XX
SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - LUNEDÌ UFFICIO DELLE LETTURE INVITATORIO V. Signore, apri le mie labbra R. e la mia bocca proclami la tua lode. Antifona Acclamiamo il Signore con canti di gioia! SALMO 94 Invito a lodare Dio Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi » (Eb 3,13). Si enunzia e si ripete l'antifona. Venite, applaudiamo al Signore, * acclamiamo alla roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, * a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.). Poiché grande Dio è il Signore, * grande re sopra tutti gli dèi. Nella sua mano sono gli abissi della terra, * sono sue le vette dei monti. Suo è il mare, egli l'ha fatto, * le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.). Venite, prostràti adoriamo, * in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati. Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, * il gregge che egli conduce (Ant.). Ascoltate oggi la sua voce: † « Non indurite il cuore, * come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: * mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.). Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione † e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, * non conoscono le mie vie; perciò ho giurato nel mio sdegno: * Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.). Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen (Ant.). Inno O Trinità beata, oceano di pace, la Chiesa a te consacra la sua lode perenne. Padre d'immensa gloria, Verbo d'eterna luce, Spirito di sapienza e carità perfetta. Rovéto inestinguibile di verità e d'amore; ravviva in noi la gioia dell'agape fraterna. O principio e sorgente della vita immortale, rivelaci il tuo volto nella gloria dei cieli. Amen. 1^ Antifona Buono è Dio con i giusti e i puri di cuore. SALMO 72, 1-12 (I) Perché il giusto soffre Beato colui che non si scandalizza di me (Mt 11,6). Quanto è buono Dio con i giusti, * con gli uomini dal cuore puro! Per poco non inciampavano i miei piedi, * per un nulla vacillavano i miei passi, perché ho invidiato i prepotenti, * vedendo la prosperità dei malvagi. Non c'è sofferenza per essi, * sano e pasciuto è il loro corpo. Non conoscono l'affanno dei mortali * e non sono colpiti come gli altri uomini. Dell'orgoglio si fanno una collana * e la violenza è il loro vestito. Esce l'iniquità dal loro grasso, * dal loro cuore traboccano pensieri malvagi. Scherniscono e parlano con malizia, * minacciano dall'alto con prepotenza. Levano la loro bocca fino al cielo * e la loro lingua percorre la terra. Perciò seggono in alto, * non li raggiunge la piena delle acque. Dicono: «Come può saperlo Dio? * C'è forse conoscenza nell'Altissimo?». Ecco, questi sono gli empi: * sempre tranquilli, ammassano ricchezze. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Buono è Dio con i giusti e i puri di cuore. 2^ Antifona I malvagi, che oggi ridono, domani piangeranno. SALMO 72, 13-20 (II) Perché il giusto soffre Beato colui che non si scandalizza di me (Mt 11,6). Invano dunque ho conservato puro il mio cuore * e ho lavato nell'innocenza le mie mani, poiché sono colpito tutto il giorno, * e la mia pena si rinnova ogni mattina. Se avessi detto: «Parlerò come loro», * avrei tradito la generazione dei tuoi figli. Riflettevo per comprendere: * ma fu arduo agli occhi miei, finché non entrai nel santuario di Dio * e compresi qual è la loro fine. Ecco, li poni in luoghi scivolosi, * li fai precipitare in rovina. Come sono distrutti in un istante, * sono finiti, periscono di spavento! Come un sogno al risveglio, Signore, * quando sorgi, fai svanire la loro immagine. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 2^ Antifona I malvagi, che oggi ridono, domani piangeranno. 3^ Antifona Chi si allontana da te perisce: mio bene è stare vicino a Dio. SALMO 72, 21-28 (III) Supplica fiduciosa nell'afflizione Padre nelle tue mani consegno il mio spirito (Lc 23, 46). Quando si agitava il mio cuore * e nell'intimo mi tormentavo, io ero stolto e non capivo, * davanti a te stavo come una bestia. Ma io sono con te sempre: * tu mi hai preso per la mano destra. Mi guiderai con il tuo consiglio * e poi mi accoglierai nella tua gloria. Chi altri avrò per me in cielo? * Fuori di te nulla bramo sulla terra. Vengono meno la mia carne e il mio cuore; † ma la roccia del mio cuore è Dio, * è Dio la mia sorte per sempre. Ecco, perirà chi da te si allontana, * tu distruggi chiunque ti è infedele. Il mio bene è stare vicino a Dio: * nel Signore Dio ho posto il mio rifugio, per narrare tutte le tue opere * presso le porte della città di Sion. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 3^ Antifona Chi si allontana da te perisce: mio bene è stare vicino a Dio. Versetto V. Dolci al mio palato le tue parole, Signore, R. più che il miele alla mia bocca. Prima Lettura Dal libro del profeta Isaia 3, 1-15 Rimproveri contro Gerusalemme Ecco il Signore, Dio degli eserciti, toglie a Gerusalemme e a Giuda ogni genere di sostegno, ogni riserva di pane e ogni sostentamento d'acqua, il prode e il guerriero, il giudice e il profeta, l'indovino e l'anziano, il capo di una cinquantina e il notabile, il consigliere e il mago sapiente e l'esperto di incantesimi. Io metterò come loro capi ragazzi, monelli li domineranno. Il popolo userà violenza: l'uno contro l'altro, individuo contro individuo; il giovane tratterà con arroganza l'anziano, lo spregevole, il nobile. Poiché uno afferra l'altro nella casa del padre: «Tu hai un mantello: sii nostro capo; prendi in mano questa rovina!». Ma quegli si alzerà in quel giorno per dire: «Non sono un medico; nella mia casa non c'è pane né mantello; non mi ponete a capo del popolo!». Certo, Gerusalemme va in rovina e Giuda crolla, perché la loro lingua e le loro opere sono contro il Signore, fino ad offendere la vista della sua maestà divina. La loro parzialità verso le persone li condanna ed essi ostentano il peccato come Sòdoma: non lo nascondono neppure; disgraziati! Si preparano il male da se stessi. Beato il giusto, perché egli avrà bene, mangerà il frutto delle sue opere. Guai all'empio! Lo colpirà la sventura, secondo i misfatti delle sue mani avrà la mercede. Il mio popolo! Un fanciullo lo tiranneggia e le donne lo dominano. Popolo mio, le tue guide ti traviano, distruggono la strada che tu percorri. Il Signore appare per muovere causa, egli si presenta per giudicare il suo popolo. Il Signore inizia il giudizio con gli anziani e i capi del suo popolo: «Voi avete devastato la vigna; le cose tolte ai poveri sono nelle vostre case. Qual diritto avete di opprimere il mio popolo, di pestare la faccia ai poveri?». Oracolo del Signore, Signore degli eserciti. Responsorio Cfr. Is 3, 10. 11. 13 R. Beato il giusto: egli avrà bene, e mangerà il frutto delle sue opere. * Guai all'empio: riceverà la paga delle sue azioni. V. Il Signore appare per muovere causa, si presenta per giudicare il suo popolo. R. Guai all'empio: riceverà la paga delle sue azioni. Seconda Lettura Dal «Commento stl libro dI Giobbe» di san Gregorio Magno, papa Battaglie adl'esterno, timori all'interno All'interno raddrizzano le distorsioni della sana dottrina con l'insegnamento illuminato, all'esterno sanno sostenere virilmente ogni persecuzione. Correggono gli uni ammaestrandoli, sconfiggono gli altri sopportandoli. Con la pazienza si sentono più forti contro i nemici, con la carità sono più idonei a curare le anime ferite dal male. A quelli oppongono resistenza perché non facciano deviare anche gli altri. Seguono questi timore e preoccupazione perché non abbandonino del tutto la via della rettitudine. Vediamo il soldato degli accampamenti di Dio che combatte contro entrambi i mali: «Battaglie all'esterno, timori al di dentro» (2 Cor 7, 5). Enumera le guerre che subisce dall'esterno, dicendo: «Pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli» (2 Cor 11, 26). Altre armi che usa in questa guerra sono: «fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità» (2 Cor 11, 27). Ma, pur impegnato su tanti fronti, non allenta l'attenzione per la sicurezza degli accampamenti. Infatti soggiunge immediatamente: «E oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le chiese» (2 Cor 11, 28). Assume tutte su di sé le asprezze della guerra e, contemporaneamente, si prodiga con premura a difesa dei fratelli. Parla dei mali che sopporta, e aggiunge i beni che elargisce. Consideriamo poi quanta fatica sia sopportare al medesimo tempo le avversità all'esterno e difendersi all'interno contro le proprie debolezze. All'esterno sopporta battaglie, perché è lacerato dalle battiture, è legato da catene; all'interno tollera la paura, perché teme che la sua sofferenza rechi danno non a sé, ma ai discepoli. Perciò scrive loro: «Nessuno si lasci turbare in queste tribolazioni. Voi stessi infatti sapete che a questo siamo destinati» (1 Ts 3, 3). Nella propria sofferenza temeva la caduta degli altri, e cioè che i discepoli, venendo a conoscenza che egli veniva percosso per la fede, ricusassero di professarsi fedeli. O sentimento di immensa carità! Sprezza ciò che egli stesso soffre, e si preoccupa che nei discepoli non si formino concezioni sbagliate. Sdegna in sé le ferite del corpo, e cura negli altri le ferite del cuore. I grandi infatti hanno questo di particolare che, trovandosi nel dolore della propria tribolazione, non cessano di occuparsi dell'utilità altrui: e, mentre soffrono in se stessi sopportando le proprie tribolazioni, provvedono agli altri, consigliando quanto loro abbisogna. Sono come dei medici eroici, colpiti da malattia: sopportano le ferite del proprio male e provvedono gli altri di cure e di medicine per la guarigione. Responsorio Cfr. Gb 13, 20-21, Ger 10, 24 R. Non nascondermi, Signore, il tuo volto; allontana da me la tua mano, * e il tuo terrore più non mi spaventi. V. Correggimi, Signore, ma con giusta misura; non secondo la tua ira, perché io non venga meno, R. e il tuo terrore più non mi spaventi. Orazione O Dio, che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano, infondi in noi la dolcezza del tuo amore, perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio. Per il nostro Signore. R. Amen. Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio. |