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1 GIUGNO
SAN GIUSTINO (m)
Martire
UFFICIO DELLE LETTURE
 
INVITATORIO

V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.

Antifona
Venite, adoriamo il re dei martiri,
Cristo Signore.

SALMO 94  Invito a lodare Dio
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi » (Eb 3,13).

Si enunzia e si ripete l'antifona.

Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).

Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).

Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).

Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,

dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).

Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
 
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).

Inno
Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell'amore del Padre.

Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.

Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:

pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.

Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.

1^ Antifona
Salvami, Signore,
per la tua misericordia.

SALMO 6
L'uomo nella prova implora la misericordia di Dio.
Ora l’anima mia è turbata … Padre, salvami da quest’ora (Gv 12, 27).

Signore, non punirmi nel tuo sdegno, *
non castigarmi nel tuo furore. 
Pietà di me, Signore: vengo meno; *
risanami, Signore: tremano le mie ossa. 

L'anima mia è tutta sconvolta, *
ma tu, Signore, fino a quando? 
Volgiti, Signore, a liberarmi, *
salvami per la tua misericordia. 

Nessuno tra i morti ti ricorda. *
Chi negli inferi canta le tue lodi? 
 
Sono stremato dai lunghi lamenti, †
ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio, *
irroro di lacrime il mio letto. 

I miei occhi si consumano nel dolore, *
invecchio fra tanti miei oppressori. 

Via da me voi tutti che fate il male, *
il Signore ascolta la voce del mio pianto. 

Il Signore ascolta la mia supplica, *
il Signore accoglie la mia preghiera. 
Arrossiscano e tremino i miei nemici, *
confusi, indietreggino all'istante.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

1^ Antifona
Salvami, Signore,
per la tua misericordia.

2^ Antifona
Dio, rifugio del povero
nel tempo dell'angustia!

SALMO 9 A, 1-11 
(I) Ringraziamento per la vittoria
E di nuovo verrà a giudicare i vivi e i morti.


Ti loderò, Signore, con tutto il cuore *
e annunzierò tutte le tue meraviglie. 
Gioisco in te ed esulto, *
canto inni al tuo nome, o Altissimo. 

Mentre i miei nemici retrocedono, *
davanti a te inciampano e periscono, 
perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa; *
siedi in trono giudice giusto. 

Hai minacciato le nazioni, †
hai sterminato l'empio, *
il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre. 

Per sempre sono abbattute le fortezze del nemico, *
è scomparso il ricordo 
delle città che hai distrutte. 

Ma il Signore sta assiso in eterno; *
erige per il giudizio il suo trono: 
giudicherà il mondo con giustizia, *
con rettitudine deciderà le cause dei popoli. 

Il Signore sarà un riparo per l'oppresso, *
in tempo di angoscia un rifugio sicuro. 
Confidino in te quanti conoscono il tuo nome, *
perché non abbandoni chi ti cerca, Signore.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

2^ Antifona
Dio, rifugio del povero
nel tempo dell'angustia!

3^ Antifona

Dirò le tue lodi, Signore,
nell'assemblea del tuo popolo.

SALMO 9 A, 12-21 
(II) Ringraziamento per la vittoria
Cantate inni al Signore, che abita in Sion, *
narrate tra i popoli le sue opere. 
Vindice del sangue, egli ricorda, *
non dimentica il grido degli afflitti. 

Abbi pietà di me, Signore, †
vedi la mia miseria, opera dei miei nemici, *
tu che mi strappi dalle soglie della morte, 

perché possa annunziare le tue lodi, †
esultare per la tua salvezza *
alle porte della città di Sion. 

Sprofondano i popoli 
nella fossa che hanno scavata, *
nella rete che hanno teso 
si impiglia il loro piede. 

Il Signore si è manifestato, ha fatto giustizia; *
l'empio è caduto nella rete, 
opera delle sue mani. 

Tornino gli empi negli inferi, *
tutti i popoli che dimenticano Dio. 
Perché il povero non sarà dimenticato, *
la speranza degli afflitti non resterà delusa. 

Sorgi, Signore, non prevalga l'uomo: *
davanti a te siano giudicate le genti. 
Riempile di spavento, Signore, *
sappiano le genti che sono mortali.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

3^ Antifona
Dirò le tue lodi, Signore,
nell'assemblea del tuo popolo.

Versetto
V. Fammi capire, e osserverò la tua legge,
R. la custodirò con tutto il cuore.

Prima Lettura
Dal libro di Giobbe 29, 1-10; 30, 1. 9-23

Giobbe lamenta la propria condizione
Giobbe continuò a pronunziare le sue sentenze e disse:
«Oh, potessi tornare com'ero ai mesi di un tempo,
ai giorni in cui Dio mi proteggeva,
quando brillava la sua lucerna sopra il mio capo
e alla sua luce camminavo in mezzo alle tenebre;
com'ero ai giorni del mio autunno,
quando Dio proteggeva la mia tenda,
quando l'Onnipotente era ancora con me
e i giovani mi stavano attorno;
quando mi lavavo in piedi nel latte
e la roccia mi versava ruscelli d'olio!
Quando uscivo verso la porta della città
e sulla piazza ponevo il mio seggio:
vedendomi, i giovani si ritiravano
e i vecchi si alzavano in piedi;
i notabili sospendevano i discorsi
e si mettevano la mano sulla bocca;
la voce dei capi si smorzava
e la loro lingua restava fissa al palato.
Ora invece si ridono di me
i più giovani di me in età,
i cui padri non avrei degnato
di mettere tra i cani del mio gregge.
Ora io sono la loro canzone,
sono diventato la loro favola!
Hanno orrore di me e mi schivano
e non si astengono dallo sputarmi in faccia!
Poiché egli ha allentato il mio arco e mi ha abbattuto, 
essi han rigettato davanti a me ogni freno.
A destra insorge la ragazzaglia;
smuovono i miei passi
e appianano la strada contro di me per perdermi.
Hanno demolito il mio sentiero,
cospirando per la mia disfatta
e nessuno si oppone a loro.
Avanzano come attraverso una larga breccia, 
sbucano in mezzo alle macerie.
I terrori si sono volti contro di me;
si è dileguata, come vento, la mia grandezza
e come nube è passata la mia felicità.
Ora mi consumo
e mi colgono giorni d'afflizione.
Di notte mi sento trafiggere le ossa
e i dolori che mi rodono non mi danno riposo.
A gran forza egli mi afferra per la veste,
mi stringe per l'accollatura della mia tunica.
Mi ha gettato nel fango:
son diventato polvere e cenere.
Io grido a te, ma tu non mi rispondi,
insisto, ma tu non mi dai retta.
Tu sei un duro avversario verso di me
e con la forza delle tue mani mi perseguiti;
mi sollevi e mi poni a cavallo del vento
e mi fai sballottare dalla bufera.
So bene che mi conduci alla morte,
alla casa dove si riunisce ogni vivente».

Responsorio  Gb 30,17.19;7,16
R. Di notte mi sento trafiggere le ossa e i dolori che mi rodono non mi danno riposo. Mi ha gettato nel fango: * sono diventato polvere e cenere.
R. Lasciami, Signore, perché un soffio sono i miei giorni;
V. sono diventato polvere e cenere.

Seconda Lettura
Dagli «Atti del martirio» dei santi Giustino e Compagni
(Cap. 1-5; cfr. PG 6, 1366-1371)

Ho aderito alla vera dottrina
Dopo il loro arresto, i santi furono condotti dal prefetto di Roma di nome Rustico. Comparsi davanti al tribunale, il prefetto Rustico disse a Giustino: «Anzitutto credi agli dèi e presta ossequio agli imperatori».
Giustino disse: «Di nulla si può biasimare o incolpare chi obbedisce ai comandamenti del Salvatore nostro Gesù Cristo».
Il prefetto Rustico disse: «Quale dottrina professi?». Giustino rispose: «Ho tentato di imparare tutte le filosofie, poi ho aderito alla vera dottrina, a quella dei cristiani, sebbene questa non trovi simpatia presso coloro che sono irretiti dall'errore».
Il prefetto Rustico disse: «E tu, miserabile, trovi gusto in quella dottrina?». Giustino rispose: «Sì, perché io la seguo con retta fede». 
Il prefetto Rustico disse: «E qual è questa dottrina?». Giustino rispose: «Quella di adorare il Dio dei cristiani, che riteniamo unico creatore e artefice, fin da principio, di tutto l'universo, delle cose visibili e invisibili; e inoltre il Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, che fu preannunziato dai profeti come colui che doveva venire tra gli uomini araldo di salvezza e maestro di buone dottrine. E io, da semplice uomo, riconosco di dire ben poco di fronte alla sua infinita Deità. Riconosco che questa capacità è propria dei profeti che preannunziano costui che poco fa ho detto essere Figlio di Dio. So bene infatti che i profeti per divina ispirazione predissero la sua venuta tra gli uomini».
Rustico disse: «Sei dunque cristiano?». Giustino rispose: «Sì, sono cristiano».
Il prefetto disse a Giustino: «Ascolta, tu che sei ritenuto sapiente e credi di conoscere la vera dottrina; se dopo di essere stato flagellato sarai decapitato, ritieni di salire al cielo?». Giustino rispose: «Spero di entrare in quella dimora se soffrirò questo. Io so infatti che per tutti coloro che avranno vissuto santamente, è riservato il favore divino sino alla fine del mondo intero».
Il prefetto Rustico disse: «Tu dunque ti immagini di salire al cielo, per ricevere una degna ricompensa?». Rispose Giustino: «Non me l'immagino, ma lo so esattamente e ne sono sicurissimo».
Il prefetto Rustico disse: «Orsù torniamo al discorso che ci siamo proposti e che urge di più. Riunitevi insieme e sacrificate concordemente agli dèi». Giustino rispose: «Nessuno che sia sano di mente passerà dalla pietà all'empietà».
Il prefetto Rustico disse: «Se non ubbidirete ai miei ordini, sarete torturati senza misericordia». Giustino rispose: «Abbiamo fiducia di salvarci per nostro Signore Gesù Cristo se saremo sottoposti alla pena, perché questo ci darà salvezza e fiducia davanti al tribunale più temibile e universale del nostro Signore e Salvatore».
Altrettanto dissero anche tutti gli altri martiri: «Fa' quello che vuoi; noi siamo cristiani e non sacrifichiamo agli idoli».
Il prefetto Rustico pronunziò la sentenza dicendo: «Coloro che non hanno voluto sacrificare agli dei e ubbidire all'ordine dell'imperatore, dopo essere stati flagellati siano condotti via per essere decapitati a norma di legge».
I santi martiri glorificando Dio, giunti al luogo solito, furono decapitati e portarono a termine la testimonianza della loro professione di fede nel Salvatore.

Responsorio  At 20,21.24;Rm 1,16
R. Non mi sono mai sottratto a ciò che poteva essere utile, al fine di predicare il Signore nostro Gesù Cristo. * Questo è il servizio che mi fu affidato: rendere testimonianza al messaggio della grazia di Dio.
V. Io non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco.
R. Questo è il servizio che mi fu affidato: rendere testimonianza al messaggio della grazia di Dio.

Orazione
O Dio, che hai donato al santo martire Giustino una mirabile conoscenza del mistero del Cristo, attraverso la sublime follia della croce, per la sua intercessione allontana da noi le tenebre dell'errore e confermaci nella professione della vera fede. Per il nostro Signore.

R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
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