XI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO -
SABATO UFFICIO DELLE LETTURE INVITATORIO V. Signore, apri le mie labbra R. e la mia bocca proclami la tua lode. Antifona Adoriamo il Signore: sua è la terra e ogni creatura. SALMO 94 Invito a lodare Dio Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi » (Eb 3,13). Si enunzia e si ripete l'antifona. Venite, applaudiamo al Signore, * acclamiamo alla roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, * a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.). Poiché grande Dio è il Signore, * grande re sopra tutti gli dèi. Nella sua mano sono gli abissi della terra, * sono sue le vette dei monti. Suo è il mare, egli l'ha fatto, * le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.). Venite, prostràti adoriamo, * in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati. Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, * il gregge che egli conduce (Ant.). Ascoltate oggi la sua voce: † « Non indurite il cuore, * come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: * mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.). Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione † e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, * non conoscono le mie vie; perciò ho giurato nel mio sdegno: * Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.). Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen (Ant.). Inno O re d'eterna gloria, che irradi sulla Chiesa i doni del tuo Spirito, assisti i tuoi fedeli. Illumina le menti, consola i nostri cuori rafforza i nostri passi sulla via della pace. E quando verrà il giorno del tuo avvento glorioso, accoglici, o Signore, nel regno dei beati. A te sia lode, o Cristo, speranza delle genti, al Padre e al Santo Spirito nei secoli dei secoli. Amen.. 1^ Antifona Ringraziamo Dio per la sua misericordia: ha fatto prodigi a salvezza dell'uomo. SALMO 106, 1-16 (I) Ringraziamento per la liberazione Questa è la parola che Dio ha inviato ai figli d'Israele recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti (At 10, 36). Celebrate il Signore perché è buono, * perché eterna è la sua misericordia. Lo dicano i riscattati del Signore, * che egli liberò dalla mano del nemico e radunò da tutti i paesi, † dall'oriente e dall'occidente, * dal settentrione e dal mezzogiorno. Vagavano nel deserto, nella steppa, * non trovavano il cammino per una città dove abitare. Erano affamati e assetati, * veniva meno la loro vita. Nell'angoscia gridarono al Signore * ed egli li liberò dalle loro angustie. Li condusse sulla via retta, * perché camminassero verso una città dove abitare. Ringrazino Dio per la sua misericordia: * ha fatto prodigi a salvezza dell'uomo; poiché saziò il desiderio dell'assetato, * e l'affamato ricolmò di beni. Abitavano nelle tenebre e nell'ombra di morte, * prigionieri della miseria e dei ceppi, perché si erano ribellati alla parola di Dio * e avevano disprezzato il disegno dell'Altissimo. Egli piegò il loro cuore sotto le sventure; * cadevano e nessuno li aiutava. Nell'angoscia gridarono al Signore * ed egli li liberò dalle loro angustie. Li fece uscire dalle tenebre e dall'ombra di morte * e spezzò le loro catene. Ringrazino Dio per la sua misericordia: * ha fatto prodigi a salvezza dell'uomo; perché ha infranto le porte di bronzo * e ha spezzato le sbarre di ferro. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Ringraziamo Dio per la sua misericordia: ha fatto prodigi a salvezza dell'uomo. 2^ Antifona Abbiamo veduto, o Dio, le tue opere, le meraviglie che hai fatto per noi. SALMO 106, 17-32 (II) Ringraziamento per la liberazione Questa è la parola che Dio ha inviato ai figli d'Israele recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti (At 10, 36). Stolti per la loro iniqua condotta, * soffrivano per i loro misfatti; rifiutavano ogni nutrimento * e già toccavano le soglie della morte. Nell'angoscia gridarono al Signore * ed egli li liberò dalle loro angustie. Mandò la sua parola e li fece guarire, * li salvò dalla distruzione. Ringrazino Dio per la sua misericordia: * ha fatto prodigi a salvezza dell'uomo. Offrano a lui sacrifici di lode, * narrino con giubilo le sue opere. Coloro che solcavano il mare sulle navi * e commerciavano sulle grandi acque, videro le opere del Signore, * i suoi prodigi nel mare profondo. Egli parlò e fece levare un vento burrascoso * che sollevò i suoi flutti. Salivano fino al cielo, † scendevano negli abissi; * la loro anima languiva nell'affanno. Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi, * tutta la loro perizia era svanita. Nell'angoscia gridarono al Signore * ed egli li liberò dalle loro angustie. Ridusse la tempesta alla calma, * tacquero i flutti del mare. Si rallegrarono nel vedere la bonaccia * ed egli li condusse al porto sospirato. Ringrazino Dio per la sua misericordia: * ha fatto prodigi a salvezza dell'uomo. Lo esaltino nell'assemblea del popolo, * lo lodino nel consesso degli anziani. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 2^ Antifona Abbiamo veduto, o Dio, le tue opere, le meraviglie che hai fatto per noi. 3^ Antifona I giusti vedano le opere di Dio, ne gioiscano e comprendano il suo amore. SALMO 106, 33-43 (III) Ringraziamento per la liberazione Questa è la parola che Dio ha inviato ai figli d'Israele recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti (At 10, 36). Ridusse i fiumi a deserto, * a luoghi aridi le fonti d'acqua e la terra fertile a palude * per la malizia dei suoi abitanti. Ma poi cambiò il deserto in lago, * e la terra arida in sorgenti d'acqua. Là fece dimorare gli affamati * ed essi fondarono una città dove abitare. Seminarono campi e piantarono vigne, * e ne raccolsero frutti abbondanti. Li benedisse e si moltiplicarono, * non lasciò diminuire il loro bestiame. Ma poi, ridotti a pochi, furono abbattuti, * perché oppressi dalle sventure e dal dolore. Colui che getta il disprezzo sui potenti * li fece vagare in un deserto senza strade. Ma risollevò il povero dalla miseria * e rese le famiglie numerose come greggi. Vedono i giusti e ne gioiscono * e ogni iniquo chiude la sua bocca. Chi è saggio osservi queste cose * e comprenderà la bontà del Signore. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 3^ Antifona I giusti vedano le opere di Dio, ne gioiscano e comprendano il suo amore. Versetto V. La tua fedeltà fino alle nubi, o Signore, R. il tuo giudizio come il grande abisso. Prima Lettura Dal libro dei Giudici 16, 4-6. 16-31 Perfida di Dalila e morte di Sansone In quei giorni Sansone si innamorò di una donna della valle di Sorek, che si chiamava Dalila. Allora i capi dei Filistei andarono da lei e le dissero: «Seducilo e vedi da dove proviene la sua forza così grande e come potremmo prevalere su di lui per legarlo e domarlo; ti daremo ciascuno mille e cento sicli d'argento». Dalila dunque disse a Sansone: «Spiegami: da dove proviene la tua forza così grande e in che modo ti si potrebbe legare per domarti?». Poiché essa lo importunava ogni giorno con le sue parole e lo tormentava, egli ne fu annoiato fino alla morte e le aprì tutto il cuore e le disse: «Non è mai passato rasoio sulla mia testa, perché sono un nazireo di Dio dal seno di mia madre; se fossi rasato, la mia forza si ritirerebbe da me, diventerei debole e sarei come un uomo qualunque». Allora Dalila vide che egli le aveva aperto tutto il cuore, mandò a chiamare i capi dei Filistei e fece dir loro: «Venite su questa volta, perché egli mi ha aperto tutto il cuore». Allora i capi dei Filistei vennero da lei e portarono con sé il denaro. Essa lo addormentò sulle sue ginocchia, chiamò un uomo adatto e gli fece radere le sette trecce del capo. Egli cominciò a infiacchirsi e la sua forza si ritirò da lui. Allora essa gli gridò: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!». Egli, svegliatosi dal sonno, pensò: «Io ne uscirò come ogni altra volta e mi svincolerò». Ma non sapeva che il Signore si era ritirato da lui. I Filistei lo presero e gli cavarono gli occhi; lo fecero scendere a Gaza e lo legarono con catene di rame. Egli dovette girare la macina nella prigione. Intanto la capigliatura che gli avevano rasata, cominciava a ricrescergli. Ora i capi dei Filistei si radunarono per offrire un gran sacrificio a Dagon loro dio e per far festa. Dicevano: «Il nostro dio ci ha messo nelle mani Sansone nostro nemico, che ci devastava il paese e che ha ucciso tanti dei nostri». Nella gioia del loro cuore dissero: «Chiamate Sansone perché ci faccia divertire!». Fecero quindi uscire Sansone dalla prigione ed egli si mise a far giochi alla loro presenza. Poi lo fecero stare fra le colonne. Sansone disse al fanciullo che lo teneva per la mano: «Lasciami pure; fammi solo toccare le colonne sulle quali posa la casa, così che possa appoggiarmi ad esse». Ora la casa era piena di uomini e di donne; vi erano tutti i capi dei Filistei e sul terrazzo circa tremila persone fra uomini e donne, che stavano a guardare, mentre Sansone faceva giochi. Allora Sansone invocò il Signore e disse: «Signore, ricordati di me! Dammi forza per questa volta soltanto, Dio, e in un colpo solo mi vendicherò dei Filistei per i miei due occhi!». Sansone palpò le due colonne di mezzo, sulle quali posava la casa; si appoggiò ad esse, all'una con la destra, all'altra con la sinistra. Sansone disse: «Che io muoia insieme con i Filistei!». Si curvò con tutta la forza e la casa rovinò addosso ai capi e a tutto il popolo che vi era dentro. Furono più i morti che egli causò con la sua morte di quanti aveva uccisi in vita. I suoi fratelli e tutta la casa di suo padre scesero e lo portarono via; risalirono e lo seppellirono fra Zorea ed Estaol nel sepolcro di Manoach suo padre. Egli era stato giudice d'Israele per venti anni. Responsorio Sal 42, 1; 30, 4, Gdc 16, 28 R. Fammi giustizia, o Dio; difendi la mia causa contro gente infedele. * Tu sei la mia fortezza e il mio baluardo. V. Ricordati di me, Signore, rendimi forte. R. Tu sei la mia fortezza e il mio baluardo. Seconda Lettura Dal trattato «Sul Padre nostro» di san Cipriano, vescovo e martire (Nn. 28-30; CSEL 3, 287-289) Bisogna pregare non soltanto con le parole, ma anche con i fatti. Quale meraviglia, fratelli dilettissimi, se il «Padre nostro» è la preghiera che ci ha insegnato Dio? Egli col suo insegnamento ha compendiato ogni nostra preghiera in queste parole di salvezza. Questo era già stato predetto tramite il profeta Isaia, quando pieno di Spirito Santo aveva parlato della maestà e della misericordia di Dio e della parola che tutto contiene e tutto riassume in chiave di salvezza. Il profeta aveva anche affermato che Dio si sarebbe rivolto a tutta la terra con piccole frasi pregnanti. E, in effetti, quando la Parola di Dio, cioè nostro Signore Gesù Cristo, venne a tutti gli uomini, e quando, radunati insieme i dotti e gli ignoranti, ebbe divulgato a ogni sesso e a ogni età i precetti di salvezza, fece un grande compendio dei suoi precetti, perché la memoria dei discepoli non si affaticasse nella dottrina celeste, ma imparasse subito ciò che era necessario alla semplice fede. Così, insegnando che cosa sia la vita eterna, racchiuse con grande e divina brevità il mistero della vita, dicendo: «Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico e vero Dio, e colui che hai mandato. Gesù Cristo» (Gv 17, 3). Similmente, volendo stralciare dall'insieme della legge e dei profeti i precetti principali e fondamentali, disse: «Ascolta, Israele: il Signore tuo Dio è l'unico Dio»; e ancora: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua forza. Questo è il primo precetto, e il secondo è simile a questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. In questi due precetti è racchiusa tutta la legge e i profeti» (Mc 12, 29-31). E di nuovo: Tutti quei beni che volete che gli uomini facciano a voi, fateli anche voi a loro. Questa è infatti la legge e i profeti (cfr. Mt 7, 12). Dio ci ha insegnato a pregare non soltanto a parole, ma anche con i fatti, pregando e supplicando egli stesso frequentemente e dimostrando con la testimonianza del suo esempio che cosa dobbiamo fare anche noi, come sta scritto: Egli poi si ritirò in luoghi deserti e pregò (cfr. Lc 5, 16); e ancora: Salì sul monte a pregare, e passò la notte nella preghiera a Dio (cfr. Lc 6, 12). Certo il Signore pregava e intercedeva non per sé — che cosa infatti deve domandare per sé un innocente? — ma per i nostri peccati. Lo dichiara egli stesso quando dice rivolto a Pietro: «Ecco che Satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede» (Lc 22, 31-32). E dopo questo supplica il Padre per tutti dicendo: «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola» (Gv 17, 20-21). Grande fu la bontà di Dio per la nostra salvezza, grande la sua misericordia! Egli non si accontentò di redimerci col suo sangue, ma in più volle ancora pregare per noi. E guardate quale fu il suo desiderio mentre pregava: che come il Padre e il Figlio sono una cosa sola; così anche noi rimaniamo nella stessa unità. Responsorio Sal 24, 1-2. 5 R. A te, Signore, innalzo l'anima mia; * Dio mio, in te confido e non sarò confuso! V. Guidami nella tua verità e istruiscimi; sei tu il Dio della mia salvezza, in te ho sempre sperato. R. Dio mio, in te confido e non sarò confuso! Orazione O Dio, fortezza di chi spera in te, ascolta benigno le nostre invocazioni, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici con la tua grazia, perché fedeli ai tuoi comandamenti possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere. Per il nostro Signore. R. Amen. Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio. |