26 MAGGIO SAN FILIPPO NERI (m) Sacerdote UFFICIO DELLE LETTURE INVITATORIO V. Signore, apri le mie labbra R. e la mia bocca proclami la tua lode. Antifona Venite, adoriamo il pastore supremo, Cristo Signore, alleluia. SALMO 94 Invito a lodare Dio Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi » (Eb 3,13). Si enunzia e si ripete l'antifona. Venite, applaudiamo al Signore, * acclamiamo alla roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, * a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.). Poiché grande Dio è il Signore, * grande re sopra tutti gli dèi. Nella sua mano sono gli abissi della terra, * sono sue le vette dei monti. Suo è il mare, egli l'ha fatto, * le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.). Venite, prostràti adoriamo, * in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati. Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, * il gregge che egli conduce (Ant.). Ascoltate oggi la sua voce: † « Non indurite il cuore, * come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: * mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.). Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione † e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, * non conoscono le mie vie; perciò ho giurato nel mio sdegno: * Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.). Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen (Ant.). Inno Gerusalemme nuova, immagine di pace, costruita per sempre nell'amore del Padre. Tu discendi dal cielo come vergine sposa, per congiungerti a Cristo nelle nozze eterne. Dentro le tue mura, risplendenti di luce, si radunano in festa gli amici del Signore: pietre vive e preziose, scolpite dallo Spirito con la croce e il martirio per la città dei santi. Sia onore al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, al Dio trino ed unico nei secoli sia gloria. Amen. 1^ Antifona Buono è Dio con i giusti e i puri di cuore. SALMO 72, 1-12 (I) Perché il giusto soffre Beato colui che non si scandalizza di me (Mt 11,6). Quanto è buono Dio con i giusti, * con gli uomini dal cuore puro! Per poco non inciampavano i miei piedi, * per un nulla vacillavano i miei passi, perché ho invidiato i prepotenti, * vedendo la prosperità dei malvagi. Non c'è sofferenza per essi, * sano e pasciuto è il loro corpo. Non conoscono l'affanno dei mortali * e non sono colpiti come gli altri uomini. Dell'orgoglio si fanno una collana * e la violenza è il loro vestito. Esce l'iniquità dal loro grasso, * dal loro cuore traboccano pensieri malvagi. Scherniscono e parlano con malizia, * minacciano dall'alto con prepotenza. Levano la loro bocca fino al cielo * e la loro lingua percorre la terra. Perciò seggono in alto, * non li raggiunge la piena delle acque. Dicono: «Come può saperlo Dio? * C'è forse conoscenza nell'Altissimo?». Ecco, questi sono gli empi: * sempre tranquilli, ammassano ricchezze. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Buono è Dio con i giusti e i puri di cuore. 2^ Antifona I malvagi, che oggi ridono, domani piangeranno. SALMO 72, 13-20 (II) Perché il giusto soffre Beato colui che non si scandalizza di me (Mt 11,6). Invano dunque ho conservato puro il mio cuore * e ho lavato nell'innocenza le mie mani, poiché sono colpito tutto il giorno, * e la mia pena si rinnova ogni mattina. Se avessi detto: «Parlerò come loro», * avrei tradito la generazione dei tuoi figli. Riflettevo per comprendere: * ma fu arduo agli occhi miei, finché non entrai nel santuario di Dio * e compresi qual è la loro fine. Ecco, li poni in luoghi scivolosi, * li fai precipitare in rovina. Come sono distrutti in un istante, * sono finiti, periscono di spavento! Come un sogno al risveglio, Signore, * quando sorgi, fai svanire la loro immagine. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 2^ Antifona I malvagi, che oggi ridono, domani piangeranno. 3^ Antifona Chi si allontana da te perisce: mio bene è stare vicino a Dio. SALMO 72, 21-28 (III) Supplica fiduciosa nell'afflizione Padre nelle tue mani consegno il mio spirito (Lc 23, 46). Quando si agitava il mio cuore * e nell'intimo mi tormentavo, io ero stolto e non capivo, * davanti a te stavo come una bestia. Ma io sono con te sempre: * tu mi hai preso per la mano destra. Mi guiderai con il tuo consiglio * e poi mi accoglierai nella tua gloria. Chi altri avrò per me in cielo? * Fuori di te nulla bramo sulla terra. Vengono meno la mia carne e il mio cuore; † ma la roccia del mio cuore è Dio, * è Dio la mia sorte per sempre. Ecco, perirà chi da te si allontana, * tu distruggi chiunque ti è infedele. Il mio bene è stare vicino a Dio: * nel Signore Dio ho posto il mio rifugio, per narrare tutte le tue opere * presso le porte della città di Sion. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 3^ Antifona Chi si allontana da te perisce: mio bene è stare vicino a Dio. Versetto V. Dolci al mio palato le tue parole, Signore, R. più che il miele alla mia bocca. Prima Lettura Dal libro di Giobbe 2, 1-13 Giobbe, tutto ricoperto di piaghe, è visitato dagli amici Quando un giorno i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore, anche satana andò in mezzo a loro a presentarsi al Signore. Il Signore disse a satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Da un giro sulla terra che ho percorsa». Il Signore disse a satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male. Egli è ancor saldo nella sua integrità; tu mi hai spinto contro di lui, senza ragione, per rovinarlo». Satana rispose al Signore: «Pelle per pelle; tutto quanto ha, l'uomo è pronto a darlo per la sua vita. Ma stendi un poco la mano e toccalo nell'osso e nella carne e vedrai come ti benedirà in faccia!». Il Signore disse a satana: «Eccolo nelle tue mani! Soltanto risparmia la sua vita». Satana si allontanò dal Signore e colpì Giobbe con una piaga maligna, dalla pianta dei piedi alla cima del capo. Giobbe prese un coccio per grattarsi e stava seduto in mezzo alla cenere. Allora sua moglie disse: «Rimani ancor fermo nella tua integrità? Benedici Dio e muori!». Ma egli le rispose: «Come parlerebbe una stolta tu hai parlato! Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremo accettare il male?». In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra. Nel frattempo tre amici di Giobbe erano venuti a sapere di tutte le disgrazie che si erano abbattute su di lui. Partirono, ciascuno dalla sua contrada, Elifaz il Temanita, Bildad il Suchita e Zofar il Naamatita, e si accordarono per andare a condolersi con lui e a consolarlo. Alzarono gli occhi da lontano ma non lo riconobbero e, dando in grida, si misero a piangere. Ognuno si stracciò le vesti e si cosparse il capo di polvere. Poi sedettero accanto a lui in terra, per sette giorni e sette notti, e nessuno gli rivolse una parola, perché vedevano che molto grande era il suo dolore. Responsorio Sal 37, 2. 3. 4. 12 R. Signore, non castigarmi nel tuo sdegno. Le tue frecce mi hanno trafitto; * per il tuo sdegno non c'è in me nulla di sano. V. Gli amici si scostano dalle mie piaghe, i miei vicini stanno a distanza; R. per il tuo sdegno non c'è in me nulla di sano. Seconda Lettura Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo (Disc. 171, 1-3. 5; PL 38, 933-935) Rallegratevi nel Signore, sempre L'Apostolo ci comanda di rallegrarci, ma nel Signore, non nel mondo. «Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio» (Gc 4, 4), come ci assicura la Scrittura. Come un uomo non può servire a due padroni, così nessuno può rallegrarsi contemporaneamente nel mondo e nel Signore. Quindi abbia il sopravvento la gioia nel Signore, finché non sia finita la gioia nel mondo. Cresca sempre più la gioia nel Signore, mentre la gioia nel mondo diminuisca sempre finché sia finita. E noi affermiamo questo, non perché non dobbiamo rallegrarci mentre siamo nel mondo, ma perché, pur vivendo in questo mondo, ci rallegriamo già nel Signore. Ma qualcuno potrebbe obiettare: Sono nel mondo, allora, se debbo gioire, gioisco là dove mi trovo. Ma che dici? Perché sei nel mondo, non sei forse nel Signore? Ascolta il medesimo Apostolo che parla agli Ateniesi e negli Atti degli Apostoli dice del Dio e Signore nostro creatore: «In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At 17, 28). Colui che è dappertutto, dove non è? Forse che non ci esortava a questo quando insegnava: «Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla»? (Fil 4, 5-6). E' una ineffabile realtà questa: ascese sopra tutti i cieli ed è vicinissimo a coloro che si trovano ancora sulla terra. Chi è costui, lontano e vicino al tempo stesso, se non colui che si è fatto prossimo a noi per la sua misericordia? Tutto il genere umano è quell'uomo che giaceva lungo la strada semivivo, abbandonato dai ladri. Il sacerdote e il levita, passando, lo disprezzarono, ma un samaritano di passaggio gli si accostò per curarlo e prestargli soccorso. Lontano da noi, immortale e giusto, egli discese fino a noi, che siamo mortali e peccatori, per diventare prossimo a noi. «Non ci tratta secondo i nostri peccati» (Sal 102, 10). Siamo infatti figli. E come proviamo questo? Morì per noi l'Unico, per non rimanere solo. Non volle essere solo, egli che è morto solo. L'unico Figlio di Dio generò molti figli di Dio. Si acquistò dei fratelli con il suo sangue. Rese giusti i reprobi. Donandosi, ci ha redenti; disonorato, ci onorò; ucciso, ci procurò la vita. Perciò, fratelli, rallegratevi nel Signore, non nel mondo; cioè rallegratevi nella verità, non nel peccato; rallegratevi nella speranza dell'eternità, non nei fiori della vanità. Così rallegratevi: e dovunque e per tutto il tempo che starete in questo mondo, «il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla» (Fil 4, 5-6). Responsorio 2 Cor 13, 11; Rm 15, 13 R. Fratelli, state lieti, cercate ciò che è perfetto, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace: * il Dio dell'amore e della pace sia con voi. V. Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e serenità nella fede: R. il Dio dell'amore e della pace sia con voi. Orazione O Dio, che glorifichi i tuoi santi e li doni alla Chiesa come modelli di vita evangelica, infondi in noi il fuoco del tuo Spirito, che infiammò mirabilmente il cuore di san Filippo Neri. Per il nostro Signore. R. Amen. Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio. |