17 OTTOBRE
SANT'IGNAZIO DI ANTIOCHIA (m)
Vescovo e Martire
UFFICIO DELLE LETTURE
INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
Venite, adoriamo il re dei martiri,
Cristo Signore.
SALMO 94 Invito a lodare Dio
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi »
(Eb 3,13).
Si enunzia e si ripete l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).
Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell'amore del Padre.
Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.
Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:
pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.
Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.
1^ Antifona
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici.
SALMO 102, 1-7 (I) Inno alla misericordia di Dio
Grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, venne a
visitarci dall’alto un sole che sorge (cfr. Lc 1, 78).
Benedici il Signore, anima mia, *
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia, *
non dimenticare tanti suoi benefici.
Egli perdona tutte le tue colpe, *
guarisce tutte le tue malattie;
salva dalla fossa la tua vita, *
ti corona di grazia e di misericordia;
egli sazia di beni i tuoi giorni *
e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza.
Il Signore agisce con giustizia *
e con diritto verso tutti gli oppressi.
Ha rivelato a Mosè le sue vie, *
ai figli d'Israele le sue opere.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici.
2^ Antifona
Come il padre ama i suoi figli,
il Signore ha pietà di chi lo teme.
SALMO 102, 8-16 (II) Inno alla misericordia di Dio
Grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, venne a
visitarci dall’alto un sole che sorge (cfr. Lc 1, 78).
Buono e pietoso è il Signore, *
lento all'ira e grande nell'amore.
Egli non continua a contestare *
e non conserva per sempre il suo sdegno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati, *
non ci ripaga secondo le nostre colpe.
Come il cielo è alto sulla terra, *
così è grande la sua misericordia
su quanti lo temono;
come dista l'oriente dall'occidente, *
così allontana da noi le nostre colpe.
Come un padre ha pietà dei suoi figli, *
così il Signore ha pietà di quanti lo temono.
Perché egli sa di che siamo plasmati, *
ricorda che noi siamo polvere.
Come l'erba sono i giorni dell'uomo, *
come il fiore del campo, così egli fiorisce.
Lo investe il vento e più non esiste *
e il suo posto non lo riconosce.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
2^ Antifona
Come il padre ama i suoi figli,
il Signore ha pietà di chi lo teme.
3^ Antifona
Benedite il Signore,
voi tutte opere sue.
SALMO 102, 17-22 (III) Inno alla misericordia di Dio
Grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, venne a
visitarci dall’alto un sole che sorge (cfr. Lc 1, 78).
La grazia del Signore è da sempre, *
dura in eterno per quanti lo temono;
la sua giustizia per i figli dei figli, †
per quanti custodiscono la sua alleanza *
e ricordano di osservare i suoi precetti.
Il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono *
e il suo regno abbraccia l'universo.
Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli, †
potenti esecutori dei suoi comandi, *
pronti alla voce della sua parola.
Benedite il Signore, voi tutte sue schiere, *
suoi ministri, che fate il suo volere.
Benedite il Signore, voi tutte opere sue, †
in ogni luogo del suo dominio. *
Benedici il Signore, anima mia.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
3^ Antifona
Benedite il Signore,
voi tutte opere sue.
Versetto
V. Fammi capire i tuoi insegnamenti:
R. mediterò i tuoi prodigi, Signore.
Prima Lettura
Dal libro del profeta, Zaccaria 3,1-4,14
Promessa al principe Zorobabele e a Giosuè sommo sacerdote
Il Signore mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, ritto
davanti all'angelo del Signore, e satana era alla sua destra per
accusarlo. L'angelo del Signore disse a satana: «Ti rimprovera
il Signore, o satana! Ti rimprovera il Signore che si è eletto
Gerusalemme! Non è forse costui un tizzone sottratto al fuoco?».
Giosuè infatti era rivestito di vesti immonde e stava in piedi
davanti all'angelo, il quale prese a dire a coloro che gli
stavano intorno: «Toglietegli quelle vesti immonde». Poi disse a
Giosuè: «Ecco, io ti tolgo di dosso il peccato; fatti rivestire
di abiti da festa». Poi soggiunse: «Mettetegli sul capo un
diadema mondo». E gli misero un diadema mondo sul capo, lo
rivestirono di candide vesti alla presenza dell'angelo del
Signore. Poi l'angelo del Signore dichiarò a Giosuè: «Dice il
Signore degli eserciti: Se camminerai nelle mie vie e osserverai
le mie leggi, tu avrai il governo della mia casa, sarai il
custode dei miei atri e ti darò accesso fra questi che stanno
qui. Ascolta dunque, Giosuè sommo sacerdote, tu e i tuoi
compagni che siedono davanti a te, poiché essi servono da
presagio: ecco, io manderò il mio servo Germoglio. Ecco la
pietra che io pongo davanti a Giosuè: sette occhi sono su
quest'unica pietra; io stesso inciderò la sua iscrizione —
oracolo del Signore degli eserciti — e rimuoverò in un sol
giorno l'iniquità da questo paese. In quel giorno — oracolo del
Signore degli eserciti — ogni uomo inviterà il suo vicino sotto
la sua vite e sotto il suo fico».
L'angelo che mi parlava venne a destarmi, come si desta uno dal
sonno, e mi disse: «Che cosa vedi?». Risposi: «Vedo un
candelabro tutto d'oro; in cima ha un recipiente con sette
lucerne e sette beccucci per le lucerne. Due olivi gli stanno
vicino, uno a destra e uno a sinistra». Allora domandai
all'angelo che mi parlava: «Che cosa significano, signor mio,
queste cose?». Egli mi rispose: «Non comprendi dunque il loro
significato?». E io: «No, signor mio». Egli mi rispose: «Questa
è la parola del Signore a Zorobabele: Non con la potenza né con
la forza, ma con il mio spirito, dice il Signore degli eserciti!
Chi sei tu, o grande monte? Davanti a Zorobabele diventa
pianura. Egli estrarrà la pietra, quella del vertice, fra le
acclamazioni: Quanto è bello!».
Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Le mani di Zorobabele
hanno fondato questa casa: le sue mani la compiranno e voi
saprete che il Signore degli eserciti mi ha inviato a voi. Chi
oserà disprezzare il giorno di così modesti inizi? Si gioirà
vedendo il filo a piombo in mano a Zorobabele. Le sette lucerne
rappresentano gli occhi del Signore che scrutano tutta la
terra». Quindi gli domandai: «Che significano quei due olivi a
destra e a sinistra del candelabro? E quelle due ciocche d'olivo
che stillano oro dentro i due canaletti d'oro?». Mi rispose:
«Non comprendi dunque il significato di queste cose?». E io:
«No, signor mio». «Questi, soggiunse, sono i due consacrati che
assistono il dominatore di tutta la terra».
Responsorio Cfr. Ap 11, 4. 3
R. Questi sono i due olivi e le due lampade * che stanno davanti
al Signore della terra.
V. Il Signore concederà di compiere la missione profetica ai
suoi due testimoni,
R. che stanno davanti al Signore della terra.
Seconda Lettura
Dalla «Lettera ai Romani» di sant'Ignazio di Antiochia, vescovo
e martire
(Capp. 4, 1-2; 6, 1 - 8, 3; Funk, 1, 217-223)
Sono frumento di Dio: sarò macinato dai denti delle fiere
Scrivo a tutte le chiese, e a tutti annunzio che morrò
volentieri per Dio, se voi non me lo impedirete. Vi scongiuro,
non dimostratemi una benevolenza inopportuna. Lasciate che io
sia pasto delle belve, per mezzo delle quali mi sia dato di
raggiungere Dio. Sono frumento di Dio e sarò macinato dai denti
delle fiere per divenire pane puro di Cristo. Supplicate Cristo
per me, perché per opera di queste belve io divenga ostia per il
Signore.
A nulla mi gioveranno i godimenti del mondo né i regni di questa
terra. E' meglio per me morire per Gesù Cristo che estendere il
mio impero fino ai confini della terra. Io cerco colui che è
morto per noi, voglio colui che per noi è risorto. E' vicino il
momento della mia nascita.
Abbiate compassione di me, fratelli. Non impeditemi di vivere,
non vogliate che io muoia. Non abbandonate al mondo e alle
seduzioni della materia chi vuol essere di Dio. Lasciate che io
raggiunga la pura luce; giunto là, sarò veramente un uomo.
Lasciate che io imiti la passione del mio Dio. Se qualcuno lo ha
in sé, comprenda quello che io voglio e mi compatisca, pensando
all'angoscia che mi opprime.
Il principe di questo mondo vuole portarmi via e soffocare la
mia aspirazione verso Dio. Nessuno di voi gli dia mano; state
piuttosto dalla mia parte, cioè da quella di Dio. Non siate di
quelli che professano Gesù Cristo e ancora amano il mondo. Non
trovino posto in voi sentimenti meno buoni. Anche se vi
supplicassi, quando sarà tra voi, non datemi ascolto: credete
piuttosto a quanto vi scrivo ora nel pieno possesso della mia
vita. Vi scrivo che desidero morire.
Ogni mio desiderio terreno è crocifisso e non c'è più in me
nessun'aspirazione per le realtà materiali, ma un'acqua viva
mormora dentro di me e mi dice: «Vieni al Padre». Non mi diletto
più di un cibo corruttibile, né dei piaceri di questa vita.
Voglio il pane di Dio, che è la carne di Gesù Cristo, della
stirpe di David; voglio per bevanda il suo sangue che è la
carità incorruttibile.
Non voglio più vivere la vita di quaggiù. E il mio desiderio si
realizzerà, se voi lo vorrete. Vogliatelo, vi prego, per trovare
anche voi benevolenza. Ve lo domando con poche parole:
credetemi. Gesù Cristo vi farà comprendere che dico il vero:
egli è la bocca verace per mezzo della quale il Padre ha parlato
in verità. Chiedete per me che io possa raggiungerlo. Non vi
scrivo secondo la carne, ma secondo il pensiero di Dio. Se
subirò il martirio, ciò significherà che mi avete voluto bene.
Se sarò rimesso in libertà, sarà segno che mi avete odiato.
Responsorio
R. Nulla è nascosto al vostro spirito, se possedete pienamente
la fede e la carità di Cristo. * La fede è il principio, la
carità è il compimento.
V. Con l'umiltà e la mitezza del Vangelo rigeneratevi nella
fede, carne del Signore, e nella carità, sangue di Gesù Cristo.
R. La fede è il principio, la carità è il compimento.
Orazione
O Dio onnipotente ed eterno, che nel sacrificio dei martiri
edifichi la tua Chiesa, mistico corpo del Cristo, fa' che la
gloriosa passione che meritò a sant'Ignazio una corona
immortale, ci renda sempre forti nella fede. Per il nostro
Signore.
R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio. |