26 DICEMBRE SANTO STEFANO (f) Primo martire UFFICIO DELLE LETTURE INVITATORIO V. Signore, apri le mie labbra R. e la mia bocca proclami la tua lode. Antifona Cristo Signore, nato per noi, ha dato a Stefano la corona di gloria: venite adoriamo. SALMO 94 Invito a lodare Dio Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi » (Eb 3,13). Si enunzia e si ripete l'antifona. Venite, applaudiamo al Signore, * acclamiamo alla roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, * a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.). Poiché grande Dio è il Signore, * grande re sopra tutti gli dèi. Nella sua mano sono gli abissi della terra, * sono sue le vette dei monti. Suo è il mare, egli l'ha fatto, * le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.). Venite, prostràti adoriamo, * in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati. Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, * il gregge che egli conduce (Ant.). Ascoltate oggi la sua voce: † « Non indurite il cuore, * come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: * mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.). Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione † e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, * non conoscono le mie vie; perciò ho giurato nel mio sdegno: * Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.). Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen (Ant.). Inno Gerusalemme nuova, immagine di pace, costruita per sempre nell'amore del Padre. Tu discendi dal cielo come vergine sposa, per congiungerti a Cristo nelle nozze eterne. Dentro le tue mura, risplendenti di luce, si radunano in festa gli amici del Signore: pietre vive e preziose, scolpite dallo Spirito con la croce e il martirio per la città dei santi. Sia onore al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, al Dio trino ed unico nei secoli sia gloria. Amen. 1^ Antifona Stefano, pieno di Spirito Santo, vide nel cielo la gloria di Dio, e Gesù alla destra del Padre. SALMO 2 Perché le genti congiurano * perché invano cospirano i popoli? Insorgono i re della terra † e i principi congiurano insieme * contro il Signore e contro il suo Messia: «Spezziamo le loro catene, * gettiamo via i loro legami». Se ne ride chi abita i cieli, * li schernisce dall'alto il Signore. Egli parla loro con ira, * li spaventa nel suo sdegno: «Io l'ho costituito mio sovrano * sul Sion mio santo monte». Annunzierò il decreto del Signore. † Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, * io oggi ti ho generato. Chiedi a me, ti darò in possesso le genti * e in dominio i confini della terra. Le spezzerai con scettro di ferro, * come vasi di argilla le frantumerai». E ora, sovrani, siate saggi * istruitevi, giudici della terra; servite Dio con timore * e con tremore esultate; che non si sdegni * e voi perdiate la via. † Improvvisa divampa la sua ira. * Beato chi in lui si rifugia. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Stefano, pieno di Spirito Santo, vide nel cielo la gloria di Dio, e Gesù alla destra del Padre. 2^ Antifona Caduto in ginocchio, Stefano gridò a gran voce: Signore Gesù, non imputare loro questo peccato. SALMO 10 Nel Signore mi sono rifugiato, come potete dirmi: * «Fuggi come un passero verso il monte»? Ecco, gli empi tendono l'arco, † aggiustano la freccia sulla corda * per colpire nel buio i retti di cuore. Quando sono scosse le fondamenta, * il giusto che cosa può fare? Ma il Signore nel tempio santo, * il Signore ha il trono nei cieli. I suoi occhi sono aperti sul mondo, * le sue pupille scrutano ogni uomo. Il Signore scruta giusti ed empi, * egli odia chi ama la violenza. Farà piovere sugli empi brace, fuoco e zolfo, * vento bruciante toccherà loro in sorte. Giusto è il Signore, ama le cose giuste; * gli uomini retti vedranno il suo volto. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 2^ Antifona Caduto in ginocchio, Stefano gridò a gran voce: Signore Gesù, non imputare loro questo peccato. 3^ Antifona Non potevamo resistere alla sapienza di Stefano, e allo Spirito che parlava in lui. SALMO 16 Accogli, Signore, la causa del giusto, * sii attento al mio grido. Porgi l'orecchio alla mia preghiera: * sulle mie labbra non c'è inganno. Venga da te la mia sentenza, * i tuoi occhi vedano la giustizia. Saggia il mio cuore, scrutalo di notte, * provami al fuoco, non troverai malizia. La mia bocca non si è resa colpevole, * secondo l'agire degli uomini; seguendo la parola delle tue labbra, * ho evitato i sentieri del violento. Sulle tue vie tieni saldi i miei passi * e i miei piedi non vacilleranno. Io t'invoco, mio Dio: dammi risposta; * porgi l'orecchio, ascolta la mia voce, mostrami i prodigi del tuo amore: * tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra. Custodiscimi come pupilla degli occhi, * proteggimi all'ombra delle tue ali, di fronte agli empi che mi opprimono, * ai nemici che mi accerchiano. Essi hanno chiuso il loro cuore, * le loro bocche parlano con arroganza. Eccoli, avanzano, mi circondano, * puntano gli occhi per abbattermi; simili a un leone che brama la preda, * a un leoncello che si apposta in agguato. Sorgi, Signore, affrontalo, abbattilo; * con la tua spada scampami dagli empi, con la tua mano, Signore, dal regno dei morti * che non hanno più parte in questa vita. Sazia pure dei tuoi beni il loro ventre, † se ne sazino anche i figli * e ne avanzi per i loro bambini. Ma io per la giustizia contemplerò il tuo volto, * al risveglio mi sazierò della tua presenza. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 3^ Antifona Non potevamo resistere alla sapienza di Stefano, e allo Spirito che parlava in lui. Versetto V. Mi afferra l'angoscia e l'oppressione, R. ma la tua parola mi sostiene. Prima Lettura Dagli Atti degli Apostoli 6, 8 - 7, 2a. 44-59 Il martirio di Stefano Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e miracoli tra il popolo. Sorsero allora alcuni della sinagoga detta dei «liberti» comprendente anche i Cirenei, gli Alessandrini e altri della Cilicia e dell'Asia, a disputare con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza ispirata con cui egli parlava. Perciò sobillarono alcuni che dissero: «Lo abbiamo udito pronunziare espressioni blasfeme contro Mosè e contro Dio». E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo trascinarono davanti al sinedrio. Presentarono quindi dei falsi testimoni, che dissero: «Costui non cessa di proferire parole contro questo luogo sacro e contro la legge. Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazareno distruggerà questo luogo e sovvertirà i costumi tramandatici da Mosè». E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo. Gli disse allora il sommo sacerdote: «Queste cose stanno proprio così?». Ed egli rispose: «Fratelli e padri, ascoltate: I nostri padri avevano nel deserto la tenda della testimonianza, come aveva ordinato colui che disse a Mosè di costruirla secondo il modello che aveva visto (Es 25, 40). E dopo averla ricevuta, i nostri padri con Giosuè se la portarono con sé nella conquista dei popoli (Gs 3, 14-17) che Dio scacciò davanti a loro, fino ai tempi di Davide. Questi trovò grazia innanzi a Dio e domandò di poter trovare una dimora per il Dio di Giacobbe; (1 Re 8, 17); Salomone poi gli edificò una casa (2 Sam 7, 13). Ma l'Altissimo non abita in costruzioni fatte da mano d'uomo, come dice il Profeta: Il cielo è il mio trono e la terra sgabello per i miei piedi. Quale casa potrete edificarmi, dice il Signore, o quale sarà il luogo del mio riposo? Non forse la mia mano ha creato tutte queste cose? (Is 66, 1-2) O gente testarda e pagana nel cuore e nelle orecchie, voi sempre opponete resistenza allo Spirito Santo (Es 32, 9); come i vostri padri, così anche voi. Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete divenuti traditori e uccisori; voi che avete ricevuto la legge per mano degli angeli e non l'avete osservata». All'udire queste cose, fremevano in cuor loro e digrignavano i denti contro di lui. Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra e disse: «Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio». Proruppero allora in grida altissime turandosi gli orecchi; poi si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero il loro mantello ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E così lapidavano Stefano mentre pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». Poi Piegò le ginocchia e gridò forte: «Signore, non imputar loro questo peccato». Detto questo morì. Responsorio R. Stefano, servo di Dio, lapidato dai Giudei, vide i cieli aperti, e vi entrò: * beato l'uomo a cui il cielo si schiude. V. Lo travolgeva una tempesta di sassi, ma dal cielo splendeva per lui la gloria di Dio: R. beato l'uomo a cui il cielo si schiude. Seconda Lettura Dai «Discorsi» di san Fulgenzio di Ruspe, vescovo (Disc. 3, 1-3. 5-6; CCL 91 A, 905-909) Le armi della carità Ieri abbiamo celebrato la nascita nel tempo del nostro Re eterno, oggi celebriamo la passione trionfale del soldato. Ieri infatti il nostro Re, rivestito della nostra carne e uscendo dal seno della Vergine, si è degnato di visitare il mondo; oggi il soldato, uscendo dalla tenda del corpo, è entrato trionfante nel cielo. Il nostro Re, l'Altissimo, venne per noi umile, ma non poté venire a mani vuote; infatti portò un grande dono ai suoi soldati, con cui non solo li arricchì abbondantemente, ma nello stesso tempo li ha rinvigoriti perché combattessero con forza invitta. Portò il dono della carità, che conduce gli uomini alla comunione con Dio. Quel che ha portato, lo ha distribuito, senza subire menomazioni; arricchì invece mirabilmente la miseria dei suoi fedeli, ed egli rimase pieno di tesori inesauribili. La carità, dunque, che fece scendere Cristo dal cielo sulla terra, innalzò Stefano dalla terra al cielo. La carità che fu prima nel Re, rifulse poi nel soldato. Stefano quindi per meritare la corona che il suo nome significa, aveva per armi la carità e con essa vinceva dovunque. Per mezzo della carità non cedette ai Giudei che infierivano contro di lui; per la carità verso il prossimo pregò per quanti lo lapidavano. Con la carità confutava gli erranti perché si ravvedessero; con la carità pregava per i lapidatori perché non fossero puniti. Sostenuto dalla forza della carità vinse Saulo che infieriva crudelmente, e meritò di avere compagno in cielo colui che ebbe in terra persecutore. La stessa carità santa e instancabile desiderava di conquistare con la preghiera coloro che non poté convertire con le parole. Ed ecco che ora Paolo è felice con Stefano, con Stefano gode della gloria di Cristo, con Stefano esulta, con Stefano regna. Dove Stefano, ucciso dalle pietre di Paolo, lo ha preceduto, là Paolo lo ha seguito per le preghiere di Stefano. Quanto è verace quella vita, fratelli, dove Paolo non resta confuso per l’uccisione di Stefano, ma Stefano si rallegra della compagnia di Paolo, perché la carità esulta in tutt’e due. Sì, la carità di Stefano ha superato la crudeltà dei Giudei, la carità di Paolo ha coperto la moltitudine dei peccati, per la carità entrambi hanno meritato di possedere insieme il regno dei cieli. La carità dunque è la sorgente e l’origine di tutti i beni, ottima difesa, via che conduce al cielo. Colui che cammina nella carità non può errare, né aver timore. Essa guida, essa protegge, essa fa arrivare al termine. Perciò, fratelli, poiché Cristo ci ha dato la scala della carità, per mezzo della quale ogni cristiano può giungere al cielo, conservate vigorosamente integra la carità, dimostratevela a vicenda e crescete continuamente in essa. Responsorio R. Ieri il Signore Gesù è nato in questo mondo, perché oggi Stefano nascesse alla vita del cielo; è venuto sulla terra, * perché Stefano entrasse con lui nella gloria. V. Il nostro Re, vestito di carne umana, è uscita dal grembo della Vergine, ed è venuto nel mondo, R. perché Stefano entrasse con lui nella gloria. Inno TE DEUM Noi ti lodiamo, Dio * ti proclamiamo Signore. O eterno Padre, * tutta la terra ti adora. A te cantano gli angeli * e tutte le potenze dei cieli: Santo, Santo, Santo * il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra * sono pieni della tua gloria. Ti acclama il coro degli apostoli * e la candida schiera dei martiri; le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; * la santa Chiesa proclama la tua gloria, adora il tuo unico Figlio, * e lo Spirito Santo Paraclito. O Cristo, re della gloria, * eterno Figlio del Padre, tu nascesti dalla Vergine Madre * per la salvezza dell'uomo. Vincitore della morte, * hai aperto ai credenti il regno dei cieli. Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. * Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi. Soccorri i tuoi figli, Signore, * che hai redento col tuo sangue prezioso. Accoglici nella tua gloria * nell'assemblea dei santi. [*] Salva il tuo popolo, Signore, * guida e proteggi i tuoi figli. Ogni giorno ti benediciamo, * lodiamo il tuo nome per sempre. Degnati oggi, Signore, * di custodirci senza peccato. Sia sempre con noi la tua misericordia: * in te abbiamo sperato. Pietà di noi, Signore, * pietà di noi. Tu sei la nostra speranza, * non saremo confusi in eterno. [*] Quest'ultima parte dell'inno si può omettere. Orazione Donaci, Signore, di esprimere nella vita il mistero che celebriamo nel giorno natalizio di santo Stefano primo martire e insegnaci ad amare anche i nostri nemici sull'esempio di lui che morendo pregò per i suoi persecutori. Per il nostro Signore. R. Amen. Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio. |