
ecco l'uomo vestito di lino, che aveva la borsa al fianco, fece
questo rapporto: «Ho fatto come tu mi hai comandato».
Responsorio Cfr. Mt 24, 15. 21. 22; Ap 7, 3
R. Quando vedrete la desolazione del luogo santo, vi sarà una
tribolazione grande. * Nessun vivente si salverebbe; ma a causa
degli eletti quei giorni saranno abbreviati.
V. Non devastate né la terra né il mare, finché non sia impresso
il sigillo del nostro Dio sulla fronte dei suoi servi.
R. Nessun vivente si salverebbe; ma a causa degli eletti quei
giorni saranno abbreviati.
Seconda Lettura
Dalle «Lettere» di san Cipriano, vescovo e martire
(Lett. 60, 1-2. 5; CSEL, 3, 691-692. 694-695)
Fede pronta e incrollabile
Cipriano a Cornelio fratello nell'episcopato.
Siamo a conoscenza, fratello carissimo, della tua fede, della
tua fortezza e della tua aperta testimonianza. Tutto ciò è di
grande onore per te e a me arreca tanta gioia da farmi
considerare partecipe e socio dei tuoi meriti e delle tue
imprese.
Siccome infatti una è la Chiesa, uno e inseparabile l'amore,
unica e inscindibile l'armonia dei cuori, quale sacerdote, nel
celebrare le lodi di un altro sacerdote, non se ne rallegrerebbe
come di sua propria gloria?
E quale fratello non si sentirebbe felice della gioia dei propri
fratelli?
Certo non si può immaginare l'esultanza e la grande letizia che
vi è stata qui da noi quando abbiamo saputo cose tanto belle e
conosciuto le prove di fortezza da voi date. Tu sei stato di
guida ai fratelli nella confessione della fede, e la stessa
confessione della guida si è fortificata ancora più con la
confessione dei fratelli. Così, mentre hai preceduto gli altri
nella via della gloria, hai guadagnato molti compagni alla
stessa gloria, e mentre ti sei mostrato pronto a confessare per
primo e per tutti, hai persuaso tutto il popolo a confessare la
stessa fede. In questo modo ci è impossibile stabilire che cosa
dobbiamo elogiare di più in voi, se la tua fede pronta e
incrollabile, o la inseparabile carità dei fratelli. Si è
manifestato in tutto il suo splendore il coraggio del vescovo a
guida dei suo popolo, ed è apparsa luminosa e grande la fedeltà
del popolo in piena solidarietà con il suo vescovo. In voi tutta
la chiesa di Roma ha dato la sua magnifica testimonianza, tutta
unita in un solo spirito e in una sola voce.
È brillata così, fratello carissimo, la fede che l'Apostolo
constatava ed elogiava nella vostra comunità. Già allora egli
prevedeva e celebrava quasi profeticamente il vostro coraggio e
la vostra indomabile fortezza. Già allora riconosceva i meriti
di cui vi sareste resi gloriosi. Esaltava le imprese dei padri,
prevedendo quelle dei figli. Con la vostra piena concordia, con
la vostra fortezza, avete dato a tutti i cristiani luminoso
esempio di unione e di costanza.
Fratello carissimo, il Signore nella sua provvidenza ci
preammonisce che è imminente l'ora della prova. Dio nella sua
bontà e nella sua premura per la nostra salvezza ci dà i suoi
benefici suggerimenti in vista del nostro vicino combattimento.
Ebbene in nome di quella carità, che ci lega vicendevolmente,
aiutiamoci, perseverando con tutto il popolo nei digiuni, nelle
veglie e nella preghiera.
Queste sono per noi quelle armi celesti che ci fanno stare
saldi, forti e perseveranti. Queste sono le armi spirituali e
gli strali divini che ci proteggono.
Ricordiamoci scambievolmente in concordia e fraternità
spirituale. Preghiamo sempre e in ogni luogo gli uni per gli
altri, e cerchiamo di alleviare le nostre sofferenze con la
mutua carità.
Dagli «Atti proconsolari del martirio di san Cipriano Vescovo»
(Atti, 3-6; CSEL 3,112-114)
In una cosa così giusta non c'è da riflettere
Al mattino del 14 settembre molta folla si era radunata a Sesti
secondo quanto aveva ordinato il proconsole Galerio Massimo. E
così lo stesso proconsole Galerio Massimo ordinò che gli fosse
condotto Cipriano all'udienza che teneva nel medesimo giorno
nell'atrio Sauciolo. Quando gli fu davanti, il proconsole
Galerio Massimo disse al vescovo Cipriano: «Tu sei Tascio
Cipriano?». Il vescovo Cipriano rispose: «Sì, sono io».
Il proconsole Galerio Massimo disse: «Sei tu che ti sei
presentato come capo di una setta sacrilega?». Il vescovo
Cipriano rispose: «Sono io».
Galerio Massimo disse: «I santissimi imperatori ti ordinano di
sacrificare». Il vescovo Cipriano disse: «Non lo faccio».
Il proconsole Galerio Massimo disse: «Rifletti bene». Il vescovo
Cipriano disse: «Fa' ciò che ti è stato ordinato. In una cosa
così giusta non c'è da riflettere».
Galerio Massimo, dopo aver conferito con il collegio dei
magistrati, a stento e a malincuore pronunziò questa sentenza:
«Tu sei vissuto a lungo sacrilegamente e ti sei aggregato
moltissimi della tua setta criminale, e ti sei costituito nemico
degli dèi romani e dei loro sacri riti. I pii e santissimi
imperatori Valeriano e Gallieno Augusti e Valeriano nobilissimo
Cesare non riuscirono a ricondurti all'osservanza delle loro
cerimonie religiose. E perciò, poiché sei risultato autore e
istigatore dei peggiori reati, sarai tu stesso di esempio a
coloro che hai associato alle tue scellerate azioni. Col tuo
sangue sarà sancito il rispetto delle leggi». E dette queste
parole, lesse ad alta voce da una tavoletta il decreto: «Ordino
che Tascio Cipriano sia punito con la decapitazione». Il vescovo
Cipriano disse: «Rendiamo grazie a Dio».
Dopo questa sentenza la folla dei fratelli diceva: «Anche noi
vogliamo esser decapitati insieme a lui». Per questo una grande
agitazione sorse fra i fratelli e molta folla lo seguì. E così
Cipriano fu condotto nella campagna di Sesti e qui si spogliò
del mantello e del cappuccio, si inginocchiò a terra e si
prostrò in orazione al Signore. Si tolse poi la dalmatica e la
consegnò ai diaconi, restando con la sola veste di lino, e così
rimase in attesa del carnefice.
Quando poi questo giunse, il vescovo diede ordine ai suoi di
dargli venticinque monete d'oro. Frattanto i fratelli stendevano
davanti a lui pannolini e fazzoletti. Quindi il grande Cipriano
con le sue stesse mani si bendò gli occhi, ma siccome non
riusciva a legarsi le cocche del fazzoletto, intervennero ad
aiutarlo il presbitero Giuliano e il suddiacono Giuliano.
Così il vescovo Cipriano subì il martirio e il suo corpo, a
causa della curiosità dei pagani, fu deposto in un luogo vicino
dove potesse essere sottratto allo sguardo indiscreto dei
pagani. Di là, poi, durante la notte, fu portato via con
fiaccole e torce accese e accompagnato fino al cimitero del
procuratore Macrobio Candidiano che è nella via delle Capanne
presso le piscine. Dopo pochi giorni il proconsole Galerio
Massimo morì.
Il santo vescovo Cipriano subì il martirio il 14 settembre sotto
gli imperatori Valeriano e Gallieno, regnando però il nostro
Signore Gesù Cristo a cui è onore e gloria nei secoli dei
secoli. Amen.
Responsorio
R. Conduciamo con fortezza la nostra battaglia per la fede sotto
lo sguardo di Dio e degli angeli. * Che gloria e che felicità
combattere alla presenza di Cristo e ricevere dalle sua mani la
corona!
V. Prendiamo le armi di Dio e prepariamoci alla lotta con animo
saldo e fedele.
R. Che gloria e che felicità combattere alla presenza di Cristo
e ricevere dalle sue mani la corona!
Orazione
O Dio, che hai dato al tuo popolo i santi Cornelio e Cipriano,
pastori generosi e martiri intrepidi, con il loro aiuto rendici
forti e perseveranti nella fede, per collaborare assiduamente
all'unità della Chiesa. Per il nostro Signore.
R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
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