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29 LUGLIO
SANTA MARTA (m)
UFFICIO DELLE LETTURE


INVITATORIO

V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
 
Antifona
Venite, adoriamo il Signore:
la sua gloria risplende nei santi.

Oppure:
Nella memoria di santa Marta,
lodiamo il Signore nostro Dio.

 
SALMO 94  Invito a lodare Dio
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi » (Eb 3,13).

Si enunzia e si ripete l'antifona.

Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).

Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).

Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).

Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,

dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).

Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
 
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
 
Inno

La carità divina
congiunge santa Marta
all'eterno convito
nel regno dei beati.

La fiamma dello Spirito
ha impresso nel suo cuore
il sigillo indelebile
dell'amore di Dio.

O sorella dei poveri,
intercedi per noi;
sostieni i nostri passi
nella via della pace.

Tu guidaci alla vetta
della santa montagna,
dove i miti possiedono
il regno del Signore.

Sia lode al Padre e al Figlio,
sia onore al Santo Spirito,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.

1^ Antifona
Il Signore fa giustizia per i poveri.

SALMO 9 B 
  22-32 (I) Preghiera e ringraziamento 
Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio (Lc 6, 20).


Perché, Signore, stai lontano, *
nel tempo dell'angoscia ti nascondi? 
Il misero soccombe all'orgoglio dell'empio *
e cade nelle insidie tramate. 

L'empio si vanta delle sue brame, *
l'avaro maledice, disprezza Dio. 

L'empio insolente disprezza il Signore: †
«Dio non se ne cura: Dio non esiste» ; *
questo è il suo pensiero. 

Le sue imprese riescono sempre. †
Son troppo in alto per lui i tuoi giudizi: *
disprezza tutti i suoi avversari. 

Egli pensa: «Non sarò mai scosso, *
vivrò sempre senza sventure». 

Di spergiuri, di frodi e d'inganni 
ha piena la bocca, *
sotto la sua lingua sono iniquità e sopruso. 

Sta in agguato dietro le siepi, *
dai nascondigli uccide l'innocente. 

I suoi occhi spiano l'infelice, *
sta in agguato nell'ombra come un leone nel covo. 
Sta in agguato per ghermire il misero, *
ghermisce il misero attirandolo nella rete. 

Infierisce di colpo sull'oppresso, *
cadono gl'infelici sotto la sua violenza. 
Egli pensa: «Dio dimentica, *
nasconde il volto, non vede più nulla».

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
 
1^ Antifona

Il Signore fa giustizia per i poveri.

2^ Antifona
L'affanno e il dolore degli umili,
tu li vedi, o Signore.

SALMO 9 B  33-39   (II) Preghiera e ringraziamento
Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio (Lc 6, 20).

Sorgi, Signore, alza la tua mano, *
non dimenticare i miseri. 
Perché l'empio disprezza Dio *
e pensa: «Non ne chiederà conto» ? 

Eppure tu vedi l'affanno e il dolore, *
tutto tu guardi e prendi nelle tue mani. 
A te si abbandona il misero, *
dell'orfano tu sei il sostegno. 

Spezza il braccio dell'empio e del malvagio; *
punisci il suo peccato e più non lo trovi. 

Il Signore è re in eterno, per sempre: *
dalla sua terra sono scomparse le genti. 

Tu accogli, Signore, il desiderio dei miseri, *
rafforzi i loro cuori, porgi l'orecchio 
per far giustizia all'orfano e all'oppresso; *
e non incuta più terrore l'uomo fatto di terra.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
 
2^ Antifona
L'affanno e il dolore degli umili,
tu li vedi, o Signore.

3^ Antifona

Le parole del Signore sono pure,
argento raffinato nel fuoco.

SALMO 11   Preghiera nella persecuzione
Dio Padre si è degnato di mandare il suo Figlio per noi, poveri (sant’Agostino).


Salvami, Signore! Non c'è più un uomo fedele; *
è scomparsa la fedeltà tra i figli dell'uomo. 
Si dicono menzogne l'uno all'altro, *
labbra bugiarde parlano con cuore doppio. 

Recida il Signore le labbra bugiarde, *
la lingua che dice parole arroganti, 

quanti dicono: «Per la nostra lingua siamo forti, †
ci difendiamo con le nostre labbra: *
chi sarà nostro padrone?». 

«Per l'oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, †
io sorgerò, dice il Signore, *
metterò in salvo chi è disprezzato». 

I detti del Signore sono puri, †
argento raffinato nel crogiuolo, *
purificato nel fuoco sette volte. 

Tu, o Signore, ci custodirai, *
ci guarderai da questa gente per sempre. 
Mentre gli empi si aggirano intorno, *
emergono i peggiori tra gli uomini.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
 
3^ Antifona

Le parole del Signore sono pure,
argento raffinato nel fuoco.

Versetto

V. Il Signore guida gli umili nella giustizia,
R. ai poveri insegna la sua via.

Prima Lettura

Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 9, 1-15

I frutti spirituali della «colletta»
Fratelli, riguardo a questo servizio in favore dei santi, è superfluo che ve ne scriva. Conosco infatti bene la vostra buona volontà, e ne faccio vanto con i Macèdoni dicendo che l'Acaia è pronta fin dallo scorso anno e già molti sono stati stimolati dal vostro zelo. I fratelli poi li ho mandati perché il nostro vanto per voi su questo punto non abbia a dimostrarsi vano, ma siate realmente pronti, come vi dicevo, perché non avvenga che, venendo con me alcuni Macèdoni, vi trovino impreparati e noi dobbiamo arrossire, per non dire anche voi, di questa nostra fiducia. Ho quindi ritenuto necessario invitare i fratelli a recarsi da voi prima di me, per organizzare la vostra offerta già promessa, perché essa sia pronta come una vera offerta e non come una spilorceria.
Tenete a mente che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene, come sta scritto:
ha largheggiato, ha dato ai poveri;
la sua giustizia dura in eterno (Sal 111,9).
Colui che somministra il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, somministrerà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia. Così sarete ricchi per ogni generosità, la quale poi farà salire a Dio l'inno di ringraziamento per mezzo nostro. Perché l'adempimento di questo servizio sacro non provvede soltanto alle necessità dei santi, ma ha anche maggior valore per i molti ringraziamenti a Dio. A causa della bella prova di questo servizio essi ringrazieranno Dio per la vostra obbedienza e accettazione del vangelo di Cristo, e per la generosità della vostra comunione con loro e con tutti; e pregando per voi manifesteranno il loro affetto a causa della straordinaria grazia di Dio effusa sopra di voi. Grazie a Dio per questo suo ineffabile dono!

Responsorio   Cfr. Lc 6, 38; 2 Cor 9, 7
R. Date e vi sarà dato; una misura buona, piena, traboccante vi sarà versata nel grembo. * Come misurate gli altri, anche voi sarete misurati.
V. Ciascuno dia quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza.
R. come misurate gli altri, anche voi sarete misurati.
 
Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo  (Disc. 103, 1-2. 6; PL 38, 613. 615)
 
Felici coloro che hanno meritato di ricevere il Signore nella propria casa
Le parole di nostro Signore Gesù Cristo ci vogliono ricordare che esiste un unico traguardo al quale tendiamo, quando ci affatichiamo nelle svariate occupazioni di questo mondo. Vi tendiamo mentre siamo pellegrini e non ancora stabili; in cammino e non ancora nella patria; nel desiderio e non ancora nell'appagamento. Ma dobbiamo tendervi senza svogliatezza e senza intermissione, per poter giungere finalmente un giorno alla meta. Marta e Maria erano due sorelle, non solo sul piano della natura, ma anche in quello della religione; tutte e due onoravano Dio, tutte e due servivano il Signore presente nella carne in perfetta armonia di sentimenti. Marta lo accolse come si sogliono accogliere i pellegrini, e tuttavia accolse il Signore come serva, il Salvatore come inferma, il Creatore come creatura; lo accolse per nutrirlo nel suo corpo mentre lei doveva nutrirsi con lo Spirito. Il Signore infatti volle prendere la forma dello schiavo ed essere nutrito in questa forma dai servi, per degnazione non per condizione. Infatti anche questa fu una degnazione, cioè offrirsi per essere nutrito: aveva un corpo in cui sentiva fame e sete.
Così dunque il Signore fu accolto come ospite, egli che «venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio» (Gv 1, 11-12). Ha adottato dei servi e li ha resi fratelli, ha riscattato dei prigionieri e li ha costituiti coeredi. Tuttavia nessuno di voi osi esclamare: «Felici coloro che hanno meritato di ricevere Cristo in casa propria!». Non rammaricarti, non recriminare perché sei nato in un tempo in cui non puoi vedere il Signore nella carne. Egli non ti ha privato di questo onore, perché ha assicurato: «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me» (Mt 25, 40).
Del resto tu, Marta, sia detto con tua buona pace, tu, già benedetta per il tuo encomiabile servizio, come ricompensa domandi il riposo. Ora sei immersa in molteplici faccende, vuoi ristorare dei corpi mortali, sia pure di persone sante. Ma dimmi: Quando sarai giunta a quella patria, troverai il pellegrino da accogliere come ospite? Troverai l'affamato cui spezzare il pane? L'assetato al quale porgere da bere? L'ammalato da visitare? Il litigioso da ricondurre alla pace? Il morto da seppellire?
Lassù non vi sarà posto per tutto questo. E allora che cosa vi sarà? Ciò che ha scelto Maria: là saremo nutriti, non nutriremo. Perciò sarà completo e perfetto ciò che qui Maria ha scelto: da quella ricca mensa raccoglieva le briciole della parola del Signore. E volete proprio sapere quello che vi sarà lassù? Il Signore stesso afferma dei suoi servi: «In verità vi dico, li farà mettere a tavola e passerà a servirli» (Lc 12, 37).

Responsorio
    Gv 12, 1-3
R. A Betania, dove Gesù aveva risuscitato Lazzaro, gli fecero una cena, * e Marta serviva a mensa il Signore.
V. Maria cosparse i piedi di Gesù con una libbra di olio profumato, assai prezioso
R. e Marta serviva a mensa il Signore.

Orazione

O Dio onnipotente ed eterno il cui Figlio fu accolto come ospite a Betania nella casa di santa Marta, concedi anche a noi di essere pronti a servire Gesù nei fratelli, perché al termine della vita siamo da te accolti nella tua casa. Per il nostro Signore.

R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.

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