| 
               www.maranatha.it/mobile  | 
          
| 
               LA SACRA BIBBIA Edizione CEI  | 
          
| Daniele 9 | 
      
      
      [1] Nell'anno 
      primo di Dario figlio di Serse, della progenie dei Medi, il quale era 
      stato costituito re sopra il regno dei Caldei, 
      
      [2] nel primo anno del suo regno, io Daniele tentavo di comprendere nei 
      libri il numero degli anni di cui il Signore aveva parlato al profeta 
      Geremia e nei quali si dovevano compiere le desolazioni di Gerusalemme, 
      cioè settant'anni. 
      
      [3] Mi rivolsi al Signore Dio per pregarlo e supplicarlo con il digiuno, 
      veste di sacco e cenere 
      
      [4] e feci la mia preghiera e la mia confessione al Signore mio Dio: 
      "Signore Dio, grande e tremendo, che osservi l'alleanza e la benevolenza 
      verso coloro che ti amano e osservano i tuoi comandamenti, 
      
      [5] abbiamo peccato e abbiamo operato da malvagi e da empi, siamo stati 
      ribelli, ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti e dalle tue leggi! 
      
      [6] Non abbiamo obbedito ai tuoi servi, i profeti, i quali hanno in tuo 
      nome parlato ai nostri re, ai nostri prìncipi, ai nostri padri e a tutto 
      il popolo del paese. 
      
      [7] A te conviene la giustizia, o Signore, a noi la vergogna sul volto, 
      come avviene ancor oggi per gli uomini di Giuda, per gli abitanti di 
      Gerusalemme e per tutto Israele, vicini e lontani, in tutti i paesi dove 
      tu li hai dispersi per i misfatti che hanno commesso contro di te. 
      
      [8] Signore, la vergogna sul volto a noi, ai nostri re, ai nostri prìncipi, 
      ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di te; 
      
      [9] al Signore Dio nostro la misericordia e il perdono, perché ci siamo 
      ribellati contro di lui, 
      
      [10] non abbiamo ascoltato la voce del Signore Dio nostro, né seguito 
      quelle leggi che egli ci aveva date per mezzo dei suoi servi, i profeti.
      
      
      [11] Tutto Israele ha trasgredito la tua legge, s'è allontanato per non 
      ascoltare la tua voce; così si è riversata su di noi l'esecrazione scritta 
      nella legge di Mosè, servo di Dio, perché abbiamo peccato contro di lui.
      
      
      [12] Egli ha messo in atto quelle parole che aveva pronunziate contro di 
      noi e i nostri governanti, mandando su di noi un male così grande quale 
      mai, sotto il cielo, era venuto a Gerusalemme. 
      
      [13] Tutto questo male è venuto su di noi, proprio come sta scritto nella 
      legge di Mosè. Tuttavia noi non abbiamo supplicato il Signore Dio nostro, 
      convertendoci dalle nostre iniquità e seguendo la tua verità. 
      
      [14] Il Signore ha vegliato sopra questo male, l'ha mandato su di noi, 
      poiché il Signore Dio nostro è giusto in tutte le cose che fa, mentre noi 
      non abbiamo ascoltato la sua voce. 
      
      [15] Signore Dio nostro, che hai fatto uscire il tuo popolo dall'Egitto 
      con mano forte e ti sei fatto un nome, come è oggi, noi abbiamo peccato, 
      abbiamo agito da empi. 
      
      [16] Signore, secondo la tua misericordia, si plachi la tua ira e il tuo 
      sdegno verso Gerusalemme, tua città, verso il tuo monte santo, poiché per 
      i nostri peccati e per l'iniquità dei nostri padri Gerusalemme e il tuo 
      popolo sono oggetto di vituperio presso quanti ci stanno intorno. 
      
      [17] Ora ascolta, Dio nostro, la preghiera del tuo servo e le sue 
      suppliche e per amor tuo, o Signore, fà risplendere il tuo volto sopra il 
      tuo santuario, che è desolato. 
      
      [18] Porgi l'orecchio, mio Dio, e ascolta: apri gli occhi e guarda le 
      nostre desolazioni e la città sulla quale è stato invocato il tuo nome! 
      Non presentiamo le nostre suppliche davanti a te, basate sulla nostra 
      giustizia, ma sulla tua grande misericordia. 
      
      [19] Signore, ascolta; Signore, perdona; Signore, guarda e agisci senza 
      indugio, per amore di te stesso, mio Dio, poiché il tuo nome è stato 
      invocato sulla tua città e sul tuo popolo". 
      [20] Mentre io stavo ancora parlando e pregavo e confessavo il mio peccato 
      e quello del mio popolo Israele e presentavo la supplica al Signore Dio 
      mio per il monte santo del mio Dio, 
      
      [21] mentre dunque parlavo e pregavo, Gabriele, che io avevo visto prima 
      in visione, volò veloce verso di me: era l'ora dell'offerta della sera.
      
      
      [22] Egli mi rivolse questo discorso: "Daniele, sono venuto per istruirti 
      e farti comprendere. 
      
      [23] Fin dall'inizio delle tue suppliche è uscita una parola e io sono 
      venuto per annunziartela, poiché tu sei un uomo prediletto. Ora stà 
      attento alla parola e comprendi la visione: 
      
      [24] Settanta settimane sono fissate 
      per il tuo popolo e per la tua santa città 
      per mettere fine all'empietà, 
      mettere i sigilli ai peccati, espiare l'iniquità, 
      portare una giustizia eterna, 
      suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei 
      santi. 
      
      [25] Sappi e intendi bene, 
      da quando uscì la parola 
      sul ritorno e la ricostruzione di Gerusalemme 
      fino a un principe consacrato, 
      vi saranno sette settimane. 
      Durante sessantadue settimane 
      saranno restaurati, riedificati piazze e fossati, 
      e ciò in tempi angosciosi. 
      
      [26] Dopo sessantadue settimane, 
      un consacrato sarà soppresso senza colpa in lui; 
      il popolo di un principe che verrà 
      distruggerà la città e il santuario; 
      la sua fine sarà un'inondazione e, fino alla fine, 
      guerra e desolazioni decretate. 
      
      [27] Egli stringerà una forte alleanza con molti 
      per una settimana e, nello spazio di metà settimana, 
      farà cessare il sacrificio e l'offerta; 
      sull'ala del tempio porrà l'abominio della 
      desolazione 
      e ciò sarà sino alla fine, 
      fino al termine segnato sul devastatore".